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Addio a William Trevor, maestro dei racconti

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William Trevor, maestro del racconto del secondo Novecento, è morto a 88 anni. Scrivere storie brevi per lui era una scelta. Il commento di Luigi Brioschi (Guanda): "Ha dato vita a personaggi tanto umani da essere indimenticabili"

E’ morto a 88 anni, William Trevor, maestro del racconto. Trevor era un intagliatore di legno. Prendeva la materia grezza, la natura selvaggia e piano piano ne scartava l’eccesso, ne modellava la forma, ne estraeva la sostanza. Ne tirava fuori l’anima, il necessario, la verità. Trasformava il legno in un’opera d’arte.
In un certo senso, Trevor ha fatto per tutta la vita l’intagliatore. Anche quando ha smesso di soffrire la fame ed è passato dal comporre slogan pubblicitari a raccontare storie. Creava “vite ordinarie, comuni, emarginate da cui faceva emergere lentamente le ricchezze interiori” ricorda su Repubblica Luigi Brioschi, presidente di Guanda, la casa editrice che ha pubblicato la gran parte dei suoi libri in italiano; in uno stile “terso, essenziale, un minimalista naturale, discreto” ha dato vita a personaggi tanto umani da essere indimenticabili.
Il viaggio di Felicia
C’è che lo ha descritto come erede di Gogol’ per la naturalezza con cui scriveva racconti, ma la verità è che per Trevor lo scrivere storie brevi non era un vezzo, era una scelta. Di scrivere romanzi ne era capace – ne scrive quindici, da cui sono stati tratti anche dei film – ma la short story, di cui è considerato uno dei maestri, gli permetteva di parlare di quelle figure vulnerabili, minori, sole di fronte agli ostacoli che erano di gran lunga i suoi personaggi preferiti.
uomini d'irlanda
Nel secondo Novecento il racconto era considerato un’arte minore. Nulla a che vedere con il romanzo d’ampio respiro, più completo, più ricco, più definitivo. Ma la verità è che Trevor amava usare il racconto perché si limita al minimo indispensabile. Il racconto – quello scritto da Trevor, per lo meno – raccoglie una piega, un momento, una singola atmosfera e la rende, semplicemente. Come fosse quella l’unica storia importante. Mette in luce un aspetto dell’esistenza troppo fragile per essere notato, altrimenti, nel correre distratto del mondo. Sono le persone comuni i non-eroi del racconto, con le loro paure, le loro solitudini. Tutte le loro perplessità da vita quotidiana – le stesse che tormentano i sonni di ogni lettore.
Come i personaggi di Uomini d’Irlanda, quella sua Irlanda fatta di gente comune che Trevor ha lasciato giovanissimo, nel 1950, per trasferirsi in Inghilterra. Oppure Leggendo Turgenev o Peccati di famigliaEsistenze ordinarie dietro cui nascondersi, dentro cui immedesimarsi. Per raccontare tutto, fino al più piccolo aspetto dell’umano; ma a piccole dosi, a singoli assaggi: perché ogni boccone esprima al meglio la sua peculiare nota di sapore.
http://www.illibraio.it/william-trevor-412176/

Addio a Ralph Branca, un grande italiano

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Nel momento più famoso, probabilmente più emozionante, forse irripetibile della storia del suo sport, lui c’era. Di più: ne è stato uno dei due protagonisti. Solo che è stato il protagonista sbagliato.
Ralph Branca è morto oggi, aveva 90 anni. E persino quasi tutti i tweet di oggi, benché costretti alla sintesi dei 140 caratteri, sono riusciti a ricordare che è stato il “Lanciatore dello “Shot Heard ‘Round The World”.
Riassunto. Nel 1951 non c’erano i playoff, chi vinceva la National League andava alle World Series, e fine. Solo che quell’anno, per la terza volta nella storia, due squadre arrivarono alla pari. Due squadre della stessa città, per di più: New York Giants e Brooklyn Dodgers. Quindi decisero che si sarebbero giocate tutto in una finale al meglio delle 3. I Giants vinsero la prima, i Dodgers la seconda e si andò alla bella. Da giocare il 3 ottobre al Polo Grounds, cioè a Manhattan, casa dei Giants.
Potrete immaginare l’attesa e l’atmosfera. Tanto più che decisero di mandarla in diretta in televisione (nel 1951!) in tutti gli Stati Uniti. E’ stata la prima volta nella storia.
Al 9° inning i Dodgers erano avanti 4-1. Lanciava Branca, che incassò il 4-2. Poi con 2 uomini in base e un out, gli si parò davanti Bobby Thomson. Sul conto di uno strike e 2 ball, Ralph gli ha tirato una dritta e Thomson l’ha sparata fuori: 4-5walk-offGiants campioni della National e alle World Series.
Ralph Branca è stato in MLB per 13 anni, ha chiuso con 88 vittorie e 68 sconfitte, 3.79 di media PGL, 829 strike out, ha giocato 3 All Star Game, ma per tutta la vita è stato il lanciatore che ha concesso QUEL fuoricampo. La sua destra è stata l’ultima mano conosciuta ad aver toccato quella pallina che per tutti i collezionisti del mondo è il Sacro Graal. Ci hanno fatto documentari, hanno interpellato la Nasa, ha investigato l’FBI: ma non se ne è mai saputo nulla. Nessuno sa chi abbia in casa quella pallina che è diventata persino protagonista di un romanzo: Underworld di Don De Lillo.
Nessuno sa nemmeno quanto potrebbe valere, ma nessuno ha dubbi che si partirebbe da qualche milione di dollari in su.
In un certo senso è stata anche una fortuna, per Ralph, quel fuoricampo. Lui e Bobby Thomson per decenni sono andati in giro per l’America per rievocazioni, celebrazioni, sessioni di autografi. Nel 2001, al cinquantesimo anniversario, col suo consueto senso dell’umorismo, Branca disse: “Sono sposato con Bobby Thomson da 17 anni in più che con mia moglie Ann”.
E invece noi, noi italiani, dovremmo ricordare Ralph per un’altra cosa. A chi ha visto il film “42″ magari è venuto in mente. Il film “42” è la storia di Jackie Robinson, il primo nero nello sport professionistico americano. Lo fecero giocare proprio i Brooklyn Dodgers. Tra i dileggi di tanti avversari, le minacce di morte di certi tifosi, persino l’ostracismo di qualche compagno. Ecco: Ralph Branca è famoso perché nel giorno del debutto di Robinson, all’ingresso in campo si schierò di fianco a lui, sulla linea di foul. Alcuni compagni si erano rifiutati di farlo. E “42” gliene rende merito. Quando allenatori e giocatori avversari insultano Jackie, nel film lo si vede controbattere, rispondere con insulti agli insulti, per difendere il suo compagno. Ralph, figlio di un italiano e di un’ebrea, di razzismo e stupidità se ne intendeva. E in effetti agli occhi di tutti quei poveri razzisti delle altre squadre lui doveva esser simpatico più o meno come un nero. Nel film, ogni volta che Ralph difende Jackie, contro di lui si alza un uragano di insulti: “Dago”, “maledetto italiano”, “Fottuto mangiaspaghetti”. Medaglie al merito.
Che la terra ti sia lieve, Ralph Branca
http://chepalle.gazzetta.it/2016/11/23/addio-a-ralph-branca-un-grande-italiano/

Slave trade, 1864

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https://www.facebook.com/CelebritiesRarePhotos/photos/a.128651043963627.25535.117815121713886/339980416164021/?type=3&theater

Hellen Keller, with doll, and teacher Anne Sullivan

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https://www.facebook.com/CelebritiesRarePhotos/photos/a.128651043963627.25535.117815121713886/339980166164046/?type=3&theater

Benji Asada, Kiyomizu Temple in Misty Moon

Michele Cascella (1892-1989), Lungo il Naviglio, 1929

Paul Cezanne, Still Life With Skull And Candlestick

Gaston Bussière (1862-1928), Salomè


Henri Adrien Tanoux, Odalisque, 1898

Józef Chełmoński, " Krzyż w zadymce ", 1907

Mary Cassatt, Red Poppies, 1880

Will Barnet (1911-2012), Woman Reading, 1970

Peder Mønsted, Rural Landscape, 1925

Egon Schiele, Procession, 1911

Article 24

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LA LISTA DELLA P2 SEQUESTRATA A LICIO GELLI
Chi c’era in quell’elenco?
Questo è l’elenco alfabetico dei nomi di 962 presunti iscritti alla  "Loggia P2" della massoneria sequestrato il 17 marzo 1981 a Licio Gelli (distribuito dalla presidenza del Consiglio il 21 maggio 1981).
La relazione della Commissione parlamentare d'inchiesta, consegnata  ai presidenti della Camera e del Senato il 12 luglio 1984,  afferma che:
"le liste sequestrate a Castiglion Fibocchi sono da considerare:
a)  autentiche:  in quanto documento rappresentativo dell'organizzazione massonica denominata Loggia P2 considerata  nel suo aspetto soggettivo;
b) attendibili:  in quanto sotto il profilo dei contenuti, è dato rinvenire numerosi e concordanti riscontri relativi ai dati contenuti nel reperto".
 Ciononostante, dal momento che questo elenco è stato contestato, con successo, da diverse persone i cui nominativi figurano nello stesso e che si sono rivolte alla magistratura, è necessario avvertire il lettore che la presenza di un nominativo in questa lista non significa l’acclarata appartenenza dello stesso alla Loggia massonica P2.
C’è infine da tenere conto del fatto che la Corte d'Assise romana ha recentemente negato la fondatezza della accusa di cospirazione mediante associazione, escludendo quindi che la P2 sia stata una struttura in grado di interferire ad un livello diverso da quello (di bassissimo profilo) dello scambio di favori e di raccomandazioni.
Quella che segue, quindi, è solo la lista così com’è stata sequestrata a Licio Gelli.


