
di Nico Falco
Agguato mortale a Pianura. A cadere sotto una raffica di proiettili Raffaele Pisa, un incensurato di 32 anni, del Rione Traiano. Tre colpi in pieno petto che non gli hanno lasciato scampo. La corsa in ospedale, inutile: Raffaele è morto poco dopo l’arrivo al Pronto Soccorso del San Paolo. I sicari lo hanno affrontato nella zona in cui abitava. Lo hanno intercettato in via Giorgio de Grassi, nei pressi di un circolo ricreativo. Erano circa le 18.30. La dinamica resta fumosa, ma quel che è certo è che chi ha sparato lo ha fatto per uccidere. Ha mirato al torace. I killer hanno esploso almeno 4 proiettili, tanti i bossoli repertati dai poliziotti sull’asfalto. Non una gambizzazione, quella che in certi ambienti vale per avvertimento, ma una esecuzione.A pochi passi dal regno di «quelli del Cannavino», i Marfella-Pesce di Pianura.















L'uomo è stato soccorso da un automobilista di passaggio che lo ha accompagnato nell’ospedale di Fuorigrotta ma tutti gli sforzi dei sanitari non sono bastati: le ferite erano troppo gravi. Pisa, secondo gli investigatori, non era affiliato a nessun clan. Né ai Marfella né ai loro nemici i Mele, e non era nemmeno vicino a qualcuno dei manipoli che gravitano intorno ai due clan che, da anni, si contendono il predominio sugli affari illeciti nel popoloso quartiere della periferia occidentale di Napoli. Un profilo, insomma, che stride con il modo in cui è stato ucciso. Barbaramente, come fosse un boss, ma un boss non era.
Un omicidio su cui gli investigatori della Squadra Mobile di Napoli, col supporto dei poliziotti del commissariato Pianura, cercheranno di fare chiarezza nelle prossime ore. Si parte passando al setaccio la vita privata della vittima, si studiano le sue frequentazioni, alla ricerca di elementi che potrebbero portare alla soluzione del caso, all’individuazione del colpevole o perlomeno a sapere chi potrebbe aver armato la mano che ha sparato. Si cerca un diverbio, un contrasto con qualcuno dal grilletto troppo facile. Qualcosa che potrebbe essere finora sfuggito agli investigatori e che potrebbe avere a che fare col mondo della droga, ovvero uno degli affari più redditizi, e di conseguenza più violenti, della zona.
Si indaga e, viste le modalità dell’omicidio, la pista che per il momento non può essere scartata è quella della malavita organizzata. Quella della lotta di potere tra i clan di Pianura, che ha fatto registrare soltanto nelle ultime settimane «stese», avvertimenti a suon di esplosivi e, pochi giorni fa, un tentato omicidio. Sabato sera, infatti, in via Grottole, quattro ragazzi in sella a due scooter avevano sparato contro Salvatore Romano, che per gli investigatori è il punto di riferimento del gruppo criminale identificato col suo cognome. Il ras era riuscito a salvarsi.
Ieri, ad appena tre giorni di distanza, l’omicidio di Pisa vicino a una zona considerata la roccaforte del clan avversario, dove tutto ciò che c’è di illegale viene gestito direttamente o meno da «quelli del Cannavino». La sparatoria di ieri potrebbe essere in qualche modo collegata a quel tentato omicidio, anche se i contorni dell’episodio, e soprattutto l’eventuale ruolo della vittima nei giochi di potere della camorra locale, sono tutt’altro che chiari e al momento non c’è nulla che leghi il trentaduenne ai clan.
http://www.ilmattino.it/napoli/cronaca/agguato_mortale_a_pianura_uomo_ucciso_da_una_raffica_di_colpi-2138846.html