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LETTERA DI STORACE ALL'ASSOCIAZIONE TRE LOTTI 126


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MATSYA

PARLAMENTO ITALIANO: PETIZIONE POPOLARE PER UNA LEGGE RIGUARDANTE SFRATTI.

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PARLAMENTO ITALIANO: PETIZIONE POPOLARE PER UNA LEGGE RIGUARDANTE SFRATTI.

Raggiungiamo le 20.000

Perché è importante



L’Associazione DIRITTI IN
MOVIMENTO, insieme al COMITATO CONTRO LA PRECARIETA’ CITTA’ STORICA e il webfine
GROGNARDS, gestito da PAOLO MUCCI MARANO, presidente dell’ASSOCIAZIONE
CULTURALE TRE LOTTI




Considerato
che



 In base alla
riforma del titolo 5° della Costituzione, le Regioni hanno competenza in
materia di politica della casa, ma a tutt’oggi non è stato ancora individuato
il meccanismo di finanziamento di tale competenza. A tale mancanza occorre
porre rimedio nel quadro del varo del federalismo fiscale. Sarebbe necessario
un cofinanziamento di almeno un miliardo annuo.

Inoltre sarebbe
necessario aumentare la dotazione del Fondo sociale per l’affitto (art.11 della
legge 431 del 98) dagli attuali 250 almeno a 500 milioni.

Ciò allo scopo di far
diventare il fondo uno strumento di Welfare consentendo realmente agli enti
locali di intervenire nelle situazioni di disagio abitativo in caso di carenza
dell’offerta a canoni socialmente sostenibili.

La crisi dell’affitto
è, dunque, pesante.

La legge 431 del 1998,
nota come riforma degli affitti, attraverso la liberalizzazione dei canoni, gli
incentivi fiscali per i proprietari ed il bonus casa per gli inquilini a basso
reddito, avrebbe dovuto sbloccare un mercato immobiliare ingessato, combattere
l’annoso fenomeno dei contratti in nero e delle case sfitte, dare impulso,
attraverso il canale concordato, all’offerta di case a prezzi equi ed
accessibili.

L’obiettivo era quello
di regolare il libero mercato, per renderlo nel contempo, economicamente sopportabile
e trasparente.

A distanza di circa
otto anni il bilancio sugli affitti della 431 è particolarmente critico. La liberalizzazione
dei canoni ha comportato dal ’98 ad oggi, una crescita straordinaria dei canoni
di affitto, con livelli record nelle grandi città. La percentuale dei contratti
“ concordati “ non supera il 20% del totale, anche a fronte degli incentivi
previsti da alcuni comuni attraverso la riduzione dell’ICI.

Prevalgono di gran
lunga i contratti stipulati col canale libero e, di fronte alla crescita dei
prezzi degli immobili, gli affitti hanno raggiunto livelli insostenibili per le
fasce medie e medio‐basse.

La necessità di
modificare le legge 431, al fine di superare gli evidenti limiti messi in luce
dalla liberalizzazione del mercato dell’affitto è evidente a tutti.

Si tratta in
particolare:

1) di introdurre un
sistema più efficace di incentivi e disincentivi fiscali per la proprietà al fine
di rafforzare il ricorso all’applicazione del canone concordato,
tendenzialmente per l’intero mercato dell’affitto, ad eccezione degli immobili
di lusso individuati secondo criteri da definire in sede contrattuale;

2) fare del fondo
sociale per l’affitto un vero strumento di Welfare per intervenire per

periodi limitati e
necessari, nelle situazioni di disagio abitativo;

3) trasformare la
legge 431 anche in una legge di spesa, che oltre che regolare il mercato privato,
definisca i criteri di gestione ed i finanziamenti sia della edilizia
residenziale pubblica, sia dell’edilizia agevolata in locazione.

La contrazione del
mercato dell’affitto deriva anche dal processo di dismissione degli immobili residenziali
degli Enti previdenziali, degli ex IACP e dei Comuni. L’alienazione è avvenuta,
infatti, esclusivamente per fare cassa, al di fuori di qualsiasi valutazione
delle esigenze di politica abitativa, con la conseguente sottovalutazione delle
ricadute sociali e di mercato. Ed il processo continua.

Occorre ribaltare tale
logica. E’necessario modificare la legge 410 del 2001 garantendo a tutti i conduttori
la possibilità di acquistare l’immobile con equità di prezzo, assicurando la permanenza
in affitto ad anziani, a famiglie a basso reddito e rivedendo i criteri per la definizione
degli immobili di pregio. Infine, un reimpegno degli enti previdenziali, anche
con una strumentazione innovativa nel settore dell’edilizia residenziale,
potrebbe contribuire ad aumentare lo stock abitativo in locazione.

Il rilancio dell’edilizia
residenziale pubblica è una condizione essenziale per riaprire e calmierare il
mercato. L’obiettivo è quello di estendere il patrimonio pubblico, apportando
le innovazioni necessarie, sostenendo i processi di riforma e di
riqualificazione già in corso da parte delle Regioni.

Si tratta di
assicurare gestioni sempre più efficienti, sia a livello delle manutenzioni che
di fornitura di servizi avanzati all’abitare. Si tratta di fare attenzione
particolare agli ingressi, affinché corrispondano sempre più ai bisogni reali,
ma anche di fare attenzione all’uscita dall’edilizia residenziale pubblica,
quando le mutate condizioni economiche non ne giustificano più la permanenza.

E’ necessario
intervenire, inoltre, per adeguare l’investimento alla tipologia della domanda attuale,
con interventi di risanamento e di recupero edilizio ed urbano. La definizione
di piani di ristrutturazione di immobili inutilizzati o di immobili in
precedenza adibiti ad altre funzioni, previa acquisizione pubblica, il
completamento e la riqualificazione di aree degradate, il sostegno a tali
operazione varate da parte di privati, non solo costituirebbe il necessario rinnovamento
urbano, ma consentirebbe tempi più ravvicinati per rispondere alla domanda dei soggetti
deboli, degli immigrati, delle giovani coppie.


Il diritto alla
casa è un diritto inapplicato.

Le categorie sociali più deboli trovano sempre più
difficoltà a vedersi riconosciuto tale diritto.

In questi anni sono aumentate le persone e le famiglie
impossibilitate ad accedere ad una abitazione nel mercato degli affitti, e non
in grado di accollarsi mutui per l’acquisto di una abitazione.

Salari bassi, precarietà del lavoro,difficoltà
crescenti contribuiscono ad emarginare molti soggetti,determinano la condizione
d’impossibilità di accesso ad un alloggio, come del resto dimostrato
dall’aumento vertiginoso e costante degli sfratti per morosità, ormai giunti ad
essere circa il 70 % delle motivazioni di sfratto.

La politica di edilizia residenziale pubblica del
nostro Paese è estremamente marginale, rispetto ad analoghe politiche dei paesi
del Nord Europa e degli altri grandi stati europei, basti pensare che in Italia
nel 1984 si costruivano 36000 alloggi di edilizia sovvenzionata a canone
sociale e nel 2004 questi erano scesi a 1900.

La crescente necessità di dare risposta al grave stato
di disagio sociale e \contemporaneamente rendere esigibile il diritto alla
casa, necessita anche di passaggi legislativi forti, capaci di costruire in una
fase intermedia una risposta immediata ad una ripresa della politica
residenziale pubblica e al diritto all’abitazione, come quella esposta nella
petizione popolare.

Questa petizione si prefigge l’obiettivo di sostenere
l’iniziative dei Comuni per affrontare l’emergenza abitativa attraverso lo
strumento della requisizione. Questo strumento da decenni vigente in Italia è
stato rilanciato recentemente dalle requisizioni effettuate dal Presidente del
X Municipio , atto che è stato significatamene avvalorato anche dall’ordinanza
del Tar del Lazio n°521/2006, che ha respinto la richiesta di sospensiva
avanzata dalla proprietà che si era vista requisire 15 alloggi nel corso del
2005. Questo vuol dire che la requisizione non è un atto illegale, ma che è
possibile, purché sia corrispondente ai criteri definiti dalla legislazione
vigente e in ottemperanza delle sentenze del Consiglio di Stato emesse nel 1985
e nel 2003;







ILLUSTRA

La seguente proposta:



1.     L’articolo 1 individua le finalità dell’intervento
legislativo che è destinato a far fronte all’urgenza di rispondere in modo
adeguato alla richiesta di disponibilità di alloggi da parte delle categorie
economicamente e socialmente deboli, nell’impossibilità di alloggiarli nell’ERP
a causa dell’alto numero di esecuzioni forzate.