 ten col Sergio Acciai (Firenze,  in sonno,  fascicolo 113)
dott  Pierluigi  Accornero (Viarigi,  321)
rag Giacomo  Agnesi (Roma,  169)
dott Enrico Aillaud (Roma, 560)
dott Aldo Alasia (Buenos Aires, 150)
dott Gioacchino Albanese (Roma, 913)
dott  Raffaele Albano (La Spezia,  286)
cap  Amedeo  Aldegondi (Torino,  425)
ten col Vito Alecci (Milano, 789)
magg Giuseppe Aleffi (Pisa,  762)
dott Alessandro Alessandrini (Roma,  728)
amm  Achille Alfano (Livorno,  capo gruppo 12,  fasc  450)
gen Giovanni  Allavena (Roma,  505)
prof Canzio Allegriti (Torino, 94)
principe Giovanni Alliata di Montereale (Roma,  passato al Grande Oriente,  361)
dott Italo Aloia (Cosenza,  173)
Bruno Alpi (Ancona,  in sonno, 426)
dott Roberto Amadi (Milano, 364)
dott  Antonio Amato (Cagliari,  807)
dott  Wilfrido  Ambrosini (Verona,  in sonno,  112)
avv Walter Amendola (Brasile,  615)
dott Aristide Andreassi (Roma in sonno, 170)
avv Loris Andreini (Montecatini,  417)
dott Mario Andreini (Verona,  177)
on Clement Anet Bile' (Costa d'Avorio,  765)
dott Franco Angeli (Montevarchi,  153)
dott Ennio Annunziata  (Roma,  134)
prof Fausto Antonini (Roma, 1)
prof Giuliano Antonini (Roma, 2)
Renzo Antonucci (Pisa,  736)
col Pietro Aquilino (Perugia,  in sonno,  358)
dott Giuseppe Arcadi (Reggio Calabria,  3)
dott Aldo Arcuri (Benevento,  4)
dott Romolo Arena (Roma, 848)
dott Giacomo  Argento (Roma,  384)
dott Sergio Argilla (La  Spezia, 270)
on Gian Aldo Arnaud (Torino,  726)
dott Carlo Arnone (Firenze, 393)
dott Francesco Aronadio (Roma, 944)
dott Renato Aschieri (Milano,  917)
dott Giuseppe Attinelli (Palermo, 942)
on dott Angelo Atzori (Oristano,  capo gruppo 2,  fasc 651)
avv Alfredo  Aubert  (Torino,  in  sonno,  287)
col  Mario  Aubert (Milano, in sonno, 427)
Alberto Aureggi (Roma, 727)
dott Jose' Avila (Brasile, 599)
rag Vittorio Azzari (Roma, 171)
rag Gilberto Bacchetti (Firenze,  834)
cap Vasco Bacci  (San Vito,  5)
dott  Enzo Badioli (Roma,  581)
dott Francesco Baggio (Vicenza,  732)
dott Urio Bagnoli (Roma,  in sonno, 6)
gen col Enrico Baiano (Reggio Emilia,  in  sonno,  175)
Pietro Baldassini  (Firenze,  394)
cap Giorgio Balestrieri  (Livorno, 907)
dott  Giorgio  Ballarini  (Firenze,  701)
on  Pasquale Bandiera (Roma,  114)
dott Guido Barbaro (Torino, 851)
dott  Vito Barbera (Livorno,  morto,  182)
rag Franco Barducci (Firenze,  702)
gen Tommaso Barile (Roma, in sonno, 420)
dott Giovanni  Barilla'  (Palermo,   288)
dott  Hippolito  Barreiro (Buenos Aires,  689)
geom Giovanni Bartolozzi (Firenze,  705)
dott Federico Barttfeld (Buenos Aires,  479)
on Antonio Baslini (Milano,  483)
dott Giuseppe Battista  (Roma,  518)
dott Alberto  Battolla  (La Spezia,  800)
avv  Salvatore  Bellassai (Palermo,  289)
avv Girolamo Bellavista (Palermo,  morto,  7)
dott  Danilo Bellei (Bologna,  484)
ing Enzo Bellei (Roma,  in sonno,  178)
dott Ottorino Belli (Firenze,  229)
dott  Mario Bellucci (Perugia,  in sonno,  174)
on Costantino Belluscio (Roma,  540)
prof Nello Bemporad (Firenze,  115)
dott Giorgio  Beninato (Roma,  563)
dott Silvio Berlusconi (Milano, 625)
dott Domenico Bernardini (Firenze,  capo gruppo  6,  fasc 699)
dott  Francesco  Bernasconi (Roma,  155)
cap  fr  Carlo Bertacchi  (Roma,  629)
dott Giuseppe Bertasso (Torino,  870)
dott Luigi Bertoni (Roma, 179)
dott Mario Besusso (Roma, morto, 180)
dott Luis Alberto Betti (Buenos Aires, 481)
dott Lodovico Bevilacqua (Milano, 877)
dott Angelo Biagini (Firenze, 700)
ing Livio Biagini (Roma,  529)
dott Carlo Biamonti (L' Aquila, in sonno,  378)
avv Gian Paolo Bianchi  (Firenze,  703)
dott Giorgio  Bianchi  (Torino,   morto,  422)
avv  Giulio  Bianchi (Pistoia,  183)
avv Pierluigi Bianchini Mortani (Firenze, 742)
prof Francesco Biancofiore (Roma,  365)
ing Franco Bida (Roma, 911)
p i Giorgio Bida (Novara, morto, 423)
dott Giorgio Billi (Firenze,  548)
dott Maurizio Bina (Cagliari, 819)
dott Luigi Bina  (Roma,  8)
amm Gino Birindelli (Roma,  130)
dott Luigi Bisignani (Roma,  203)
dott Garibaldo Bisso (Livorno, 773)
gen Luigi Bittoni (Firenze,  passato ad altra Loggia,  116)
col Bartolo  Blasio (Roma,  824)
cap Alessandro Boeris  Clemen (Roma,  738)
prof Giulio Bolacchi (Cagliari,  886)
uff Jose' Bolshaw Salles (Brasile, 601)
dott Gianni Bonaga (Torino, 376),
Vincenzo Bonamici (Pistoia,  880)
dott Ugo Bonasi (Roma, 857)
geom Antonio Bonetti (Cesena,  366)
Sandro Boni  (Firenze,  in sonno,  704)
dott  Nicolo'  Borghese (Roma,  546)
avv  Fabio Borzaga (Trento, passato ad altra Loggia,  424)
dott  Enrique Victor Boully (Buenos Aires, 691)
dott Osvaldo Brana (Dakar, 101)
gen  Ettore Brancato (Roma,  504)
dott Pasquale  Brandi (Bari,  9)
avv  Agneletto  Branko (Trieste,  passato ad  altra Loggia, 291)
dott Carlos Braulio (Brasile, 600)
Maurizio Bruni (Livorno,   774)
dott  Vittorio  Bruni  (Firenze,  706)
dott Ottorino Bruno (Roma, 103)
dott Paolo Bruno (Cosenza, 181)
gen Walter Bruno (Roma, 10)
Ivan Bruschi (Arezzo, 395)
dott Ettore Brusco (Roma,  11)
Renzo Bruzzone (Torino,  176)
dott  Fosco Buccianti  (Firenze,   638)
avv  Brunetto  Bucciarelli  Ducci (Arezzo,  573)
gen  Paolo Budua (Roma,  292)
avv  Glauco Buffarini Guidi (Roma,  102)
dott Roberto Buffetti (Roma, 322)
Aldo Bugnone (Torino, 785)
dott Antonio Buono (Forli', 104)
rag Giancarlo Buscarini (Roma, 850)
magg  Antonio  Cacchione (Firenze,  197)
cap  Carlo  Cadorna (Roma,  780)
Giorgio Cagnoni (Ravenna, 166)
dott Mario Cagnoni (Ravenna,  167)
Paolo  Cagnoni (Ravenna,  168)
Paolo  Caiani (Montecatini,   838)
Piero  Caiani  (Montecatini,  676)
Dott Salvatore Cajozzo (Svezia, 586)
col Antonio Calabrese (Bologna, 485)
dott  Silvio Caldonazzo (Roma,  293)
cap Guido  Calenda (Roma,  156)
dott  Roberto Calvi (Milano,  519)
dott Antonio Calvino (Buenos Aires,  692)
dott Antonio Campagni (Pisa, 665)
dott  Ennio  Campironi  (Milano,   888)
dott  Umberto  Campisi (Catania,  12)
maestro  Paolo Candigliota  (Roma,  379)
dott Antonio  Cangiano (Cosenza,  367)
col Rocco Cannizzaro  (Roma, 200)
cap Antonio Cantelli (Messina, 185)
ing Fernando Cantini (Firenze,  836)
dott Alberto Capanna (Roma,  553)
prof  Ilvo Capecchi (Pistoia, sospeso, 205)
dott Achille Capelli (Firenze, 640)
dott  Carlo  Capolozza (Roma,  294)
rag  Franco  Caponi (Civitanova,  882)
rag Attilio Capra (Milano,  188)
on Giulio Caradonna (Roma, 909)
prof Luigi Caratozzolo (Messina, 875)
p  i  Antonino Carbonaro (Cagliari,  13)
dott Eugenio  Carbone (Roma,  493)
magg Alberto Carchio (Livorno, 199)
dott Italo Cardarelli (Roma,  385)
dott Giampaolo Cardellini (Roma, 157)
col Rocco Carducci (Roma,  186)
prof Cesare Carella  (Viterbo, 396)
on Egidio Carenini (Milano,  551)
ten col Guido Carenza (Roma,  108)
on Vincenzo Carollo (Palermo, 295)
dott Piero (Pier)  Carpi (Reggio Emilia,  14)
dott Vittorio Carrieri  (La Spezia,  878)
dott Giorgio Carta (Roma,  794)
Silvio Casagni (Arezzo,  397)
dott Roberto Casarubea (Palermo, in sonno, 296)
dott Pietro Casellato (Treviso,  15)
gen Giuseppe Casero (Roma, 488)
Remo  Casini  (Firenze,  428)
prof  Alessandro  Casotto (Perugia,  190)
dott Salvatore Cassata (Marsala, 903)
dott Carlo Castagnoli (Torino,  876)
ing Antonio Castelgrande (Roma, 956)
avv Francesco Catalano (Bari, 16)
dott Giuseppe Catalano (Roma,  17)
ing Laico Bruno Cattaneo (Buenos Aires,  790)
dott  Filippo  Causarano  (Roma,   195)
col  Secondo  Cavalli (Firenze, in sonno, 429)
prof Luigi Cavallini (Pisa, 861)
prof Giorgio  Cavallo (Torino,  696)
dott Enrico Ceccarelli  (Roma, 189)
Mario Ceccherini (Grosseto, 191)
ten col Luigi Cecchetti (Roma,  919)
dott Mario Cecchi (Firenze, 649)
rag Bruno Cecchi (Firenze, 721)
dott Bruno Cecchini (Firenze, 397)
amm Marcello Celio (Roma,  815)
dott Massimiliano Cencelli (Roma, 897)
prof Isidoro Centrella (Roma,  905)
col Amedeo Centrone (Roma, 187)
dott Alberto Cereda (Roma, 645)
on Gianni Cerioni (Ancona, 843)
dott  Giovanni  Cerquetti (Roma,  18)
cap Umberto  Cesari (Roma,  630)
geom Eugenio Cesarini (Roma,  741)
cap Salvatore Cesario (Udine,  670)
dott Gabriele Cetorelli (Roma,  723)
on Aldo Cetrullo (Pescara,  passato al Grande Oriente,  154)
dott Francesco Cetta (Roma,  in sonno, 192)
rag Alessandro Checchini (Firenze,  835)
rag Claudio Chiais (Roma,  265)
dott Antonio Chiarelli (Firenze, passato ad altra Loggia, 399)
dott Brunetto Chiarelli (Firenze,  797)
dott Giulio Chiarugi (Firenze, 400)
gen  Giuseppe  Cianciulli (Bari,  164)
on  Fabrizio  Cicchitto (Roma,  945)
amm Giovanni Ciccolo (Lerici,  129)
dott  Italo Cichero  (Genova,  morto,  204)
dott Bernardino Cifani  (Roma, 193)
dott Luigi Cimino (Cagliari,  822)
geom Mario Cingolani (Ancona,  668)
Manlio  Ciocca  (L' Aquila,  380)
dott  Mario Ciolini (Firenze,  morto,  221)
Mario Ciolli (Firenze,  morto, 430)
dott Vasco Cioni (Firenze,  431)
dott Elio Cioppa (Roma, 658)
col  Enzo Cirillo (Firenze,  352)
rag Carlo  Ciuffi (Firenze,  419)
dott  Roberto Ciuni  (Roma,  814)
Renato Civinini  (Firenze,  743)
col Enzo Climinti (Roma,  in  sonno, 201)
col Ennio Cocci (Pisa, 576)
dott Joaquin Coelho (Brasile, 605)
dott  Antonio  Colasanti  (Roma,  360)
dott  Enrico Colavito (Venezia,  345)
rag Giuseppe Colosimo (Livorno, 681)
dott Giuseppe Compagno (Palermo,  298)
magg Marino Conca (Roma, 351)
magg  Giuseppe Consalvo (L' Aquila,  381)
dott  Alfonso Coppola (Roma,  19)
dott Loris Corbi (Roma, 562)
dott Fausto Cordiano (Brescia, 910)
col Antonio Cornacchia (Roma, 871)
Heitor  Correa  De Mello  (Brasile,  593)
dott  Stefano Corruccini (Pisa,  664)
dott Vincenzo Corsaro (Roma, 416)
p i Carmelo Cortese (Catanzaro,  20)
cap vasc Carlos Alberto Corti (Buenos Aires, 641)
dott Francesco Cosentino (Roma, 497)
prof Alfiero Costantini (Fiesole,  512)
ten col Alessandro Costanzo (Roma,  152)
dott  Maurizio  Costanzo  (Roma,  626)
dott Francesco  Cravero (Milano,  731)
Giovanni  Cravero  (Fossano, 140)
dott Giampaolo Cresci (Roma, 525)
dott Giovanni Cresti (Siena,  521)
dott  Fabio Crivelli (Cagliari,  299)
dott Giuseppe Renato Croce (Roma,  787)
dott Francesco Crupi (Roma, 300)
dott Giorgio Csepanyi (Palermo, 301)
ing Giampiero Cungi (Brasile,  184)
dott Lino Curiale (Ancona, 583)
dott Antonino Cusimano (Palermo, 302)
cap vasc Sergio D' Agostino (Roma,  131)
dott Antonio D' Ali Staiti (Trapani,  303)
gen Romolo Dalla Chiesa (Roma, 500)
cap Giuseppe D' Allura (Palermo,  892)
dott Federico D'  Amato (Roma,  554)
dott  Antonio D' Ancona (Palermo,  941)
on  Emo Danesi (Livorno,  752),
dott Mario D'Angelo (Viterbo, 763),
col  Salvatore  Dargenio (Roma,  209)
ing Giovanni D'  Arminio Monforte (Milano,  936)
dott Lorenzo Davoli (Roma,  659)
avv Sergio  De  Almeida Marques  (Brasile,  616)
dott  Stefano  De Andreis (Roma,  939)
dott Gabriele De Angelis (Roma, 277)
dott Gustavo De Bac (Roma,  657)
dott Hans De Belder (Vienna,  208)
magg  Umberto De Bellis (Venezia,  304)
dott Svandiro  De Blasis (Roma,  663)
rag Antonio De Capoa (Roma, 21)
on Massimo De Carolis (Milano,  624)
dott Matteo De Cillis (Roma, 22)
sen dott  Danilo  De'  Cocci (Roma,  404)
dott Pietro  De  Feo (Firenze, 432)
prof Domenico De Giorgio (Reggio Calabria, 216)
Domenico  De  Giudici  (Arezzo,   652)
geom  Giancarlo  Degl'Innocenti (Firenze, 708)
dott Renzo De Grandis (Bologna, morto, 433)
ten col Sergio Deidda (Roma,  215)
on Filippo De  Jorio (Roma,  511)
dott Guglielmo De La Plaza (Uruguay, 589)
dott  Cesar  De La Vega (Argentina,  590)
Alessandro Del  Bene (Firenze,  745)
geom Vittorio Del Bianco (Firenze,  709)
col Mario Del Bianco (Roma,  133)
rag Giampiero Del Gamba (Livorno, 863)
ten  col Manlio Del Gaudio  (Roma,  117)
Pierluigi  Del Guerra (Firenze, 710)
dott Giuseppe Dell' Acqua (Roma,  305)
dott Massimo Dell' Aquila (Bari, 306)
ten col Bruno Della Fazia (Livorno, capo gruppo 7, fasc 23)
dott Giuseppe Dell' Ongaro (Roma, 739)
dott Pietro De Longis (Genova, 768)
dott Jorio Del Moro (Firenze,  707)
on Ferruccio De Lorenzo (Napoli,  25)
dott Giuseppe Del Pasqua (Arezzo, passato al Grande Oriente, 353)
dott Pietro Del Piano (La Spezia,  212)
dott Michele Del Re (Roma, 661)
