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1. CANTARE IN “NERO”: LELLO LIGUORI, IMPRESARIO DI LUNGO CORSO, VUOTA IL SACCO - 2. “BEPPE GRILLO LO DETESTO PERCHÉ VA IN GIRO A FARE IL POLITICO, A SPUTTANARE TUTTI QUANTI, MA QUANDO VENIVA DA ME, CARTE ALLA MANO, SI FACEVA DARE 70 MILIONI: DIECI IN ASSEGNO E 60 IN NERO''


Giacomo Amadori per “Libero Quotidiano”

Lello Liguori, ottantenne impresario di lungo corso, è stato definito il Grande Gatsby della Riviera ligure. Ha gestito locali da Sanremo a Santa Margherita ed è stato anche il re delle notti milanesi.
BEPPE GRILLO GINO PAOLIBEPPE GRILLO GINO PAOLI

Ha conosciuto la malavita meneghina molto da vicino e uno dei boss dell’epoca, Angelo Epaminonda, detto il Tebano, lo ha accusato di tutto: «Omicidio, associazione a delinquere, spaccio internazionale di droga», ha ricordato Liguori. Hanno persino tentato di ucciderlo, ma l’ha sempre sfangata. «Ho pagato cara l’amicizia con Bettino Craxi. Sono stato interrogato da undici magistrati, coinvolto in 11 processi e assolto 11 volte» ha dichiarato qualche anno fa al Secolo XIX.

beppe grillo a piazza del popolo 9BEPPE GRILLO A PIAZZA DEL POPOLO 9
E per difendere Craxi ha litigato anche con Beppe Grillo: «Lo detesto perché va in giro a fare il politico, a sputtanare tutti quanti, ma quando veniva da me, carte alla mano, si faceva dare 70 milioni: dieci in assegno e 60 in nero», ha detto nella stessa intervista al quotidiano genovese. Dichiarazioni che sono state riprese con enfasi dai media solo nel 2014 e Grillo, fuori tempo massimo, ha minacciato querele.

Signor Liguori, ma il leader del Movimento5stelle, alla fine, l’ha denunciata per davvero?
«No, mai, anche perché ho documenti e testimoni. Nei giorni scorsi sono stato contattato dai difensori di Luca Barbareschi. Grillo lo ha querelato perché in televisione ha fatto una dichiarazione sui pagamenti in nero. Sono dovuto andare dal comandante dei carabinieri a confermare che Grillo con me ha evaso più di 300 milioni di lire. È venuto almeno 20 volte nei miei locali. Inizialmente prendeva 70 milioni di cachet: 10 in assegno e 60 in nero.
festa per gino paoli il taglio della tortaFESTA PER GINO PAOLI IL TAGLIO DELLA TORTA

Questo lo ha fatto quattro volte al Covo e una volta allo Studio 54 di Milano, che era mio. Poi ha lavorato altre volte a 20-30 milioni. Comunque sempre con la stessa prassi. Quando è venuto a Milano io avevo con me una persona testimone del pagamento: è andato lui alla cassa a prendere i soldi». E i documenti? «Ci sono le mie dichiarazioni alla Siae in cui dicevo quante persone c’erano nel locale. Quello è un documento».

jennifer lopez 4JENNIFER LOPEZ 4
Ha mai ingaggiato Gino Paoli? «Una decina di volte». E con lui come veniva retribuito? In modo regolare? «(Breve pausa) Non ricordo. Paoli è un amico e non ricordo. Riguardo a Grillo mi è stato chiesto da più parti, da destra e da sinistra, di asfaltarlo. Naturalmente sotto elezioni tutti speravano in una débâcle di Grillo. E io ho detto: si può fare. Mi sono messo lì tre giorni e ho parlato con tutti i giornali».

Politica a parte, glielo richiedo: lo stesso sistema di pagamento veniva utilizzato con Gino Paoli?
«Guardi, con tutti. Io ho portato in Italia 300 artisti americani, ho lavorato con spagnoli, francesi, greci e i compensi sono sempre stati versati in quel modo. Se lei li vuole è così, altrimenti non vengono».
jennifer lopez 5JENNIFER LOPEZ 5

Dunque non l’ha stupita che Paoli sia accusato di evasione fiscale?
«Io ho una figlia a Lugano e vedo quelli che stanno riportando indietro i soldi».