2.     L’articolo 2 conferisce finanziamenti al Comune per
esercitare la possibilità di requisire ( attraverso le numerose disposizioni di
legge tra le quali: art. 7 della legge 20 marzo 1865 n. 2248; art. 36 del R.D.
17 agosto 1907 n. 542; art. 153 del T.U. 4 febbraio 1915; gli art. 19 e 21 l. 6 dicembre 1971 n. 1034;
e per il richiamo all’obbligo di soccorso commesso alle funzioni di Ufficiale
Sanitario attribuite al sindaco con la Legge Sanitaria n. 833 del
1978), unità immobiliari sfitte da oltre dodici mesi e di conferirle per un
periodo di trentasei mesi, eventualmente rinnovabili per ulteriori diciotto
mesi; o per alloggi occupati da nuclei familiari sotto sfratto per i quali non
ci sono al momento soluzioni abitative alternative. La norma prevede specifiche
garanzie dirette alla tutela dei diritti dei proprietari, tra le quali si
segnalano l’obbligo di restituzione del bene nelle stesse condizioni
strutturali ed igienico‐ sanitarie in cui si trovava al momento della
requisizione nonché il divieto di sottoporre a nuovo vincolo il medesimo
immobile prima che siano decorsi cinque anni dalla precedente imposizione.



3.     L’articolo 3 stabilisce che gli alloggi siano
assegnati all’emergenze di soccorso ( l’emergenze che costituiscono turbativa
sociale, oltre al grave pregiudizio per la salute del cittadino) verso i senza
tetto e/o sulla base di graduatorie comunali o nel caso di nuclei familiari o
coppie di fatto sotto sfratto esecutivo. Il canone di locazione è fissato in
base ai criteri stabiliti dalla vigente normativa in materia di edilizia residenziale
pubblica; può essere esentato dalla corresponsione del canone l’assegnatario
che abbia effettuato interventi di manutenzione sull’immobile fino alla
copertura delle spese sostenute.



4.     ’articolo 4 prevede la sospensione parziale o totale
delle addizionali regionali e comunali verso la proprietà soggetta alla
requisizione, la sospensione da parte del comune dell’applicazione dell’ICI
sugli immobili requisiti per tutto il periodo della requisizione. Lo stesso
beneficio è previsto per il proprietario dell’immobile che abbia stipulato con
l’assegnatario un contratto di locazione in base alla legge 431/98 canone
concordato. Con la stipulazione del contratto di locazione cessa il vincolo di
requisizione temporanea.





CHIEDE



Che venga presa in atto la seguente proposta



 “NORME DIRETTE A FAVORIRE L’INSERIMENTO
ABITATIVO STABILE DEI SOGGETTI SOCIALMENTE DEBOLI”



ARTICOLO
1‐ (FINALITA’)



1‐    Il comune, in conformità ai principi stabiliti
dall’art. 1 del Patto internazionale relativo ai diritti economici, sociali,
culturali, ratificato con articolo 11 della legge 25 ottobre 1977 n.° 881, al
fine di contrastare la difficile condizione di emergenza abitativa, promuove
con la presente legge, una azione volta a favorire l’inserimento abitativo
stabile dei soggetti socialmente deboli a condizioni locative accessibili

.

ARTICOLO
2‐ ( REQUISIZIONE TEMPORANEA)





1‐    Per le finalità
di cui all’art. 1 il Comune, in ottemperanza all’obbligo di soccorso
nell’eccezionalità dell’emergenza sociale, e al fine della tutela della salute
dei cittadini, sulla base di quanto previsto dalle leggi nazionali vigenti in
materia: l’art. 7 della legge 20 marzo 1865 n. 2248; l’art. 36 del R.D. 17
agosto 1907 n. 542; l’art. 153 del T.U. 4 febbraio 1915; gli art. 19 e 21 l. 6 dicembre 1971 n. 1034
e per il richiamo all’obbligo di soccorso commesso alle funzioni di Ufficiale
Sanitario attribuite al Sindaco dalla Legge Sanitaria n. 833 del 1978,
requisiscono per un periodo di trentasei mesi, emotivamente rinnovabili per una
sola volta di ulteriori diciotto mesi, unità immobiliari sfitte da almeno
dodici mesi, o occupate da nuclei familiari sotto sfratto per i quali non ci
sono al momento soluzioni abitative alternative, fatta eccezione per l’alloggio
di residenza del proprietario ed un secondo alloggio che il proprietario
medesimo intende mantenere nella propria disponibilità;





2‐    Alla scadenza del termine di cui al comma 1 le unità
immobiliari sono restituite nella piena disponibilità del proprietario nelle
identiche condizioni strutturali e igienico ‐ sanitarie sussistenti al momento
della temporanea requisizione;

3‐     L’immobile, già
oggetto di requisizione ai sensi del presente articolo, non verrà sottoposto a
nuova requisizione prima che siano passati cinque anni dalla cessazione della
precedente imposizione;

4‐     Per l’intero
periodo in cui l’unità immobiliare è soggetta a requisizione sulla base dei
criteri della presente petizione la proprietà dell’immobile è esentata dal
pagamento totale o parziale dell’addizionale comunale.







ARTICOLO
3 – ( SOGGETTI DESTINATARI, ASSEGNAZIONI, INDENNITA’ DI REQUISIZIONE)



1
– I destinatari del provvedimento sono:



A)  i soggetti in grave disagio abitativo individuati
dagli uffici comunali per l’emergenza abitativa;

B)    i soggetti
presenti nelle graduatorie ERP;

C)    I soggetti sottoposti,
a qualunque titolo, a sfratto esecutivo ( compresa l’inadempienza contrattuale
causata per ragioni economiche o di salute, accertate dalle autorità
comunali);in tal caso i destinatari sono individuati negli elenchi delle
esecuzioni con forza pubblica, redatti dal Tribunale competente;



2‐    Gli eventuali interventi di manutenzione ordinaria che
siano necessari al fine di consentire l’immediato utilizzo dell’unità
immobiliare possono essere eseguiti anche dall’assegnatario stesso, il quale,
previa verifica della regolarità del lavoro svolto e dei costi sostenuti e
dell’ eventuale attività di autorecupero, può essere esentato dalla
corresponsione del canone mensile di locazione, fino alla totale copertura  delle somme sostenute per la manutenzione
medesima.



3‐    L’indennizzo del risarcimento per la proprietà
dell’alloggio requisito è determinato in base al valore previsto dall’accordo
territoriale competente stipulato ai sensi della legge del 9 dicembre 1998 n.°
431, articolo 2 comma 3, della fascia di oscillazione stabilita per la zona
dove è ubicato  l’immobile.







ARTICOLO
4‐ ( COMPITO DEL COMUNE)



1‐    Il comune applica in relazione alle unità immobiliari
temporaneamente requisite, per il periodo di persistenza dell’imposizione, la
sospensione dell’imposta comunale sugli immobili ( ICI)


2‐    Ai proprietari che durante il periodo di requisizione
temporanea stipulano con il medesimo assegnatario un contratto di locazione a
titolo di abitazione principale della durata non inferiore a quattro anni,
decorsi i quali il contratto è rinnovato per un ulteriore periodo di altri
quattro anni, sulla base dei criteri previsti dall’articolo 2 comma 3 della
legge 9 dicembre 1998 n.° 431 ( disciplina delle locazioni e del rilascio degli
immobili adibiti ad uso abitativo) alle medesime condizioni previste
dall’articolo 3 comma 5, il Comune può azzerare l’ICI per l’intera durata della
locazione e sospendere totalmente o parzialmente il pagamento dell’addizionale
comunale.


3‐    La stipulazione del contratto di locazione di cui al
comma 2 determina la cessazione della requisizione temporanea. Ai proprietari
che hanno stipulato contratti di locazioni ai sensi del comma 2 si applica la
disposizione di cui al comma 1 del presente articolo.







ASSOCIAZIONE
DIRITTI IN MOVIMENTO


COMITATO
CONTRO LA PRECARIETA’
CITTA’ STORICA


WEBFINE
GROGNARDS


ASSOCIAZIONE
CULTURALE TRE LOTTI


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MISS PRAGA FA RIMA CON BELLEZZA E ARMONIA

Edward Hopper, Compartment C, 1938 126

Article 24

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DOPO AVER UMILIATO FORMIGLI, ORA DEL DEBBIO TORNA ALL’ATTACCO DELLA GRUBEROVA: RETE4 DECLASSA “CENTOVETRINE” E RIMETTE IL SUO TALK IN ACCESS PRIME TIME

Un anno fa il quotidiano di “Quinta Colonna” era stato cancellato: costava troppo e rendeva poco - Ma ora quello di Del Debbio è diventato il talk più visto (ha superato Santoro, Giannini, Floris, Formigli) e gli ridanno la striscia, che si chiamerà “Dalla vostra parte” - La soap italiana schiaffata al weekend...


Mattia Buonocore per www.davidemaggio.it

paolo del debbioPAOLO DEL DEBBIO
Centovetrine in frantumi. Dirottata all’improvviso su Rete 4 dove non è riuscita a riacchiappare il proprio pubblico (più che dimezzato da un giorno all’altro), la celebre soap made in Italy è chiamata a sopportare l’ennesimo declassamento prima dell’ormai inevitabile conclusione. Il 2 marzo la fiction in rosa lascerà lo slot preserale per accomodarsi, dal 7 marzo, nel week end di Rete 4 a partire dalle 19:35 in un mega appuntamento che si protrarrà fino all’inizio della prima serata. A questo punto tanto valeva “illuminare” Novela o La5. Non è da escludere, comunque, che il 3 marzo ci sia un’incursione in prima serata su Rete 4 (che possa fungere da test?).

