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L’ATTENTATORE DI MONACO HA AGITO PER VENDETTA: IL 18ENNE ALI SONBOLY, AVEVA SUBITO ATTI DI BULLISMO A SCUOLA E COVAVA IL SUO FOLLE PIANO DA TEMPO

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1. L’ATTENTATORE DI MONACO HA AGITO PER VENDETTA: IL 18ENNE ALI SONBOLY, AVEVA SUBITO ATTI DI BULLISMO A SCUOLA E COVAVA IL SUO FOLLE PIANO DA TEMPO: DOPO L’ENNESIMO LITIGIO CON I SUOI COMPAGNI AVEVA GRIDATO: “UN GIORNO, VE LA FARO’ PAGARE, FARO’ UNA STRAGE”.
2. ERA SEMPRE MOLTO SOLO, LA SUA FAMIGLIA GLI PAGAVA LE CURE PSICHIATRICHE PER “UNA FORMA DI DEPRESSIONE”. COLLEZIONAVA ARTICOLI DI GIORNALE SULLE SPARATORIE PIÙ FAMOSE E AVEVA UN CULTO PER PER ANDERS BREIVIK, IL NEONAZISTA NORVEGESE DELLA STRAGE DI UTOJA, DI CUI RICORREVA IL QUINTO ANNIVERSARIO PROPRIO VENERDÌ. LA PISTOLA GLOCK CALIBRO 9 CON LA MATRICE ABRASA, FINITA IN MANO A UN DICIOTTENNE COME ALI, RESTA UNO DEI MISTERI DELLA VICENDA - LA RABBIA CONTRO I TURCHI E LA TRAPPOLA SU FACEBOOK



Tonia Mastrobuoni per “la Repubblica”

ALI DAVID SONBOLY KILLER MONACOALI DAVID SONBOLY KILLER MONACO
«Lo aveva annunciato», dice sottovoce. «Dopo l’ennesimo litigio con i compagni di scuola, Ali aveva gridato “vedrete, vedrete, un giorno ve la farò pagare, farò una strage!”». Safete D. non riesce a capacitarsi. Quel ragazzo «strano» che abitava al piano di sotto, che andava alla sua stessa scuola, l’ha fatto davvero. Venerdì sera David Ali Sonboly è andato nel più grande centro commerciale di Monaco e ha crivellato di colpi decine di persone, ammazzandone nove.

Ora il risveglio di chi lo incrociava tutti i giorni, di chi magari lo scansava o, peggio, lo bullizzava, è doloroso. «In effetti, era sempre molto solo», racconta Safete, «non aveva amici». La quindicenne macedone scuote la testa. Lo aveva anche incontrato nel giorno della sparatoria. Distribuiva i giornali, come faceva sempre nel tempo libero.
STRAGE DI MONACOSTRAGE DI MONACO

Le era sembrato «ancora più strano del solito, neanche mi aveva salutata». Safete ricorda anche un altro dettaglio importante del suo vicino di casa. «Non era la prima volta che aveva problemi con i compagni. Aveva già cambiato scuola. Insomma, era venuto alla Alfons Mittelschule perché non era tanto popolare neanche prima». Un eufemismo.

Anche dalle testimonianze che sono spuntate ieri, è chiaro che Ali era letteralmente perseguitato dai suoi compagni. E che meditava da molto tempo, secondo gli inquirenti, il gesto di venerdì. Negli anni era stato attenzionato dalla polizia, ma sempre come vittima. Nel 2010, ad esempio, proprio per aggressioni subite da parte di alcuni coetanei. I sintomi del suo disagio erano palesi.
ATTENTATO A MONACOATTENTATO A MONACO

La sua famiglia gli pagava le cure psichiatriche per «una forma di depressione», ha confermato Thomas Steinkraus-Koch, il magistrato che indaga sulla strage. E dopo i ritrovamenti fatti a Dachauerstrasse, nell’appartamento vicino al centro di Monaco dove Ali abitava con i suoi genitori e un fratello minore, Daniel, non c’è dubbio che una matrice islamica debba essere del tutto esclusa, hanno sottolineato gli inquirenti. Gli indizi sul movente sono comunque spaventosi.

KILLER MONACOKILLER MONACO
La famiglia è ancora troppo distrutta per sottoporsi all’interrogatorio. «Anche loro hanno perso un figlio, dopotutto», ha detto il capo della polizia, Hubertus Andrae. Gli agenti sono andati a prendere Massoud Sonboly, il padre di Ali, venerdì sera, poco dopo la sparatoria, appena identificato l’autore. Massoud ha una piccola cooperativa di taxi, fa una vita «molto tranquilla» con sua moglie, che lavora in un supermercato Karstadt. C’è anche il figlio minore Daniel, «che era molto più loquace e vivace del fratello », racconta Stephan Baumann, il proprietario di un negozio bio proprio accanto al portone d’ingresso. I due figli, Ali e Daniel, sono nati in Germania, hanno il doppio passaporto, persiano e tedesco.
STRAGE MONACOSTRAGE MONACO

I Sonboly abitano in un edificio bianco con un silenzioso cortile interno molto curato che ospita un miscuglio di famiglie sussidiate e benestanti — una strategia mirata, da parte del Comune — in un quartiere “bene” come Maxvorstadt. Ma la famiglia così unita non è riuscita a curare Ali dal bullismo. Il contenuto delle scatole che le forze speciali dell’antiterrorismo hanno requisito ieri all’alba, durante un secondo blitz nell’appartamento, è molto chiaro.

STARGE MONACOSTARGE MONACO
Ali sembrava rimuginare da tempo su una strage da “lupo solitario” contro i suoi coetanei. Di imitare i suoi grandi idoli. Collezionava articoli di giornale sulle sparatorie più famose, aveva un libro dedicato all’unico, terribile episodio di questo tipo accaduto in Germania, la strage di Winnen- den del 2009, quando un diciassettenne aprì il fuoco nella sua vecchia scuola e ammazzò 15 persone. E aveva un vero e proprio culto per Anders Breivik, il neonazista norvegese della strage di Utoja, di cui ricorreva il quinto anniversario proprio venerdì. Secondo il capo della polizia, un nesso tra Breivik e l’attacco di Ali «è logico».

Tuttavia, quando il diciottenne matura l’intenzione di vendicarsi dei suoi coetanei, vuol essere certo di colpirne il più possibile. Soprattutto turchi, perché sono loro a torturarlo a scuola. Quei turchi che Ali dice anche di odiare nel famoso video della sera della sparatoria, quando battibecca con un uomo. Dunque, apre un profilo finto su Facebook, spacciandosi per un’adolescente, Selina Akim. Un’esca che «serve ad attirare anzitutto giovani», conferma la polizia. Venerdì mattina, il post fatale: «Venite oggi alle 16 al Meggi (McDonald’s, ndr) all’Oez. Offro io, se non è troppo caro». Poco prima del massacro, un ragazzino riesce però a risalire all’identità vera del profilo, scrive un commento per smascherarlo: «L’account è a 100% finto, sto tipo è malato», scrive.
KILLER MONACOKILLER MONACO

Ma Ali non annulla il suo piano. Poco prima delle sei, secondo una testimone che si trova nel McDonald’s, entra nel fast food e si siede accanto a una ragazzina di 13 anni che sta addentando un hamburger. Il ragazzo non mangia nulla. Sparisce in bagno, poi, esce dal McDonald’s insieme alla bambina. Quando comincia a sparare, lei sfugge miracolosamente alla mattanza. Altri nove no, restano a terra tra il marciapiede del fast food e il centro commerciale Oez, dove Ali allunga la sua scia di sangue.
Quando si rifugia sul tetto del parcheggio e litiga con il tedesco che gli dà del “terrone” da un balcone, offre l’indizio decisivo agli inquirenti: «Sono tedesco, ma per colpa vostra sono stato mobbizzato per sette anni e ora mi sono dovuto comprare una pistola per farvi crepare tutti».
MONACO ATTACCO 1MONACO ATTACCO 1

La Glock calibro 9 con la matrice abrasata, finita in mano a un diciottenne come Ali, resta uno dei misteri della vicenda. In ogni caso, quando viene intercettato dalla polizia, il ragazzo decide di non farsi catturare — pare che gli agenti gli abbiano anche sparato, mancandolo — e si suicida, a un chilometro circa dal luogo della sparatoria. Quando recupera il cadavere di Ali, la polizia si avvicina con cautela al suo zaino, temendo nasconda una bomba. Contiene invece trecento pallottole. Un carico d’odio altrettanto esplosivo. La mattanza, nelle intenzioni di Ali, era appena cominciata.

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http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/attentatore-monaco-ha-agito-vendetta-18enne-ali-sonboly-aveva-129298.htm

Article 2

ROSEe

Nudi per Donald Trump

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Le elezioni americane si avvicinano e scendono in campo i twink sexy
                

 Il  giovane creativo newyorchese Lucian Wintrich ha presentato il suo progetto fotografico. I soggetti sono i  ragazzi della nuova gioventù neo repubblicana. I ragazzi di Donal Trump. Anzi, i twink, termine diventato d’uso comune anche nelle altre lingue, come l’italiano ma non solo, universalizzazione di una categoria emanata dalle interfacce di consumo pornografico. Il trionfo di una gioventù ignara e sfrontata. Candida, ignorante, impavida, priva di qualsiasi senso di colpa, drogata di presente, avvinghiata con tutte le proprie forze alla ripetuta e incessante epifania del nulla che si materializza istante dopo istante nelle loro vite, sui media, sulla loro pelle. Il progetto si chiama #TwinksForTrumpnaturalmente





Fonte: gay.it



IL “NEW YORK POST” PUBBLICA LE FOTO SENZA VELI DI MELANIA TRUMP REALIZZATE PER UNA RIVISTA NEL 1996

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UNA FIRST LADY DA STURBO - IL “NEW YORK POST” PUBBLICA LE FOTO SENZA VELI DI MELANIA TRUMP REALIZZATE PER UNA RIVISTA NEL 1996 - LA TERZA MOGLIE DEL CANDIDATO REPUBBLICANO DONALD TRUMP AVEVA 25 ANNI, FACEVA LA MODELLA ED ERA CONOSCIUTA NEL SETTORE COME MELANIA K


melania trumpMELANIA TRUMP

«Melania come non l’avete mai vista». Ecco la copertina di domenica del New York Post. All’interno, gli scatti realizzati per Max Magazine nel 1996 dell’ex modella (e aspirante first lady). La terza moglie del candidato repubblicano Donald Trump aveva 25 anni ed era conosciuta nel settore come Melania K. Il Ny Post ha intervistato il fotografo francese che ha realizzato gli scatti «hot» mai pubblicato finora. Vent’anni dopo, saluta sorridente nella notte finale della convention repubblicana in Cleveland, Ohio.
melania trump 8MELANIA TRUMP 8

In caso di vittoria del marito, il magnate newyorkese Donald, Melania Knauss in Trump, classe 1970 e origini slovene, sarebbe di certo la prima First Lady ad aver posato nuda sulla copertina di una rivista.