Ma il cantautore genovese veniva pagato in nero sì o no?
«Io l’ho ospitato tante volte con Ornella Vanoni, ma anche insieme con Grillo. Perciò lo chieda a Grillo (ride)».

Per loro stessa modalità di remunerazione: me lo può confermare?
jennifer lopez balla agli amaJENNIFER LOPEZ BALLA AGLI AMA
«Era la stessa per tutti. Io adesso sto trattando per l’Expo. Hanno preso Andrea Bocelli non da me, da un inglese. Volevano un’altra star. Abbiamo tentato di affiancargli Angelina Jolie, ma Bocelli non ha voluto perché oscurava un po’ il suo nome. Allora abbiamo deciso di puntare su Jennifer Lopez. Ma con gli intermediari è la solita storia: costa 1,8 milioni, però bisogna dargliene "normali" (ufficiali ndr) 1,2. Tanto per dire. Non lo riporti, però, perché non abbiamo ancora firmato i contratti e faremmo brutta figura con la Lopez».

Ritorniamo alla coppia Grillo-Paoli. Mi può ribadire che facevano “nero” insieme? «Ma sì. Guardi che se lo chiede a Grillo, lo ammette. Tanto dice che è tutto finito in prescrizione. In effetti sono cose di tanti anni fa».

E secondo lei anche Gino Paoli confermerebbe?
«(Liguori cambia all’improvviso registro) Gino Paoli non ricordo neanche... mi sembra di averlo pagato regolarmente. Anche perché il mio direttore, che è mio cognato, ha suonato per vent’anni con Paoli. Era capo orchestra. È stato lui a fare i contratti, non io».

Dunque con l’autore del “Cielo in una stanza” avete fatto tutto a regola d’arte? «Mah. Io penso. Non sono in grado di dire né sì, né no».
TEOCOLI-CACCAMOTEOCOLI-CACCAMO

Però quando è venuto con Grillo, l’accordo l’hanno fatto con lei?
«Naturalmente, li ho messi insieme io».

E in quell’occasione stesso pagamento per entrambi?
«Non so, perché Grillo è andato via prima. Paoli si è fermato sino a tardi con mio cognato che aveva accesso alla cassa».

Mi sembra di capire che lei sia troppo amico di Gino Paoli...
«È così».

Ci sono altri personaggi con cui ha avuto brutte esperienze?
Teocoli GallianiTEOCOLI GALLIANI
«Io ho una causa con Teo Teocoli. Nel 1999 doveva fare una serata per la Confindustria, ma rinunciò per motivi di salute. Ho dovuto sostituirlo a mezzanotte con Giorgio Faletti che ho trovato all’ultimo momento vicino a Portofino; eppure Teocoli ha incassato diversi milioni dalla Confindustria. L’ho scoperto recentemente. Grazie a una vecchia fattura ho visto che in quell’occasione c’erano 1.100 persone per un conto totale di 94-95 milioni. A me ne hanno dati solo 72, perché avevano scalato il cachet di Teocoli. Ieri (il 22 febbraio ndr) il suo avvocato mi ha mandato una lettera in cui diceva che se io avessi divulgato questa notizia mi avrebbero querelato. Io naturalmente sono andato subito a sporgere denuncia per appropriazione indebita e furto».

Altri personaggi con cui ha trattato?
«Io ho lavorato con Ornella Vanoni, Patty Pravo, Vasco Rossi, Claudio Baglioni e sono stati tutti pagati regolarmente. Senza nero».