prof Edoardo Del Vecchio (Roma, 143)
magg Vittorio De Marco (Roma,  890)
avv Fulviano De Mari (Roma, 24)
Romolo De Martino (Firenze,  744)
dott Paolo De Michelis (Roma, morto,  213)
dott Vincenzo De Nardo (Roma, 307)
ing Salvatore Dente (Roma,  214)
Sergio Denti (Firenze, 643)
dott Bonifacio De Oliveira (Brasile,  606)
dott Carlo De Risio (Roma, 733)
col  avv Antonio De Salvo (Firenze,  194)
gen Luigi De  Santis (Roma,  capo gruppo 8, fasc 359)
dott William De Sena (Brasile, 603)
dott  Ercole De Siati (Teramo,  308)
avv Jorge De Souza (Brasile,  612)
Denis De Stafanis Baiardo (Tirrenia, 218)
Dott Levy  De Suoza (Brasile,  597)
dott Osvaldo De  Tullio  (Roma, 309)
Vincenzo  De  Vito  (Roma,  310)
dott Franco  Di  Bella (Milano, 655)
avv Alberto Di Caro (Bra, 98)
ten col Sergio Di Donato (Roma,  158)
dott Leonardo Di Donna (Roma, 827)
ten vasc Bruno Di Fabio (Roma, 210)
dott Rodolfo Di Filippo' (Roma, 311)
prof Giuseppe Di Giovanni (Palermo, 935)
rag Sergio Di Lallo (Firenze,  211)
gen Sebastiano Di Mauro  (Milano,  207)
dott Mario Diana (Roma,  555)
dott Luigi Dina (Milano, passato al Grande Oriente, 118)
dott Vincenzo D' Isanto (Firenze, 777)
prof Giuseppe Donato (Roma,  902)
Massimo Donelli (Napoli, 921)
avv Pedro Dos Santos (Brasile, 611)
dott Duilio Dottorelli (Roma,  434)
cap Gian Carlo D'Ovidio (Roma, 569)
avv Giovanni Druetti Di Ussel (Roma,  940)
dott Mario Duce (Cagliari, 799)
mar Maurizio Durigon (Arezzo, 418);
on  Mario Einaudi (Roma,  552)
dott Antonio Esposito  (Roma, 251)
rag Claudio Fabbri (Milano,  132)
dott Giovanni Fabbri (Roma, 816)
dott  Carlo Fabricci (Trieste,  26)
dott  Luigi Fadalti (Treviso,  938)
col Nicola Falde (Roma, in sonno, 119)
dott Carlo Falla Garetta (Cremona in sonno,  rest tessera,  96)
dott  Giovanni  Fanelli (Roma,  capo gruppo 5,  fasc  219)
cap Giovanni Fantini (Livorno,  406)
dott Francesco Farina (Arezzo, 510)
Mario Elpidio Fattori (Milano,  755)
dott Tito Favi (La Spezia, 435)
gen Enrico Favuzzi (Roma, 633)
dott Mario Alberto Fazio (Roma,  27)
ten col Luciano Federici (Arezzo, 568)
prof Franco  Ferracuti  (Roma,  849)
dott  Ruggero  Ferrara  (Roma, passato ad altra Loggia, 28)
Alberto Ferrarese (Firenze, 746)
dott Alberto Ferrari (Roma, 520)
dott Aldo Ferrari (Roma, 891)
avv Giuseppe Ferrari (Roma,  538)
dott Mario Ferrari (Firenze, 401)
rag Ivo Ferretti (Livorno, 29)
dott Antonio Ferri (Roma, 729)
ten  col Domenico Fiamengo (Cosenza,  837)
dott  Cirino Fichera (Catania,  312)
dott Wilson Filomeno  (Brasile,  613)
dott   Gerardo Finauri  (Argentina, 595)
dott   Beniamino Finocchiaro (Molfetta, 522)
dott Ennio Finocchiaro (L' Aquila, 436)
dott  Walter Fernandes Fins (608)
dott Ovidio  Fioretti (Cagliari,  873)
dott Publio Fiori (Roma, 646)
dott Ruggero Firrao  (Roma,  498)
dott Alessandro Flora  (Bari,  30)
dott Fabrizio Flumini (Roma,  784)
gen Carlo Foce (La Spezia, 120),
dott Marco Folonari (Brescia, 927)
amm Vittorio Forgione (Roma, 31)
on dott Franco Foschi (Roma, 680)
prof Arnaldo Foschini (Roma, 32),
sen Franco Fossa (Roma, 354)
Michele Fossa (Genova, 954)
dott Artemio Franchi (Firenze,  402)
Giorgio  Franchini (Firenze,   776)
cap  Luciano  Francini  (Pisa,   574)
dott Gianfranco Franco (Roma,  579)
dott Luigi Franconi (Roma, 437)
dott Francesco Franzoni (Torino,  438)
on Aventino Frau (Roma, 533)
dott Luis Fugasot (Uruguay, 596)
dott Sebastiano Fulci (Messina,  passato ad altra Loggia,  313)
dott Silvestro Furgas (Cagliari, 798)
cap Silvio Fusari (Livorno, 788)
dott Ugo Fuxa (Palermo, 314)
dott  Gian  Piero Gabotto (Roma,  928)
gen Eduardo  Gallardo Rincon (Messico,  610)
dott Salvatore Galante (Palermo,  315)
dott  Giuseppe Gallo (Genova,  33)
col Salvatore Gallo  (Roma, 933)
gen  Vitaliano Gambarotta  (Livorno,  225)
dott  Adolfo Gamberini (Ravenna,  224)
dott Edoardo Gasser (Trieste, passato ad  altra Loggia,  316)
comm Licio Gelli (Arezzo,  440)
dott Mario Genghini (Roma,  523)
dott Carmelo Genoese Zerbi  (Stati Uniti, 159)
ten  col  Francesco  Genovese  (Pisa,  860)
col Pasqualino Gentile (Roma,  357)
amm Antonino Geraci (Roma, 809)
dott  Roberto Gervaso (Roma,  622)
dott Antonio Jose' Ghirelli Garcia (Argentina,  620,
geom Giancarlo Ghironi (La Spezia, 879)
dott Giuseppe Giacchi (Roma, 217)
dott Ado Giacci (Ravenna, 35)
prof Giacomo Giacomelli  (Massa,  441)
Romano Giagnoni (Firenze,  748)
dott Domenico Gialli (Roma, 222)
ing Mario Giannetti (Firenze, 712)
ing Osvaldo Giannetti (Massa, 36)
gen  Orazio Giannini (Roma,  832)
dott  Orazio  Giannone (Firenze,  650)
gr uff Piero Giannotti (Viareggio,  403)
prof Gennaro Giannuzzi (Livorno, 735)
dott  Renato Giaquinto (Firenze, 711)
col  Renato Giarizzo (Roma,  223)
on  Ilio Giasolli (Roma, 556)
rag Renzo Giberti  (Genova, 895)
prof Luigi Gioffre' (Roma, 883)
dott Tommaso Giorgeschi (Firenze, 747)
avv  Raffaello  Giorgetti  (Arezzo, 541)
dott  Angelo Giovanelli (Roma, morto, 317)
dott Giovanni Giraudi (442)
dott Vincenzo Gissi (Bergamo, 227)
gen Raffaele Giudice (Roma, 535)
cap  Giovanni Giuffrida (Reggio Emilia, 561)
dott  Ezio Giunchiglia (Tirrenia, capo gruppo 11, fasc 639)
ten  col Umberto  Giunta (Reggio Calabria, 904)
dott Michele  Giovanni Giuratrabocchetta (Potenza, 951)
Vittorio Gnocchini (Arezzo, 698)
dott Gherardo Gnoli (Roma, 318)
ten col Vittorio Godano (Bologna, 226)
dott Giordano Goggioli (Firenze, 444)
dott Cesare Golfari (Galbiate, 817)
prof Egone Golimari (Trieste, passato ad altra Loggia, 443)
col Umberto Granati (Siena, 248)
dott  Osvaldo  Grandi (Massa,  37)
dott  Pietro  Paolo  Grassi (Potenza, 319)
gen  Giulio  Grassini  (Roma, 515)
dott Gianfranco Graziadei (Roma, 679)
gen Giulio Cesare  Graziani (Roma, 503)
dott  Giuseppe  Graziano  (Palermo,  320)
Mario Grazzini (Firenze, 445)
Mario Luigi Gregoratti (Firenze, 858)
dott Francesco Gregorio (Roma, 803)
dott Angelo Grieco (Novara, 446)
dott Matteo Grillo (Livorno,  439)
cap Ernesto  Grossi (Firenze, 636)
ten  col Santo Gucciardo  (Siena, 867)
dott Ferdinando Guccione Monroy (Pavia, 136)
dott Giovanni Guidi (Roma,  830)
dott Paolo Gungui (Cagliari,  859)
gen Giuseppe Guzzardi (Roma, capo gruppo 1, fasc 694)
dott Ever Haggiag (Roma, 137)
dott Julio Haratz  (Brasile,  604)
col  Rubens Iannuzzi (Roma, 138)
dott Giuseppe Impallomeni (Palermo, 920)
Francesco  Imperato  (Genova,  865)
Dott Waldemar Incrocci (Torino, morto, 97)
dott Oreste Innocenti (Milano, in sonno, 355)
dott Antonio Ioli (Torino, 852)
dott Francesco Ioli (Torino, capo gruppo 16, fasc 572)
dott Carmelo Isaia (Cagliari, 38)
dott Luigi Ivaldi (Roma, 230)
dott Jose' Isaac Katz (Buenos Aires, 688)
dott  Guido  Kessler (Verona, in  sonno, 39)
gen  Giuseppe Kunderfranco (Palermo, 372)
dott Adolfo Kunz (Firenze, 766)
on  dott Silvano Labriola (Roma, 782)
cap Antonio La  Bruna (Roma, 502)
dott Luciano Laffranco (Perugia, in sonno, 232)
dott Ippolito La Medica (Roma, 121)
ten col Michele La Medica (Firenze, 447)
comm Remo Landini (Verona, 109)
dott Claudio Lanti (Roma, 914)
dott Giovanni La Rocca (Perugia, 672)
dott Raul Alberto Lastiri (Argentina, 621)
Gennaro (Gino)  Latilla (Firenze, 41)
dott Armando Lauri (Firenze, 588)
dott Silvio Lauriti (Roma, 952)
col Fulberto Lauro (Roma, 542)
dott Pablo Lavagetto (Buenos Aires, 480)
cav lav Mario Lebole  (Arezzo, 139)
dott Antonio Leccisotti (Roma,  662)
dott Giovanni Ledda (Nuoro, 42)
col Federico Lenci (Buenos Aires, 558)
avv Vito Lenoci (Bari, morto, 231)
Luigi Lenzi (Pistoia, sospeso, 236)
avv  Leonardo Leonardi (Roma, in sonno, 373)
dott  Emilio Leonelli (Roma, 448)
dott Vincenzo Leporati (Torino,  morto, 324)
dott  Enzo Lerario (Firenze, 405)
dott Walter  Levitus (Trieste, in sonno, 325)
cap Matteo Lex (Firenze, 724)
dott Antonino Li Causi (Roma, 526)
cap Serafino Liberati  (Roma, 389)
dott  Vittorio Liberatore (Ancona, 804)
on Gaetano Liccardo (Napoli, 557)
dott Bruno Lipari (Roma, 693)
dott Vincenzo Lipari (Roma, 326)
gen Vittorio Lipari (Bologna, capo gruppo 13, fasc 449)
prof Gianfranco Lizza (Roma, 233)
ing Glauco Lolli Ghetti (Genova, 539)
magg Giovanni Longo (Roma, 234)
prof Pasquale Longo (Alberobello, 165)
on Pietro Longo (Roma 926)
dott Gaetano (Nino) Longobardi (Roma, 368)
dott Luigi Loni Coppede' (Firenze, 278)
avv  Gaetano  Lo  Passo (Messina, 43)
dott Antonio Lopes (Brasile, 598)
dott Jose Lopez Rega (Argentina, 591)
gen Donato Lo Prete (Roma, 482)
col Giancarlo Lorenzetti (Roma, 44)
Giancarlo Lorenzini (Roma, 855)
prof  Massimo Losappio (Siena, 697)
dott Domenico Lo Schiavo (Australia, 247)
cap Mario Lotta (Udine, in  sonno, 377)
col Giuseppe Lo Vecchio (Roma, 514)
avv Rocco Lo Verde (Palermo, 328)
dott Alvaro Luciani (Roma, 329)
ing Luciano Luciani (Trieste, 451)
dott Otello Macchioni Di Sela (Roma, 45)
dott Giuseppe Macina (Arezzo, 868)
dott  Luigi  Madia  (Milano, in sonno, 46)
sottoten  vasc Fulvio Mafera (Pisa, 725)
gen  Gianadelio Maletti (Roma, 499)
dott Francesco Malfatti di Montetretto (Roma, 812)
prof  Giancarlo Maltoni (Firenze,  415)
on dott Enrico Manca (Roma, 864),
col Pierluigi Mancuso (Piacenza, 206)
dott Andre' Mandi (Roma, 363)
ten col Roberto Manniello (Firenze, in sonno,249)
dott Giuseppe Mannino (Palermo, 452)
dott Dario Manzini (Firenze,  407)
cap fr Vito Marano (Livorno, 369)
geom Guglielmo Marcaccio (Roma, 160)
col Carlo  Marchi (Reggio Emilia, 241)
arch Antonio Marchitelli  (Roma,  862)
Maresco Marini (Firenze, 408)
dott Pasquale Marino (Roma, 566)
on Luigi Mariotti (Firenze, in sonno, 489)
dott Renato Marnetto (Roma, 677)
dott Giovanni Marras (Cagliari,737)
dott Osvaldo Marras (Firenze, 453)
cap fr Mariano Marrone (Ancona, 840)
Franco Marsili (Firenze, in sonno, 753)
Mario Marsili (Arezzo, in sonno, 506)
dott Carlo Martino (Torino, 252)
on Anselmo Martoni (Molinella, in sonno, 123)
cap Antonio Marturano (948)
dott  Massimo Mascolo (Roma,  781)
dott Marco Masini (Roma, 237)
on Renato Massari (Milano, 889)
amm Aldo Massarini (Roma, 695)
dott  Sergio  Massenti (Pisa, 253)
gen  Emilio Eduardo Massera (Buenos Aires, 478),
dott  Carlo  Massimo (Firenze, 409)
prof Paolo Matassa Marchisotto (Palermo, 943)
dott  Carlo Mauro (Roma, 565)
dott Giacomo Mayer (Roma, 47)
dott Giorgio Mazzanti (Roma, 826)
col Rocco Mazzei  (Milano, morto, 386)
sen Luigi Mazzei (Roma, 48)
col Giuseppe Mazzotta (Livorno, 818)
dott Giuseppe Mazzotti (Roma, 454)
dott Roberto Memmo (Roma, 564)
ten col Gaetano Mendolia (Roma, 550)
dott Gianni Mercatali (Firenze, 778)
gen Francesco  Mereu  (Roma, morto, 490)
dott Giorgio Merli (Roma, in sonno, 49)
cap Pietro Mertoli  (Livorno, 734)
prof Renzo Merusi (Roma, 240),
dott Marco Messeni Petruzzelli (Roma, in sonno, 50)
dott  Antonio Messina (Cosenza, 250)
prof Michele Messina (Firenze, 414)
rag Elio Messuri (La Spezia, 51)
dott Roberto Romero Meza (Genova, 686)
dott  Leo Micacchi (Roma,  330)
gen Vito Miceli  (Roma, 491)
gen Giuliano Micheli (Padova, 653)
dott Franco Michelini Tocci  (Roma, in sonno, 331)
rag Enrico Michelotti (Messina, 52)
col Giuseppe Midili (Roma, 244)
arch Aladino Minciaroni (Roma, 931)
col  Giovanni Minerva  (Roma, 517)
avv Sergio Minervini (Livorno, 513)
gen Osvaldo Minghelli (Roma, 142)
avv Pietro Minnini (Bari, passato al Grande Oriente, 456)
gen Igino Missori (Roma,  559)
geom Roberto Misuri (Pisa,  962)
dott Arrigo Molinari (Genova, 767)
on prof Ottorino Monaco (Roma, 53)
cap Giuseppe Mongo (Firenze, 684)
on Amleto Monsellato (Lecce,  54)
col Giuseppe Montanaro (Brescia, 906)
ten col Anselmo Montefreddo (Pavia, 246)
Riziero Monti (Ravenna, 55)
dott Flavio Montisci (Cagliari, 823)
gen brig aerea Otello Montorsi (Roma, 144)
ten col Franco Morelli (Reggio Calabria, 918)
dott  Mario Moretti (Roma, 932)
cap Carlo Mori  (Roma, 841)
dott Gaetano Morreale (Firenze, 56)
dott Flaviano Morri (Forli', 674)
dott Panfilo Morroni (Venezia, 239)
dott Paolo Mosca (Roma, 813)
dott Francesco Mosciaro (Palermo, passato ad altra Loggia, 245)
comm Bruno Mosconi (Firenze, capo gruppo 9, fasc 392)
dott Giovanni Motzo (Cagliari, capo gruppo 3, fasc 57)
cap fr Angelo Murru (Savona, 58)
magg Franco Murtas (Nuoro, 930)
dott Arrigo Musiani (Siena, 59)