Melania è un’ex modella. Ha iniziato a sfilare da bambina. Sua madre già lavorava nel settore della moda. I primi successi a 18 anni, quando è arrivata a Milano. Poi si è trasferita a Parigi e infine a New York, dove ha conosciuto Donald Trump alla New York Fashion week del 1998.
melania trumpMELANIA TRUMP

Melania, ha lavorato per diversi brand ed è stata sulle copertine delle riviste patinate più importanti, da Vogue a Vanity Fair. Oggi, è accanto al marito nella campagna elettorale per vincere le primarie e aspirare alla presidenza degli Stati Uniti. Lavora ancora nella moda come designer e imprenditrice, infatti disegna e produce gioielli e vende una sua linea di creme di bellezza. L’immagine dell’ex modella nuda pubblicata da una rivista

In suo favore, la signora Trump, che dal 2000 ha una sua linea di gioielli chiamata, ovviamente, «Melania», può rivendicare il fatto di parlare quattro lingue. E tra queste un inglese con un forte accento straniero. Così che nell’ipotesi, che molti a Washington considerano catastrofica, di una presidenza Trump - che sale nei sondaggi promettendo di rimandare anche casa immigrati senza documenti, compresi i profughi siriani, e mette in discussione lo ius solis per i loro figli nati negli Usa - il presidente sarà affiancato da una moglie naturalizzata americana con un forte accento straniero. Tra amici e sostenitori di Trump, ovviamente, si è comunque convinti che lei sarà una First Lady straordinaria - «è intelligente, non è solo un accessorio» - e soprattutto «la first lady più glamour dai tempi di Jackie Kennedy».
melania trump vMELANIA TRUMP Vmelania trump 3MELANIA TRUMP 3donald e melania trumpDONALD E MELANIA TRUMPmelania e erikMELANIA E ERIKdonald e melania trumpDONALD E MELANIA TRUMPmelania trump 5MELANIA TRUMP 5donald trump convention con il figlio barron moglie melania mike pence e la moglie karenDONALD TRUMP CONVENTION CON IL FIGLIO BARRON MOGLIE MELANIA MIKE PENCE E LA MOGLIE KARENmelania e tiffany trumpMELANIA E TIFFANY TRUMPtrump e melaniaTRUMP E MELANIAmelania trump 6MELANIA TRUMP 6melania trumpMELANIA TRUMPmelania trump 4MELANIA TRUMP 4trump e melaniaTRUMP E MELANIAdonald e melania trumpDONALD E MELANIA TRUMPdonald e melania trumpDONALD E MELANIA TRUMPil selfie di melania trumpIL SELFIE DI MELANIA TRUMP
melania trumpMELANIA TRUMP
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/first-lady-sturbo-new-york-post-pubblica-foto-senza-veli-129759.htm

POCHI GIORNI MATTEO SALVINI AVEVA PARAGONATO LA BOLDRINI A UNA BAMBOLA GONFIABILE

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“LAURA BOLDRINI VA ELIMINATA FISICAMENTE” - L’ATTACCO AL PRESIDENTE DELLA CAMERA ARRIVA DA MONICA BARS, CAPOGRUPPO LEGHISTA IN CONSIGLIO COMUNALE A MUSILE DI PIAVE, IN PROVINCIA DI VENEZIA - POCHI GIORNI MATTEO SALVINI AVEVA PARAGONATO LA BOLDRINI A UNA BAMBOLA GONFIABILE -



SALVINI BOLDRINI 4SALVINI BOLDRINI 4

"Laura Boldrini va eliminata fisicamente". L'attacco frontale al presidente della Camera parte dalla base di Facebook della capogruppo leghista in consiglio comunale a Musile di Piave (Venezia) Monica Bars e provoca un subito terremoto politico dall'onda lunga che dal Veneto finisce sui banchi parlamentari.
BOLDRINIBOLDRINI

Mentre l'avvocato difensore di Bars si affretta a spiegare che "l'affermazione intendeva riferirsi alla rimozione dell'onorevole Boldrini dal suo ruolo politico e niente altro", cinque parlamentari del Pd, Zoggia, Mognato, Murer, Martella e Moretto hanno presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Alfano. Per gli esponenti Dem "le espressioni usate risultano essere andate ben al di là della libertà critica di espressione".

A provocare l'invio della frase incriminata, come indicano i quotidiani locali, la posizione della Boldrini sull'emergenza umanitaria in Turchia. Sulla questione è intervenuto anche il vicepresidente della Regione Veneto il leghista Gianluca Forcolin, già sindaco per nove anni a Musile. "Prendo le distanze da affermazioni forti - ha osservato Forcolin - tuttavia l'onorevole Boldrini dovrebbe essere più equilibrata nelle proprie prese di posizione sull'immigrazione".
laura boldrini dimartediLAURA BOLDRINI DIMARTEDI

laura boldrini selfie con gli studenti italiani in argentinaLAURA BOLDRINI SELFIE CON GLI STUDENTI ITALIANI IN ARGENTINA
Le parole della Bars arrivano a pochi giorno da quelle del segretario leghista Matteo Salvini che in un comizio aveva paragonato la presidente della Camera a una bambola gonfiabile.






http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/laura-boldrini-va-eliminata-fisicamente-attacco-presidente-129763.htm

ALLARME IN SVEZIA! I CITTADINI FANNO POCO SESSO E IL GOVERNO DECIDE DI INTERVENIRE

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ALLARME IN SVEZIA! I CITTADINI FANNO POCO SESSO E IL GOVERNO DECIDE DI INTERVENIRE COMMISSIONANDO UNO STUDIO SCIENTIFICO SU LARGA SCALA PER COMPRENDERE LA PORTATA DEL FENOMENO E INDIVIDUARE LE CONTROMISURE - UNA SITUAZIONE SIMILE È GIÀ STATA AFFRONTATA DALLA DANIMARCA CON UNO SPOT PUBBLICITARIO PER INVIARE I CITTADINI A FARE L’AMORE PIÙ SPESSO -


video orgasmo in tempo realeVIDEO ORGASMO IN TEMPO REALE

Allarme in Svezia per il generalizzato calo del desiderio che sta colpendo la popolazione.
Una vera e propria avversione al sesso che ha costretto il governo a correre ai ripari.
Il ministero della Salute di Stoccolma ha infatti deciso di commissionare uno studio scientifico su larga scala per comprendere la portata del fenomeno ed eventualmente individuare contromisure.

"È importante verificare se esiste un problema e comprenderne le ragioni", scrive il giornale Dagens Nyheter. Aggiungendo: "Se lo stress o altri disagi legati alla salute stanno influenzando la vita sessuale degli svedesi è un problema politico, oltre che sociale".

orgasmoORGASMO
Per questo, l’esecutivo ha dato il via a una ricerca approfondita, che si concluderà nel giro di un triennio. Quindi verranno prese le decisioni del caso. Una situazione più o meno simile è già stata affrontata recentemente dalla Danimarca. Che aveva preso provvedimenti più immediati: uno spot pubblicitario per inviare i cittadini a fare l’amore più spesso, alla luce dei dati che indicavano una netta diminuzione delle nascite.
L’esperimento era andato a buon fine: un anno dopo la messa in onda nel Paese scandinavo si era infatti registrato un vero e proprio boom di nuovi bebè.



http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/allarme-svezia-cittadini-fanno-poco-sesso-governo-decide-129764.htm

LUCA BUM BUM! ‘’FELTRINELLI L'HA UCCISO IL MOSSAD: PERCHÉ NON PUOI VENDERE LE ARMI ALL'OLP DALLO YACHT. TI AVVERTONO TRE VOLTE E ALLA QUARTA TI FANNO UN BUCO IN TESTA’’

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1. LUCA BUM BUM! ‘’FELTRINELLI L'HA UCCISO IL MOSSAD: PERCHÉ NON PUOI VENDERE LE ARMI ALL'OLP DALLO YACHT. TI AVVERTONO TRE VOLTE E ALLA QUARTA TI FANNO UN BUCO IN TESTA’’
2. IL DIRETTORE DELLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA ALBERTO BARBERA BOCCIA UN FILM DI LUCA: "PORTATORE SANO DI FORFORA, QUANDO TE TI FACEVI LE SEGHE A TORINO, IO CHIAVAVO NAOMI CAMPBELL, PIPPAVO CON LOU REED A KANSAS CITY, ARAVO CON IL CAZZO IL MONDO E GUADAGNAVO MILIARDI, HAI CAPITO? NON VOGLIO ESSERE AMICO TUO, TESTA DI CAZZO"
3. ‘’L'AVVOCATO AGNELLI MANCA AGLI ATTACHÉ CULTURALI, AI SERVI, AI LACCHÈ CON GLI STIPENDI D'ORO, A QUELLI CHE HANNO DEVASTATO RCS CON LE ACQUISIZIONI SPERICOLATE”
4. “I MORALISTI VANNO A TROIE E A TRANS, PIPPANO DALLA MATTINA  E POI ALZANO IL DITINO’’
5. “SABRINA FERILLI È INTELLIGENTISSIMA, MA CREDO NON ABBIA MAI DETTO QUELLO CHE PENSA VERAMENTE IN UN'INTERVISTA. MELATO PRENDEVA 3MILA EURO AL GIORNO PER 200 REPLICHE’’

Estratti dall’intervista di Malcom Pagani per il “Fatto quotidiano”

LUCA BARBARESCHILUCA BARBARESCHI
LETTERA AI 5 FIGLI
"Nella vita mi sono preso sempre il lusso di dire la verità a iniziare da loro. Non gli ho nascosto niente, gli errori e le cose belle. Ho sbagliato spesso, mi sono drogato, sono stato egoista, ma voi - aiutatemi a capire - nei miei panni, al mio posto, cosa avreste fatto?"

‘’I FIGLI DEI RICCHI SONO IRRIMEDIABILMENTE CRETINI’’
‘’Nella mia logica errante, ai miei figli non lascio denaro, ma le opportunità di farsi strada nel mondo. I figli dei ricchi sono irrimediabilmente cretini. Non hanno motivazioni e sono spesso divorati dai padri. Murdoch, Feltrinelli, Agnelli. I figli chiedevano aiuto e carezze e loro, magari senza rendersene conto, si giravano dall' altra parte. Edoardo diceva all' Avvocato che si era innamorato e Gianni rispondeva: "Solo le cameriere si innamorano".

A METÀ DEGLI ANNI ‘70 A NEW YORK.
LUCA BARBARESCHILUCA BARBARESCHI
‘’Ero andato per studiare all' Actors Studio. Conobbi Isabella Rossellini e non so di quante cose mi innamorai contemporaneamente. Era splendida ed era la figlia di Ingrid Bergman. Camminammo lungo Central Park West, mi batteva forte il cuore e mi dichiarai: "Sei bellissima, posso darti un bacio?".
Lei fece un passo indietro: "Non potrei mai stare con un attore, chissà quali ambizioni covi, mi sentirei a disagio". (E poi si fidanzò con Scorsese.) Le telefonai: "È forse bello il tuo Martin?". Oggi si è un po' ripulito, ma all' epoca, con quell' unico sopracciglione e i problemi di droga, Scorsese era brutto faceva paura”
ISABELLA ROSSELLINI GREEN PORNOISABELLA ROSSELLINI GREEN PORNO

AGNELLI E BERLUSCONI
‘’In quegli anni a New York c'era anche Berlusconi. Era venuto a studiare la tv via cavo e aveva già capito tutto, ma gli italiani di New York, a iniziare da Agnelli e dal suo giro, con i quali ogni tanto cenavamo, arricciavano il naso e lo irridevano.

Berlusconi e Agnelli (da Il Riformista)BERLUSCONI E AGNELLI (DA IL RIFORMISTA)
Mentre camminava con il suo impermeabile, Berlusconi sembrava consapevole delle differenze tra il suo dinamismo e il mondo immobile dell' Avvocato: "Se facciamo un giro dell' isolato, lo ritrovo ancora al punto di partenza, indeciso se mettere l'orologio sopra o sotto il polsino".

Quando sento dire: "Quanto ci manca l'Avvocato", mi viene da ridere. Perché mi chiedo a chi manchi veramente. Forse agli attaché culturali, ai servi, ai lacchè con gli stipendi d'oro, a quelli che hanno devastato Rcs con le acquisizioni spericolate. È un mondo, quello di Agnelli, che in eredità al Paese non ha lasciato niente”.
LOU REED 11LOU REED 11feltrinelli e fidel castroFELTRINELLI E FIDEL CASTRO

‘68 A MISURA DUOMO
A Milano girava di tutto. Lsd, mescalina, cocaina, fumo. E noi tutti, come idioti, a drogarci pensando di essere eversivi. L'eroina te la regalavano. Dei miei compagni di liceo in sei morirono di overdose. La borghesia milanese abdicò al proprio ruolo. I padri assenti e i danni del post '68 fecero il resto. Non c'era più nessun filtro tra genitori e figli, le grandi famiglie ricchissime e borghesi di Milano aprivano le loro magioni al mare o in montagna e noi ci fiondavamo nei lettoni delle madri e delle figlie, in barca o in baita, per farci le canne insieme, fruire di qualche vacanza a costo zero, trombare le ragazze più fighe del Movimento che ovviamente per sentirsi evolute militavano a sinistra, osservare da vicino il rincoglionimento progressivo di un potere che un tempo aveva retto le sorti finanziarie dell' Italia. Uno spettacolo incredibile. Le madri ci ricevevano a seno nudo e ogni tanto spuntava un 50enne per tenere lezioni sul Partito Popolare Cinese in mezzo ai cristalli di Boemia.
dino risiDINO RISI

FELTRINELLI UCCISO DAL MOSSAD
Famiglie ricche, ricchissime, a iniziare dalla famiglia Feltrinelli. Su Giangiacomo e sul Pilone di Segrate prima o poi qualcuno dovrà dire la verità. Che il Mossad l'ha ucciso perché non puoi vendere le armi all'Olp dallo yacht. Ti avvertono tre volte e alla quarta ti fanno un buco in testa. Detto questo, Giangiacomo era un genio.