In ogni caso, con tutto quello che guadagnano gli artisti, non le sembra un po’ scorretto che alcuni cerchino di evadere le tasse?
«E gli sportivi allora? Guardi Valentino Rossi. Mi sembra che abbiano trovato conti all’estero un po’ a tutti. Non dovete andare a toccare il nostro mondo. Compresi noi dei locali notturni. Sono stato al Covo 37 anni e avevo 40 locali contemporaneamente, tra Italia ed estero. Ovviamente, proprio per colmare i disavanzi causati dai pagamenti in “nero” delle “attrazioni”, quando si poteva, cercavamo di fare qualche biglietto in meno per la Siae».

gino paoli e stefania sandrelliGINO PAOLI E STEFANIA SANDRELLI
Beh, sta dicendo che eravate costretti a costituire fondi neri per i compensi fuori busta degli artisti. Adesso sembra che abbiano trovato il tesoretto svizzero di Gino Paoli...
«Che è della sinistra estrema...».

Si definisce ancora "comunista".
«Appunto».

Eppure sembra abbia accantonato due milioni Oltralpe... Il suo guaio è che non è riuscito a riportarli indietro.
«Gli do un consiglio: si deve mettere d’accordo con l’Agenzia delle entrate, pagare il 5 per cento e farli rientrare. Così sta più tranquillo».
Gino PaoliGINO PAOLI

Forse adesso è troppo tardi. La procura l’ha già indagato per evasione fiscale.

In un’intercettazione avrebbe detto di aver ricevuto pagamenti in nero da parte degli organizzatori delle feste dell’Unità. Lo stesso trattamento di riguardo che gli ha riservato lei.

«Io non ho detto di averlo pagato in nero. Anche perché a volte, con i miei locali, guadagnavo un miliardo a sera e non potevo certo controllare tutti i conti. Ma adesso lasciamo perdere l’argomento perché io nel mondo dello spettacolo ci lavoro ancora».


Article 22

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ELISABETTA CANALIS INFURIATA CON MARRACASH,
PRONTA A RISPONDERE IN TV SUL FLIRT CON CLOONEY


Elisabetta Canalis dal parrucchiere a Milano

Elisabetta Canalis dal parrucchiere a Milano

Elisabetta Canalis dal parrucchiere a Milano

Elisabetta Canalis dal parrucchiere a Milano

Elisabetta Canalis dal parrucchiere a Milano (Olycom)


MILANO – Non sono andate giù ad Elisabetta Canalis le dichiarazione del rapper Marracash sulla sua relazione con Clooney e sembra proprio che l’ex velina sia pronta a rispondere “Elisabetta Canalis – raccontano Alberto Dandolo e Ivan Rota per Dagospia - è infuriata come una iena in cattività. Dopo che il suo ex “amico”, il rapper Marracash ha dichiarato nella trasmissione di Cattellan su Sky 1 di essere rimasto deluso da lei perché gli avrebbe mentito sulla storia con George Clooney (i due pare abbiano avuto una tresca!), la Canalis da quel di Los Angeles ha fatto sapere che replicherà al rapper la prossima settimana proprio dagli studi di Sky 1”.

http://www.leggo.it/GOSSIP/CANALIS/elisabetta_canalis_infuriata_con_marracash/notizie/1204999.shtml

Article 21

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SCATTANO UNA FOTO NEL PALAZZO REALE E APPARE
IL "FANTASMA" DI UNA DAMA DI CORTE -GUARDA


fantasmi, secondo ogni leggenda che si rispetti, sono soliti infestare palazzi antichi e non di rado si trovano nei luoghi in cui hanno vissuto o hanno terminato la loro esistenza terrena. In Gran Bretagna, che sembra essere davvero la patria degli spettri per eccellenza, c'è un nuovo caso. Holly Hampsheir e Brook McGee sono due cugine dodicenni che si trovavano in gita al palazzo reale di Hampton Court, nei pressi di Londra, quando una delle due ha deciso di scattare una foto all'altra, intenta a percorrere il corridoio di una sala. Dopo lo scatto, l'agghiacciante scoperta sullo smartphone: dietro la ragazza si stagnava infatti una figura spettraleLo riporta il Mirror.