gen Fausto Musto (Bolzano, 457)
col Pietro Musumeci (Roma, 487)
dott Franco Nacci (Roma, 759)
dott Paolo Nannarone (Cortona, 536)
on Vito Napoli (Roma, 887)
dott Luigi Nebiolo (Roma, 810)
arch Mario Negri (Firenze, 713)
prof Rosario Nicoletti (Roma, 950)
ten col Renato Nicoli (Firenze, 455)
dott Edilio Nicolini (Genova, 916)
col Domenico Niro (Torino, capo gruppo 10, fasc 458)
dott Giovanni Nistico' (Roma, 675)
mar magg Enrico Nocilli (Livorno, 923)
Alighiero Noschese (Roma, morto, 343)
Alberto Nosiglia (Livorno, 869)
col Franco Novo (Arezzo, 459)
prof Angelo Nunziante (Messina, 460)
Antonio Nunziati (Firenze, 885)
ten col Salvatore Oddo (Roma, 937)
prof Gianluigi Oggioni (Firenze, 637)
dott Luigi Oliva (Rapallo, 770)
Carlo Onnis (Oristano, 898)
dott Giovanni Organo (Padova, in sonno, 332)
dott  Giampiero  Orsello (Roma,  60)
avv Umberto  Ortolani (Roma, 494)
dott Antonio Pacella (Livorno, 671)
dott Gian Carlo  Pagano (Torino, morto, 202)
dott Antonio Paladini (Roma, in sonno, 61)
dott  Giovanni Palaia (Roma, 792)
dott Claudio  Palazzo (Cagliari 821)
avv Giampaolo Pallotta (Firenze, 258)
dott Bruno Palmiotti (Roma, 220)
gen Giovambattista Palumbo (Firenze 135)
ing Pasquale Palumbo (Roma, in sonno, 62)
comm Costantino Panarese (Torino, 461)
dott Roberto Pandolfini (Firenze, 900)
ten col Giancarlo Panella (Milano, 371)
dott Andrea Panno (Genova, 802)
dott Sergio Panzacchi (Roma, 290)
col Marco Paola (Bologna, passato ad altra  Loggia, 462)
avv Mario Paola (Firenze, 257)
dott Enrico Paoletti (Firenze, 254)
prof  Ivan  Papadia  (Bari, 922)
rag Nicolino Pappalepore (Paganica, in sonno, 382)
Angelo Paracucchi (La Spezia, 769)
dott Maurizio Parasassi (Roma,  582)
cap dott Giuseppe Paratore (Arezzo, 845)
dott Angelo Parisi (Pesaro, 806)
Pieruggero Partini (Roma, 255)
dott Tito Pasqualigo (Torino, 874)
dott Andrea Pasqualin (Firenze, 683)
dott Bruno Passarelli (Roma, sospeso, 141)
dott Vito Passero (Torino, 63)
dott Ferdinando Pastina (La Spezia, 801)
ten col Franco Pastore (Nuoro, 370)
cap Giovanni Pastore (Tirrenia, 894)
dott Salvatore Pastore (Roma, 960)
Marcello Pastorelli (Livorno, 833)
dott Giovanni Pattumelli (Roma, 64)
Alvaro Pazzagli (Firenze, passato al Grande Oriente, 259)
dott Franco Peco  (Milano, 110)
avv Carmine (Mino) Pecorelli (Roma, morto, 235)
on Mario  Pedini (Brescia, 570)
dott Vitaliano Peduzzi (Milano, 111)
dott Davide Pellegrini (Roma, 387)
dott Olivo Pelli (Roma, 107)
prof Renato Pellizzer (Siena, 682)
dott Walter Pelosi (Roma, 754)
dott Francesco Pennacchietti (Roma, 65)
dott  Corrado Pensa (Roma, in sonno, 333)
dott Maurizio Pepe (Torino, 263)
Claudio  Perez  Barruna (Costa Rica, 594),
dott Aldo Peritore (Roma, passato al Grande Oriente, 261)
dott Alberto Perna (Torino, 796)
dott Cesare Peruzzi (Firenze, 716)
dott Carlo Pesaresi (Forli', 172)
rag Lamberto Petri (Ancona, 567)
cap Gianfranco Petricca (Livorno, 627)
Antonio Petrucci (Firenze, 715)
on Sergio Pezzati (Firenze, 528)
Claudio Pica (in arte: “Claudio Villa”) (Roma, in sonno, 262)
on dott Rolando Picchioni (Torino, 808)
gen Franco Picchiotti (Roma, capo gruppo 4, fasc 495)
ten  col Antonio Piccirillo (Como, 264)
mar cav Romano Piccolomini (Firenze, 256)
prof  Claudio Pierangeli  (Siena,  463)
dott Giuseppe Pieri (Roma, 530)
Roberto Pieri (Firenze, 756)
Giovanni Pieroni (Firenze, 714)
on Giulio Pietrosanti  (Roma, 66)
dott  Michele Pignatelli (Roma, 334)
dott Waldimiro Pinto (Brasile, 602)
magg Francesco Pirolo (Roma, 260)
gen sq aerea Luigi Pirozzi (Roma, 854)
cap Gino Pisani (Genova, 40)
dott Giorgio Pisano (Cagliari, 642)
dott Sergio  Piscitello (Roma, 507)
dott Alberto Pistolesi (Firenze, 749)
dott Giuseppe Pizzetti (Firenze, morto, 410)
dott Giulio Pizzoccheri (Milano, passato ad altra Loggia, 242)
dott Michele Pizzullo (Roma, 145)
dott Giovan Vincenzo Placco (Roma, 947)
prof Carlo Poglayen (Macerata, 267)
dott Giuseppe Pluchino (Ragusa, 957)
cap fr Giuliano Poggi (Caracas, 464)
cap fr Osvaldo Poggi (Padova, passato ad altra Loggia, 161)
dott Marcello Poggini (Roma, 388)
dott  Duilio Poggiolini (Roma, 961)
col  Italo Poggiolini (Livorno, 575)
avv Wolfango Polverelli (Roma, 162)
dott Domenico Pone (Roma, 421)
prof Leonello Ponti (Roma, 660)
dott Saverio Porcari Li Destri (Cuba, 831)
cap Fausto Porcheddu  (67)
cap  Roberto  Porcheddu  (68)
dott  Pasquale Porpora (Milano, capo gruppo 14, fasc 70)
dott Michele Principe (Roma, 829)
dott  Massimo Pugliese  (Roma, 266)
prof Clemente Pulle' (Messina, 955)
prof Pietro Pulsoni (Roma, 69)
cap Giuseppe Putignano (Firenze, 764)
ten  col Giuseppino Quartararo (Livorno, 577)
amm Giovanni (Juan) Questa (Argentina, 617)
dott Domenico Rabino (Modena, 825)
dott  Giorgio  Ramella (Genova, 771)
prof Vincenzo Randi (Ravenna, morto, 71)
dott Giacomo Randon (Roma, 146)
Bruno Ranieri (Roma, morto, 465)
dott Domenico Raspini (Ravenna, 72)
gen Osvaldo Rastelli (Bologna, 105)
maestro Giulio Razzi (Roma, morto, 466)
dott Angelo Rega (Roma, 73)
cap Aldo Renai (Firenze, 268)
avv Lucio Riccardi (Bari, 74)
avv Emilio Riccardi (Torino, morto, 95)
dott Giuseppe Ricci (Viterbo,  467)
gen  Giovanni  Riffero (Torino, 486)
dott Renato Righi (Firenze, 122)
dott Giovanni Rizzi (Verona, 760)
dott Angelo Rizzoli (Milano, 532)
col Vincenzo Rizzuti (Roma, 811)
dott Enrico Rocca (Cagliari, 884)
col Fausto Rodino' (Ostia, 269)
Carlo Rolla (Genova, 881)
dott Francesco Romanelli (Roma, 75)
dott Ovidio Romanelli (Roma, 335)
ten col Antonio Romano (Roma, 549)
dott William Rosati (Genova, capo gruppo 15, fasc 673)
cap Andrea Roselli (Potenza, 585)
gen Roberto Roselli (Roma, 99)
prof Edmondo Rossi (Roma, 805)
dott Giorgio Rossi (Milano, 323)
Mario Rossi (Frosinone, 730)
dott Bruno Rozera (Roma, passato al Grande Oriente, 76)
ing Mario Rubino (Palermo, 336)
dott Carlo Ruffo della Scaletta (Firenze, 717)
dott Felice Ruggiero (Roma, 847)
dott Domenico Russo (La Spezia, 846)
dott Francesco Russo (Agrigento, 196)
cap Guido Ruta (Stati Uniti, 628)
dott Claudio Sabatini (Roma, 783)
ten col Gianfranco Sabatini (Aosta, 953)
dott Elio Sacchetto (Roma, 634)
arch Ambrogio Sala (Torino, 228)
magg Mario Salacone (Roma, 163)
ing Simonpietro Salini (Roma,  in  sonno,  531)
dott  Francesco Salomone (Roma, 678)
arch Francesco Sanguinetti (Roma, morto, 337)
Ermido Santi (Genova, 772)
geom Ferruccio Santini (Roma, 775)
dott Mario Santoro  (Bologna, 77)
gen Giuseppe Santovito (Roma, 527)
dott Roberto Sarracino (L'Aquila, 383)
geom Stefano Sassorossi (Firenze, 719)
cav Carlo Satira (Reggio Calabria, 78)
dott Vittorio Emanuele di Savoia (Ginevra, 516)
dott Vittorio Sbarbaro (Roma, 934)
dott Francesco Scalabrino (Messina, morto, 469)
dott Leonardo Scali (Roma, 958)
ten col Pasquale Scarano (Oristano, 839)
ten col Michele Schettino (Torino, 761)
dott Darcy Schettino Rocha (Brasile, 607)
Aldo Schiassi (Bologna, 924)
avv Giulio Schiller (Padova, 654)
ten col Mario Scialdone (Firenze, 147)
dott Santo Sciarrone (Milano, 635)
gen Salvatore Scibetta (Roma, 124)
col Domenico Scoppio (Roma, 274)
ing  Alberto Scribani (Parigi, 198)
on Loris Scricciolo (Chiusi, 125)
dott Piero Scricciolo (Arezzo, passato al Grande Oriente, 149)
prof Albino Secchi (Firenze, 411)
dott Gustavo Selva (Roma, 623)
dott Mario Semprini (Roma, 544)
dott Pasquale Setari (Padova, 106)
ing Lucien Sicouri (Genova, 580)
dott Elio Siggia (Roma, 656)
ten vasc Giuseppe Silanos (Roma, 271)
dott Enrico Silvio (Genova,  338)
prof Augusto Sinagra (Roma,  946)
avv Michele Sindona (501)
magg Giovanni Sini (Livorno, 578)
dott Raffaele Sinisi (Arezzo, 297)
gen Giuseppe Siracusano (Roma, 496)
dott Fiorello Sodi (Firenze, 34)
dott Edgardo Sogno Del  Vallino (Torino, 786)
Ugo Soldani (Firenze, 718)
dott Angelo Raffaele Soldano (Roma, 272)
dott Gerolamo Sommo (Aosta, 912)
dott Girolamo Sorrenti (Roma, 339)
dott Franco Sorrentino (Cagliari, 79)
ten col Lino Sovdat (Firenze, 471)
gen Pietro Spaccamonti (Roma, 472)
dott Ettore Spagliardi (Aosta, 915)
dott Carmelo Spagnuolo (Roma, in sonno, 545)
dott Piero Spalluto (Milano, 872)
dott Paolo Sparagana (Losanna, 537)
dott Aldo Spinelli (Milano, in sonno, 80)
on Gaetano Stammati (Roma, 543)
dott Antonio Stanzione (Forli', 793)
ten col Savino Stella (Firenze, 722)
dott  Domenico Stellini (Treviso, in  sonno, 81)
magg Marcello Stellini (Roma, 273)
dott Giorgio Sternini (Venezia, 82)
dott Giorgio Florio Stilli (Firenze, 648)
dott Randolph K Stone (Los Angeles, 899)
dott Bruno Strappa (Ancona, 584)
cap dott Giuseppe Strati (Reggio Calabria,  959)
dott  Francesco Sturzo (Palermo, 340)
gen Carlos Suarez Mason (Argentina, 609)
dott Giuseppe Szall (Milano, 524)
Leandro Tacconi (Roma, 632)
cap Ezio Talone (Napoli,  276)
ing Gennaro Tampone (Firenze, 750)
dott Vittorio Tanassi (Roma 473)
magg Giacomo Tarsi (Roma, 151)
avv Paolo Tartaglia (Roma, 842)
dott Bruno Tassan Din (Milano, 534)
Giovanni Tassitano (Pisa, 925)
dott Elijak Taylor (Liberia, 619)
dott Alberto Teardo (Albissola, 341)
dott Mario Tedeschi (Roma, 853),
on Emanuele Terrana (Roma, morto, 356)
cap Corrado Terranova (Taranto, 83)
prof Carlo Terzolo (Torino, morto, 342)
gen Guido Tesi (Firenze, in sonno, 587)
Augusto Tibaldi  (Roma, sospeso, 100)
dott  Mario Tilgher (Roma, passato al Grande Oriente,  84)
dott Alessandro Tizzani (Torino, 795)
col Mario Tognazzi (Firenze, morto, 412)
dott William  Tolbert (Liberia, morto, 618)
dott Emanuele Tomasino (Palermo, 669)
Osvaldo Tonini (Brasile, 614)
amm Giovanni Torrisi (Roma, 631)
cap Menotti Tortora (Firenze, 275)
Silvano Tosi (Arezzo, 477)
Massimo Tosti (Roma, 929)
dott Gaetano Trapani (Milano, 779)
ten  col  Mario Traversa (Brindisi, 758)
dott  Roberto Trebbi (Tirrenia, 685)
prof Fabrizio Trecca Trifone (Roma, capo gruppo 17, fasc 327)
comm Lorenzo Tricerri (Torino, in sonno, 85)
cav Aurelio Tripepi (Reggio Calabria, morto, 474)
col Giuseppe Trisolini  (Roma,  morto, 547)
avv  Francesco Troccoli (Bari,  86)
dott Francesco Trois (Cagliari, 820)
ten col Domenico Tuminello (Perugia, 148)
gen Mauro Turini (Roma, 740)
dott Vincenzo Tusa (Palermo, 344)
comandante Paolo Uberti (Roma, 280)
dott Asdrubale Ugolini (Firenze, 413)
geom Mauro Ugolini (Firenze, 720)
ten col Giacomo Ungania (Roma, 901)
prof Antonio Urbano (Catania, 279)
ten col Ottavio Urciuolo (Firenze, 126)
dott Salvatore Vagnoni (Roma, 468)
avv Mario Valenti (Arezzo, morto, 644)
dott Roberto Valenza (Roma, 757)
dott Vincenzo Valenza (Roma, 243)
gen Enzo Vallati (Roma, 508)
dott Cesare Valobra (Milano, in sonno, 87)
dott Giancarlo Elia Valori (Roma, espulso, 283)
prof Walter Vannelli (Roma, 88)
prof Cesare Vannocci (Livorno, 89)
dott Giuseppe Varchi (Trapani, 908)
gen Dante Venturi (Palermo, morto, 346)
dott Aldo Vestri (Genova, 90)
dott Giovanni Viarengo (Torino, 91)
cap Massimo Vicard (Roma, 866)
col Mario Pompeo Vicini (Roma, 127)
col Antonio Viezzer (Roma, 509)
dott Alberto Vignes  (Argentina, morto, 592)
dott Luigi Nello Villa (Torino, 374)
dott Vincenzo Villata  (Roma, 391)
dott Maria Jose' Villone (Buenos  Aires, 690)
avv Enrico Vinci (Roma, 282)
dott Francesco Viola (Torino, 375)
magg  Enrico Violante  (Livorno, 284)
dott Ferdinando Visciani (Firenze, morto, 281)
dott Annibale Viscomi (Montecatini, 647)
Roberto Visconti (Firenze, 751)
dott Angelo Visocchi (Roma, 791)
dott Gaetano Vita (Roma, 390)
dott Fabio Vitali (Torino, in sonno, 347)
dott Vincenzo Vitali  (Siena, 348)
avv Mario Vitellio (Roma, 666)
gen Ambrogio  Viviani (Novara, 828)
avv Carlo Voccia (Roma, 667)
avv Gaetano Vullo (Milano, 856)
dott Fernandes Wilson De Valle (Buenos Aires, 687)
dott Mario Zaccagnini (Roma, 92)
cap Maurizio Zaffino (La Spezia, 285)
dott Leonida Zanaria (Milano, 896)
dott Mario Zanella (Roma, 476)
dott Lelio Zappala' (Roma,  475)
ing Lucio Zappulla (Palermo, 349)
dott Aldo Zecca (Roma, 350)
dott Sergio Zerbini (Modena, 93)
dott Giorgio Zicari (Roma,  844)
dott Alfredo Zipari (Roma, 470)
prof Amonasro Zocchi (Roma, 571)
Elie Zocheib (Modena, 893)
on Michele Zuccala' (Roma, 492)
comm Antonio Zucchi (Arezzo, 128)
dott Paolo Zucchini (Roma, 362).