DINO RISI
‘’Il più simpatico, il più risolto, il meno complessato. Lo andavo a trovare spesso all' Aldrovandi, dove viveva. Una volta rischiai l' avvelenamento con un succo di frutta scaduto. Lo sputai sul tappeto e Dino, serafico, disse solo: "Sopravviverai".
helmut berger luchino viscontiHELMUT BERGER LUCHINO VISCONTI
"Sopravviverai perché ti ho scelto come protagonista del mio film. E sai perché ti ho scelto? Perché hai gli occhi da annunciatrice, il naso da caratteristica e la bocca da figurante". Poi si interrompeva: "Adesso basta discutere di cinema, parliamo un po' di figa".

VISCONTI IL PIU’ CATTIVO
‘’Nel cinema italiano il conformismo ha sempre dominato. Fino al 25 luglio del '43, tutti in camicia nera. Dopo, tutti ad abiurare a iniziare da Visconti. Il più cattivo. Un esteta i cui film, rivisti oggi, ti danno un decimo dell'emozione di quelli girati da Kazan’’.

VELTRONI UN POLITICO SENZA TALENTO CINEMATOGRAFICO
VELTRONIVELTRONI
‘’Ogni tanto sento parlar male di Veltroni, con quell' aria di chi ha saputo abbandonare la nave a tempo debito: "Ma sai, io veltroniano non sono mai stato", ti dicono senza vergogna. Ma come non siete mai stati veltroniani? Siete tutti figli suoi. Vi ha miracolato. Ogni tanto la cambialetta viene ancora pagata. Io a Walter voglio bene, ma che come regista non abbia alcun talento è pacifico.

Invece ho visto le immagini della proiezione del suo film sui bambini all'Auditorium.
C'erano tutti. E si sdraiavano apologetici. Persino Scola, un uomo libero, costretto a dire: "È un capolavoro" con lo sguardo terreo, disgustato.
Come la chiami una cosa del genere? Regime mentale? Ieri c' era il Pd, oggi i 5Stelle. Il mondo dello spettacolo, vedrà, saprà emigrare in fretta’’.

walter chiariWALTER CHIARI
UN CRAXIANO CONTRO I MORALISTI
‘’Sono un vecchio socialista. Un craxiano. Uno che sognava di pagare le tasse e vedersi restituire qualcosa. Dare del fascista a chi esce dal coro è un vecchio trucco che con me non ha mai attaccato. I moralisti sono i peggiori. Vanno a troie e a trans, pippano dalla mattina alla sera e poi alzano il ditino. Con me, che come faro morale ho Walter Chiari.
Non era un' educanda Walter, ma non pretendeva di dare lezioncine di etica a nessuno’’.

LE PAGHE DELLE STELLE DI SINISTRA: MELATO, 3MILA EURO AL GIORNO PER 200 REPLICHE
mariangela melatoMARIANGELA MELATO
Ai tempi in cui ero in Parlamento, mi attaccavano tutti i giorni. Anche nelle occasioni in cui - penso ai 60 milioni per il Fus che ottenni lottando con Tremonti e Berlusconi - per lo spettacolo italiano feci cose buone. Un giorno mi rompo il cazzo, esco da Montecitorio e lì, davanti ai giornalisti, inizio a leggere le paghe delle stelle di sinistra sempre pronte a piangere miseria. Urla, fischi, boati. "Non fate i fascisti di sinistra, non devo parlare - dissi - solo scorrere la lista". Negli occhi dei presenti c' era il panico: "Mariangela Melato, 3.000 euro al giorno per 200 repliche, la cifra equivale all' intero budget del Teatro Stabile di Genova". Gelo. Mi girai verso un esponente del Teatro Valle: "A te l' anno prossimo danno la bresaola".

BARBARESCHI VS BARBERA
Alberto BarberaALBERTO BARBERA
“”Something good’’ avrebbe dovuto essere a Venezia, ma venne rifiutato. La lettera protocollata di Barbera su carta intestata della Biennale la conservo ancora. Legga: "Il tuo film è rimasto in una short list di film preferiti… Poi, scelte drastiche si sono imposte, e non facili. Sia il numero limitato di posti a disposizione, sia per la stima - e, in qualche caso - l' amicizia nei confronti degli autori". L'amicizia. Capisce? Alzai il telefono e chiamai Barbera: "Portatore sano di forfora - urlai -, quando te ti facevi le seghe a Torino, io chiavavo Naomi Campbell, pippavo con Lou Reed a Kansas City, aravo con il cazzo il mondo e guadagnavo miliardi, hai capito? Non voglio essere amico tuo, testa di cazzo".

CONTRO LA FERILLONA
sabrina ferilliSABRINA FERILLI
"Ho parlato troppo, però ho parlato con sincerità. La meravigliosa Ferilli mi disse: "Barbare', ma a te te pagano pe' di' quello che dici?". Sabrina è intelligentissima, ma credo non abbia mai detto quello che pensa veramente in un' intervista. E ha ragione.
Fa bene. Dire la verità, in un Paese che ha perso l'epica, non paga. L'eroismo è roba per i morti e per qualche militare coraggioso’’

luca barbareschi e gianni lettaLUCA BARBARESCHI E GIANNI LETTAcarol alt con carlo vanzina luca barbareschi marina ripa di meanaCAROL ALT CON CARLO VANZINA LUCA BARBARESCHI MARINA RIPA DI MEANALUCA BARBARESCHI IN CANNIBAL HOLOCAUSTLUCA BARBARESCHI IN CANNIBAL HOLOCAUSTluca barbareschiLUCA BARBARESCHILUCA BARBARESCHILUCA BARBARESCHI






http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/luca-barbareschi-feltrinelli-ha-ucciso-mossad-perch-non-puoi-129750.htm


Article 20

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1. VI SIETE MAI CHIESTI SE IL VOSTRO PARTNER VI E' FEDELE? ECCO, LASCIATE PERDERE
2. UNA RAGAZZA AMERICANA SE L'E' CHIESTO E HA CONTATTATO IL CANALE YOUTUBE "TO CATCH A CHEATER" PER METTERE ALLA PROVA IL FIDANZATO: IL POVERO POLLO VIENE RIPRESO DA UNA TELECAMERA NASCOSTA MENTRE VIENE AGGANCIATO DA UNA CULONA STRATOSFERICA
2. MORALE DELLA FAVA: I DUE INIZIANO A FLIRTARE, LEI GLI PERMETTE DI FARSI PALPARE E LUI NON SE LO FA DIRE DUE VOLTE. POI LUI DICE DI ESSERE SINGLE, SI SCAMBIANO I NUMERI E SI ORGANIZZANO PER INCONTRARSI PIÙ TARDI



stephanieSTEPHANIE
Una donna americana di nome Stephanie ha contattato il canale YouTube ‘To Catch A Cheater’, o come beccare qualcuno che tradisce, per scoprire se il fidanzato le sarebbe rimasto fedele in una situazione di tentazione.

Il povero sventurato Michael viene così ripreso in un supermercato da una telecamera nascosta mentre una formosa ragazza con un culo stratosferico gli si avvicina. I due iniziano a flirtare, lei gli permette di farsi palpare e lui non se lo fa dire due volte. Poi le dice che è single, si scambiano i numeri e si organizzano per incontrarsi più tardi.
stephanie 3STEPHANIE 3

stephanie 2STEPHANIE 2
Potete immaginare la reazione della ragazza rimasta senza parole, mentre guarda il fidanzato affondare la mani nella natiche della sconosciuta. Ma che dire... se l’è cercata, no?



http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/cascato-trappola-ragazza-contatta-canale-youtube-scoprire-se-129654.htm

CINQUANT’ANNI FA MORIVA BELA LUGOSI

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CINQUANT’ANNI FA MORIVA BELA LUGOSI, L’ATTORE CHE EBBE LA MALEDIZIONE DI INTERPRETARE DRACULA (E ESSERLO PER SEMPRE) - ASCESA E CADUTA DI UN TALENTO CHE LASCIÒ LA ROMANIA A 12 ANNI SOGNANDO IL CINEMA, IL SUCCESSO NEGLI USA, POI L’ERRORE DI AVER RIFIUTATO IL RUOLO DI FRANKENSTEIN, IL GORGO DELLA MORFINA, I DELIRANTI FILM DI ED WOOD


bela lugosiBELA LUGOSI

È l' agosto del 1956, e in mezzo alla sala c'è una bara, nella bara c'è un uomo in abito scuro, un mantello fuori nero e dentro rosso, sul petto un arcano medaglione. Ha gli occhi chiusi, non respira, eppure tutti al funerale si aspettano che da un momento all' altro si alzi e cerchi un collo fresco da succhiare. Perché siamo a Hollywood, e quell' uomo è il conte Dracula.

Anche se sui documenti c'è scritto che si chiama Bela Lugosi, nato a Lugos, mica lontano dai boschi misteriosi della Transilvania. Quando l' Ottocento stava per finire cominciava la sua strada, che il padre aveva già disegnato per lui liscia e piattissima: funzionario, contabile, un lavoro d' ufficio come da tradizione familiare.
bela lugosi 9BELA LUGOSI 9

Ma se c'è un vento che può spazzare via un progetto tanto rigido e assennato è la passione quando soffia forte, insieme a un sogno che illumina orizzonti lontani e irresistibili: Bela dice ai suoi che vuole fare l' attore, e quando loro gli rispondono che è una follia e se lo deve scordare, lui non ribatte nemmeno. Aspetta la notte, apre la finestra e sparisce nel buio come un pipistrello. Ha dodici anni, e non lo rivedranno mai più.
Lavori umili, espedienti, qualsiasi cosa pur di arrivare a fine giornata. Prima sale sui palchi di paese, poi quelli più seri, fino al teatro nazionale di Budapest.

Spettacoli importanti, Shakespeare, applausi, il mondo che comincia a girare nella direzione giusta. E poi, a forza di girare, il mondo inciampa nella guerra. Gli attori sono dispensati, ma Bela si arruola lo stesso nell' esercito austro-ungarico, viene ferito e torna a casa con una medaglia al valore. Ma le battaglie non finiscono mai, Bela combatte per il sindacato degli attori e dopo la rivoluzione del 1919 non gli sarà più permesso di lavorare in patria. Emigra a Berlino, partecipa a qualche film muto e si trova bene, potrebbe accontentarsi, solo che la sua strada là davanti continua a chiamarlo. Stavolta è luccicante e smisurata come l' oceano, visto dalla nave dove sale come tecnico motorista per raggiungere New Orleans e poi New York.
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È il 1920 e quello che trova è un mondo nuovissimo, ma allo stesso tempo gli sembra di essere tornato dolorosamente indietro: lavori faticosi, giorni a spalare e scaricare, non conosce nessuno e nessuno lo conosce. Ma il talento è come l'oro nei fiumi del grande West, quando c'è brilla così forte che lo vedono tutti, e in poco tempo Bela arriva a Broadway, a recitare in una lingua che quasi non parla, imparando le battute sillaba per sillaba come suoni di un canto misterioso.

Il suo accento e il suo aspetto sono esotici e affascinanti, e gli procurano il ruolo di protagonista nell' adattamento teatrale del Dracula di Bram Stoker, con un successo così clamoroso che Bela non saprebbe immaginarne uno più grande. Ma non serve l' immaginazione, basta aspettare la versione cinematografica, diretta da Tod Browning, ed ecco che Bela diventa una stella.
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Sognava ruoli romantici, da bello e tenebroso, qua invece le tenebre sono più cupe e al posto di baci appassionati distribuisce morsi sul collo. Ma alla figura sinistra del vampiro riesce a unire fascino e sensualità, trasformando il Conte transilvano in un Rodolfo Valentino dall' oltretomba. Senza bisogno di effetti speciali, senza nemmeno i lunghi canini affilati che nel corredo vampiresco arriveranno solo negli anni Cinquanta, col turco Drakula Istanbul' da e soprattutto col Dracula di Christopher Lee.

