Filippo Paganini
Guglielmo “Mimmo” Craig durante la “reclame” a Carosello che lo rese noto al grande pubblico
La Spezia - E la pancia non c’è più e la pancia non c’è più… Matilde, quando si scherza, si scherza, ma in cucina non si scherza: Olio Sasso. E la lattina la voglio qui, sul tavolo».
E’ stato a lungo il tormentone virale di diverse generazioni di giovani italiani quel “la pancia non c’è più e la pancia non c’è più” canticchiato senza badare troppo a stonature e quadrature musicali. Lo interpretava in uno dei più famosi “Caroselli” della Rai in bianco e nero un dignitosissimo attore di prosa, Guglielmo, detto “Mimmo”, Craig, spezzino di nascita e di affezione, che è scomparso giovedì a Milano. Aveva compiuto da poco 91 anni.
Era da tempo ricoverato in una casa di cura ed aveva lasciato le scene da dodici anni. Ma nella memoria collettiva quell’attore longilineo, appena stempiato, dalla voce ben impostata e un po’ nasale, il profilo aquilino, è rimasto a segnare un’epoca, quel periodo magico dei primi anni Sessanta quando gli italiani, dimenticata la fame della guerra, anzi viziati dal consumismo alimentare, cominciavano a porsi il problema estetico della linea.
L’incubo che animava quella clip (così si direbbe oggi) e tormentava l’interprete Craig era di essere diventato obeso (nel filmato grazie a una sorta di pallone gonfiato sotto gli abiti all’altezza dell’addome) e di non poter raggiungere con una corsa appesantita dall’adipe una bellissima ragazza, rimanendo altrimenti intrappolato in un ascensore, tra due porte girevoli, tra i tornelli di accesso a un cinema, in una cabina telefonica e così via.
Poi, il risveglio con la felice constatazione che “la pancia non c’è più”, tra salti gioiosi sul letto e il canticchiare del tormentone, infine l’ordine alla domestica di colore, Matilde, che parlava con calata veneta (il politically correct razziale era ancora di là da venire), di cucinare sempre con l’Olio Sasso, mirabile elisir contro la “panza”.
Lo spot andò in onda con qualche discontinuità dal 1963 al 1976. Una longevità straordinaria e un successo che si spiegano anche con quello che “Carosello”, la prima e per anni unica fortunata trasmissione pubblicitaria della Rai in onda tutte le sante sere alle 21, ha rappresentato per i costumi familiari degli italiani in quel periodo. Per gli over 50 di oggi, quando erano under 10, i titoli di coda del programma erano come la “Ritirata” per i marinai: il segnale inderogabile che dovevano andare a letto.
Così ha avuto uno strano destino Mimmo Craig. Una carriera di attore cominciata nel secondo Dopoguerra con Remigio Paone e Giorgio Strehler al mitico “Piccolo Teatro di Milano”, proseguita nella compagnia del premio Nobel, Dario Fo, arricchita da un ruolo importante ne “La grande magia” con Eduardo De Filippo, tanto cinema anche con grandi registi come Carlo Lizzani, tanto teatro brillante, tanta tv, ma la grande popolarità gli è venuta da uno sketch pubblicitario interpretato con bravura, ma che, come dicevano allora gli attori di prosa con snobismo (oggi non lo direbbero più, anzi), era pur sempre “una marchetta”.
Tuttavia Craig, da vero professionista, non ha mai condiviso tanta alterigia, né ha mai rinnegato quel ruolo. Tantomeno ha ceduto alla tentazione di sfruttare il successo popolare dello sketch, ideato dallo studio Testa e diretto dal regista Corrado Farina, riuscendo a non farsi imprigionare nella macchietta. La sua carriera di attore eclettico e rigoroso è, così, proseguita approdando all’inizio del millennio nell’ultimo format televisivo di successo, la fiction.
Mimmo Craig si era trasferito giovanissimo a Milano. Ma le sue radici erano a Spezia e il suo legame con la città è rimasto sempre fortissimo, anche se le origini familiari rimandano all’impero austroungarico. Un Craig era approdato sulle rive del Golfo come dirigente della Fonderia Pertusola.
Cresciuto nel quartiere del Canaletto, Mimmo, colto, ironico, un sorriso accattivante, amabile conversatore, aveva continuato a coltivare le amicizie spezzine insieme con l’abitudine di trascorrere in estate periodi di vacanza a Bonassola. Chi volesse azzardare la battuta più o meno infelice che ora è Craig a non esserci più, sarebbe smentito. Perché nella memoria di tanti Mimmo resta come un pezzo della loro vita e del costume di questo Paese.
http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2016/09/10/ASxT2IFE-carosello_mimmo_craig.shtml