Corrado FormigliCORRADO FORMIGLI
Il motivo di tale decisione è dovuto – oltre agli ascolti non eccezionali registrati – all’arrivo di un nuovo programma d’informazione. Dal 3 marzo, Paolo Del Debbio ritornerà con una striscia quotidiana su Rete 4, a più di un anno dalla chiusura per motivi di budget di Quinta Colonna – Il Quotidiano. Lo spazio si chiamerà Dalla Vostra Parte e andrà in onda a partire dalle 20:30 in diretta concorrenza con Otto e Mezzo su La7.

Dalla Vostra Parte focalizzerà l’attenzione sui principali temi del giorno, spaziando dalla politica all’economia, dalla cronaca al costume. In diretta dallo studio del tg di Mario Giordano, l’analisi di Del Debbio sarà arricchita dalla presenza di ospiti e da collegamenti sul territorio.

BERLU E GRUBERBERLU E GRUBER

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dopo-aver-umiliato-formigli-ora-debbio-torna-all-attacco-95239.htm?utm_source=outbrain&utm_medium=widget&utm_campaign=obclick
Per quanto riguarda Tempesta d’Amore, la telenovela tedesca continuerà ad andare in onda dal lunedì al venerdì alle 19:35 ma tutta d’un fiato senza essere inte






Camille Pissarro, L'inverno a Pontoise, 1873 126


Edmund Koken (1814-1872), View of a Church-Yard Entrance in Winter 126

L’Italia nell’Ue finirà all’inferno: così parlò Craxi, 20 anni fa

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Unione Europea uguale: declino, per l’Italia, la prima vittima dell’euro, grazie a un certo Romano Prodi. E il contesto è chiaro: si scrive globalizzazione, ma si legge impoverimento della società e perdita di sovranità e indipendenza. Sono alcune delle “perle profetiche” di quello che Vincenzo Bellisario definisce «l’ultimo statista italiano», ovvero il vutuperato Bettino Craxi, spentosi 17 anni fa nel suo esilio di Hammamet. Un uomo che «bisognava eliminare a tutti i costi», scrive Bellisario, sul blog del “Movimento Roosevelt”, ricordando alcuni punti-chiave del vero lascito politico del leader socialista, eliminato da Mani Pulite alla vigilia dell’ingresso italiano nella sciagurata “camicia di forza” di Bruxelles, i cui esiti si possono misurare ogni giorno: disoccupazione dilagante e crollo delle aziende, con il governo costretto a elemosinare deroghe di spesa per poter far fronte a emergenze catastrofiche come il terremoto. «C’è da chiedersi perché si continua a magnificare l’entrata in Europa come una sorta di miraggio, dietro il quale si delineano le delizie del paradiso terrestre», scriveva Craxi oltre vent’anni fa. Con questi vincoli Ue, «l’Italia nella migliore delle ipotesi finirà in un limbo, ma nella peggiore andrà all’inferno».
«Ciò che si profila, ormai – profetizzava Craxi – è un’Europa in preda alla disoccupazione e alla conflittualità sociale, mentre le riserve, le preoccupazioni, le prese d’atto realistiche, si stanno levando in diversi paesi che si apprestano a prendere le distanze Bettino Craxida un progetto congeniato in modo non corrispondente alla concreta realtà delle economie e agli equilibri sociali che non possono essere facilmente calpestati». Il governo italiano, visto l’andazzo, «avrebbe dovuto, per primo, essendo l’Italia, tra i maggiori paesi, la più interessata, porre con forza nel concerto europeo il problema della rinegoziazione di un Trattato che nei suoi termini è divenuto obsoleto e financo pericoloso». Rinegoziare Maastricht? Nemmeno per idea: «Non lo ha fatto il governo italiano. Non lo fa l’opposizione, che rotola anch’essa nella demagogia europeistica. Lo faranno altri, e lo determineranno soprattutto gli scontri sociali che si annunciano e che saranno duri come le pietre». A tener banco, ancora, saranno «i declamatori retorici dell’Europa», ovvero «il delirio europeistico che non tiene conto della realtà». Sbatteremo contro «la scelta della crisi, della stagnazione e della conseguente disoccupazione», un disastro che – secondo il “profeta” Craxi – è stato quindi accuratamente programmato.
L’euro? No, grazie: «Affidare effetti taumaturgici e miracolose resurrezioni alla moneta unica europea, dopo aver provveduto a isterilire, rinunciare, accrescere i conflitti sociali, è una fantastica illusione che i fatti e le realtà economiche e finanziarie del mondo non tarderanno a mettere in chiaro». Già, il mondo globalizzato: «La globalizzazione non viene affrontata dall’Italia con la forza, la consapevolezza, l’autorità di una vera e grande nazione, ma piuttosto viene subita in forma subalterna in un contesto di cui è sempre più difficile intravedere un avvenire, che non sia quello di un degrado continuo, di un impoverimento della società, di una sostanziale perdita di indipendenza». Questo mortificante mutamento, aggiunge Craxi, si colloca «in un quadro internazionale, europeo, mediterraneo, mondiale, che ha visto l’Italia perdere, una dopo l’altra, note altamente significative che erano espressione di prestigio, di autorevolezza, di forza politica e morale». Non è certo amica della pace Romano Prodiquesta «spericolata globalizzazione forzata», in cui ogni nazione perde la sua identità, la consapevolezza della sua storia, il proprio ruolo geopolitico.
«Cancellare il ruolo delle nazioni significa offendere un diritto dei popoli e creare le basi per lo svuotamento, la disintegrazione, secondo processi imprevedibili, delle più ampie unità che si vogliono costruire». Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione, aggiunge Craxi, si avverte «il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare», opportunamente “accolti” da politici perfettamente adatti a questo nuovo ruolo di maggiordomi. Un nome? Romano Prodi. «Nel vecchio sistema – scrive Craxi – il signor Prodi era il classico sughero che galleggiava tra i gruppi pubblici e i gruppi privati con una certa preferenza per quest’ultimi ed una annoiata ma non disinteressata partecipazione ai palazzi dei primi». Come presidente dell’Iri non era nient’altro che «una costola staccata dal sistema correntizio democristiano» e, lungo il cammino, si era dimostrato «poco più di un fiumiciattolo che rispondeva sempre, sulle cose essenziali, alla sua sorgente originaria». Il “signor Prodi”, come leader politico? «Nient’altro che il classico bidone». Infatti se ne sono accorti tutti. Vent’anni dopo.

http://www.libreidee.org/2017/01/litalia-nellue-finira-allinferno-cosi-parlo-craxi-20-anni-fa/

La penna di Pininfarina non finisce mai: è senza inchiostro

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QUALCUNO BENEDICA L’ABRUZZO!

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QUALCUNO BENEDICA L’ABRUZZO! UN ELICOTTERO DEL 118 PRECIPITA MENTRE STA TRASPORTANDO UNO SCIATORE FERITO SULLE PISTE DI CAMPO FELICE – IL MEZZO NON ERA COINVOLTO NELLE OPERAZIONI DI RIGOPIANO – C’ERANO 6 PERSONE A BORDO – SULLA ZONA FITTA NEBBIA


Giusi Fasano per il Corriere della Sera

ELICOTTERO 118ELICOTTERO 118
Un elicottero del 118 è precipitato nell’aquilano, tra l’Aquila e Campo Felice. Il velivolo sarebbe caduto durante il recupero di un ferito su un campo da sci a Campo Felice. A bordo sei persone. L’elicottero (dunque non impegnato nei soccorsi a Rigopiano, ma in un’altra missione) sarebbe precipitato da un’altezza di 600 metri. Le condizioni meteo sull’intero Abruzzo sono pessime: bufera, visibilità scarsa, forte vento. L’incidente è avvenuto in una zona impervia - a un chilometro dalle piste - e i soccorritori sono arrivati nelle vicinanze con gli sci.

«E’ distrutto» è la sola frase che rimbalza. «I soccorsi sono arrivati, si vede solo una macchia nera - riferisce Mauro Cordeschi, direttore degli impianti di Campo Imperatore, che ha raggiunto la zona coi soccorsi - ma non è una bella situazione a vedersi». L’elicottero si trova a mezza costa sulla ripida montagna.

LA ZONA DELLO SCHIANTO

campo feliceCAMPO FELICE
Lo schianto è avvenuto in una zona fortemente innevata e montuosa a circa 1600 metri di quota in corrispondenza del km 14 della strada statale 696. Sul posto ci sono autopattuglie della Polizia, dei Carabinieri, numerosi mezzi dell’esercito tra cui anche un «bruco», autoambulanze, mezzi dell’Anas che contribuiscono a tenere la strada pulita. Il luogo si trova a poche centinaia di metri dall’Hotel La Vecchia Miniera.