Il fantasma immortalato nella foto (Mirror.co.uk)

«Non abbiamo più dormito serenamente da quando è stata scattata quella foto, in quella sala c'eravamo solo noi due. Inoltre, ci hanno assicurato che i cordoni di protezione che fanno da recinto ai beni più preziosi sono dotati di allarme: cos'era quello?», si domandano le ragazze. La leggenda vuole che da due secoli il palazzo reale di Hampton Court sia infestato dalla cosiddetta Dama Grigia, il fantasma di una damigella di compagnia della regina Elisabetta I.

http://www.leggo.it/NEWS/ESTERI/fantasma_palazzo_reale_foto/notizie/1205150.shtml

MISS PRAGA QUI SEMBRA PULSARE DI UNA LUCE INTENSA COME UNA SUPERNOVA

Dal sogno del Napoli alla morte per camorra, ucciso calciatore 20enne

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Dal sogno del Napoli alla morte per camorra, ucciso calciatore 20enne

Dal sogno del Napoli alla morte in strada. Oggi è stato ucciso a colpi di pistola il giovane calciatore Renato Di Giovanni, classe ’96. Sul suo profilo Facebook decine e decine di foto con la maglia del Napoli mentre si allena e gioca in campo. Sulla sua fedina penale ha invece precedenti per droga: fu arrestato in un blitz nel 2016 a Pianura.

Così come riporta Il Mattino, la vittima è stato avvicinata per strada dai sicari e colpito da diversi colpi d’arma da fuoco. La scena si è consumata sotto gli occhi terrorizzati di passanti e automobilisti.
Si tratta della prima vittima del 2017. L’omicidio è avvenuto poco dopo mezzogiorno. Sul posto le forze dell’ordine per effettuare i rilievi e ricostuire la dinamica dell’incidente. I sanitari del 118 non hanno potuto fare altro che constatare il decesso della vittima.
Non si conosce ancora l’identità del ragazzo ucciso né la matrice dell’agguato, ma dalle modalità del raid omicida si ipotizza che a sparare sia stata la camorra. Le pistole della criminalità organizzata sarebbero tornate a sparare. Ha giocato nelle giovanili del Napoli e sognava di diventare un calciatore di successo. Più forte della passione è stata la criminalità organizzata.

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renato di giovanni

http://www.teleclubitalia.it/dal-sogno-del-napoli-alla-morte-per-camorra-ucciso-calciatore/1270866/

Casa veloce: è legale?

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(google)
Mi sono imbattuta, per la seconda volta in vita mia, nell’agenzia “Casa veloce”, una sorta di interinale dell’immobiliare. A Torino ce ne sono diverse, anche se non si spartiscono le zone o i quartieri come la più conosciuta Tecnocasa, bensì i clienti. La prima volta che ebbi a che fare con questi furbetti risale a due anni fa quando, stremata dalla ricerca di una casa in affitto solo per me, decisi di iscrivermi. Allora costava 100 euro e l’iscrizione valeva “per sempre”. Mi sembrava un miraggio: altro che due mensilità a perdere come per le altre agenzie immobiliari, qui questi avrebbero cercato e trovato una sistemazione per me, a costo di metterci una vita. Ero ancora molto ingenua. In realtà dopo aver effettuato l’adesione, mi dissero che ogni settimana avevo un giorno e un’ora stabiliti per chiamare l’agenzia e conoscere i nuovi annunci. Va da sé che il mercoledì dalle 15,30 alle 16,30 trovavo sempre il telefono occupato. Mail non ne mandavano, forse perché eravamo ancora nel lontanissimo 2009. Le poche case che ho visto tramite Casa veloce erano a dir poco indecenti. Sono passati due anni e scopro che, se possibile, la formula è persino peggiorata. Lascio la casa che ho trovato (senza l’aiuto di Casa veloce) e da brava inquilina aiuto il proprietario a cercare una persona che mi sostituisca. Non appena inserisco l’annuncio mi contattano tre diverse agenzie di Casa Veloce per propormi di mettere l’offerta sulla loro bacheca perché, dicono, non mi costa niente, chi spende è solo chi affitta (tanto per punirlo ancora un po’). Decido di farmi spiegare come funziona perché già penso che se riesco a trattenere la rabbia scriverò un articolo: nessuno deve cadere nel mio stesso errore. La ragazza al telefono si fa suggerire le risposte dal suo capo e mi dice che ora funziona così: “Chi cerca casa ci paga un’iscrizione di 200 euro per 6 mesi”. Alla mia domanda “Qualcuno di voi viene a vedere la casa prima?” mi risponde solerte: “Certo che no, ci fidiamo della sua parola”. Chiedo ancora: “Chi si iscrive ad un negozio dei vostri poi può avvalersi del servizio di tutti gli altri Casa veloce della città?”, ma lei mi dichiara spavalda: “Certo che no, per ogni negozio 200 euro”. Riepilogo: chi cade nel tranello paga 200 euro per leggere delle offerte che comunque sono state pubblicate dai privati e senza che nessuno abbia visto prima se la descrizione dell’alloggio corrisponde all’annuncio. Casa veloce si appropria, senza nulla spendere, di alcuni annunci e si fa pagare per mostrarli. Viene da chiedersi: ma è legale?
Marta Alice Fornasero