http://www.uonna.it/p2elenchi.htm

Article 23

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IL TRIBUNALE DI PORDENONE : UN TRIBUNALE CHE NON GARANTISCE UN GIUSTO PROCESSO




Redazione di Dissonanze.

Ha suscitato un vivace dibattito a livello nazionale una sentenza della Corte di Cassazione a seguito di un ricorso per trasferimento di un processo a suo carico per incompatibilità ambientale giudiziaria del tribunale di Pordenone,  proposto dall’ avvocato Edoardo Longo.

La sentenza della Corte di Cassazione ha lo stomachevole sapore di una sentenza corporativa e di casta che, a costo di violare legge e giustizia, tenta di proteggere giudici colpevoli di gravi condotte dalle conseguenze del loro fio.

I termini del dibattito più intelligenti e moralmente onesti sono quelli elaborati da Il Giornale.it al seguente link :


Su questa sentenza corporativa ed incompatibile con uno stato di diritti e che celebra i fasti autoreferenziale di una magistratura che, anzichè essere al servizio della legge , della legge se ne serve per proclamare la propria impunità , ritorneremo sulle pagine di questo blog dedicate alla malagiustizia italiana.

Ritorneremo con i commenti dell’ avvocato Longo, che anche recentemente da dedicato un libro ( “ la giustizia negata”[1] ) sul golpe giudiziario volto a caducare il principio del giusto processo e il diritto ad un giudice terzo.

Al momento, riteniamo interessante proporre alla lettura di tutti il testo del ricorso su cui la casta giudiziaria si è scatenata, sentendo da esso incrinata la loro tirannica volontà di potenza e di impunità assoluta.

Il ricorso è stato pubblicato integralmente, salvo alcuni tagli a tutela della privacy di altre persone.le fotografie a corredo di questo post, sono state ovviamente aggiunte nella sua versione web .

L’ antefatto di questa vicenda giudiziaria – una operazione di “ pulizia etnica” contro lo scomodo avvocato Longo che ha subito negli anni una aggressione giudiziaria insensata e ingiusta  di oltre 50 procedimenti penali da cui è stato sempre assolto – è esposto nel seguente post, uno dei dieci più letti in assoluto di questo blog dal 2011 ad oggi :


Ecco il ricorso. Chiunque volesse farci giungere i suoi commenti, li pubblicheremo. Inviare i testi e gli scritti a questa mail :



Redazione di Dissonanze.



Oggetto e motivi dell' istanza di trasferimento del processo ad altra sede , diversa dal tribunale di Pordenone.


Incompatibilità ambientale della sede giudiziaria di Pordenone  per motivi  risarcitori civili  nei confronti dei magistrati Eugenio Pergola, Monica Biasutti, Roberta Bolzoni, in servizio presso il tribunale penale di Pordenone  .



N
el maggio del 2010 il ricorrente venne investito da violentissime misure giudiziarie che non trovavano supporto logico – giuridico – probatorio alcuno. Queste misure furono gli arresti domiciliari ( subito annullati dal tribunale distrettuale di Trieste) e l’ abnorme sequestro dell’ intiero studio legale sito in Pordenone, peraltro in contitolarità con altro professionista ( l’ avvocato Sandra Cisilino del Foro di Udine).

Ripercorrere le premesse storico – giuridiche di codesta aggressione sarebbe troppo lungo, per cui si fa espresso rinvio al Memoriale  redatto dall’ avvocato Edoardo Longo , e qui allegato,[2] che ripercorre anche le più vistose violazioni alla legalità portate avanti dagli uffici giudiziari di Pordenone in questo contesto di aggressione giudiziaria illegale ed illegittima.

Per concludere codesto excursus su una vicenda giudiziaria che non getta alcuna luce di onore e di merito alla magistratura della città di Pordenone , si  soggiungerà  anche che il contiguo potere forense, non estraneo agli interessi poco apprezzabili e molto illegittimi giuridicamente   che hanno mosso l’ aggressione al sottoscritto, si è visto annullare una illegale misura di sospensione cautelare professionale, con l’ allegata sentenza nr. 247-10 RG del Consiglio Nazionale Forense emessa in data 27.01.2011. [3]

Tale misura era stata irrogata con estrema superficialità e notevole prevenzione soggettiva nei confronti del ricorrente cagionandogli notevoli danni all’ avviamento professionale , , ancor oggi non riassorbiti ed anzi acuiti per il perdurare della crisi economica generale.

Nei confronti di codesti galantuomini[4] pende azione risarcitoria  inoltrata dal ricorrente  , per i danni inferti  con oltre sei mesi di illegale sospensione dal lavoro.

L’ oggetto precipuo di questa istanza volta al trasferimento ad altra sede del presente procedimento è la posizione di incompatibilità e conflitto di interessi nei confronti del sottoscritto e in capo ai magistrati della locale sezione penale.

Infatti, pende azione civile  di risarcimento per danni giudiziari infertimi, che  ha per oggetto preciso un  atto illegale pronunciato in odio e disprezzo dell’ avvocato Longo : si tratta della   ordinanza del tribunale di Pordenone che, su mio ricorso per l’ annullamento del sequestro del mio studio, in data rigettava della mia istanza ritenendo legittimo il sequestro illegittimo posto in esecuzione .

L’ ordinanza – allegata – portava la firma dei seguenti magistrati del tribunale di Pordenone :

dott. Eugenio Pergola
dott. Monica Biasutti
dott. ssa Roberta Bolzoni .

In data 24.05.2010 i pubblici ministeri Sorti e Delpino della procura di Pordenone chiedevano al GIP l’ autorizzazione alla perquisizione e relativo sequestro, autorizzazione che veniva concessa, ovviamente entro i limiti di legge.

Il tutto trovava illegale esecuzione con l’ atto di sequestro successivo qui allegato.

Avverso a questo atto, l’ avvocato Longo, l’ avvocato Cisilino ( contitolare dello studio legale di cui si era appropriata con destrezza e illegalità la procura di Pordenone) e altro indagato, il sig. E. C. , interponevano la impugnazione del caso al tribunale di Pordenone.

Il tribunale di Pordenone, con ordinanza  qui allegata, in data 11.06.2010 , avvallava illegalmente il decreto di sequestro fuori legge.

Successivamente l’ avvocato Longo  ricorreva alla Suprema Corte di Cassazione nei confronti della citata ordinanza.

In data 10 dicembre 2010  , con decisione qui allegata, la Suprema Corte accoglieva il  ricorso, annullava l’ ordinanza impugnata del tribunale di Pordenone, dichiarava illegittimo il sequestro del mio Studio Legale e rimetteva gli atti ex novo al tribunale di Pordenone perchè, in diversa composizione collegiale, recependo il richiamo alla legalità ribadito dalla Suprema Corte, accogliesse il  ricorso e dichiarasse nullo l’ abnorme sequestro di tutti i miei beni e della mia possibilità di lavorare.

La Cassazione rilevava la assoluta inammissibilità dell’ impugnato sequestro, perché fuori da ogni canone di legalità, in quanto finalizzato ad obiettivi non ammessi dalla legge ed estranei ad ogni ipotesi legittima di sequestro penale probatorio.

La notizia veniva ripresa dagli organi di informazione, senza che ciò abbia potuto, ovviamente, compensare il danno dalle notizie in precedenza strillate a mezzo stampa ed inerenti il sequestro dello Studio legale.
Di seguito riproduciamo l’ articolo che Il Messaggero Veneto dedicò al dissequestro :




In data 28.02.2011  si teneva il secondo riesame avanti al tribunale di Pordenone.

Ed è sul contenuto della decisione presa ivi, su rinvio della Suprema Corte , che intendo appuntare la attenzione.

Si noti, innanzi tutto, che a presiedere il secondo collegio troviamo di nuovo il giudice dott. Eugenio Pergola, presidente anche nel collegio che emise la aberrante decisione cassata dalla Suprema Corte.

E’ evidente che costui, in ossequio alle generali norme sui rinvii dalla Suprema Corte,giammai avrebbe potuto presiedere anche il secondo collegio, poichè il rinvio presuppone che a pronunciarsi sia sì il medesimo tribunale, ma in composizione diversa rispetto a quella della decisione cassata…

Questo atto del dott. Pergola, di certo non rispettoso della legalità e sia detto, anche vagamente sopra le righe  ed inopportuno per il prestigio e rispettabilità dell’ ordine giudiziario, si è risolto, sia pure non certo per volontà del Pergola, in una confessione di sua responsabilità e di responsabilità del primo collegio  per negligenza grave ed inescusabile nel primo giudizio ( quello cassato).

Si legga infatti la ordinanza con cui il secondo riesame accoglieva il disposto di annullamento ordinato dalla Suprema Corte.

Dopo oltre sei pagine fitte fitte di elucubrazioni senza senso e irrilevanti, il cui unico fine è quello di gettare fango sull’ indagato avvocato Edoardo Longo, al fine evidente di eludere la propria responsabilità giudiziaria per aver avvallato ( con raro compiacimento ed arroganza, non dimenticandosi neppure di infliggere ritorsive sanzioni per cassaammende per aver proposto il primo ricorso, ritenuto da tali luminari del dirittoinammissibile e infondato , ma accolto de plano dalla Cassazione ) un sequestro illegale, alla fine il tribunale di Pordenone si degna di recepire il principio di diritto enunciato dalla Suprema Corte.

Attenzione, però  : il tribunale di Pordenone tenta anche, spudoratamente, una difesa di ufficio della propria ordinanza aberrante..


Scrive che “ si deve osservare che errando, [5]aveva compreso che la perquisizione fosse iniziata di mattina e si fosse arrestata a tarda sera senza essere stata completata..”


Più sotto la excusatio non petita : “ una più attenta lettura del verbale di perquisizione e sequestro invece fa emergere che le att6ività di perquisizione e sequestro iniziarono alel ore 10,30 del 25.05.2010 e terminarono alle successive ore 12,10, con il rinvenimento e sequestro del materiale informatico..” ( pagina 7 seconda ordinanza riesame )

A parte i successivi e penosi tentativi di giustificare comunque, oltre ogni decenza, l’ operato della procura pordenonese , questa affermazione fa ritenere oltre ogni dubbio che sia evidente e macroscopica la responsabilità civile dei tre magistrati autori della prima ordinanza.

Infatti, come scrivono nella  seconda ordinanza di riesame [6] , sottoscrivendola, ben due dei tre giudici responsabili della prima ed abietta ordinanza ( i giudici Pergola e Biasutti ) , essi avrebbero sbagliato per non aver letto   il decreto di perquisizione/sequestro impugnato avanti a loro !