METEO PESSIMO NELLA STAZIONE SCIISTICA
Proprio il maltempo potrebbe avere causato l’allerta di «crash» giunta dal velivolo (che stava rientrando) e inviata alla sala operativa del 118. Nella stazione sciistica di Campo Felice, dove è avvenuto lo schianto, il cielo è coperto e le nuvole sono bassissime. La temperatura tra -2 e un grado. Testimoni parlano di un boato.

DIFFICOLTÀ PER LA NEBBIA
ospedale aquilaOSPEDALE AQUILA
Proprio la nebbia - riferiscono a Rocca di Cambio che è il paese sede della stazione sciistica Campo Felice - ostacola il soccorso: le squadre sono rallentate da nebbia e anche dal fatto che, appunto, la zona dell’incidente è impervia, ad alta quota. Normalmente su questo velivolo per le missioni di soccorso sono imbacate 5 persone: due piloti, un medico, un infermiere e un uomo del soccorso alpino. In questo caso a bordo c’era anche una sesta persona, ovvero l’uomo soccorso sulle piste da sci.

SOCCORSI PARTITI ANCHE DA PENNE SUGLI SCI
Un gruppo del soccorso speleologico alpino dotato di sci è partito di gran fretta dal Centro operativo comunale di Penne, quartier generale dei soccorsi per l’Hotel Rigopiano. Impegnati oltre ai carabinieri anche i vigili del fuoco. Si è alzato dalla base di Rieti anche l’elicottero dell’Aeronautica Militare HH212 . Il mezzo militare è del 9/o Stormo di stanza a Grazzanise (Caserta).


http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/qualcuno-benedica-abruzzo-elicottero-118-precipita-mentre-sta-139998.htm

SCIVOLA DAGLI SCOGLI MENTRE PESCA E ANNEGA IN MARE, MORTO VIGILE URBANO A OTRANTO

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di Federica SABATO
Tragedia questa mattina a Otranto in località Palombara, nella zona della Baia dell'Orte: un uomo che si era recato lì a pesca, per cause ancora poco chiare è scivolato dalla scogliera a picco sul mare ed è caduto in acqua, annegando. La vittima era un maresciallo dei vigili urbani di Cutrofiano, Antonio Campa. Gli investigatori dei carabinieri accorsi sul posto, secondo una prima ricostruzione dell'accaduto, credono che l’uomo sia caduto accidentalmente dagli scogli sui quali si era seduto per pescare. Forse a causa di un malore, egli ha perso l’equilibrio e poi è scivolato finendo in acqua.
 













Pescatore scivola dagli scogli e muore

Il poveretto era solito recarsi in quella località insieme ad alcuni amici di Cutrofiano con cui condivideva l’hobby della pesca. La moglie non vedendolo tornare a casa ha lanciato l’allarme facendo scattare la macchina dei soccorsi. Il corpo senza vita del pescatore è stato recuperato intorno alle 15 dagli uomini della Capitaneria di porto.

http://www.leggo.it/news/italia/otranto_orte_vigile_urbano_annega_scivola_pesca-2215623.html

CHI DAVVERO PRATICA EROS ESTREMO HA RAGGIUNTO SPINACETO, ALLE PORTE DI ROMA, PER UNA TRE GIORNI DI FULL IMMERSION IN UN HOTEL TRASFORMATO IN UNA VERA E PROPRIA UNIVERSITÀ DEI GIOCHI EROTICI DI DOMINAZIONE E SOTTOMISSIONE 126

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1. MENTRE I MASS MEDIA ERANO IMPEGNATI A CELEBRARE IL FUMETTONE SCEMO DI “50 SFUMATURE DI GRIGIO”, CHI DAVVERO PRATICA EROS ESTREMO HA RAGGIUNTO SPINACETO, ALLE PORTE DI ROMA, PER UNA TRE GIORNI DI FULL IMMERSION IN UN HOTEL TRASFORMATO IN UNA VERA E PROPRIA UNIVERSITÀ DEI GIOCHI EROTICI DI DOMINAZIONE E SOTTOMISSIONE
2. TRA CORDE PER “SHIBARI” E FRUSTE PER MISTRESS: “QUI NON CI SONO DISCRIMINAZIONI, NON SI GUARDA AL GRASSO E AL MAGRO; IO HO AVUTO UNO SLAVE DI VENT’ANNI DI MENO”
3. BEN 79 WORKSHOP, DALLA LUCIDATURA DEGLI STIVALI FETISH ALLE TECNICHE DI IPNOSI EROTICA, PASSANDO PER BONDAGE, PSICANALISI, AMI DA PESCA NELLE PALLE, E TECNICHE DI PRONTO SOCCORSO IN CASO DI ERRORE. E QUANDO ARRIVA LA NOTTE PARTE IL DELIRIO EROS












CONFERENZA DI ROMA BDSM
REPORTAGE DI LUCIANO DI BACCO IN VARIE CITTA' (BRUXELLES, ROMA E BERLINO)  NEGLI ANNI 2011-2014 PER DAGOSPIA
rome bdsm conferenceROME BDSM CONFERENCE


1. AYZAD, GURU DEL BDSM ITALIANO, ANNUNCIA EROS ESTREMO A ROMA

Quest’anno il weekend lungo fra il 20 e il 22 febbraio è destinato a entrare negli annuali della sessualità alternativa – e non certo per il successo di 50 sfumature di grigio, che ha immeritatamente conquistato il record italiano di proiezioni in un giorno. Nel nostro paese era dai tempi dei Cinegiornali Luce che non si vedevano tanta uniformità e fanatismo nell’offerta dei cinema: un panorama inquietante, che tuttavia la dice lunga su quanto sia di moda il BDSM
venus berlino (4)VENUS BERLINO (4)

Il bello è che, mentre i mass media erano impegnati a celebrare le assurdità di Christian Grey, chi davvero pratica eros estremo ha organizzato una serie di eventi a tema senza precedenti. Tutti concentrati a Roma, questi appuntamenti promettono di portare alla ribalta la realtà della cultura fetish e BDSM. Eccone un rapido riassunto:
venus berlino (3)VENUS BERLINO (3)

Rome BDSM conference
Tre giorni di full immersion in un hotel trasformato in una vera e propria università dei giochi erotici di dominazione e sottomissione. Ben 79 workshop tenuti da decine di esperti provenienti da tutto il mondo che sviscereranno ogni segreto delle varie pratiche, dalla lucidatura perfetta degli stivali fetish alle tecniche di ipnosi erotica, passando per bondage, psicanalisi e perfino tecniche di pronto soccorso in caso di errore.
Il programma prevede inoltre vari “laboratori aperti” in cui gli stessi partecipanti scelgono il tema da trattare, molti momenti conviviali e due diversi play party nei quali mettere in pratica quanto imparato.

2. UNA GIORNATA ALLA ROME BDSM CONFERENCE 2015, IL BILDERBERG DEL SESSO NON PENETRATIVO, TENUTOSI A SPINACETO
venus berlino (2)VENUS BERLINO (2)
Michele Masneri per www.rivistastudio.com

«Beh ma Spinaceto pensavo peggio, non è per niente male» dice Nanni Moretti scappando con la Vespa da questa edilizia suburbana romana anni Sessanta; eppure qui, a Spinaceto – «ma di dove sei, di Spinaceto?», sempre in Caro Diario, si tiene questa primaria “Rome BDSM Conference 2015”, cioè una specie di Bilderberg del sesso non penetrativo, dove l’acronimo complicato raggruppa bondage, disciplina, sadismo e masochismo.

fetish e bondage a bruxelles (11)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (11)
Si arriva subito (cioè, subito mica tanto, si percorre tutta la Cristoforo Colombo di sabato, col traffico, si passa la Nuvola di Fuksas che sembra sempre più un tonno o squalone di Damien Hirst nel suo plexiglass, si fa l’inizio della via del Mare, e insomma il percorso ormai celebre-Isis, al contrario). Poi finalmente Spinaceto, in un hotel Mercure di cemento armato, con pullmini di giapponesi. E un Fiat Ducato fuori parcheggiato, di fornitori di «Ultimate bondage».
gadget di beautiful (3)GADGET DI BEAUTIFUL (3)

Si scende di sotto, nell’universo moquettato e ottonato da quattro stelle,  ed ecco il banco accrediti di questa BDSM conference. Si compila un modulo (nome, cognome, sesso – Maschio-Femmina-Trans), si indossa un braccialetto e si entra. Oggi (sabato) è il secondo giorno di questa fondamentale conferenza internazionale e si è arrivati un po’ tardi, ci si affretta quindi in questo corridoione dove sono esposte, come da Eataly o all’Unieuro, articoli in promozione, anche manufatti molto fantasiosi: c’è uno stand “Bdsm Utopia” che vende dildo e plug di acciaio inox e un – come definirlo  – copri pene, in duplice versione, pieno o in filo di ferro,  tipo gabbietta del canarino Titti o portafrutta d’epoca Alessi, con pratico lucchetto (e se si perde la chiave?).
fetish e bondage a bruxelles (8)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (8)