Ma Bela è un' altra storia, Bela è più umano e quindi più inquietante, e il pubblico impazzisce. Le donne vogliono lui, e gli uomini vogliono essere come lui. Che si trasferisce in una grande villa a Hollywood, e la sera può sedersi in veranda e finalmente rendersi conto di quanta strada ha fatto quel ragazzino di dodici anni, da Lugos fino allo smisurato tramonto californiano. Ma la vita è un fiume che non si ferma mai, e mentre Bela sorride abbagliato da quella luce dorata, non si accorge di un gorgo che si avvicina, silenzioso e letale.
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La Universal lavora a una nuova trasposizione orrorifica apposta per lui, stavolta dal Frankenstein di Mary Shelley. Bela legge il copione, lo rilegge per sicurezza, e poi fa l'errore che rimpiangerà per il resto dei suoi giorni, un errore gigantesco e insieme formato da due sole lettere: N e O . Bela rinuncia a questo film assurdo, dove chili di trucco avrebbero nascosto i suoi tratti fascinosi e le uniche battute a disposizione sono urla e grugniti.

E così il ruolo rotola, seguendo le traiettorie spietatamente precise del caso, fino a un tizio che il regista James Whale nota mentre pranza alla mensa degli studios. Per vivere fa consegne col furgone, ma di lì a poco il suo nome illuminerà il firmamento di Hollywood. Perché si chiama Boris Karloff, e il suo Frankenstein avrà un successo mondiale senza precedenti.

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Una gloria pensata per Bela Lugosi, che accettando quel ruolo avrebbe dimostrato la sua versatilità diventando l' erede di Lon Chaney, «l'uomo dai mille volti». Invece col suo rifiuto si è rinchiuso da solo nella gabbia del vampiro che lo ossessionerà per sempre, insieme all' errore di quel giorno in cui, con un semplice no, ha creato il proprio mostro di Frankenstein, che come nel film si ribella al suo creatore rovinandogli l' esistenza.
E Karloff lo fa nel modo più devastante: senza cattiveria, senza nemmeno accorgersene. È buono per natura, è piacevole e misurato. Il suo lusso è un tè alle cinque, mentre Lugosi organizza feste senza fine e regala soldi pure alle squadre di calcio ungheresi.

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Ma soprattutto, Karloff viene dalla madre Inghilterra e parla l' inglese dei re, mentre l'accento che Lugosi non riesce a perdere lo relega a parti laterali come il vampiro, lo scienziato pazzo, il perfido sceicco. Succede anche nello splendido Il figlio di Frankenstein, dove Karloff è di nuovo il mostro, Basil Rathbone è il sofisticato figlio dello scienziato e a Lugosi invece tocca il ruolo di Ygor, aiutante gobbo e col collo rotto dopo un tentativo di impiccagione andato male. Accetta la parte solo perché ha appena dovuto cedere la sua villa ai creditori ma con un miracolo di talento riesce a capovolgere la situazione e Ygor diventa un comprimario se non il protagonista del film, spaventoso e insieme commovente, grottesco e tanto umano.

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Ma non servirà a raddrizzare la sua carriera. L'Inghilterra mette al bando gli horror e se ne produrranno molti meno, i più importanti vanno a Karloff e a Bela toccano gli avanzi, titoli improbabili, ritmi forsennati. Che risvegliano le ferite della guerra, un dolore alla sciatica peggiorato dalle ore di trucco e di posa sul set. Il dottore gli prescrive oppiacei, morfina e poi il metadone, Bela ne prende molti, troppi, per combattere i dolori fisici e quelli più profondi che lo mangiano dentro. Gli studios lo sanno e non avranno pietà, offrendogli lavori degradanti e contratti al ribasso.

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E la guerra mondiale non aiuta. Lugosi in tenuta da vampiro appare in una campagna per incoraggiare gli americani a donare il sangue, ma gli orrori dei combattimenti e poi l'angoscia della guerra fredda creano paure nuove e più concrete. I cinema si riempiono di mostri atomici e minacce nucleari, mentre i vampiri, i licantropi e i vecchi manieri isolati fanno solo sorridere.

Infatti il suo ultimo titolo con una major sarà proprio un film comico, Il cervello di Frankenstein, dove Bela è ancora il conte Dracula, ma invece di candide fanciulle si ritrova accanto Gianni e Pinotto. E molto peggio andrà con Bela Lugosi meets a Brooklyn Gorilla, dove l' attore che un tempo sdegnò il ruolo di Frankenstein si ritrova a dividere la scena con due tristi sosia di Dean Martin e Jerry Lewis, nella parte del dottor Zabor sull' isola di Kola Kola.

Un film indipendente, lontano dalle grandi produzioni che ormai non lo cercano più. Così come gli amici di un tempo, pronti a fare baldoria e ancor più rapidi a sparire quando finiscono i brindisi e le danze. Adesso Bela vive in un piccolo appartamento in periferia, e gli unici a fargli compagnia in questi anni vuoti e tristi saranno dei ragazzini: un gruppetto di giovanissimi appassionati, che non si perdono uno dei suoi film trasmessi in tv a tarda notte.
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Scoprono dove vive, si fanno coraggio e gli telefonano, ma restano senza fiato quando Bela, col suo accento inconfondibile, gli risponde: «Grazie ragazzi, venite a trovarmi quando volete». E così faranno, ogni pomeriggio per tredici anni. Un pubblico ristretto, ma che basta a riempire il suo salotto, e applaude entusiasta mentre Bela ripete le sue scene più celebri.

E quando la sua carriera sembra ormai aver toccato il fondo, su quel fondo spunta una botola che lo porta ancora più in basso, fino ai deliranti film di Ed Wood. Pellicole sconclusionate e stordenti, come sogni acidi dopo una cena a base di peperonata, così assurde da ipnotizzarti, in un misto tra la sindrome di Stendhal e il mal di mare.

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Ma almeno servono a tenere occupato Bela. Sempre meglio delle lunghe notti buie, quando i vampiri sentono la musica dei lupi e risorgono, e invece lui sente solo la voce dolorosa dei ricordi, dello splendore perso, la traiettoria amara di una vita che ha solcato oceani e continenti per finire strizzata in un appartamento vuoto. È un dolore proprio fisico, anche peggiore di quello alla schiena. Allora Bela chiede alla morfina di portarlo altrove, dovunque ma non lì. E così si ritrova ricoverato in clinica.

«Dracula è un drogato!», titolano i giornali, che di colpo tornano a parlare di lui ma solo per riempire le pagine scandalistiche. E tre mesi dopo, quando viene dimesso, non lo cercherà più nessuno. Nessuno tranne il suo amico Ed Wood, che subito lo coinvolge in qualche nuova ripresa fuori dalla porta di casa, senza un' idea precisa, forse solo per distrarlo un po'.

Sono scene che finiranno nel famigerato Plan 9 from Outer Space , passato alla storia come «il film più brutto di sempre». Nelle ultime inquadrature però il vampiro non è più Lugosi, ma il chiropratico della moglie del regista, che non gli somiglia per niente. Wood lo sceglie perché è davvero pazzo, o forse perché sa che è inutile cercare un sosia: nessuno può sostituire davvero Bela Lugosi. Che intanto se n'è andato. Sulla sua poltrona, la notte del 16 agosto 1956, una sceneggiatura stretta in mano.
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Lo vestono col mantello e l'abito che l' hanno reso celebre. Anzi, molto più che celebre, l'hanno reso immortale. E infatti, a quel funerale di sessant' anni fa, tutti si aspettano di vederlo uscire dalla bara come ha fatto mille volte sullo schermo.

Secondo la leggenda, Boris Karloff lo guarda e dice: «Su, Bela, smettila di prenderci in giro»; e Peter Lorre aggiunge: «Forse per stare tranquilli dovremmo piantargli un paletto nel cuore». Ma appunto sono leggende, la realtà è meno lugubre e assai più triste: nessuna celebrità è presente alla cerimonia. Ci sono però Ed Wood e la sua truppa di caratteristi strampalati, insieme ai piccoli amici di Bela. Un drappello forse meno prestigioso, ma carico di quell' affetto vero che chiude gli occhi e ti si tuffa addosso, fregandosene dello stile e dell' eleganza.

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E Bela non può immaginarlo, ma come loro molti ragazzini in tutto il mondo stanno crescendo altrettanto strambi, altrettanto appassionati dei suoi film, e diventando grandi faranno tornare grande anche il suo nome. Ray Bradbury e Stephen King, Steven Spielberg, John Landis e tanti altri, tutti incantati dal suo sguardo ammaliatore che oggi ci fissa da mille poster, magliette, riviste ed edizioni speciali delle sue pellicole, in ogni angolo di questo pazzo pazzo mondo.

bela lugosiBELA LUGOSI
Peccato che Lugosi non possa godersi lo spettacolo. O forse sì. Forse, dalla finestra di qualche sinistro castello fra la Transilvania e Hollywood, Bela ammira quello che succede, rivedendo in un volo leggero di pipistrello la lunga strada avventurosa disegnata dalla sua passione. E certamente sorride come tanti anni fa, quando un giornalista alla fine di Dracula gli chiese se il vampiro era morto e il pubblico poteva dormire tranquillo. «No, no», risponde Bela, col suo accento irresistibile come il richiamo della notte, «Dracula non muore mai».
bela lugosi dipendente da alcol e morfinaBELA LUGOSI DIPENDENTE DA ALCOL E MORFINA


http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/cinquant-anni-fa-moriva-bela-lugosi-attore-che-ebbe-maledizione-129761.htm

COME TI SPENNO IL TURISTA (E LO METTO IN FUGA)

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COME TI SPENNO IL TURISTA (E LO METTO IN FUGA) - SU TRIPADVISOR LE LAMENTELE DEI CLIENTI CAPITATI AL “CAFFÉ ACCADEMIA” A ROMA: NOVE EURO UN BICCHIERE DI BIRRA, SEI PER UNA BOTTIGLIA D’ACQUA E CINQUE PER UN CAPPUCCINO -



LO SCONTRINO DEL CAFFE' ACCADEMIALO SCONTRINO DEL CAFFE' ACCADEMIA
Nove euro un bicchiere di birra, otto un calice di vino bianco. Una bottiglietta di acqua minerale da 75 cl? Sei euro. Un cappuccino? Cinque euro Sono i prezzi che hanno fatto arrabbiare – tanto da scriverlo su Tripadvisor – i clienti del Caffè Accademia di via del Tritone a Roma, luogo storico e frequentatissimo dai turisti ma che risulta inevitabilmente indigesto a molti al momento del conquibus. Sono numerose le lamentele circa il tariffario esoso del bar-ristorante-rosticceria.

"Trappola per turisti" scrive un utente. Non è l'unico. "Probabilmente è un prezzo normale per la città di Roma o per altre città turistiche – scrive un utente raccontando la sua esperienza – 10 euro per una birra bionda da 0,4 centilitri alla spina e 5 euro per una bottiglietta di acqua da 0,375. Per il resto il locale è carino ed il personale era educato".


http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/come-ti-spenno-turista-metto-fuga-tripadvisor-lamentele-129760.htm

KHLOE KARDASHIAN PROMUOVE L'OLIO VAGINALE CHE TOGLIE LE IRRITAZIONI MA LA VITAMINA "E" LA' SOTTO PUO' PROVOCARE ALLERGIE

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GIU' LE MANI DALLA VAGINA! KHLOE KARDASHIAN PROMUOVE L'OLIO VAGINALE CHE TOGLIE LE IRRITAZIONI MA LA VITAMINA "E" LA' SOTTO PUO' PROVOCARE ALLERGIE - E' SOLO L'ULTIMO DELIRIO DELLE CELEBRITA' DOPO LA VULVA AL VAPORE DELLA PALTROW, I MASSAGGI "YONI" E I SACCHETTI DI ERBE DA INFILARE NELLE PARTI INTIME


sacchetti di erbe per la vaginaSACCHETTI DI ERBE PER LA VAGINA
Samantha Allen per Daily Beast

Celebrità e blogger vi dicono di fare cose che non dovreste alla vostra vagina. Sottoporla al vapore, come suggerisce Gwyneth Paltrow, o definire i contorni con la corrente elettrica, è una pessima idea. Non perdete tempo con massaggi tantrici “yoni” e con i sacchetti alle erbe da introdurre nelle parti basse, perché può finire molto male.

massaggio tantrico vaginaleMASSAGGIO TANTRICO VAGINALE
E ora ci si mette pure Khloè Kardashian a fare danni, pubblicizzando la vitamina E da mettere nelle parti intime. La star del reality ha infatti consigliato alle seguaci della sua app di bellezza, di usare l’olio vaginale per combattere disidratazione e irritazione.
la paltrow al vaporeLA PALTROW AL VAPOREnon usare saponi antibattericiNON USARE SAPONI ANTIBATTERICIse la vagina sta bene non usate intrugliSE LA VAGINA STA BENE NON USATE INTRUGLI

khloe kardashianKHLOE KARDASHIAN
Assolutamente da non fare. Se avete problemi di idratazione parlate con un medico o usate del lubrificante. Se la vostra vagina sta bene, lasciatela stare. Non c’è prova che la vitamina E sia salutare e il suo olio rafforzi le pareti vaginali. E’ certo però che può rompere i condom in lattice, aumentando il rischio di gravidanze indesiderate, e portare ad allergie.


http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/giu-mani-vagina-khloe-kardashian-promuove-olio-vaginale-che-129644.htm

“THE DONALD” FANTOCCIO DI PUTIN?