La legge punisce l’ errore giudiziario in sede civile sia per dolo che per colpa grave.

A parte il fondato sospetto di dolo – che per  il ricorrente è certezza, alla luce dell’ aggressione giudiziaria patita per anni da questi soggetti dell’ ordinamento giudiziario di Pordenone – è evidente che l’ ipotesi di colpa grave sia macroscopica ed evidente, certificata dalla stessa confessione resa nella seconda ordinanza da ben due dei tre giudici che firmarono la prima ordinanza cassata.

Non è infatti ammissibile che un giudice sbagli perché “ non ha letto l’ atto oggetto di impugnazione”.

Non c’è alcuna persona dotata di senso morale che possa esentare un magistrato dal rispondere, quanto meno in sede civile, dalla responsabilità per danni per aver “ letto male” l’ atto impugnato avanti a lui.

Si badi bene : questi soggetti hanno ammesso di aver “ letto male gli atti”.

La scusa addotta per giustificare la propria illegalità è alquanto penosa ( peraltro non richiesta)  : anziché effondersi in logorroiche argomentazioni , avrebbero semplicemente dovuto accogliere il principio esposto dalla cassazione e procedere annullando il sequestro illegale e restituendo al ricorrente, all’ avv. Cisilino e al sig. C.  i beni a loro sottratti con artifizio illegale ed è una vera e propria confessione di colpevole, grave ed inescusabile negligenza, che ha cagionato al ricorrente – e agli altri soggetti dianzi indicati – una enorme mole di danni .

Di essa debbono rispondere.

A margine, alcune  considerazioni circa la gravità di quanto da loro stessi asseriti.

Si considerino anche queste circostanze, che fanno ritenere ancor più grave la loro confessione di negligenza inescusabile.

Loro affermano di non essersi accorti dalla lettura del verbale che il sequestro non si è concluso in poche ore, ma si è protratto per oltre due mesi  :


1.
Il verbale era di poche righe , circa due sole pagine, e non richiedeva grande fatica a leggerlo e a capirlo.

2.


La circostanza che il sequestro fosse perdurante era ben nota, perché di essa la stampa se ne era ampiamente occupata ed è difficile pensare che costoro, in una realtà  piccola come Pordenone non ne fossero informati : del resto, la circostanza riguardava un avvocato che esercitava presso il foro di Pordenone e non è pensabile che ne fossero all’ oscuro.
3.
Agli atti del riesame vi era tutto il fascicolo della procura , acquisito per legge, e la circostanza del sequestro permanente era ampiamente ripetuta negli atti.
4.
La circostanza era ben descritta nel ricorso per riesame e non era possibile fraintenderla. Evidentemente costoro non hanno neppur letto il ricorso di riesame, benche non si siano fatti scrupolo alcuno nel sanzionare con multe i ricorrenti. 

5.
Sul punto si erano ampiamente diffusi i due difensori del ricorrente in udienza . Bisogna pensare che i giudici in udienza dormissero o addirittura abbiano emesso ordinanza aberrante apposta ?

6.
Alla loro attenzione non vi era solo il ricorso dell’ avvocato Longo, ma anche quello dell’ avv. Cisilino e del sig. E. C., tutti fondati sulla sottrazione dei loro beni, perdurante anche oltre il giorno della udienza del primo riesame. Non si erano accorti neanche di questi ricorsi ? ( eppure li hanno pure sanzionati, oltre che respinti..).

In tutta evidenza la responsabilità civile dei magistrati in oggetto è macroscopica.

Tale   azione civile concerne l’ operato dei magistrati, in servizio attuale presso il tribunale penale di Pordenone  dottori Eugenio Pergola, Roberta Bolzoni, Monica Biasutti, quali artefici della illegittima ordinanza emessa.

Questi magistrati rappresentano di fatto l’ organico della sezione penale del tribunale di Pordenone e pertanto il presente processo non può essere celebrato in questa sede, perché in ogni caso sarebbe assegnato ad uno di questi tre magistrati, o ad altri, del pari incompatibili, quali il dott. Rodolfo Piccin, che si è occupato di questo processo come giudice della udienza preliminare ( ed aveva giustamente richiesto di esserne esonerato per incompatibilità, raro  magistrato corretto e rispettoso della legge, fra cotanti suoi colleghi).

Oppure potrebbe essere assegnato alla dott.ssa Patrizia Botteri che però all’ epoca delle indagini preliminari ebbe ad occuparsi del caso in quanto investita di varie istanze inerenti lo status libertatis del sottoscritto, ed è quindi incompatibile ex lege.

E’ evidente quindi che la responsabilità civile per danni arrecati al sottoscritto e di cui alle premesse, opera come ragione della presente istanza, sotto due profili :

a).


Sussistendo la appena radicata pendenza civile risarcitoria contro , di fatto et de jure, nei confronti dell’ intiero tribunale penale di Pordenone, che rende impossibile la celebrazione del processo in questa sede per manifesto conflitto di interessi e incompatibilità  di tutti i giudici penali di stanza in questa sfortunata città. 

b).


Per l’ evidente conflitto di interessi che investe, a prescindere dalla azionata azione civile per danni avverso i tre magistrati responsabili del citato abominio giuridico , tutto il tribunale di Pordenone. 

E’ evidente che in queste condizioni la legalità appare sepolta, come pure ogni forma  e sostanza di giusto processo.

Si aggiunga anche che, se pure il giudice del dibattimento è coinvolto nelle  argomentazioni  non conformi a legalità con ordinanze o decisioni che le confermino, il sospetto di incompatibilità ambientale  e di mancanza di presupposti per un giustoprocesso appare più che legittimo e fondato.

Come si è visto, questa situazione  rende del tutto inidoneo il tribunale di Pordenone, alla sua funzione giudicante, in quanto è venuto meno il principio della terzietà del giudice e il diritto ad essere processati da un giudice terzo ed imparziale.

Giammai un siffatto tribunale potrà poi esprimersi imparzialmente nei confronti di un imputato che ha illegittimamente gettato sul lastrico con l’ indecente sequestro in oggetto  : se avesse poi ad assolverlo, chi potrà esimere siffatti giudici dal risarcire poi i danni per ingiusta detenzione ?

Mors tua, vita mea : è un brutale principio a cui l’ ordine giudiziario e fin troppo sensibile, tanto che la stessa Unione Europea ha più volte ( inutilmente ) caldeggiato la applicazione anche in Italia di una legge severa e non burlesca sulla responsabilità civile dei magistrati.

Alla luce di un tanto, chi garantisce che siffatti magistrati non abbiano la forte tentazione di condannare un imputato innocente, al solo fine evidente e macroscopico di ridurre e/o annichilire la propria responsabilità civile e morale nei confronti dello stesso, per i fatti qui denunziati ?

E’ evidente che un giudice si trovi nel conflitto di interessi qui rappresentato ( “ o condanno l’ imputato o gli risarcisco i danni che gli ho cagionato” ) non potrà che optare per la soluzione più comoda per i suoi interessi personali.

Con buona pace di ogni principio di terzietà e di giusto processo.




Non è mai giusto un processo in cui il giudice è anche debitore della persona che lo deve giudicare. E, per di più, debitore proprio per danni cagionati alla vittima messa alla sua mercè nell’ ambito dello stesso processo in cui è “ giudice”.

Tutto ciò premesso e documentato, il sottoscritto svolge
richiesta di rimessione

ad altro tribunale, di altro distretto giudiziario, del presente procedimento penale.

Avvocato Edoardo Longo


338.1637425


NOTE 




[2] Il Memoriale era presente in rete fino a qualche tempo fa, poi venne tolto per aggiornamento. Sarà ripubblicato a breve. E’ possibile comunque ancora leggere l’ eccezione di incompetenza territoriale che è stata sviluppata nel processo. Vedasi questo link : http://edoardolongo.blogspot.it/2011/09/tribunale-di-pordenone-nuova-eccezione.html ( Redazione Dissonanze ) .

[3] Tale sentenza, visto il suo interesse generale, verrà a breve pubblicata integralmente sul blog DISSONANZE ( Redazione di Dissonanze ).

[4] Sugli ambigui e illegittimi rapporti esistenti fra codesto ordine degradato e l’ autorità giudiziaria della sfortunata città di Pordenone, leggasi il libro- documento dell’ avvocato Edoardo Longo dal titolo “ Uno scandalo italiano”, edito da Lanterna e la cui pagina ufficiale è la seguente : http://www.lulu.com/shop/edoardo-longo/uno-scandalo-italiano/paperback/product-22102976.html  ( Redazione di Dissonanze).

[5] Bontà loro nel riconoscerlo : se non glielo avesse detto la cassazione costoro menerebbero ancora vanto della loro aberrazione…

[6] Quella IMPOSTAGLI dalla Suprema Corte. 

http://edoardolongo.blogspot.it/2015/05/il-tribunale-di-pordenone-un-tribunale.html?spref=fb

(*)

Responsabilità toghe: la Cassazione blocca le "ricusazioni"

La Suprema Corte disinnesca con una sentenza la legge sulla responsabilità dei magistrati: "No alle ricusazioni"
Primo duro stop alla legge sulla responsabilità civile dei magistrati. A disinnescare il provvedimento voluto dal governo ci pensa la Cassazione. Secondo la suprema Corte "essere considerato un debitore, poiché la domanda non è diretta ma è proposta nei confronti dello Stato".

La decisione della Cassazione arriva dalla Sesta sezione penale della Suprema Corte. Per la prima volta la Cassazione ha esaminato durante un processo la legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Un avvocato sotto processo a Porednone aveva chiesto la ricusazione di un giudice contro cui aveva intentato causa risarcitoria per colpa professionale. La Cassazione però ha respinto il ricorso. Dalla sentenza di fatto vengono date due indicazioni giurisprudenziali. In primo lugo viene esclusa la possibilità che un magistrato possa "essere considerato un debitore, poiché la domanda non è diretta ma è proposta nei confronti dello Stato". Inoltre viene bloccata la "ricusazione automatica" del magistrato la cui condotta professionale sia oggetto di richiesta di risarcimento.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/responsabilit-toghe-cassazione-blocca-ricusazioni-1120896.html

Article 22

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NELLE PIAZZE SCOLASTICHE ARIA DA 8 SETTEMBRE: GLI ANTIBERLUSCONIANI SONO DIVENTATI ANTIRENZIANI - I FIGLI DI PAPÀ HANNO UN ROLEX, QUELLI CHE STANNO A PALAZZO CHIGI PASSANO DA UNO SWATCH A UN “AUDEMARS PIGUET ROYAL OAK”

La Grecia fa crollare le Borse, Tsipras indagato per aggiotaggio? - "l'Unità" non è fallita perché i giornalisti non erano liberi di scrivere ma perché di quello che scrivevano non fregava nulla a nessuno! - Il Governo ha una strategia: attendere sulla riva del fiume il passaggio dei cadaveri dei pensionati per non doverli rimborsare…

Riceviamo e pubblichiamo:
RENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSERENZI E ALFANO IN SENATO FOTO LAPRESSE

Lettera 1
Caro Dago, ieri nelle piazze scolastiche aria da 8 settembre: tutti gli antiberlusconiani sono diventati antirenziani.
Scara

Lettera 2
Renzi: “Siamo per tenere tutti dentro”. Gli Italiani: “Siamo d'accordo. Tenervi dentro proprio tutti. E buttare via la chiave, pure.”
Tiziano Longhi

Lettera 3
Ricordare ad Alfano che non serve una nuova "Mare nostrum" per salvare le Borse che affondano.
merkel tsiprasMERKEL TSIPRAS
Carletto

Lettera 4
La Grecia fa crollare le Borse, Tsipras indagato per aggiotaggio?
Lino

Lettera 5
Caro Dago,  i migranti ci portano varicella e scabbia: son finiti i tempi di oro, incenso e mirra.
Tas

Lettera 6
Caro Dago,
andreas lubitzANDREAS LUBITZ
i Presidi da circa 15 anni sono entrati a far parte della dirigenza dello Stato. Con onori salariali, tutti regolarmente percepiti, e oneri quali maggiori responsabilità, valutazione e possibile licenziamento, di cui non so quanti di noi si siano accorti. Come tutti i dirigenti pubblici insomma. Quindi Renzi sta solo cercando di far fare ai Presidi il loro lavoro. Perché non se ne parla?
liberbrio

Lettera 7
Caro Dago, Andreas Lubitz provò durante il volo di andata la discesa a bassa quota. Ottima notizia, ma superò il test?
Rani

Lettera 8
piero grasso con moglie inaugurazione anno scolastico 2013PIERO GRASSO CON MOGLIE INAUGURAZIONE ANNO SCOLASTICO 2013
Caro Dago, qualcuno spieghi al Presidente del Senato Piero Grasso che "l'Unità" non è fallita perché i giornalisti non erano liberi di scrivere quel che gli pareva, ma perché di quello che scrivevano non fregava nulla a nessuno!
A.B.

Lettera 9
"Ueee, Ueee!!!": la piccola Charlotte Elizabeth Diana si è già espressa, non serve il referendum.
O.Savio

Lettera 10
Caro Dago, 500 mila in piazza tra studenti e professori soltanto perché Renzi fa una legge su misura per assumere la moglie precaria?
davide serra alla leopoldaDAVIDE SERRA ALLA LEOPOLDA
P.Terzi

Lettera 11
A proposito dell'articolo sull'onorificenza di Commendatore concessa a Davide Serra volevo segnalare che la suddetta onorificenza non è affatto superiore a quella di Cavaliere del Lavoro (che è ben più prestigiosa ed esclusiva) ma a quella di Cavaliere dell'Ordine al Merito (Ordine a cui appartiene appunto anche quella di Commendatore)
Aut

Lettera 12
Fin che c'è Dalema c'è Speranza. Di Bersani ce n'è uno tutti gli altri ne han trentuno, ma ne bastano anche meno. A Fassina non mancano le idee, ne ha fin troppe e tutte confuse.
Cuperlo è buono, ma troppo buono. Per fortuna c'è Rosi Bindi a tenere la sinistra unita. Sinistra che ancora non sa cosa fa la destra.
BLACK BLOC CON IL ROLEXBLACK BLOC CON IL ROLEX
ciao bot

Lettera 13
Caro Dago, a proposito di orologi, i figli di papà esibiscono un Rolex, invece quelli che stanno a Palazzo Chigi passano da uno Swatch a un Audemars Piguet Royal Oak da 15mila euro, e se poi è una patacca non importa, fa pendant con le promesse.
Jack N.

