
Guerra senza fine in Siria dove ormai le condizioni umane sono al limite del tollerabile. Un ospedale supportato da Medici senza frontiere (Msf), che serviva una popolazione di 70.000 persone a Millis, nella provincia siriana di Idlib controllata dai ribelli, è stato distrutto da raid aerei sabato 6 agosto.
Lo rende noto oggi l'organizzazione, secondo la quale 4 membri dello staff dell'ospedale e altre 9 persone - tra cui 5 bambini e 2 donne - sono stati uccisi in due attacchi aerei che hanno colpito direttamente l'ospedale e in altri attacchi che hanno colpito le vicinanze. Feriti Altri sei membri dello staff.
Regime attacks on civilian infrastructure cont. as #MSF-supported hospital in #Idlib bombed amid siege of E. #Aleppohttps://t.co/12A5OhqjHd— Angela Boskovitch (@aboskovitch) 8 agosto 2016
L'attacco ha distrutto la maggior parte dell'ospedale, noto come centro di riferimento specializzato in pediatria, compresa la sala operatoria, l'unità di terapia intensiva, il reparto di pediatria e circa l'80 per cento dei dispositivi medici, le ambulanze e il generatore. Il nosocomio serviva anche un gran numero di persone sfollate e rifugiatesi a Millis e nei suoi dintorni per fuggire la prima linea dei combattimenti che stanno devastando il nord della Siria. L'ospedale forniva cure d'urgenza e consulti a circa 250 pazienti al giorno, tra cui molte donne e bambini. «Il bombardamento diretto di un altro ospedale in Siria è vergognoso» ha detto la dottoressa Silvia Dalla Tommasina, coordinatore medico delle operazioni di Msf in Siria nord-occidentale.


Distrutto in un raid un ospedale di Msf in Siria
«Dobbiamo ammirare il coraggio e la dedizione dei medici siriani che continuano a lavorare nel mezzo di un conflitto in cui gli ospedali vengono colpiti regolarmente e sentiamo con forza il dovere di supportarli nel loro lavoro quotidiano per salvare vite umane», ha aggiunto. «Ribadiamo il nostro appello urgente a tutti coloro che possono influenzare la condotta della guerra in Siria, tra cui i quattro membri permanenti su cinque del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che partecipano al conflitto, perché si adoperino con urgenza per fermare gli attacchi contro gli ospedali durante i combattimenti», ha detto ancora Silvia Dalla Tomasina.
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