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“THE DONALD” FANTOCCIO DI PUTIN? - BERNARD HENRY LEVY: “I LEGAMI DI TRUMP CON LA RUSSIA SONO STRETTI E RISALGONO AGLI ANNI 2000, QUANDO IL TYCOON, FINITO NELLA BLACKLIST DELLE BANCHE USA, SI RIVOLSE A INVESTITORI RUSSI PER FINANZIARE I SUOI PROGETTI A TORONTO, SOHO O PANAMA”


Articolo di Bernard Henry Levy pubblicato dal “Corriere della Sera” - (traduzione di Enrico Del Sero)

Bernard Henry LevyBERNARD HENRY LEVY
Il problema, se Donald Trump venisse eletto, sarebbe certamente la sua immensa volgarità (l'America ne ha viste tante, ma non ancora un presidente che allude alle dimensioni del suo pene nel corso di un dibattito televisivo). Sarebbe il suo odio patologico nei confronti delle donne (non raccomandò forse, a suo tempo, in una conversazione con l'architetto Philip Johnson riportata dal New York Magazine , di «trattarle come la merda»? E non ha appena detto di considerarle, quando hanno il volto di una giornalista che lo urta, come creature ripugnanti che «perdono sangue da tutte le parti»?).

HILLARY TRUMP PUTINHILLARY TRUMP PUTIN
Sarebbe il razzismo sfrenato, senza pudore, che ispira a quest'uomo - il quale, secondo la prima moglie, citata da Vanity Fair, era solito tenere una raccolta di discorsi di Hitler sul comodino - le sue uscite contro i Neri (inevitabilmente «pigri»), gli ispanici (generalmente «stupratori») o i musulmani (necessariamente «informati», dunque colpevoli, delle stragi di Orlando e di San Bernardino).

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Sarebbe l'antisemitismo, appena più misurato, che affiora da quella battuta conviviale (The Washington Post , 20 luglio 2015) sul fatto che gli unici a poter gestire il suo denaro sono gli «uomini con la kippah»; da quel tweet insistente (24 aprile 2013) sulle origini ebraiche del giornalista Jon Stewart; o da quell'invettiva lanciata, nel dicembre 2015, alla Republican Jewish Coalition : «Non mi sosterrete perché non voglio i vostri soldi!».
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E non parlo neppure della crassa ignoranza politica di chi dimostra di non conoscere, in un dibattito interno al suo partito, il numero di articoli della Costituzione americana o il significato, a pochi giorni dal voto, della parola Brexit...Perché il peggio del peggio, il problema più grave e l'handicap più preoccupante per un uomo che aspira a diventare il capo della prima potenza mondiale, è ancora il repertorio di idee semplici, se non semplicistiche, su cui sembra basarsi la sua visione geopolitica.

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Così l'idea, lanciata a inizio marzo e probabilmente ispirata alla gestione dei suoi fallimenti privati, di una rinegoziazione del debito pubblico del Paese: idea non solo idiota (il governo americano, avendo il monopolio dell' emissione della valuta mondiale, non ha nulla da rinegoziare!), ma che si sarebbe rivelata, se il suo artefice fosse stato al potere, assolutamente devastante.

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Così la sua proposta, formulata in occasione del discorso d'investitura alla Convention di Cleveland, di rivedere, nel caso in cui fosse eletto, le regole di ingaggio della Nato che prevedono l'intervento automatico a sostegno di uno Stato membro della coalizione sotto attacco: nel mondo secondo Trump, la Russia potrebbe mettere in atto la minaccia, più volte ventilata, di riesaminare la legalità del processo che ha portato all' indipendenza dei Paesi Baltici; potrebbe ritoccare i confini con un vicino o lanciarsi al soccorso di una minoranza russofona «presa in ostaggio» da un altro; potrebbe invadere la Polonia e, naturalmente, l'Ucraina; potrebbe attaccar lite con il Giappone o qualunque altro alleato francese nella regione Asia-Pacifico; la risposta americana non sarebbe più né automatica né sicura.
TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURATRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA

putin e liudmilaPUTIN E LIUDMILA
E poi, naturalmente, Putin, di cui il Nostro non perde occasione di lodare le qualità: è stato forse conveniente, da parte di un futuro candidato alla Casa Bianca, aver detto a Larry King che il numero uno della potenza avversaria è un «grande leader» che ha fatto un «gran lavoro» per «ricostruire» la Russia?

Era opportuno, nel settembre 2013, parlare di «capolavoro» a proposito dell'intervento di Putin sulla stampa americana con un articolo che ha demolito la politica statunitense in Siria? Ed era proprio necessario, nel settembre 2015, dopo due anni di quasi guerra fredda, dichiarare a Fox News che il presidente russo merita, in materia di leadership, «una tripla A»?

TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 4TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 4
La verità è che i legami personali di Donald Trump con la Russia sono molto stretti e molto antichi. Risalgono all' epoca - inizio anni 2000 - in cui Trump, finito nella blacklist delle banche americane, si rivolse a una serie di investitori russi per finanziare i suoi progetti a Toronto, Soho o Panama.

PUTIN YURI CHAIKAPUTIN YURI CHAIKA
E cominciano a venir fuori inchieste che descrivono tutta una galassia di influenze e interessi formatasi in quel periodo, che vede gravitare intorno all' ormai candidato, e a suo vantaggio, amministratori di Gazprom, ex lobbisti del dittatore ucraino Ianukovich o figure di spicco della criminalità organizzata. Alcuni, come Franklin Foer su Slate , arrivano a vedere in Trump il «fantoccio di Putin».

TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 2TRUMP ACCETTA LA CANDIDATURA 2
Altri, come l'ex consigliere di Bill Clinton George Stephanopoulos, s'interrogano su possibili legami organici tra la sua campagna e il regime russo. E il New York Times dello scorso weekend è arrivato persino a domandarsi se possa esserci la mano dei servizi segreti russi dietro alla fuga di notizie che ha portato alla pubblicazione, a due giorni dalla Convention di Filadelfia che avrebbe consacrato la nomination di Hillary Clinton, di 19.252 email scambiate da alti dirigenti del Partito democratico. Sono domande inquietanti.

putin e figliePUTIN E FIGLIE
Non è più questione di semplicismo, ma di infedeltà a quel vincolo che lega, in profondità, tutti gli americani. E a quanto pare non è più da escludere che il partito di Eisenhower e di Reagan si sia lasciato ingannare da un losco demagogo il cui stile, la cui vita e le cui convinzioni equivalgono a un tradimento non solo degli ideali, ma anche degli interessi del Paese. American vertigo.
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http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/the-donald-fantoccio-putin-bernard-henry-levy-legami-trump-129753.htm

MACUMBA NAPOLETANA - LA MOLE DI MALEDIZIONI PARTITA DA NAPOLI VERSO TORINO IN QUESTI GIORNI NON HA PRECEDENTI...

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MACUMBA NAPOLETANA - SARÀ UN CASO MA A POCHI GIORNI DALL’AMMUINA SUL TRASFERIMENTO DI HIGUAIN ALLA JUVENTUS ARRIVA UNA SCOSSA DI TERREMOTO CON L’EPICENTRO TRA VILLAR PEROSA, LUOGO DI ORIGINE DELLA FAMIGLIA AGNELLI, E PEROSA ARGENTINA (AVETE LETTO BENE...) - LA MOLE DI MALEDIZIONI PARTITA DA NAPOLI VERSO TORINO IN QUESTI GIORNI NON HA PRECEDENTI...



Fabrizio Assandri e Noemi Penna per www.lastampa.it

ARRIVO DI HIGUAIN A TORINOARRIVO DI HIGUAIN A TORINO
Paura nella notte in tutto il Torinese per due scosse di terremoto arrivate a 4 minuti di distanza l’una dall’altra. L’epicentro è stato nel Pinerolese ma il sisma è stato avvertiti con forza anche a Torino. La prima scossa è arrivata alle 22,21, la seconda alle 22,25. Oltre 240 secondi in cui la gente soprattutto nelle valli ha temuto il peggio ed è scesa in strada. L’epicentro, per entrambe, è stato registrato in Val Chisone, sulle colline tra Villar Perosa e Perosa Argentina, dall’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia. 
HIGUAIN ALLA JUVENTUSHIGUAIN ALLA JUVENTUS

A spaventare è stata soprattutto la prima: si è sentito un boato e la scossa ha raggiunto la magnitudo 3,9 della scala Richter. La seconda si è fermata a 2,1. La profondità dell’ipocentro è stata di 11 chilometri: abbastanza superficiale, per questo motivo le scosse sono state avvertite da un grande numero di persone. Già dopo la prima scossa sono cominciate le telefonate al centralino dei vigili del fuoco che hanno trascorso la notte a rilevare possibili danni soprattutto nella zona del Pinerolese. 
ARRIVO DI HIGUAIN A TORINO 3ARRIVO DI HIGUAIN A TORINO 3

Ma se i timori di problemi alle abitazioni o di eventuali feriti si riscontrano in una zona relativamente piccola ben altri confini ha avuto la paura. La scossa si è sentita forte da Bardonecchia e Sestriere, affollate di turisti, fino a Torino - cioè a 40 chilometri dall’epicentro - e in tutta l’area metropolitana. «Stavamo guardando la tv, all’improvviso il divano ha cominciato a ballare: abbiamo capito subito che era un terremoto». Nadia Pavone è un’insegnante, abita al quinto piano dietro corso Peschiera: «Anche mia sorella, che abita a Moncalieri, ha sentito la scossa molto forte». 
ARRIVO DI HIGUAIN A TORINOARRIVO DI HIGUAIN A TORINO

Danni gravi non ce ne sarebbero ma i vigili del fuoco sono in continuo collegamento con la prefettura per monitorare tutte le possibili situazioni a rischio. Ci sono state interruzioni di corrente elettrica e la gente spaventata è scesa in strada in Val Chisone, Val Pellice e anche alta Val Susa. Oggi con la luce del sole sarà più semplice valutare i danni ma è molto probabile che le scosse si chiuderanno solo con un grande spavento.



http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/macumba-napoletana-sar-caso-ma-pochi-giorni-dall-ammuina-129758.htm

GINO PAOLI SI SALVA: IL REATO È PRESCRITTO E L'INCHIESTA SULLA SUA MAXI EVASIONE FISCALE VA ARCHIVIATA

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IL FISCO IN UNA STANZA - GINO PAOLI SI SALVA: IL REATO È PRESCRITTO E L'INCHIESTA SULLA SUA MAXI EVASIONE FISCALE VA ARCHIVIATA - IL CANTANTE AVEVA CONCORDATO CON L'AGENZIA DELLE ENTRATE UNA RATEIZZAZIONE PER ESTINGUERE UN DEBITO DI 800 MILA EURO CON L'ERARIO. LA VICENDA ERA NATA DA UNA COSTOLA DELLO SCANDALO SULLA TRUFFA A BANCA CARIGE



GINO PAOLI

Il reato è prescritto e dunque l'inchiesta sulla presunta maxi evasione fiscale del cantante Gino Paoli va archiviata. La richiesta, come anticipato da La Stampa e Il Secolo XIX, è stata presentata nei giorni scorsi dal pm Silvio Franz che ha coordinato l'inchiesta della Guardia di finanza.