Lettera 14
Caro Dago, Renzi e Alfano, che continuano a parlare di "quelli con il Rolex", evidentemente non sanno che, per girare con il Rolex per le vie di Milano, bisogna per forza essere: 1) un politico o figlio di politico con scorta; o 2) un black bloc armato fino ai denti; o 3) un masochista che ha deciso di contribuire al benessere di qualche "risorsa" lesta di mano. Con stima. Federico Barbarossa

Lettera 15
RENZI OROLOGIORENZI OROLOGIO
Consulta, il Governo ha una strategia: attendere sulla riva del fiume il passaggio dei cadaveri dei pensionati per non doverli rimborsare. 
D.H.

Lettera 16
Per una volta mi piace la casa produttrice dei Rolex. Ci voleva la sua lettera per far apparire stantia e superficiale la dichiarazione di Renzi che tanto era piaciuta ai media.
Una battuta che ci ha fatto rotornare ai discorsi da salotto che credevamo fosse impossibile  ritrovarli sulla bocca di un quarantenne. Ma tant'è; è questa  la generazione che avrebbe rottamato il passato? Da una simile dichiarazione e da molte altre del nostro Presidente del Consiglio parrebbe di essere piombati in qualche dialogo tratto da un polveroso romanzetto d'appendice, magari fatto prendendo un té. Poveri noi.
Paolo
Treviso

Lettera 17
matteo salvini contestato a livorno 9MATTEO SALVINI CONTESTATO A LIVORNO 9
Caro Dago, la funzione dell'Italicum: ammassare idee differenti in un unico partito in attesa delle urne per conquistare il 40% dei voti ed avere così diritto al premio di maggioranza, per poi risepararle sotto forma di correnti litigiose ad elezioni avvenute. In pratica la grande novità consiste nell'aggiunta di un prefisso davanti alle sigle dei partiti odierni. Quindi non più Pd, Sc, Udc, Ncd, Sel..., ma Pd-Pd, Pd-Sc, Pd-Udc, Pd-Ncd, Pd-Sel. Fatta la legge trovato l'inganno.
Qb.

Lettera 18
Caro Dago, bisognerebbe spiegare a Salvini cosa significa l'espressione "strumento per uno scopo", considerando che a ogni piè sospinto continua a ripetere che a lui dell'Italicum non gliene frega niente, che i problemi veri dell'Italia sono altri e via elencando le geremiadi di turno.

matteo salvini contestato a livorno 3MATTEO SALVINI CONTESTATO A LIVORNO 3
Ora, se va riconosciuto al Nostro (io che sono un pavido) e comunque la si pensi, un certo coraggio nel presentarsi in luoghi non proprio nidi d'infanzia, da un punto di vista strettamente politico, Salvini zoppica 'nu poco! Caro Salvini, lo strumento per mettere in atto ciò che tu ritieni fondamentale per il Paese, allo stato si chiama "Italicum Renziano", senza questo mezzo che a te frega una cippa, col cavolo lombardo che dispiegherai le tue idee; ergo, l'Italicum che tu non consideri, permetterà a Renzi di governare "from here to eternity" e se non comprendi 'sta cazzo di nozione-base, anche i tuoi potenziali elettori continueranno a recarsi alla bocciofila a leccare un gelato al pistacchio, di pomeriggio, nelle afose domeniche d'estate!
Saluti
Gino celoria

Lettera 19
il presidente barack obamaIL PRESIDENTE BARACK OBAMA
Caro Dago, "La mia missione è aumentare le opportunità per i giovani afroamericani" ha detto Barack Obama al "Late show". Ma non è un po' tardi dopo sette anni di presidenza? E poi non dovrebbe essere il Presidente di tutti gli americani, giovani bianchi compresi? Magari il razzismo al contrario sta diventando di moda, ma chissà cosa ne pensa la compagna di partito Hillary Clinton, che i voti deve ancora gudagnarseli.
Giacomo C.

Lettera 20
La differenza tra essere governativi e invece falsificare i servizi non è chiara all’esimio imperatore Barbarossa. La condizione di servilismo era la situazione del 80-90% dei telegiornali (Tg1,Tg2,Tg4,Tg5,Studio Aperto) e radiogiornali ,per non parlare dei programmi non giornalistici. Comunque basta parlare della preistoria e dei dinosauri.  Welcome back to planet Earth,dear emperor!
Sanranieri
silvia sardone con berlusconiSILVIA SARDONE CON BERLUSCONI

Lettera 21
Dopo aver letto l'editoriale di Selvaggia Lucarelli e la risposta piccata di Silvia Sardone, vi segnalo la fonte (non troppo difficile da trovare in realta') che smentisce la nostra nuova stella del centrodestra.

La signora Sardone scrive: “Non mi sono mai assegnata una consulenza di 25.000 euro e non ho mai fatturato tale somma per un progetto. Anzi ribadisco che il mio incarico di Presidente Afol e membro del Cda era onorifico. Sono stata nel Cda di Afol per circa 4 anni. Nel corso di questi 4 anni ho solo seguito un progetto finanziato con fondi dell’Unione europea.” Mentre al corriere lei dichiarava un qualche anno fa (http://archiviostorico.corriere.it/2013/aprile/11/Caso_Afol_Sardone_attacca_Vogliono_co_0_20130411_cf7e1d76-a26a-11e2-8525-0c7dd27c8ec9.shtml):

selvaggia lucarelli e ivanaSELVAGGIA LUCARELLI E IVANA
“Lei ha una consulenza da 25 mila euro per Afol. Perché?«Coordino come consulente la prima fase di un progetto per riordinare il sistema dei servizi al lavoro della Regione Sicilia. Il vicedirettore generale aveva chiesto il curriculum a tutti i consiglieri, perché voleva affidare l’incarico ad una persona del cda: siamo stati selezionati in due e l’altro non era interessato. Io ho accettato e credo di avere i requisiti: sono laureata a pieni voti in Bocconi con una tesi sulle politiche di lavoro, ho un dottorato di ricerca e mi sono sempre occupata di questi temi»”
Elia

Lettera 22
Dago darling, quando si dice lavarsi le mani come Ponzio Pilato o fare i buoni col culo degli altri! Nell'attuale tratta dei migranti, parrebbe (secondo i giostrai delle news neominculpopvelinizzate) che i soli cattivi siano gli scafisti. Sarebbe come affermare che i soli colpevoli della tratta storica degli schiavi (durata più di 2 secoli) furono i comandanti delle navi che li portavano dall'Africa alle Americhe!

tsiprasTSIPRAS
I Papi di Roma e i cattolicissimi sovrani di Spagna, Portogallo, Francia e quelli protestanti di Olanda e Regno Unito ovviamente non ne sapevano nulla. E meno che mai delle condizioni, che definir bestiali é poco, in cui gli africani venivano stipati sulle navi. Chissà perché di questo colossale genocidio se ne parla così poco che molti italiani (notoriamente ignoranti di storia che non sia quella che passa Rai/Eiar) credono che le uniche atrocità contro gli africani siano state quelle commesse dagli italiani fascisti in Libia (ai tempi
di Graziani) o in Etiopia.

P.S. Al di là e del bene e del male, quanto business esentasse ora come secoli fa... anche se l'Italia non ha piantagioni di canna da zucchero o di cotone. Per caso non é che l'attuale tratta, con tutti i suoi annessi & connessi, sia la più grande industria della fu quinta  potenza economica del mondo? Pace e bene
Natalie Paav

Lettera 23
VIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRASVIGNETTA VAURO - MERKEL TSIPRAS
Caro Dago, finalmente, anche se bisogna capire il perché, Tsipras ha fatto sapere che non firmerà l'accordo in scadenza a giorni. Ormai il partito vincitore assoluto delle elezioni greche stava annacquando il proprio prestigio trasformandosi lentamente in una coalizione politica qualsiasi. L'Europa ordinava ed Atene dopo l'iniziale veemenza ed il no a piè sospinto, cominciava a tergiversare, segno di un cedimento forte delle proprie convinzioni e delle proprie possibilità.

Noi, da poveri italiani sotto "la paterna dittatura" fiorentina, guardiamo con speranza al di la dello Ionio. Abbiamo bisogno di stimoli per poter capire che esiste una realtà che non sia quella che ci raccontano da qualche anno a questa parte sulle rive del Tevere e che ci possa essere, veramente, una opzione diversa.

Nel frattempo le borse, alla notizia della probabile non firma, sono impazzite, segno che il mercato azionario e non, è solo una fuffa gigantesca anche se ci tiene legati mani e piedi. Aspettiamo reazioni veementi del fondo monetario internazionale, di Draghi che sputerà anatemi e promesse, insomma il solito teatrino apocalittico che sembra essere più un promemoria che una reale speranza di salvezza. Il disegno di una povertà assoluta dei cittadini del continente europeo forse, grazie alla nazione più in crisi dello scacchiere, potrà cominciare a rallentare, dobbiamo solo aspettare e scoprire cosa ci riserverà il futuro di questa unione europea degli interessi di pochi.
Saluti
Pegaso Nero


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LE VENERI DI MARCO GRASSI - GLI INCREDIBILI DIPINTI A OLIO CHE SEMBRANO FOTOGRAFIE – TALMENTE REALISTICI CHE DIVENTANO OPERE SURREALI 

Queste bambole di porcellana sono le timide e sfuggenti protagoniste dei dipinti a olio dell’artista italiano Marco Grassi. I colori sono nitidi, i dettagli perfetti. La pelle conserva le piccole imperfezioni, le labbra sono carnose, gli occhi languidi ed espressivi. Le ciocche di capelli cadono dolcemente sui corpi…



marco grassiMARCO GRASSI

Sembrano angeli caduti da mondi lontani, fragili bambole di porcellana intrappolate in parvenze umane. Sensuali Veneri arrivate da un futuro sconosciuto. Sembrano soprattutto fotografie ad alta risoluzione, risultate dopo ore e ore di meticolose modifiche al computer.

marco grassi 9MARCO GRASSI 9
Sono in realtà le timide e sfuggenti protagoniste dei dipinti a olio dell’artista italiano Marco Grassi. I colori sono nitidi, i dettagli perfetti. La pelle conserva le piccole imperfezioni, le labbra sono carnose, gli occhi languidi ed espressivi. Le ciocche di capelli cadono dolcemente sui corpi.

Il giovane artista di Milano definisce il proprio stile come “iperrealismo surreale”. Ecco alcune delle sue opere migliori e un video che mostra fase dopo fase, i momenti della creazione.

marco grassi 13MARCO GRASSI 13marco grassi 11MARCO GRASSI 11marco grassi 5MARCO GRASSI 5


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ILARIA OCCHINI MEMORIES: “MIO NONNO GIOVANNI PAPINI? FU UN INTELLETTUALE EROICO. NON QUEGLI STRONZI CHE NE FECERO UNA MACCHIETTA” - L’AMORE CON LA CAPRIA? CI SIAMO FATTI DEL BENE E DEL MALE - IL GUAIO NON È ESSERE VECCHI MA SENTIRSI GIOVANI”

Ilaria Occhini: mio nonno Giovanni Papini fascista? Tutti, tranne qualche eccezione, lo furono - Ronconi anaffettivo? Sapeva avere un distacco dalle cose - Visconti aveva un’estetica classica minacciata dal suo lato isterico. Quando si invaghì di Alain Delon non c’era che lui - Non mi sento pacificata, mio marito (Dudù La Capria) dice che sono una “scassacazzi”...


Ilaria OcchiniILARIA OCCHINI
Antonio Gnoli per “la Repubblica”

Forse ha perfettamente ragione Raffaele La Capria quando, rivolgendosi all’amore di quasi tutta la vita, le dice: «Ho l’impressione cara che dovrei allontanarmi. Non ascoltare quel che dici. A un estraneo si raccontano cose che è giusto non sentire». E lei, Ilaria Occhini, lo guarda con tenerezza e imbarazzo. E gli dice di restare perché le sue parole non tradiranno. È una scena di una bellezza senza rimorsi. Come tra due amanti che ritrovino la ragione profonda dello stare assieme. Sorridono.

Raffaele con una leggera irrequietezza. Ilaria mostrando la tensione di un esordio: «Non mi abituerò mai a pronunciare la prima battuta. La sento tra la lingua e il palato. Come una sorsata di buon vino. La voce ne sciacqua il timbro. Cerco di modulare, ritmare, impostare. Ma ogni volta è morire». Pronuncia “morire” stringendosi le mani Sa una cosa?
«Cosa?».

È sorprendente questa dichiarazione di insicurezza.
«Perché?».

Da una donna bella, ammirata, fotografata, descritta, ci si aspetterebbe una presenza piena e sicura.
«Se a volte posso essere determinata, la determinazione non è il mio tratto distintivo. Non amo la prepotenza, però mi piacciono le figure forti. Di solito c’è in loro una chiarezza maggiore. Ho spesso pensato che il teatro, diversamente dal cinema, si nutre di una forza interiore, primitiva. Elementare. Di una chiarezza esistenziale che il cinema non ha. Anche se col cinema ho iniziato la mia carriera».

In che maniera?
ILARIA OCCHINIILARIA OCCHINI
«Cercavano una liceale per un film di Luciano Emmer. Fui segnalata al regista. Il suo aiuto, Francesco Rosi, venne appositamente a Firenze dove vivevo. Sulla terrazza di casa ci fu il provino. Andò bene. Interpretai la parte di una studentessa. Un ruolo corale in un film che descriveva bene i turbamenti e i problemi di una gioventù dopo la guerra. Era il 1953. Ricordo anche la fotografia diretta da Mario Bava, che sarebbe diventato in seguito un regista cult».

Che ricordo ha di Emmer?
«Ho spesso pensato a lui come a un grande artigiano del cinema. Sul set era un uomo spiritoso. Ma devo dire che dopo quella esperienza non pensai minimamente di dedicarmi al cinema. Però accadde un episodio che mi riportò dentro quel mondo».

Quale?
«Durante un grande ballo a Firenze, Henry Clarke mi dedicò una serie di scatti. Una mia foto finì sulla rivista Vogue con la didascalia: “La bella italiana”. Robert Bresson le vide e mi fece contattare. Cercava il ruolo di protagonista per La Princesse de Clèves. Andai a trovarlo a Parigi. Emozionata di trovarmi davanti a un grande regista. Mi disse che ero adatta ma che dovevo migliorare il mio francese. Sei mesi dopo avevo un accento perfetto. Ma il film non si fece. Una questione di diritti bloccò la produzione. E Bresson rinunciò a girare il film».

