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A Treviso hanno il capro espiatorio

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di Saverio Tommasi*
Mercoledì 15 luglio a Treviso sono arrivati alcuni profughi e gli abitanti del quartiere sono insorti. Nella notte qualcuno di loro è entrato negli appartamenti e ha incendiato i mobili, i divani, i vestiti, le sedie e perfino le ciabatte destinate ai profughi. Poi il giorno dopo, gli stessi abitanti del quartiere, hanno impedito a una cesta di cibo di arrivare alle bocche dei profughi a cui quel cibo era destinato.
Io qualche mese fa sono stato ad Auschwitz, e vi dico che le vostre idee non sono per niente originali, ci avevano già pensato i vostri nonni. Era già accaduto che qualcuno denunciasse la dodicenne clandestina Anna Frank nascosta in soffitta, era già accaduto che la colpa fosse data ai rom e ai sinti, tra l’altro gli unici popoli che nella storia umana non hanno mai dichiarato una guerra. Era già accaduto che gli invalidi, le persone con disabilità e i matti fossero allontanati perché erano un costo. Era già accaduta, insomma, la storia del capro espiatorio.
Voi, gente di quartiere e spada che oggi impedite l’accoglienza bruciando vestiti e sedie di quelli più poveri di voi, siete i nipoti scaduti di idee che stanno un gradino sotto la melma.
E se quello che voi siete è la mia razza, voglio dirlo chiaramente, la mia razza mi fa schifo. Ma se ci penso un attimo no, voi non siete la mia razza. Perché la mia sola razza è quella umana, e la vicinanza all’essere stronzo o all’essere Uomo non la fa il colore della pelle, e neanche il luogo di nascita, e nonostante lo urliate, con la bava alla bocca, continuerete ad avere torto.
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PS. voi sarete anche dei capoccioni razzisti e velenosi, ma noi siamo dei testardissimi uomini e donne di razza umana che conoscono delle storie che voi non avete mai voluto ascoltare. Per questo siamo più forti, perché sappiamo di non essere soli.
Solidarietà a ogni donna e uomo e bambino, in fuga da guerre, persecuzioni, leghisti e povertà.
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* Attore, scrittore, blogger, Saverio Tommasi è nato a Firenze e ama raccontare storie. “Il mio mestiere – scrive nel suo sito – è vivere le storie… Sul campo. Sul palco, attraverso una telecamera o un libro. Mostrare ciò che non si ha interesse a disvelare”. Quali storie? “Storie scomode. Voglio alzare i tappeti e raccogliere la polvere”. Ha scelto di inviare i suoi articoli a Comune con molto piacere


http://comune-info.net/2015/07/a-treviso-hanno-trovato-il-capro-espiatorio/

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