GINO PAOLI ok-gatta-neraGINO PAOLI OK-GATTA-NERA
Il cantautore, difeso dall'avvocato Andrea Vernazza, aveva concordato con l'Agenzia delle Entrate una rateizzazione per estinguere il debito con l'Erario. Nel frattempo è arrivata la richiesta del pm: poiché non è possibile determinare con certezza la data di inizio dell'evasione, che dovrebbe comunque essere datata prima del 2008, va prescritta.

La vicenda era emersa lo scorso anno ed era nata da una costola dello scandalo sulla truffa a banca Carige che portò in carcere, tra gli altri, l'ex presidente dell'istituto di credito Giovanni Berneschi e anche il commercialista Andrea Vallebuona, al quale lo stesso cantautore si rivolse per far rientrare due milioni 'in nero' trasferiti su un conto aperto in una banca svizzera.

GINO PAOLIGINO PAOLI
Durante le intercettazioni ambientali, utilizzate dalla procura durante l'indagine su Carige, lo stesso Paoli viene sentito mentre discute del 'rimpatrio' del denaro "senza doverlo scudare". Secondo le Fiamme gialle e il pm, Paoli non avrebbe pagato all'erario 800mila euro derivanti dalla mancata dichiarazione dei redditi su quei due milioni di euro, secondo l'accusa frutto di pagamenti in nero per le esibizioni alle feste dell'Unità.

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/fisco-stanza-gino-paoli-si-salva-reato-prescritto-129755.htm

SARANNO ANCHE PRECARI, IPERCONNESSI E DELUSI DAL FUTURO, MA I MILLENNIALS STANNO CAMBIANDO L’ECONOMIA MONDIALE

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MILLENIALS BUG - SARANNO ANCHE PRECARI, IPERCONNESSI E DELUSI DAL FUTURO, MA I MILLENNIALS STANNO CAMBIANDO L’ECONOMIA MONDIALE - HANNO SMESSO DI COMPRARE CASE E AUTO: TUTTO E’ SHARING - E I GIOVANI STANNO DECENTRANDO LE ISTITUZIONI SCOLASTICHE, ISTRUENDOSI TRA DI LORO, PUBBLICANDO TUTORIAL SU QUALUNQUE ‘SCIENZA E CONOSCENZA’


Carlotta Dotto per Dagospia

this is not eroticaTHIS IS NOT EROTICA
Siamo i giovani del nuovo millennio, i giovani spacciati (e un po’ sfacciati) del tutto svelato e del niente celato, della religione totemica dell’effimero e dell’idolatria dell’immagine, dell’ergo sum come unico motore libidico. E ancora, siamo i giovani nell’universo del post imperialismo televisivo, del reale bidimensionale.

Del selfie stick come pratica, dell’effimero come dogma. Siamo i giovani dell’allucinante hypermercato delle insignificanze, inutili inesistenze, dove l’unica legge è la sostituibilità costante e indefessa. I giovani del fordismo in versione “si diventa famosi per essere famosi”, e un secondo dopo cenere. Siamo i giovani senza futuro, senza arte né parte. Siamo i giovani perduti, ancora prima di essere bruciati.
thandoTHANDO

Ma vi dirò un segreto: le cose non stanno esattamente così. Esiste qualcosa che questa generazione non svela di sé. Nel marasma annichilente che abbiamo ereditato, esiste una quinta dimensione destinata allo spessore, al corpo, alla materia. D’accordo, avremo pure i capelli rosa fumè e i corpi all-painted.

Avremo pure i salari più bassi degli ultimi 40 anni (secondo una stima del ‘New York Times’) e un’anemia di speranze nel futuro. Ma la vita dei millennial non si esaurisce tutta logged in. Per chi non ci è nato potrà sembrare un’assurdità, ma i modelli e le passioni reali corrono parallele a quelle riflesse nel web. Mentre gli adulti si stanno ancora domandando come ci rialzeremo da questo shock culturale, noi intanto studiamo, ci appassioniamo, ci riorganizziamo.
tara bogardTARA BOGARD

Un articolo uscito nel dicembre 2014 sul ‘The Atlantic’ descrive come le nuove generazioni stiano innescando un cambiamento radicale nell’economia mondiale.  Un mutamento che, una volta arrivato, ha messo le radici e ha cominciato a diffondersi, allungando le ventose dei suoi tentacoli su ogni aspetto della realtà.

Nel 2010 in America la Ford proclamava sconfitta un crollo nelle vendite di auto del 38% tra i venti-trentenni degli ultimi anni. Mentre secondo la “National Association of Realtors” i gusti in campo immobiliare stavano cambiando, orientati sempre più al concept del mono-bilocale al centro di un nucleo urbano.

ryan mcginley 2RYAN MCGINLEY 2
Secondo l’articolo, i giovani d’oggi stanno iniziando a spendere i soldi in modo diverso. Possedere una macchina o una casa non è più uno status, mentre la condivisione è il nuovo click bait motore dei mercati. La sharing-economy ha spinto le industrie edilizie e automobilistiche a ripensarsi, a creare servizi accessibili ovunque, a chiunque, attraverso la tecnologia mobile e i sofware peer-to-peer.

vetementsVETEMENTS
La rivoluzione digitale è parte integrante del nostro dna. Fatti i conti con questo, le braccia melmose che anestetizzano il passato, danno forma a nuovi linguaggi visivi, nuove estetiche, nuovi idiomi. Secondo una ricerca dell’Università di Stanford, i giovani d’oggi stanno iniziando a decentrare il ruolo delle istituzioni scolastiche, istruendosi tra di loro, pubblicando tutorial su qualunque ‘scienza e conoscenza’ riguardi la natura umana, dal countouring facciale, alle lezioni di filosofia sul post-umanesimo, all’how to play Bach. “Il loro dadaismo digitale ci fa sentire ininfluenti, incompetenti”, scrive Marino Niola su ‘Repubblica’.
ninos du brasilNINOS DU BRASIL

La piovra irrequieta raggiunge e scuote con il suo inchiostro i campi dell’arte, della moda, della cultura. Esempi a caso? Nel mondo del fashion il giovane Demna Gvasalia, classe 1981, viene nominato direttore creativo di Balenciaga e stravolge tutto e tutti. Il suo collettivo Vêtements inaugura un genere, copiato e scimmiottato da chiunque, dove le tradizioni dell’alta moda vengono rimpastate con lo streetwear contemporaneo con i suoi abiti oversize e destrutturati.

ninos du brasil 2NINOS DU BRASIL 2
Fino alla musica: nel 2015, il prestigioso giornale britannico ‘The Guardian’ ha dedicato l’apertura della sezione ‘Music’ al torinese ‘The Italian New Wave’, una piattaforma artistica patrocinata dal Festival Club to Club per promuovere la scena musicale underground in Italia. In poco tempo, la New Wave è diventata il primo non-luogo della penisola, dove una nuova generazione di musicisti è emersa e insieme sta dando vita a nuove forme di espressione e di ricerca che si ricollocano al centro del mercato discografico mondiale.
millennialsMILLENNIALS

Tra questi ricordiamo, il trap futuristico di Gang of Ducks, il trance concettuale del producer Lorenzo Senni, gli astratti beatmaker Vaghe Stelle e Ninos Du Brasil. Intanto a Roma, viene inaugurato all’Atlantico, il Festival Groove Music, il primo evento dedicato alla “Nu music”. Il genere, legato alle tradizioni del jazz, del funk, del soul e dell’hip hop, trova per la prima volta spazio in Italia, tra tradizioni, sperimentazioni on stream e tanto tempo impiegato a studiare sullo strumento, diventando la voce di una nuova generazione (la ‘Generation One’, dall’album esordio del cantautore ventiquattrenne Ainè) che mal sopporta il controllo di tutti i mezzi di produzione musicale in mano ai talent.

millennials bodyMILLENNIALS BODY
A cavallo tra evanescenza e istinti primordiali, tra modelli albini e visual liminality, i millennial provano ad accantonare l’impasse raggelante della prospettiva del ‘senza futuro’ e riarticolano il contemporaneo riappropriandosi del proprio Desiderio. Sviluppano menti che, chi più chi meno, non sembrano aver paura di avventurarsi e sperimentare, di contaminare e lasciarsi contaminare, di ricreare e al tempo stesso muovere nel solco della tradizione. Coltivano l’enigma e il mistero come spazio sacro dove, chi si sente mancare di fronte alla vertigine di questo millennio, può ritrovare quel godimento autentico. Ok, forse non ci pagheremo l’affitto, mica male però come modo di abitare il mondo…
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http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/millenials-bug-saranno-anche-precari-iperconnessi-delusi-futuro-ma-129757.htm

LE DONNE CONFESSANO LA LORO PASSIONE PER IL SESSO ORALE: ALCUNE LO PREFERISCONO AL RAPPORTO COMPLETO PERCHE' L'INTERAZIONE PENE-BOCCA E' PIU' ECCITANTE E DA' POTERE

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1. LE DONNE CONFESSANO LA LORO PASSIONE PER IL SESSO ORALE: ALCUNE LO PREFERISCONO AL RAPPORTO COMPLETO PERCHE' L'INTERAZIONE PENE-BOCCA E' PIU' ECCITANTE E DA' POTERE
2. NEGLI ANNI ’60 ERA ADDIRITTURA CONSIDERATO UN CRIMINE, ROBA DA PERVERTITE. OGGI LE MIGLIORI TECNICHE SONO SPIEGATE SULLE RIVISTE, SUI FORUM, È UN ATTO LEGALE, NORMALE, MA QUESTO NON SIGNIFICA CHE LE DONNE CHE LO PRATICANO SIANO LIBERATE, PERCHÉ LA TENDENZA CULTURALE È SEMPRE QUELLA DI REPRIMERE L'AFFERMAZIONE DEI PIACERI SESSUALI
3. LA FELLATIO SIGNIFICA CONCEDERSI DEL SESSO RILASSATO, SENZA TIMORE DI GRAVIDANZE INDESIDERATE O IL FASTIDIO DI UN CONDOM. SI PARLA ANCHE DI “POMPINO UTILE”, CIOÈ CONVENIENTE A SODDISFARE IL PARTNER QUANDO LA DONNA NON HA VOGLIA DI FARE SESSO


Charlotte Shane per Fusion

bananaBANANA
Le donne che amano fare i pompini sono nate così o ci sono diventate? La gioia di farli viene continuamente negata dalla nostra cultura. Negli anni ’60 era addirittura considerato un crimine, una roba da pervertite. Oggi le migliori tecniche sono spiegate sulle riviste, sui forum, è un atto legale, normale, ma questo non significa che le donne che lo praticano siano liberate, perché la tendenza culturale è sempre quella di dubitare dei suoi piaceri sessuali.

BANANA PENEBANANA PENE
Quando si tratta di sesso, non ci si fida delle donne. Si pensa che mentano quando parlano di orgasmo, eiaculazione, del piacere di dare e ricevere sesso orale. Faccio pompini da vent’anni e mi è piaciuto sin dalla prima volta. Lo trovo eccitante, molto più soddisfacente del sesso vaginale, sebbene mi piacciano entrambi.
minaj con bananaMINAJ CON BANANA

Le donne che amano fare i pompini ci mettono una grande passione, una dedizione simile a quella dei fanatici di “Pokémon Go” o “Game of Thrones”. E’ grande il potere che senti quando hai i genitali altrui fra i denti, ed è il modo più veloce per eccitarti. Niente di poetico o complicato. Il feedback non verbale del partner è uno degli aspetti più eccitanti dell’interazione fra bocca e pene. Le mani sono meno sensibili, il rapporto penetrativo troppo compromesso dall’esperienza di entrambi, il pompino invece legge interamente il piacere maschile, senza intermediazioni.

blow job bar thailandiaBLOW JOB BAR THAILANDIA
Ascolti e reagisci alle reazioni di lui, sei totalmente concentrata e connessa al partner. Ma anche connessa con te stessa. Il suo volto è talmente lontano che puoi perderti nelle tue sensazioni. E’ per questo che molte donne godono nella fellatio, sentono quasi che la stanno praticando a se stesse. Non è questione meccanica, ma mentale.

la cina vieta di mangiare banana in streamingLA CINA VIETA DI MANGIARE BANANA IN STREAMING
Purtroppo non possiamo ammettere pubblicamente che è una goduria per entrambe le parti. Inoltre, la fellatio significa fare sesso rilassato, senza timore di gravidanze indesiderate o il fastidio di un condom. Si parla anche di “pompino utile”, cioè conveniente a soddisfare il partner quando la donna non ha voglia di rapporti penetrativi. Alla coppia può succedere di non avere lo stesso umore. Per altre invece il pompino è il momento di inizio, quello che serve ad infuocarle, incluso nel sesso occasionale, perché il sesso vaginale con sconosciuti è più intimo, meno sicuro e confortevole.