Lo stesso stand di questo signore inglese vende anche pratici gatti a nove code, con diverse impugnature di fogge tra le più fantasiose, e poi degli imbutoni di plastica nera con tubi collegati, che fanno un po’ paura. Però non c’è tempo adesso per il merchandising, perché ci sono tutti i workshop da seguire, tutti in contemporanea nelle varie sale “Adriano”, “Romolo”, “Remo”, e tanti altri imperatori.
fetish e bondage a bruxelles (9)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (9)

Entro nella prima, e un crocchio di signore molto in carne, e – ma solo alcune – vestite di pelle nera, fanno dei commenti bonari. «Devi prendere quello da 19», sta dicendo una; «spostalo un po’ più a destra», dice un’altra. «Meglio quello più sottile», una terza. L’insegnante ha dei guanti di lattice bianchi, è inglese, sembra che stia rimestando una pasta come per fare delle tagliatelle. Le discenti hanno tutte un accento del nord Italia,  e sembra di essere a una di quelle lezioni di pane a lievitazione naturale a cui va mia madre, con la pasta madre. Poi c’è una signorina molto giovane con vestitino a fiori e occhiali scuri, che prende nota su un blocchetto, con un fidanzato che le cinge le spalle. 

fetish e bondage a bruxelles (7)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (7)fetish e bondage a bruxelles (12)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (12)
Invece poi un’altra dice: «Dai, mettigli quello più grosso». «Dai, fagli più male!». E a quel punto si capisce che sul tavolino da infermeria, a gambe bene aperte, e niente addosso, c’è un ragazzotto molto orgoglioso con tutte queste sciure intorno. La signorina inglese gli sta inserendo un amo da pesca nello scroto, lui si appoggia a una signorona in latex che gli tiene la mano. La signorina gli conficca questo amo nelle palle e lui è molto tranquillo, anche abbastanza soddisfatto, e qui io dico: ma non ti fa male?
fetish e bondage a bruxelles (4)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (4)

E a quel punto tutti mi guardano naturalmente malissimo, come dire “è arrivato”, e una signorotta del Nord dice: «Eh, poi voi ci avete tutti questa fobia degli aghi, mamma mia! Gli aghi non fanno mica male, lo sanno tutti. Fanno molto più male le frustate». E a quel punto dice al ragazzo di mostrare la schiena e lui orgoglioso mostra dei segni ancora un po’ rossi della sera prima.

fetish e bondage a bruxelles (32)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (32)
«Noi» comunque, imparo subito, siamo i «Vanilla», cioè tipo i normali, quelli del «sesso penetrativo», come mi spiega poi una mistress. Le mistress sono queste signorone che si aggirano, sono le femmine master, giustamente, hanno una tipologia abbastanza precisa: minigonne di pelle, culo molto basso, diciamo nessun timore del carboidrato né soggezione della bilancia. Capello possibilmente nero, un po’ unto.
fetish e bondage a bruxelles (33)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (33)

Così è la mistress che tiene la mano al ragazzo (belloccio, ventenne, lei ne avrà cinquanta) e gli dice: «Amò, la vuoi la tetta?» e lui dice che no, grazie, non vuole la tetta questa volta (cioè lei gli infila la tetta in bocca per distrarlo durante questi esercizi di “CBT” – cioè cock and ball torturation, si apprende).

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«Qui non ci sono discriminazioni, non si guarda al grasso e al magro; io ho avuto uno slave di vent’anni di meno» mi dice invece un’altra mistress però invece longilinea, e guardando le sue colleghe più tondeggianti dunque scaccio un pensiero molto sessista, che queste con la scusa di aghi e fruste “ce marcino”.

Mentre faccio i miei pensieri sessisti, «vuoi provare?» mi dice una di queste mistress non magre, e io ringrazio e declino cortesemente. Per me, ami da pesca nelle palle, anche no, oggi. «Siete tutti paurosi», risponde lei. Insomma noi Vanilla siamo molto disprezzati, siamo considerati tipo ragionieri del catasto, qui. C’è un cartello con scritto «Fate attenzione ai Vanilla. Non dategli  le 50 sfumature da mangiare». Qui tutti vituperano molto non solo noi penetrativi ma anche il film, lo considerano roba da dilettanti, un’intrusione cialtrona in un mondo, il loro, che col sesso e con la coppia tradizionali ha poco a che fare.
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Umiliato, esco dalla sala Remo, senza finire la dimostrazione (nel frattempo, all’amo del ragazzo è stato applicato un filo, col quale si può portarlo un po’ in giro); compilo il modulo obbligatorio di valutazione, rispondo a quesiti come “come hai trovato la lezione”, “vorresti partecipare ad altre dello stesso tipo”, come no, rifiuto una siringa con ago che viene gentilmente offerta in omaggio come gadget a tutti i partecipanti, e mi dirigo verso il prossimo workshop, sul feticismo del piede.
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Qui, tiene banco una coppia di signori celebri nell’ambiente, Franca Kodi e Franco Vichi. Fondatori di una primaria rivista del settore, Il Feticista, sottotitolo «la rivista che parte dai piedi», dieci euro e purtroppo pubblicazioni sospese, a causa della crisi dell’editoria. Non prendeva i contributi pubblici, si vede. Come il Fatto Quotidiano. Vichi spiega che il suo trimestrale ha avuto un grande successo, partendo anche da un giornale primigenio, Calcantibus; e che però Il Feticista è un po’ un’altra cosa.
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 La cifra stilistica della casa, mi spiega Vichi, è «il feticismo glamour». Calcantibus, spiega Vichi «era una roba un po’ più da masochisti», insomma solo per chi ama falsi calpestare, immagino. Il Feticista è per chi ama la donna innanzitutto esteticamente, perché il feticista è un esteta, «un collezionista». (Quindi un po’ la differenza tra l’Unità e il Riformista, forse, penso).

Comunque ci sono delle copie di questo Feticista in esposizione. Tutte con signorine discinte coi piedi in primo piano. Nomi fantasiosi, una “Asia D’Argento”; una Marisa Mantero «con una pianta larga e carnosa», e piedi sporchissimi, tutti atout, mi spiegano, nel settore. Franca Kodi, una signora bionda che sembra un po’ Marina di Savoia, fa una specie di appello: «Chi c’è di masochista in questa stanza?» e non risponde nessuno. «Feticisti?», allora alza la mano un ragazzo molto giovane e timido, e si passa a una discussione sui migliori piedi nella storia: benissimo Marylin Monroe, che però se li era fatti notoriamente rifare; bene anche Aida Yespica; malissimo Belèn, che qui tutti detestano, non si sa perché, dicono «per carità!»; «meglio i trans della Cristoforo Colombo!».
fetish e bondage a bruxelles (28)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (28)

Vichi e Kodi sono anche un po’ complottisti, forse sono una falange grillina in seno al movimento BDSM, e a un certo punto parlano di «un chiaro complotto dei governi per abbattere la femminilità delle donne»; complotto a base di sneakers, che equiparano e omologano i sessi, e di «tailleur marroni e grigi» che hanno come obiettivo sterilizzare la sessualità femminile. Sorge anche un dibattito: una lady T («come Elisabetta Tudor») prende la parola.
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Qui tutti hanno un badge col nome al collo, e molti hanno uno pseudonimo. Lady T è del nord, di Laveno, fa l’insegnante, ha una sessantina d’anni, è tutta in pelle e latex, e dice orgogliosa di essere una mistress, di possedere duecento paia di scarpe e quaranta di stivali. È forse in quota Salvini, o NCD, dice «le mie scarpe io non le faccio lucidare neanche da…» e io penso: «dalla colf», ma si vede che sono proprio un Vanilla, e lei dice «dai miei schiavi».
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La mistress in quota Salvini si accapiglia subito non con i feticisti grillini, bensì con un’altra mistress diciamo in quota PD. Si chiama lady Ice o qualcosa del genere, e sta facendo tutto un discorso molto femminista anche giusto sul fatto che non è che si può andare sempre in giro col tacco 15, il latex e il frustino, non è mica comodo; e tutti le danno addosso, tipo «venduta!», «lei rappresenta proprio quello che noi vogliamo abbattere! Le hanno inculcato queste fandonie, della donna che per lavorare deve sentirsi comoda! Così uccide la sua femminilità» le dicono i feticisti grillini, e insomma sostengono che la donna dovrebbe andare in giro sempre smandrappata e soprattutto coi piedi di fuori.
fetish e bondage a bruxellesFETISH E BONDAGE A BRUXELLESfetish e bondage a bruxelles (26)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (26)

Franca Cody le dice anche «eh, io le conosco quelle come lei! Cosa crede, io ho un passato di sinistra, me le ricordo. Senza trucco, col capello sfibrato, mai il balsamo. Facevo teatro impegnato, io» (poi è diventata una star nel settore dei porno-fetish, altro che svolta della Bolognina). E lady T fa un gesto con la mano: «Ah, le donne di sinistra. Gli angeli del ciclostile. Buongiorno».