Immagino la sua delusione.
Ilaria OcchiniILARIA OCCHINI
«Provai dolore. Credevo in quel ruolo. Credevo nelle mie possibilità. In quei mesi, di studio, sentivo crescere progetti e certezze. Tutto andò in fumo. Che fare? Pensai che la cosa più naturale fosse di iscrivermi all’Accademia d’Arte Drammatica. Feci il provino con gli occhi chiusi tanta era forte la tensione. Ottenni l’ammissione. E così nacque la mia storia con il teatro».

Chi frequentava allora?
«Divenni amica di due persone più grandi di me: Mario Missiroli che sarebbe diventato un eccellente regista teatrale. La prima volta che lo vidi gli chiesi se conosceva i Casini. La mia famiglia era molto amica dell’editore Gherardo Casini che aveva frequentato mio nonno, Giovanni Papini. Mario mi guardò con ironia: ma certo che conosco i casini, sono un autorità in materia. E poi scoppiò in una risata. L’altro grande amico fu Luca Ronconi».

Un talento anaffettivo, si è detto di lui.
«Lo era nel senso che sapeva avere un distacco dalle cose. Ma credo che gli costasse. A un certo punto della sua vita Luca avvertì una specie di crisi creativa. Non riusciva più a scrivere. Per questo andò in analisi».

ILARIA OCCHINIILARIA OCCHINI
Perché le viene in mente questo episodio?
«Penso che le persone non sono mai una sola cosa. Luca, a un certo punto, cominciò a liquefarsi. Provavo pena ma anche sollievo per un amico che aveva perso sicurezza. Pensavo che fosse un’occasione per rinascere. Come del resto è poi accaduto. Ci rendiamo conto degli amici quando abbiamo la sensazione di perderli. E poi è bellissimo ritrovarli».

Si perdono per i motivi più diversi.
«È vero, anche per stanchezza. L’amicizia richiede uno sforzo, un esercizio continuo con l’altro non indifferente».

Anche in amore è così?
«In amore c’è la sopportazione del quotidiano. Qualcosa talvolta di eroico e di misterioso. Ma anche di terribile. Le piccole viltà. Il bisogno del quieto vivere. L’amore è una scuola di resistenza».

Anche una scuola di recitazione?
«In certi casi sì. In certi casi si recita a soggetto».

Come è stato il suo esordio teatrale?
«Grandioso e catastrofico allo stesso tempo».

Cioè?
LA CAPRIA OCCHINI 1LA CAPRIA OCCHINI 1
«Era la fine degli anni Cinquanta e, grazie agli sceneggiati, stavo riscuotendo un successo notevole in televisione. Ero diventata famosa. Volevo fare teatro e pensai di avvicinare Visconti, che non conoscevo. Sapevo però che cercava un ruolo per un suo Goldoni. Telefonai a Paolo Stoppa che era il tramite con Luchino. Paolo era un uomo greve e cinico. Ai suoi occhi ero solo un pezzo di carne. Doveva solo stabilire se pregiata o no. Alla fine chiamò Visconti il quale, dopo avermi vista, mi scritturò. Debutto, qualche mese dopo, alla Fenice di Venezia».

Cosa accadde?
«Preparai la mia parte con grandissimo impegno. Mi sentivo perfetta. La sera della prima Luchino mi disse: sarà un esordio indimenticabile. E tale fu. Quando vidi la platea, un mare di smoking bianchi, fui presa dal panico. La voce cominciò ad andare per conto proprio. Non la controllavo. Non controllavo il respiro. Ero nel pallone. Questo fu il debutto: un disastro. Visconti restò sconcertato. Deluso».
ILARIA OCCHINIILARIA OCCHINI

Lei cosa provò?
«Mi sarei scavata una fossa per nascondermi. Mi sentivo ridicola, inadeguata, cretina. Ma soprattutto avvertivo un senso di vergogna per aver tradito le aspettative di chi credeva in me. Visconti fu straordinario e mi sostenne comunque. Quanto a me, per anni mi sono portata dentro questo fallimento. E ancora oggi sento come uno stordimento ogni qualvolta inizio qualcosa di teatrale».

È diverso dal cinema?
«Nel cinema c’è una meccanicità che il teatro non conosce. Il teatro è un viaggio sentimentale. Pieno di insidie e tormenti. Ronconi lo vedeva come una discesa nelle parti meno note dell’anima. Visconti come una specie di risalita. Il gioco è tutto qui: perdersi e ritrovarsi; oppure trovarsi e poi perdersi».

Chi era più bravo in questo gioco?
LA CAPRIA OCCHINILA CAPRIA OCCHINI
«Forse Visconti. Aveva un’estetica più esibita, più classica. Minacciata a volte dal suo lato isterico».

Isterico?
«Sono sensazioni. Ricordo quando Luchino si invaghì di Alain Delon. Non c’era che lui. E Delon, in qualche modo, sentiva di essere il prescelto. Un giorno, a casa di Visconti, sentii le urla di Delon contro un cameriere che aveva sbagliato nel portargli una certa cosa. Istericamente Luchino si accodò a quelle urla, rincarò l’episodio maltrattando il povero cameriere. Le ingiustizie dei grandi».

So che ha lavorato con Delon.
«In un film di produzione francese. C’era anche Jean Gabin. Non parlavano che di donne o di cibo. Ascoltarli fuori dal set faceva precipitare velocemente il loro fascino. Comunque regalai a Gabin un bel pezzo di parmigiano. Non lo so. Mi pareva che le due cose si somigliassero».
Ilaria Occhini e figlia Alexandra La CapriaILARIA OCCHINI E FIGLIA ALEXANDRA LA CAPRIA

Non capisco se lei sia una donna più adirata o più sorpresa dalla vita.
«Adirata no. Sorpresa direi di sì. Per esempio ho avvertito con stupore e disapprovazione un profondo mutamento di giudizio nei riguardi di mio nonno Giovanni Papini ».

Cosa intende?
«Sono stata, come nipote, la persona che negli ultimi anni gli fu più vicino. Ma ricordo perfettamente il periodo fiorentino e le persone che venivano a omaggiare il nonno. Una rincorsa. Poi finita la guerra le stesse persone cominciarono a insultarne la figura, a dire che Papini era stato un mascalzone. Come era possibile che lo stesso uomo, prima venerato, fosse stato ridotto alla stregua di un mostro? Questo non fece che alimentare le mie incertezze giovanili».

Una spiegazione era possibile.
«E quale, che il nonno era stato fascista? Tutti, tranne qualche eccezione, lo furono».
Lo si accusò di aver firmato il “manifesto della razza”.
Ilaria occhini e Alessandra MartinezILARIA OCCHINI E ALESSANDRA MARTINEZ
«Ma questa è una balla! Non risulta, per quello che ne so, da nessuna parte un’adesione del genere. Oltretutto nel 1939, cioè un anno dopo quel famigerato documento, il nonno scrisse un articolo sulla rivista Frontespizio contro i teorici della razza. Perché avrebbe dovuto firmare?».

Forse perché proprio quell’anno era stato eletto accademico d’Italia. Non si occupava quel posto senza una fedeltà dichiarata al fascismo.
«Intanto anche Luigi Pirandello, Guglielmo Marconi, Marinetti furono nominati accademici. Erano fascisti? Sì, lo erano. Come lo fu il nonno, ma senza nefandezze».

Anche suo padre, Barna Occhini, fu un esponente culturale del fascismo. Come furono i rapporti tra voi?
LINO JANNUZZI CON ILARIA OCCHINI E RAFFAELE LA CAPRIALINO JANNUZZI CON ILARIA OCCHINI E RAFFAELE LA CAPRIA
«Nonostante tutto molto affettuosi. Capivo la sua irruenza. Il suo orgoglio. Mio padre era un critico d’arte e un letterato. Aveva una propria concezione dell’onore. C’è una sua lunga lettera, che in parte lo storico Renzo De Felice pubblicò, nella quale mio padre se la prendeva con Mussolini. È una lettera del 1944. Un atto di accusa non contro il fascismo ma contro la viltà del duce. Lo accusa di essersi ritirato e di non far nulla per combattere i tedeschi che ci depredano. “Non ha niente da dire?”, scrive. “Voi restate nascosto e inaccessibile in un misterioso angolino d’Italia”. Questo era mio padre. E quando è morto, Antonello Trombadori che gli fu amico, nonostante fossero politicamente agli antipodi, mi disse: “Ilaria ho stimato molto tuo padre e gli ho voluto bene”».

Si parlava poc’anzi dell’amore. Una grande storia è stata quella di lei con La Capria, che è qui presente.
eli27 raffaele lacapria mo ilaria occhiniELI27 RAFFAELE LACAPRIA MO ILARIA OCCHINI
«Mi fa piacere che ci sia. Lui dice che la verità quando si è vecchi diventa più importante della poesia».

Cosa vuol dire?
«Che in fondo non vale la pena dipingersi migliori di quello che si è. Io, ad esempio, sono stata si dice bellissima. Non credo di esserlo più. Mi dico, cosa penserà la gente quando esco in strada dopo ore di trucco? Non è ridicolo tutto questo affannarsi?».

Com’è il vostro rapporto?
«Dudù dice che siamo come questa foto: due vecchietti che sorridono. Lui si sente pacificato. Ha buoni rapporti con le persone e il mondo».

E lei?
alexandra la capriaALEXANDRA LA CAPRIA
«Meno. Molto meno. Dudù dice che sono una “scassacazzi”. Non la classica moglie adorante. Dice che non mi piace mai niente di quello che scrive. Non è vero. Gli fa comodo pensarlo. Ma non è vero. Ma dopotutto io sono un’aristocratica e lui un borghese».

C’è un racconto di suo marito molto bello e molto crudo in cui mette un po’ a nudo il vostro rapporto che iniziò nel 1961.
«Fu l’anno in cui vinse lo Strega. Ci innamorammo perdutamente e perdutamente siamo stati insieme».

In questo racconto parla anche di tradimenti.
«Ognuno ha il diritto di dire quello che vuole. Di confessarsi pubblicamente. È stato un rapporto lunghissimo. Capisco le rivendicazioni. I momenti alti e bassi. Ci siamo conosciuti. Ci siamo fatti del bene e del male. E questo è tutto».

Proprio tutto?
raffaele la capriaRAFFAELE LA CAPRIA
«Non ci sono più terre selvagge da sognare. O da conquistare. Magari a questo punto uno ricorre al viatico divino. Mi colpì molto mio nonno che dopo essere stato un fervente mangiapreti si convertì profondamente. È morto facendosi leggere i Vangeli. Come uomo passò gli ultimi anni della vita afflitto da una devastante sclerosi. Il male progrediva. Fino a quando perse tutto. Gli restò solo il movimento di un dito e con quello, per comunicare, indicava le lettere dell’alfabeto. Ecco cos’è un intellettuale eroico. Non quegli stronzi che ne fecero una macchietta».

Finiamo in gloria?
«Ma no, finiamo come abbiamo cominciato. Io che prendo la parola e balbetto. Mi emoziono. Rido e piango. Ilaria, mi dico, il guaio non è essere vecchi, ma sentirsi giovani».
LA CAPRIA OCCHINI 1LA CAPRIA OCCHINI 1


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Article 19

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DISPERATO, EROTICO, STOP! UN FAN POSTA SU YOUTUBE VIDEO OSÉ DELLA DELLERA E L'ATTRICE PRESENTA DENUNCIA PER VIOLAZIONE DEL DIRITTO D’AUTORE: “NON RAPPRESENTANO LA MIA CARRIERA ARTISTICA” - LA PROCURA: IMPOSSIBILE SCOPRIRE IL RESPONSABILE

Un fan ha pubblicato 20 spezzoni erotici dell’attrice ma la procura ha dovuto chiedere l’archiviazione perché l’ammiratore, dopo un paio di mesi, decise di eliminare i video da lui postati su YouTube - Fatto che non è andato giù ai legali della donna che hanno deciso di impugnare la decisione del pm davanti al gip, per chiedere che vengano fatte nuove e più approfondite indagini...


Giuseppe Scarpa per “la Repubblica - Roma"
tn francesca delleraTN FRANCESCA DELLERA

Francesca Dellera contro i video osè pubblicati su YouTube. È finita in procura la battaglia dell'attrice di Latina contro i filmati piccanti postati da uno sconosciuto ammiratore sul web. Scene di film che, secondo l’attrice, non rappresentano appieno la sua carriera artistica. La trovata del fan piuttosto che lusingare l’attrice di Latina, l’ha invece fatta andare su tutte le furie.
delleraDELLERA

Per questo la donna ha impachettato una denuncia per violazione del diritto d’autore. “La Carne” di Marco Ferreri, “Capriccio” di Tinto Brass, “Robba da Ricchi” di Sergio Corbucci. Tutte pellicole in cui, tra la fine degli anni ’80 e primi anni ’90, ha recitato la Dellera.

L’ammiratore segreto dell’attrice decise perciò di postare sulla piattaforma web di condivisione di video, you tube, le scene più bollenti dei film girati dall’artista. In tutto, nel 2013, vennero postate 20 piccantissimi differenti spezzoni. Il tutto generò numerose condivisioni sui più disparati social network e numerosi commenti da bar che non fecero piacere alla Dellera, attrice che di sé non vuole dare un’immagine unicamente collegata all’erotico.

Il fatto è che la procura ha dovuto chiedere l’archiviazione. E non perché non fossero emersi gli estremi del reato di violazione del diritto d’autore, ma perché il fan, dopo un paio di mesi, decise di eliminare i video da lui postati su YouTube.
Francesca Dellera new jpegFRANCESCA DELLERA NEW JPEG

Azione che ha reso impossibile alla polizia postale poter rintracciare l’autore dell’inserimento sul canale web. Fatto che non è andato giù ai legali della donna che hanno deciso di impugnare la decisione del pm davanti al gip, per chiedere-che vengano fatte nuove e più approfondite indagini.

Francesca DelleraFRANCESCA DELLERA
Francesca Cervellera, meglio nota come Francesca Dellera è nata a Latina 49 anni fa. Alle spalle ha una carriera di attrice e modella. Una vita artistica divisa tra Roma e Parigi. Il suo ultimo lavoro risale al 2006 con il ruolo da protagonista nella serie tv italo/francese “La contessa di Castiglione”.
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