LINDA GOLA PROFONDALINDA GOLA PROFONDA
“Gola profonda” è il film che ha spiegato bene come una donna si possa eccitare con questa pratica. Per il resto, siamo invisibili. L’affare Monica Lewinsky fu uno scandalo e lei fu fustigata. La fellatio è sempre vista come un atto degradante o di dominazione, un servizio all’uomo, e non si tiene mai conto del piacere di chi la offre.

Molti uomini proprio non riescono a comprendere che una donna provi soddisfazione a succhiare un cazzo. E qualcuno è a disagio quando scopre che il suo pene è trattato come un oggetto del desiderio, cioè che serve al piacere altrui prima ancora che al proprio. Se sei esplicita riguardo la tua passione, lui ti considererà una puttana. Se invece la fellatio la esige, la infligge alla donna, allora va bene.
Pompino by Jeff Koons e CicciolinaPOMPINO BY JEFF KOONS E CICCIOLINA

I pompini non promettono l’orgasmo reciproco come il rapporto pene-vagina, ma questo non significa che non diano enorme piacere. Le donne si sentono potenti, e il beneficio riguarda il donatore e il ricevente. Lo fanno per se stesse, non per gli uomini.
lezioni di pompino al sexpoLEZIONI DI POMPINO AL SEXPOLA CYRUS SIMULA UN POMPINO AL SOSIA DI CLINTONLA CYRUS SIMULA UN POMPINO AL SOSIA DI CLINTON

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/lode-fellatio-donne-confessano-loro-passione-sesso-orale-129666.htm

OK PREGARE INSIEME MA CIÒ CHE SERVE DAI MUSULMANI IN EUROPA E’ AIUTO CONCRETO CONTRO IL TERRORISMO

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OK PREGARE INSIEME MA CIÒ CHE SERVE DAI MUSULMANI IN EUROPA E’ AIUTO CONCRETO CONTRO IL TERRORISMO - E’ NECESSARIO CHE I PREDICATORI D’ODIO VENGANO DENUNCIATI, ROTTURA CON LE DOTTRINE DELL'ISLAM RADICALE E RINUNCIA AI FINANZIAMENTI SOSPETTI - DALL'INIZIO DEL 2015 IL VIMINALE HA ESPULSO 102 SOSPETTI E NESSUNA SEGNALAZIONE E’ ARRIVATA DALLA COMUNITÀ MUSULMANA


PADRE JACQUES HAMEL SGOZZATO A ROUENPADRE JACQUES HAMEL SGOZZATO A ROUEN
Gian Micalessin per “il Giornale”

Pregare insieme è un bel gesto. E diventerà un segnale importante se oggi i musulmani affolleranno le chiese. Ma quel bel gesto non basterà, da solo, a dividere l' islam pacifico da quello colluso con violenza, odio e terrorismo. Dopo lo sgozzamento dell' 84enne padre Jacques Hamel sull' altare di Saint-Etienne-du Rouvray i gesti simbolici non bastano più. Per lo scrittore Tallal Ben Jalloul quell' atto aberrante rappresenta «una dichiarazione di guerra di nuovo genere, una guerra di religione».

Per fermarla comunità e nazioni islamiche devono reagire con la stessa fermezza con cui reagiscono, ad esempio, quando viene pubblicata una vignetta considerata «blasfema». Ma devono, soprattutto, compiere passi audaci e concreti.
Eccone i primi quattro, suggeriti anche da voci autorevoli della cultura islamica e araba.
ADEL KERMICHE E ABDEL MALIKADEL KERMICHE E ABDEL MALIK

1. CONDANNARE E ISOLARE, NON SOLO RINNEGARE
«Che impressione dobbiamo farci dei non musulmani se ogni settimana ascoltiamo migliaia di predicatori chiedere ad Allah di non lasciar traccia di loro. Ammettiamolo l'educazione nelle nostre scuole e nelle nostre moschee getta le fondamenta per un implicito ISISmo...».

Così all' indomani della strage di Nizza l'accademico palestinese Khaled Al Hroub attacca sul quotidiano londinese in lingua araba «Al Hayat» i musulmani che rifiutano ogni responsabilità per gli atti dell'Isis. E anche per lo scrittore Ben Jalloul «non basta più ripetere che questo non è l' islam». Comunità e nazioni islamiche devono condannarlo e isolarlo. Come mai fatto fino a oggi.
ASSALTO ALLA CHIESA DI ROUENASSALTO ALLA CHIESA DI ROUEN

2. DENUNCIA DEI SOSPETTI TERRORISTI
Secondo l' imam di Firenze Izzeddin Elzir, presidente nazionale dell' Ucoii, la principale organizzazione delle comunità islamiche italiane, la denuncia di sospetti terroristi infiltrati nelle comunità islamiche non spetta a queste ultime, ma solo a magistratura e polizia. Il 24 marzo dopo gli attentati di Bruxelles Elzir ricordava che «la responsabilità penale è individuale, non collettiva, come invece si tende a pensare quando si tratta della comunità islamica».

TAHAR BEN JELLOUN jpegTAHAR BEN JELLOUN JPEG
Quest' atteggiamento è comune a gran parte del mondo musulmano. Come ricorda, invece, Ben Jalloul solo uscendo da questa logica comunità e nazioni islamiche isoleranno il terrore jihadista. «Dobbiamo denunciare chi tra noi è tentato da questa criminale avventura. Non è delazione dice lo scrittore - ma un atto di coraggio, per garantire la sicurezza a tutti».

3. ROTTURA CON LE DOTTRINE DELL'ISLAM SEGUITE DAI TERRORISTI DELL' ISIS
In un articolo sul quotidiano arabo «Al Sharq Al-Awsat» l'intellettuale giordano Nuhammad Barhouma nota che le condanne degli attentati di Parigi da parte delle autorità religiose saudite e dell'Università Al Azhar del Cairo non sono state seguite da una revisione dei passi del Corano e dei testi in cui si giustifica la violenza. «Non si sono ancora convinti - spiega Barhouma - che l' interpretazione e la spiegazione di questi testi richiede un urgente riesame critico con smantellamento, aggiunte omissioni e sviluppi in grado di adeguarli allo spirito dei tempi e al progresso». Finché autorità religiose islamiche non si dedicheranno a questa revisione, richiesta anche da molti intellettuali musulmani, l' Isis potrà continuare a giustificare le sue azioni con i testi in uso nelle scuole islamiche.
imam di al azhar e papa bergoglioIMAM DI AL AZHAR E PAPA BERGOGLIO

4. RINUNCIA AI FINANZIAMENTI SOSPETTI
La Qatar Charity, l' associazione legata al governo del Qatar, finanzia con circa sei milioni all' anno l' attività di varie moschee italiane in esercizio o in costruzione. Peccato che la stessa «Qatar Charity» sia stata accusata, in passato, di finanziare Al Qaida. Un pentito di Al Qaida, ex-impiegato dell' associazione, confermò alla Commissione sull' 11 settembre i legami tra l' organizzazione e Bin Laden.

Eppure in Italia i musulmani dell' Ucoii sono ben felici d' usufruire di questi finanziamenti e partecipare all' inaugurazione di centri islamici sostenuti dalla Qatar Charity. Secondo il premier francese Manuel Valls è fondamentale, invece, vietare i finanziamenti alle moschee da parte di stati come l' Arabia Saudita e il Qatar che mantengono rapporti ambigui con il terrorismo. E i primi a dover spezzare questa connivenza sono le comunità islamiche.

imam di al azhar e papa bergoglio 3IMAM DI AL AZHAR E PAPA BERGOGLIO 3
2 - CENTO ESPULSIONI PER LA JIHAD ZERO DENUNCE DAI MUSULMANI
Sabrina Cottone per “il Giornale”

Ci sono le parole rivolte a Dio e il gesto in aiuto del prossimo. La preghiera ma anche la denuncia. E i numeri sono impietosi. L' ultimo dato l' ha fornito il ministero dell' Interno il 28 luglio scorso: dall' inizio del 2015 il Viminale ha eseguito 102 espulsioni di «soggetti evidenziati per radicalizzazione o sostegno ideologico al jihad». Otto imam, e poi detenuti, ma anche aspiranti guerriglieri dell' Isis, navigatori solitari su siti sospetti, fondamentalisti che frequentano moschee o centri culturali. Fatti da mettere sulla bilancia con altri fatti.
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Tra queste 102 persone, non ne risulterebbe nessuna denunciata da esponenti di una comunità islamica. Una notizia inquietante, che parla se non di collaborazionismo, almeno di omertà o contiguità purtroppo note nel nostro Paese: con la mafia e la criminalità organizzata, temi ancora attualissimi, e con il terrorismo, ai tempi degli eskimi in redazione e dei compagni che sbagliano.

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A denunciare la circostanza è il deputato Paolo Grimoldi, segretario della Lega lombarda. Il tema è particolarmente sentito in Lombardia perché la regione è un epicentro del fenomeno: una consistente percentuale di jihadisti è stata individuata in Lombardia.
«Tra tutti gli espulsi non ci risulta che ci siano state denunce da parte di componenti della comunità islamica. Le espulsioni sono frutto delle indagini e delle attività di intelligence» dice il parlamentare leghista, che ha studiato il fenomeno sia da Milano che da Roma.

«Ho già sufficienti elementi e informazioni per esserne sicuro - spiega Grimoldi -, ma per un' ulteriore verifica ho intenzione di presentare un' interrogazione parlamentare per sapere se esistano denunce da parte di membri delle comunità islamiche sotto copertura.
jihad isis italiaJIHAD ISIS ITALIA
Ne dubito, dal momento che molti rappresentanti delle comunità islamiche fanno fatica persino a scrivere lettere di solidarietà quando ci sono attentati e stragi».

Le prime presenze di imam musulmani nelle chiese cattoliche per solidarietà aprono spiragli di ottimismo. Eppure la mancanza di denunce che si respira nel mondo islamico italiano fa temere ciò che è certezza oltre confine e cioè che anche in Italia esistano piccole Molenbeek, il quartiere di Bruxelles dove è stato cresciuto, allevato, addestrato Salah Abdeslam, uno degli autori della strage di Parigi del novembre 2015: è a Molenbeek che la polizia l' ha arrestato quattro mesi dopo, protetto nella latitanza da un' intera comunità.

jihadisti arrestati in italia 8JIHADISTI ARRESTATI IN ITALIA 8
A Milano Abdel Shaari, direttore del Centro islamico di viale Jenner, parlando di padre Jacques sgozzato a Rouen, in un' intervista alla Stampa di mercoledì scorso ha dichiarato: «Nel mirino ci siamo anche noi musulmani. Gli estremisti vanno denunciati». Eppure Jenner Abu Imad, collaboratore di Shaari, espulso nel 2013, è stato a lungo imam di viale Jenner anche dopo una condanna per terrorismo. È confortante pensare oggi a un ravvedimento di Shaari, ancora di più se potesse essere operoso.

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/ok-pregare-insieme-ma-ci-che-serve-musulmani-europa-aiuto-129754.htm

LA VITA DELLA MARCHESINI, DAL SUCCESSO DEL TRIO AL CALVARIO DELLA MALATTIA, IL BURRASCOSO DIVORZIO DA PAKI VALENTE E IL GRANDE AMORE DEL PUBBLICO

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ADDIO ANNA - TULLIO SOLENGHI: “SONO SICURO, IL SUO DISINCANTO NON LA ABBANDONAVA MAI E ORA SE CI VEDESSE DIREBBE: ‘COSA SONO QUELLE FACCE, SEMBRA SIA MORTO QUALCUNO” - LA VITA DELLA MARCHESINI, DAL SUCCESSO DEL TRIO AL CALVARIO DELLA MALATTIA, IL BURRASCOSO DIVORZIO DA PAKI VALENTE E IL GRANDE AMORE DEL PUBBLICO


ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINI
1 - MARCHESINI: SOLENGHI, DIREBBE CHE SONO QUESTE FACCE
(ANSA) - ''Sono sicuro, il suo disincanto non la abbandonava mai e ora se ci vedesse direbbe: 'cosa sono quelle facce, sembra sia morto qualcuno'', così Tullio Solenghi, ''con un dolore all'ennesima potenza'', vuole ricordare, con l'ANSA, l'amica Anna Marchesini, scomparsa oggi, ''una parte della mia vita e di me stesso che se ne va''.