Lady Ice-Pd si inalbera: «Vergognatevi, se questo è quello che voi considerate la donna!» E poi cita le donne pilote, e le donne militari, e quelli rincarano la dose. «Ma se sei un  militare sei un militare, non sei una donna». E Franco Vichi, feticista dell’uniforme, racconta degli anni d’oro in cui la Polizia di Roma Capitale, quando non si chiamava ancora così, aveva però vigilesse con divise molto sinuose, e lui si faceva fare molte infrazioni apposta.

fetish e bondage a bruxelles (24)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (24)
Lady Ice-Boldrini si incazza proprio, e giustamente, e dice che «non si può andare in giro conciate solo per compiacere i maschi», e io tifo per lei. Poi però mi accorgo che era la stessa mistress che nel precedente workshop urlava «mettigli l’amo da 19! Fagli più male! Uh, che bello, esce il sangue», e rimango un attimo perplesso. Forse è una corrente dalemiana del BDSM.

fetish e bondage a bruxelles (6)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (6)
Poi finiscono i workshop, si è fatto tardi; si sono persi quello di “uretral play”, quello di pissing I (per principianti), il cockbondage, il “Facesitting e smothering” e la classe di sutura. Però tra poco c’è il party! Ogni sera infatti c’è una festa, avevo letto sull’invito, e io avevo fatto la prima figuraccia quando ho detto: ah, come funziona, c’è musica, si balla?

fetish e bondage a bruxelles (23)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (23)
La signorina all’ingresso mi dice: non si balla. Si gioca. Quindi salgono anche le aspettative. Però alle 22, ora di inizio del party, l’atmosfera è ancora un po’ spenta, non si respira molto erotismo, forse complice la location alberghiera “a Spinaceto”, le architetture: sembra un grande container moquettato, la new town dell’Aquila, in versione quattro stelle, con finti ficus. I partecipanti alla conferenza nel frattempo si sono cambiati di latex, hanno partecipato alla cena sociale (trenta euro), han preso fruste e attrezzini.
fetish e bondage a bruxelles (2)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (2)

fetish e bondage a bruxelles (21)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (21)
Nei vari saloni ci sono performance tematiche: in una grande sala dove un signore fa una cosa col sigaro a degli altri signori, però non si può fumare. C’è uno stanzone pieno di giapponesine, vestite da geishe o da studentesse, e quelle però si occupano solo di bondage, con dei gabbioni tipo torture Isis o quadro svedese, e le giapponesine mistress annodano certe giapponesine slave, come delle caciottine, con delle procedure di insaccaggio lunghissime, e poi le tengono sospese a mezz’aria, e lì, mentre planano,  l’insaccante dà delle pacche sulle mutandine all’insaccata, e questa fa degli “ah, ah” sottovoce; godendo forse tantissimo.
fetish e bondage a bruxelles (20)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (20)

Intanto rincontro lady T, la mistress in quota NCD, che dice guardando le scamorzine: «A me il bondage non mi dice proprio niente. Cioè, quando ce l’hai lì così legata, se almeno non la frusti, non capisco cosa si provi».
fetish e bondage a bruxelles (18)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (18)

Allora passiamo a un salone molto Game of Thrones, con la ruota medievale, dove una signorina in latex rosso vien un po’ allungata e un signore in smoking le dà anche lui delle bottarelle sulla mutanda. C’è poi un angolo solletico, con una signorina inchiavardata su un trespolo mentre solleticatori esperti  le passano degli spazzolini elettrici tipo Braun sulle piante dei piedi. In un altro angolo ci sono due culone giovani incaprettate di spalle, nude, e uno scudisciatore che alterna frustini e gatto a nove code, con dei colpi in aria e altri proprio sulle carni. Lui ha gli occhiali, un grembiule di pelle, sembra il Piotta.

fetish e bondage a bruxelles (19)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (19)
Lady T valuta professionalmente e dice, «eh, questo è bravissimo, guarda come rotea la frusta», e in effetti il Piotta fa tutto un crescendo, alternanza di colpetti leggeri e di frustate proprio sanguinolente (le culone sono entusiaste). Ci spostiamo, c’è una signora inglese anche in età, con le tette di fuori, che si fa dare delle piccole scariche elettriche da un uncino che fa dei “bzz”, “bzz”; come quegli attrezzi per friggere e sconfiggere le zanzare nelle trattorie d’estate. Un’altra gentildonna invece paonazza si sta facendo soffocare molto professionalmente con un sacchetto di nylon che si gonfia e si sgonfia e si appanna. Poi si sentono dei pum! Pum!, tipo pop corn, quando il soffocatore buca il sacchetto.
fetish e bondage a bruxelles (16)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (16)

Però, poi, dopo, si fan tutti delle gran coccole. L’elettrificata prende carezzine sul musino dal suo elettrificatore; la soffocata dal suo soffocatore dei pat-pat, cianotica e felice. Tutte le varie frustate, dolcissime coi loro frustatori esausti. «È l’after care», dice lady T. «Cioè mica li lasci lì così, dopo». Cioè, tanti abbraccini e abbraccioni dopo i supplizi, e pare che siano momenti di affetto vero e di meravigliosa vicinanza. Cioè, praticamente, le coccole dopo il sesso, senza il sesso.
fetish e bondage a bruxelles (17)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (17)

Lady T. naturalmente non è d’accordo, dice che loro godono tantissimo, molto di più di noi poveri Vanilla, che «vengon fuori le endorfine», che è una cosa «di testa», e però a un Vanilla medio riflessivo pare forse un esagerato esborso di tempo, oltre che di sforzi organizzativi, comprare fruste e collari, fare scelte di campo ponderate (essere slave, master o switch, cioè intercambiabile?).
fetish e bondage a bruxelles (14)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (14)

Già la vita è complicata. Però lady T dice che assolutamente «non c’è paragone», e mentre le si vorrebbero chiedere altre spiegazioni, lei punta un ragazzo sui vent’anni, tutto vestito da gattone tipo Garfield, con una calza a rete e il culo di fuori, e una coda di peluche, che gira per i corridoi miagolando (ma chi sarà, cosa farà nella vita, dove avrà comprato il costume da gattone). Lo chiama e gli ordina di fermarsi, «uè, ti, vieni qua».
fetish e bondage a bruxelles (15)FETISH E BONDAGE A BRUXELLES (15)

Lui obbedisce, si appoggia al muro, si mette in posizione, fa le fusa, lei gli dà un sacco di frustate, e poi per soprammercato lo sculaccia anche sul culino. Dopo non gli fa neanche le coccole. E però tutti e due, per un attimo, paiono effettivamente assai felici, qui a Spinaceto. 



http://www.dagospia.com/rubrica-5/cafonal/mentre-mass-media-erano-impegnati-celebrare-fumettone-scemo-50-95368.htm

Article 24

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Tamil director R.C Sakthi passes away

Popular Tamil director R.C Sakthi, who launched Kamal Haasan in a lead role, breathed his last at a private hospital in Chennai on Monday. He was 75.
“Director Sakthi passed away at SRM hospital due to old age—related ailments,” a source close to the director’s family told IANS.
Sakthi started his career as a theatre artist. He floated a theatre troupe with his friends and went on to act in a few plays before moving to cinema.
He started his career as an assistant to theatre artist Subbhu Arumugam, and worked with him on several plays.
At the behest of dance master Thangappan, he joined the 1970 Tamil film “Annai Velankani” as an assistant director.
Two years later, he launched actor—filmmaker Kamal Haasan as a hero in his Tamil directorial debut “Unarchigal”, a controversial film about sexually transmitted diseases.
He went on to direct some critically—acclaimed films such as “Manidharil Ithanai Nirangala”, “Dharma Yuddham” and “Amma Pillai”.
His last directorial venture was in 1993 - the Tamil film “Pathini Penna" - which fetched him two State awards for best film and best dialogue writer.
In over a decade—long career, he had directed 17 films.
Sakthi is survived by two daughters and a son. His last rites will be performed in Chennai on Tuesday.

http://www.thehindu.com/entertainment/tamil-director-rc-sakthi-passes-away/article6925668.ece

Article 23

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Addio a Eugenie Clark, signora degli squali

Fu una pioniera nella conservazione marina e negli studi del comportamento degli squali. Ci ha lasciati a  92 anni la biologa marina che aiutò il pubblico a capire quanto questi pesci così temuti fossero in realtà affascinanti e incompresi
di Andrea Stone, fotografie di David Doubilet
Addio a Eugenie Clark, signora degli squali
Eugenie Clark esamina degli squali di profondità provenienti dalla baia di Suruga, in Giappone 
Addio a Eugenie Clark, signora degli squali
Clark esamina gli pterigopodi di uno squalo elefante, in Giappone 
Addio a Eugenie Clark, signora degli squali
Eugenie Clark nel 1974, durante una spedizione per National Geographic a Isla Mujeres 
Addio a Eugenie Clark, signora degli squali
Clark durante un'immersione in Giappone nel 1984, con un granchio gigante giapponese
Addio a Eugenie Clark, signora degli squali
Clark che esamina un piccolo di squalo balena nel suo laboratorio
“Fu una mossa davvero coraggiosa per una giovane donna”, racconta Kumar Mahadevan, ex presidente del Mote lab, “intraprendere quella strada e spostarsi in un luogo infestato di insetti”. Nel 1968 Clark iniziò a insegnare biologia marina allaUniversity of Maryland, dove rimase fino alla pensione nel 1992. Negli anni a venire continuò invece a lavorare al Mote, come membro del consiglio di amministrazione. 

Oltre ai suoi grandi meriti come ricercatrice -fece nascere i primi “bambini in provetta” da pesci femmine- “la sua abilità nell’entrare in sintonia con il pubblico e parlare dell’importanza dell’esplorazione, della protezione degli oceani e della conservazione delle specie potrebbero essere la più grande eredità che Clark ci ha lasciato”, commenta Mahadevan.

Tra i vari progetti che Clark ha seguito, finanziati dalla National Geographic Society, ci furono anche svariati speciali televisivi. Ad esempio quello, molto famoso, in cui insegnò a fare snorkeling all’imperatore giapponese Akihito, allora principe ereditario. Ma è probabile che Clark verrà ricordata soprattutto per il suo coraggio, trainato dalla curiosità. Doubilet si trovava con lei nel golfo di California quando la biologa marina “cavalcò” il dorso di uno squalo balena di 15 metri, il più grande pesce che abita i nostri mari. Lui per un attimo temette che non l’avrebbe più rivista. Lei, tempo dopo, disse che si era trattato di uno dei viaggi più eccitanti della sua carriera.

http://www.nationalgeographic.it/scienza/2015/02/26/foto/eugenie_clark_la_signora_degli_squali-2501944/5/#media

Article 22

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DITE A MARCO TRAVAGLIO DI TENERSI LIBERO IL PRIMO AGOSTO: GLI TOCCA IL MATRIMONIO TRA 'BEATROCE' BORROMEO E PIERINO CASIRAGHI - FRANCESCHINI “FOCOSO” AL SUPERMECATO - MILEY CYRUS, CHE TOPLESS! - -

Miley e Patrick stanno insieme da poco più di tre mesi e paiono aver superato le tante diffidenze della famiglia di lui: per i gusti di papà Terminator Arnold Schwarzenegger, attore ed ex governatore della California, e mamma Maria Shriver, appartente al clan dei Kennedy, la cantante sarebbe un po’ troppo trasgressiva…


DARIO FRANCESCHINI E MICHELA DE BIASEDARIO FRANCESCHINI E MICHELA DE BIASE
Da “Novella 2000”

1 - IL PRIMO AGOSTO LE NOZZE CASIRAGHI-BORROMEO
Le nozze tra Pierre Casiraghi e Beatrice Borromeo saranno celebrate il prossimo 1° agosto nelle Isole Borromee, sul Lago Maggiore, con pochissimi invitati. Testimone della sposa la nonna Marta Marzotto, per lo sposo il fratello Andrea. Lo rivela il settimanale “Novella 2000” nel numero in edicola da oggi. Il ricevimento si terrà, invece, alla Rocca di Angera. 
DARIO FRANCESCHINI E MICHELA DE BIASEDARIO FRANCESCHINI E MICHELA DE BIASE

2 - MINISTRO, CHE BACIO
Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Dario Franceschini, 56 anni, bacia la moglie Michela Di Biase, 34, collega di partito (il Pd) nonché presidente della commissione Cultura del consiglio comunale capitolino. Sposati dallo scorso 14 settembre, Michela è al quinto mese di gravidanza. Lui legge il giornale fuori dal supermercato mentre lei fa la spesa. La signora Franceschini al supermercato acquista tra le altre cose latte senza lattosio, insalata, patate, uova, pane, sale, zucchero, prodotti per la casa e, sopra, arance.

Dario Franceschini e la moglie Michela Di Biase in dolce attesa. Lui è già padre di due ragazze, Caterina, 24, e Maria Elena, 17, avute dall’ex moglie Silvia Bombardi. Lei esce dal supermercato carica di sacchetti. Nota bene: le buste sono portate da casa, poiché di un’altra catena di centri commerciali.
MILEY CYRUS IN TOPLESSMILEY CYRUS IN TOPLESS

3 - MILEY CYRUS IN CARNE
Miley e Patrick stanno insieme da poco più di tre mesi e paiono aver superato le tante diffidenze della famiglia di lui: per i gusti di papà Terminator Arnold Schwarzenegger, attore ed ex governatore della California, e mamma Maria Shriver, appartente al clan dei Kennedy, la cantante sarebbe un po’ troppo trasgressiva.

Miley Cyrus è una stella senza pregiudizi e (spesso e volentieri) senza vestiti. In compenso ha tanti tatuaggi sul corpo, compresi quelli con il volto della nonna materna e del cane morto. In queste foto risalta quello dell’acchiappasogni, un amuleto che protegge le persone durante il sonno e che la popstar ha sopra il suo letto: le piume (quattro) simboleggiano i fratelli e le sorelle della cantante.

MILEY CYRUS IN TOPLESSMILEY CYRUS IN TOPLESS
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/dite-marco-travaglio-tenersi-libero-primo-agosto-tocca-95319.htm

Article 21

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UNA SENTENZA ''AGRODOLCE'' PER MINOLI - IL GIUDICE DÀ RAGIONE AL “FATTO” E LUCA JOSI: “IL GIORNALE NON DIFFAMÒ MINOLI SULLA VICENDA DELLA SOAP OPERA ‘AGRODOLCE’” CHE HA PORTATO AL FALLIMENTO DELLA EINSTEIN E ALLE MACERIE DI TERMINI IMERESE''

Rimane da disvelare la ragione per la quale la Rai avrebbe rivenduto gli studi realizzati dal gruppo Einstein alla Regione Siciliana così da ottenere il finanziamento di oltre 37 milioni di euro dalla stessa. Crocetta: “Rai ci deve dare 25 milioni, non facciano i furbi”...

David Perluigi per il “Fatto quotidiano
agrodolceAGRODOLCE

L’ultima volta che la soap di Rai3 Agrodolce è tornata sulle cronache è il 19 novembre 2014: in un’operazione Antimafia dei carabinieri del Ros, su richiesta della Dda di Palermo, vengono eseguiti in Sicilia sedici arresti nei confronti del clan capeggiato dal boss latitante Matteo Messina Denaro. Ad aprire una delle piste investigative è proprio una ex comparsa della fiction, Salvatore Lo Piparo.
agrodolceAGRODOLCE

Uomo, secondo gli inquirenti, affiliato al clan di Bagheria, da sempre vicino a quello dell’imprendibile boss di Trapani. È lui che collabora con i magistrati: “Vi sembrerà strano – afferma Lo Piparo –, ma io ho fatto una piccola parte in Agrodolce”.

agrodolceAGRODOLCE
A distanza di pochi anni, una spaventosa corrispondenza con quanto denunciato dal produttore televisivo Luca Josi, patron della società Einstein, in un’inchiesta de il Fatto del dicembre 2011 sulla serie tv girata in terra siciliana. Fatti in parte riemersi attraverso le motivazioni di una sentenza della magistratura romana pubblicate in questi giorni con il “non luogo a procedere” per i giornalisti del quotidiano di via Valadier.

LUCA JOSILUCA JOSI
“Il fatto non sussiste” ha sentenziato il gip del Tribunale di Roma, Costantino De Robbio, in merito alla denuncia per diffamazione dell’ex direttore di Rai3, Giovanni Minoli, verso il nostro giornale e verso Josi stesso. Non vi erano “valutazioni dei giornalisti”, ma il Fatto “si era limitato a riportare la notizia. Indubbiamente connotata dal requisito dell’interesse pubblico”.

LUCA JOSILUCA JOSI
Le controversie intorno al modello produttivo, foriere di extracosti milionari, “una soap opera” per Einstein, “una fiction” per l’editore Rai, sono state risolte prima dalla magistratura civile “non vi è dubbio che la qualificazione operata fin dall’inizio del rapporto contrattuale... è soap opera” e da quella penale “faceva bene Josi – dal suo punto di vista – a dolersi per le successive conversazioni con cui Minoli ha più volte negato che di soap opera si trattasse”.

giovanni minoliGIOVANNI MINOLI
Ma soprattutto il giudice ha sentenziato che l’articolo “non conteneva espressioni che trascendono il diritto di cronaca (...) e che sospendeva il giudizio, tanto che l’ultimo paragrafo dello stesso è intitolato con carattere in grassetto: la parola alla magistratura (...) e a ciò va aggiunto, che l’articolo era corredato da un’intervista al Minoli che è dunque stato messo in condizioni di difendersi.”
Giovanni MinoliGIOVANNI MINOLI

La denuncia di Josi invece nei confronti di Minoli è stata archiviata pur affermando che “non si traggono elementi decisivi in ordine all’insussistenza dei fatti denunciati (...) e il gip ha archiviato ritenendo insussistente l’ipotesi di concussione per la quale il pm aveva iscritto il dirigente nel registro degli indagati rilevando che l’ex direttore di Rai3 non è pubblico ufficiale e non può dunque rispondere del reato ipotizzato”.