2 - ADDIO ANNA
Maurizio Porro per il “Corriere della Sera”

ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINI
Eppure non si può pensare ad Anna Marchesini, morta ieri mattina nella sua Orvieto a 62 anni dopo un atroce calvario, senza dedicarle un ultimo sorriso. Era una forza comica naturale e lo dimostrano gli anni passati con l' amatissimo trio condiviso con Solenghi e Lopez, l' adesione nazional-popolare alla parodia dei Promessi sposi in televisione, e quella grande forza di osservazione sulle piccole cose che la rendeva amata dal grande pubblico e anche coccolata dalla nicchia che si divertiva alle imitazioni, un classico cavallo di battaglia comico, di grandi protagoniste femminili come Wanna Marchi e Rita Levi Montalcini.

ANNA MARCHESINI E BAUDOANNA MARCHESINI E BAUDO
Una vita che sembrava all' insegna dell' allegria, iniziata a Orvieto il 19 novembre del 1953, che ha saputo trasmettere la forza salvifica dell' umorismo e che poi, forse per una memesi storica, l'ha costretta a un lungo e doloroso finale di partita. Non solo l'artrite reumatoide che l'aveva inchiodata a una vita sempre più infelice ma che non le impedì di esibirsi quasi fino all'ultimo, ma anche le complicazioni personali che la portarono a un divorzio burrascoso dall'ex marito, Paki Valente.

Quindi, accanto ai momenti di popolarità globale come un' edizione storica di «Domenica In», 40 puntate 40 mila risate, e un «Fantastico» che rimane negli annali per la parodia di Khomeini che rischiò di compromettere i rapporti tra Italia e Iran, ci sono state anche scelte dell'attrice rivolte a un pubblico più ristretto, più colto, più pronto a mescolare l'ironia con la tristezza: la satira irresistibile di Alan Bennett della Cerimonia del Massaggio , Le due zitelle di Tommaso Landolfi e Cirino Marilda non si può fare , il reading presentato nell' ultima stagione al Piccolo Teatro, dove aveva mosso i primissimi passi in un famoso Cechov di Strehler.
ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINI

Negli anni in cui visse il Trio andarono in scena due show bestseller in tutta Italia: Allacciate le cinture di sicurezza e In principio era il Trio, un vero miracolo di irriverenza, di intelligenza ma anche di comunicazione con il grande pubblico, un cabaret che mescolava il talento di tre personaggi, che poi si divisero per riunirsi infine, 25 anni dopo, in una rivista nostalgica.

Marchesini, Solenghi e Lopez avevano avuto un inizio «genovese» scritturati dalla Rai per un programma radiofonico dal titolo «Helzapoppin RadioDue», che si prolungò a furor di ascoltatori dando il via alla popolarità destinata naturalmente a confluire nel varietà televisivo cui il trio seppe dare un'impronta personale di ironia legata alla cultura come nel caso della spiritosissima parodia manzoniana. Diplomata nel 1979 alla D'Amico, la Marchesini ebbe occasione di lavorare con grandi mattatori, tra cui Guazzelli, Maranzana, Scaccia non a caso tutti maestri anche di rude umorismo.
ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINI

Ha avuto il coraggio di allargare il suo sorriso, sempre più venato di malinconia, scrivendo tre volumi (Il terrazzino dei gerani timidi ; Di Mercoledì ; Moscerine ) editi con ottimo successo. L'attrice, una delle poche donne che hanno iniziato scegliendo il gusto della risata, aveva apprezzato le doti e l'intelligenza di Franca Valeri, maestra di tutte, adeguando però la personalità non solo alla convivenza con altri due attori di diversa estrazione ma riuscendo anche a toccare nevrosi e manie contemporanee senza abbandonare il pathos del personaggio femminile.

Nell'ultimo periodo della sua carriera, l'attrice ha prepotentemente richiesto alla donna, senza mai un peccato neppure veniale di volgarità, un ruolo speciale che il pubblico, vedendola sempre più minuta, indifesa e sola in scena, ripagava con un entusiasmo in cui c'erano diverse ragioni per dirle grazie. Come ha fatto ieri Fabio Fazio fra le lacrime: «A me ora mancherà un' amica che ci ha fatto tanto ridere. È il grande privilegio dei comici lasciare una risata nel ricordo».
IL TRIO MARCHESINI SOLENGHI LOPEZIL TRIO MARCHESINI SOLENGHI LOPEZ

3 - LOPEZ-SOLENGHI: OGNUNO SPALLA DELL' ALTRO
Emilia Costantini per il “Corriere della Sera”

«Stavamo ipotizzando di fare insieme l' Odissea. Io avrei fatto Penelope», dice Massimo Lopez. E Tullio Solenghi aggiunge: «C' era anche l' idea di una Bibbia . Ma fare questo testo sacro in versione comica in Italia è un'impresa non da poco... Però io avrei fatto Mosè che, quando deve attraversare il Mar Rosso, divide le acque tra liscia e gassata».

Il ricordo dei due più cari amici-colleghi di Anna Marchesini vuole essere sorridente.
Perché il loro famoso Trio è cominciato tutto da ridere. Racconta Lopez: «L'avevo conosciuta in sala doppiaggio. Abbiamo subito legato per le boiate che facevamo: anche se stavamo doppiando una scena drammatica, ci divertivamo a prenderli in giro, e così finivamo per raddoppiare i tempi».
ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINI

Solenghi la conobbe in studio di trasmissione per la radio Svizzera. Poi cominciarono a fare teatro insieme. «Il Trio in tv aveva esordito da poco e iniziava il successo - continua Tullio -. Ma ancora non ci sentivamo tanto sicuri di replicare il successo anche sul palcoscenico. Il primo spettacolo con cui debuttammo si intitolava Allacciate le cinture di sicurezza.

E siccome non eravamo certi di riempire la sala, ad Anna venne in mente di prendere le Pagine Gialle e scegliere numeri telefonici a caso. Cominciammo a chiamare gli utenti invitandoli a teatro. Su 10 chiamate, 8 ci risposero positivamente, 1 non sapeva chi fossimo e un altro ci rispose che ci avrebbe pensato. Allora ci dicemmo: ok, possiamo debuttare tranquilli... Qualcuno in sala ci sarà».
IL TWEET CHE ANNUNCIA LA MORTE DI ANNA MARCHESINIIL TWEET CHE ANNUNCIA LA MORTE DI ANNA MARCHESINI

Dal 1982 al 1994 il Trio raccoglie consensi oceanici, in tv e in palcoscenico. Interviene Pippo Baudo: «La loro era un'alchimia magica, fuori dal comune, una compensazione di ruoli e di compiti. E tra loro c'erano delle differenze sostanziali: Anna aveva una vena intellettuale e visionaria, Massimo era dotato di un umorismo parossistico e altrettanto visionario. Tullio aveva il compito di riportare la comicità assurda dei suoi compagni a un contesto di comprensibilità adatto alla platea del piccolo schermo».

ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINI
I Promessi sposi è stata la creatura che li ha consacrati definitivamente e consegnati alla storia della tv. «Un autentico capolavoro. E avevano assegnato un ruolo anche a me - aggiunge Baudo -. Io facevo il padre di Renzo, personaggio non previsto da Manzoni, ma che loro mi avevano cucito addosso. Potete immaginare me, messo in mezzo a quei tre matti...».

Tre matti, tre amici prima che colleghi di lavoro: «Costruivamo i copioni a casa mia, seduti sul divano, dove ci sono ancora le forme dei nostri sederi - racconta Lopez -. E non ci dividevamo mai i personaggi, tutto avveniva goliardicamente, con naturalezza, senza mai spartirci il numero di battute. Ognuno di noi era la spalla dell'altro. Goliardia che replicavamo anche a teatro. Anna ed io avevamo un rito: nel buio dietro la scena, lei mi faceva puntualmente ammiccamenti erotici...Mi guardava languida e sussurrava: "Vogliamo provare a fare sesso qui?"».

ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINI
Interviene Solenghi: «Ciò che mi sorprendeva maggiormente in Anna era la capacità di trasformarsi in un nano secondo dalla più bella figheira alla strega di Biancaneve. Un trasformismo mai visto». E continua: «Una delle ultime volte che recitammo insieme, fu in teatro a Milano. Prima del debutto, il capoclaque ebbe l' imprudenza di andare da Anna per chiederle in quale punto dello spettacolo desiderava partisse l'applauso... A momenti se lo mangiava».

Lopez vuole ricordare gli ultimi momenti di Anna con le risate per gli sms demenziali che si scambiavano: «Ha mantenuto il senso dell' autoironia fino alla fine. Anna non vuole essere ricordata con tristezza». E Solenghi conclude: «Negli ultimi tempi stava scrivendo un libro.
ANNA MARCHESINIANNA MARCHESINIanna marchesini 4ANNA MARCHESINI 4anna marchesini 5ANNA MARCHESINI 5
arrivato l' arrotino. Le chiesi: "Ma che razza di titolo è?". E lei: "Perché mentre scrivo, apro la finestra e, al di là dei rumori di auto, la voce ricorrente che mi arriva è quella dell' arrotino. E per me inizia bene la giornata"»
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/addio-anna-tullio-solenghi-sono-sicuro-suo-disincanto-non-129751.htm

IL PD SI SPACCA SUL FUTURO DI BIANCA BERLINGUER IN RAI

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PIÙ BIANCA NON SI PUÒ - IL PD SI SPACCA SUL FUTURO DI BIANCA BERLINGUER IN RAI - I BERSANIANI SI OPPONGONO ACCUSANDO RENZI E CAMPO-SANTO DALL’ORTO DI VOLER “NORMALIZZARE” LA TV PUBBLICA IN PREVISIONE DELLA BATTAGLIA SUL REFERENDUM - I RENZIANI: “NESSUNO OCCUPA UNA POSTAZIONE A VITA. DOPO SETTE ANNI DI DIREZIONE NON È SCANDALOSO UN CAMBIO DI RUOLO”


bianca berlinguer (3)BIANCA BERLINGUER (3)

Il Partito democratico si divide sulle nuove nomine della Rai. E volano accuse pesanti. La minoranza interna punta il dito contro la tempistica e accusa i renziani di voler "normalizzare" la tv pubblica in previsione della battaglia referendaria d' autunno. Ai bersaniani non va affatto giù la sostituzione di Bianca Berliguer alla guida del Tg3, notiziario tradizionalmente "amico" della sinistra che, da quando Renzi siede a Palazzo Chigi, ha dato ampio spazio ai suoi oppositori gauchisti.

«Sarebbe un atto di saggezza», dichiara Gianni Cuperlo, «se di fronte alle polemiche sulla presunta volontà del vertice aziendale di compiacere il governo sostituendo alla guida del Tg3 una professionista come Bianca Berlinguer ci si fermasse a riflettere».
RENZI E CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDARENZI E CAMPO DALL ORTO ALLA LEOPOLDA

L' informazione, fanno eco i senatori Pd Federico Fornaro, Miguel Gotor e Claudio Martini, «è il cuore del servizio pubblico e deve garantire il massimo di pluralismo culturale e politico». Ancora più duro il commento di Franco Monaco, pure lui, almeno nominalmente, iscritto allo stesso partito del premier, sul cda nominato da Renzi: «Un vertice lottizzato e incapace di unire autonomia aziendale e mission da vero servizio pubblico. È la solita Rai, ostaggio di una politica miope e vorace».

ANZALDIANZALDI
La cavalleria renziana non tarda ad arrivare. Salvatore Margiotta sottolinea che «in un' azienda, al di là degli indubbi meriti e dell' acclarata professionalità, nessuno occupi una postazione a vita». Dopo sette anni di direzione della stessa testata, «non è scandaloso un cambio di ruolo» per la Berlinguer. Michele Anzaldi cita il ritorno di Michele Santoro per evidenziare la qualità dell' informazione dei nuovi palinsesti: «Con lui ci sono Loris Mazzetti, storico collaboratore di Enzo Biagi, Gad Lerner, Riccardo Iacona, Milena Gabanelli. Chi dice che oggi sia peggio dei tempi di Berlusconi, parla a sproposito».


http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/pi-bianca-non-si-pu-pd-si-spacca-futuro-bianca-berlinguer-129747.htm
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