Minoli ha affrontato un interrogatorio dal pm Giuseppe Deodato per poco più di un’ora. Rimane da disvelare la ragione per la quale la Rai avrebbe rivenduto gli studi realizzati dal gruppo Einstein alla Regione Siciliana così da ottenere il finanziamento di oltre 37 milioni di euro dalla stessa.

Sarà proprio il governatore Rosario Crocetta a tuonare pochi mesi fa: “Rai ci deve dare 25 milioni, non facciano i furbi. É strano che questa vicenda di voler trasferire il set di Montalbano in Puglia esploda ora dopo il contenzioso per Agrodolce su cui indaga la procura”. In effetti risulterebbe che i magistrati palermitani, Gaetano Paci e Sergio De Montis, stiano ancora indagando.
CROCETTACROCETTA
Oggi il gruppo Einstein è fallito. Giovanni Minoli, un tempo alfiere della tv di Stato, conduce un programma su Radio 24, l’emittente di Confindustria. A Termini Imerese, invece, rimangono le macerie di oltre 5 mila metri quadri di studi progettati da Fuksas dove lavoravano centinaia di persone. Una triste storia italiana.
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/sentenza-agrodolce-minoli-giudice-ragione-fatto-95367.htm

Article 20

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ALFANO, RINOMINATO “CONIGLIO” DAI LEGHISTI, DOVRÀ RIFERIRE IN SENATO SU QUELLO CHE (NON) HA FATTO PER EVITARE LO SCEMPIO DI ROMA DA PARTE DEGLI HOOLIGAN DEL FEYENOORD - CON LO SCUDO DEL PD, HA PROVATO IN TUTTI I MODI A NON PRESENTARSI - - -

Zanda e Schifani cercato di buttarla in caciara più volte, ma tra i leghisti che lo chiamano “coniglio”, i grillini che fischiano e pure la voce grossa di Paolo Romani, il ministro dell'interno dovrà presentarsi martedì 3 marzo al Senato...


DAGOREPORT

angelino alfanoANGELINO ALFANO
Ha provato a evitarlo. Pavidamente. Ci ha provato in tutti i modi. Ma alla fine gli è andata male: e martedì prossimo, 3 marzo 2015, alle ore 12, il nostro Angelino Alfano, incredibile ministro dell’Interno di questo sciagurato paese, dovrà presentarsi al Senato e riferire sui disordini di Roma, sui danni alla Barcaccia del Bernini, sull’inettitudine di chi, putacaso il ministero del suddetto ministro, doveva prevenire e vigilare e organizzare e contenere la carica degli hooligans del Feyenoord, ma a quanto pare non ha fatto un bel piffero.

E bravo Angelino! Dovrà venire lui, personalmente, a spiegarci il perché e il percome del disastro, senza nascondersi – come ha provato vilmente a fare in un primo momento – mandando in aula il viceministro Bubbico. Ohè. Mica ci facciamo prendere per il naso, noi di Villa Arzilla. Saremo morituri, ma ancora ben tosti.

ANGELINO ALFANOANGELINO ALFANO
Le balle hanno cominciato a girarci presto, mercoledì. Ed esattamente alla capigruppo delle ore 13, quando il Gatto e la Volpe di Palazzo Madama, tali Luigi Zanda e Renato Schifani, hanno cominciato un bel minuetto Pd-Ncd per levare dal calendario l’informativa di Alfano, prevista alle 18. C’è da votare l’Imu agricola! mugolavano. C’è il Milleproroghe che scade!

Tutto vero, da un certo punto di vista. Ma un’oretta per parlare della devastazione di Roma, porca miseria, non si poteva trovare?
tifosi feyenoord in azione a piazza di spagnaTIFOSI FEYENOORD IN AZIONE A PIAZZA DI SPAGNA

Perciò alle 16.37, alla ripresa dei lavori, in aula è scoppiata la rivolta. Loredana De Petris, la nostra sub-comandanta di Sel, ha suonato la carica ai senatori, ponendo seri dubbi sulla virilità dell’Angelino in questione - «Non so se il ministro Alfano avesse paura dell’aula del Senato, avendo già delegato al vice ministro questo compito» - e ringhiando che lei, in aula, Angelino lo voleva subito: massimo «alle 19».

Fino alle 20 era disposto ad aspettarlo il mastino dei leghisti, Stefano Candiani: «Si viene a dire che non è accaduto niente di grave: ci mancherebbe! Dopo la fontana della Barcaccia ci sono ancora tutta piazza Navona e tutto il Colosseo da smontare. E se questo non bastasse, quanti altri monumenti ci sono da smontare? Ma che cosa dobbiamo aspettare? Che si faccia male qualcuno veramente?». Perciò anche lui, cattivone, sfidava Angelino a venire a renderci conto, « Salvo che il Ministro dell'interno abbia paura, come un coniglio, di venire in quest'Aula».
tifosi del feyenoord pisciano a piazza di spagnaTIFOSI DEL FEYENOORD PISCIANO A PIAZZA DI SPAGNA

Boato e risate.

Sul «coniglio» si è alzato, ieratico, Paolo Romani.
E a nome di Forza Italia ha affondato golosamente il coltello nelle carni della selvaggina: « Lo scempio cui abbiamo assistito non può non avere delle responsabilità. Ritengo che sia importante e anzi fondamentale che il Ministro venga in quest'Aula, ci dica esattamente cosa è accaduto, ci racconti come sia stato possibile che qualche centinaio di criminali si sia accanito contro questa città e come non sia stato possibile prevenire tutto ciò.»

danni alla fontana della barcacciaDANNI ALLA FONTANA DELLA BARCACCIA
Con crudele eleganza Romani ha dato la nuova deadline: il 3 marzo, a mezzogiorno, per «discutere con il ministro Alfano sulle eventuali responsabilità non solo del Ministero, non solo del sindaco, non solo del questore, non solo del prefetto…»

E a questo punto era chiaro a tutti che il “coniglio” era in trappola.

Stefano candianiSTEFANO CANDIANI
Il colpo di grazia gliel’ha dato la voce roca e sanguinaria della collega M5S Paola Taverna: «Non siamo capaci di gestire più nulla, e questo perché bisogna tenere seduto su una poltrona come Ministro dell'interno un personaggio che serve esclusivamente a mantenere in piedi questo Governo, con trenta scagnozzi a votare ogni provvedimento».

Casino in aula come da verbale: Applausi dal Gruppo M5S. Commenti dal Gruppo AP (NCD-UDC). Taverna: «Questo, infatti, è l'unico motivo per il quale il ministro Alfano a tutt'oggi è ancora Ministro». Ululati. «Credo che l'azione migliore che il ministro Alfano possa fare sia quella di rassegnare le proprie dimissioni, come più volte abbiamo chiesto: quando lo farà non sarà mai troppo tardi. Noi siamo speranzosi: lo faccia, signor Ministro».
Luigi ZandaLUIGI ZANDA

Applausi, fischi.
Perfino Luigi Zanda, alla fine, ha capitolato, «condividendo l'analisi fatta da chi mi ha preceduto, da ultimo dai senatori Paolo Romani e Taverna, sulla gravità degli incidenti romani».
ALFANO E SCHIFANIALFANO E SCHIFANI
Silente come un morto Renato Schifani.

See you soon, Angelino.


















http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/alfano-rinominato-coniglio-leghisti-dovr-riferire-senato-95369.htm

Article 24

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Bimba di 9 anni costretta a fare sesso con adulti: arrestato il padre, trovate le foto nel suo pc


Tra le tante immagini di bambini che custodiva nel computer di casa un pedofilo rodigino aveva anche file con foto della figlioletta di 9 anni. 

L'uomo, un 37enne di un paese del rodigino, è stato arrestato dalla Polizia postale, che indagava su di lui - riferiscono i quotidiani locali - nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Perugia. Al polesano gli agenti della postale hanno sequestrato una sessantina di file nei quali si vedono bambini, di età anche inferiore a 10 anni, compiere atti sessuali con adulti. In uno di questi sarebbe ritratta la stessa figlioletta dell'indagato, in atteggiamenti inequivocabili con un uomo. I magistrati della Procura di Rovigo, che al momento hanno disposto l'arresto per detenzione di materiale pedopornografico, stanno svolgendo accertamenti per capire se la persona ritratta accanto alla piccola non sia lo stesso genitore.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/bimba-9-anni-costretta-sesso-adulti-arrestato-padre-trovate-foto-pc/notizie/1205213.shtml
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