Alessandro Verga

EMERGENZA CASA: CARICHE E SGOMBERI A ROMA

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Sgomberata un'occupazione su via Prenestina e cariche su un piccheto antisfratto a San Basilio. La gestione dell'emergenza casa a Roma continua ad essere un problema di ordine pubblico.
Basta sgomberi a Roma. Solidarietà da Roma Comune e Non una di meno
Non importa l'emergenza freddo a Questura e Prefettura: a Roma l'imperativo è solo sgomberare, applicare alla lettera la legalità. Poco importa se a pagare sono gli ultimi, i poveri, chi non ha un tetto sopra la testa. Se una congregazione di frati rivuole il suo stabile per farne appartamenti in housing sociale con il finanziamento di Cassa Depositi e Prestiti, fuori dalle scatole 40 famiglie in emergenza abitativa che da oggi sono in mezzo alla strada. E la politica? Ovviamente muta, come ci ha abituato, a cominciare dal Campidoglio e la sindaca Virginia Raggi che ancora non ha neanche affidato una delega alla casa.
Si sono presentati in forze in via Prenestina 1391: blindati, idranti e decine di uomini in assetto antisommossa. Dopo aver sfondato la porta si sono fermati al quarto piano, dove gli occupanti erano riusciti a barricarsi. Aperta anche l'ultima porta hanno trascinato di peso all'esterno uomini e donne, divisi per sesso. Tra loro anche tanti bambini. Dove andranno? Nessuno lo sa, nessuna sistemazione alternativa. Intanto all'esterno della struttura non si lesinano manganellate e spintoni a chi protesta contro quello che sta accadendo bloccando via Prenestina.
Lo stabile era stato occupato lo scorso 8 dicembre dai Blocchi Precari Metropolitani. Quel giorno iniziava il Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco. Subito i padri Montorfani, proprietari dell'immobile, chiedono lo sgombero, che viene evitato dopo una lunga battaglia fatta di picchetti all'alba a cui partecipa tutta la città solidale. Oggi l'epilogo con l'ennesimo atto di guerra contro i senza casa nella capitale.
Nel frattempo a San Basilio la Carovana delle Periferie e l'Asia Usb stanno facendo un picchetto antisfratto per impedire che Elena, una donna sola e gravemente malata, venga cacciata da una casa popolare. Alla notizia di quanto sta accadendo il picchetto si trasforma in corteo e raggiunge via Tiburtina: qui arriva la celere che non esita a caricare la manifestazione spontanea con tanto di idranti. Il bilancio è di quattro contusi e una persona fermata.
Solo ieri i movimenti per il diritto all'abitare avevano manifestato fuori la prefettura per chiedere “al rappresentante di governo nella capitale di non essere indifferente e di essere parte attiva nel ridisegno delle politiche sociali e urbanistiche di Roma”. La questione abitativa chiede da tempo una soluzione e l'amministrazione Raggi ha il dovere di intervenire per garantire un diritto, quello all'alloggio, che viene negato a migliaia di famiglie.
Alessandro Verga

TORINO, HANNO DIFESO UNA FAMIGLIA DA UNO SFRATTO: ARRESTATI ALL'ALBA

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Questa mattina all'alba a Torino sono stati eseguiti arresti e misure cautelari nei confronti di otto attivisti colpevoli di aver difese una famiglia da uno sfratto.
È di due arresti in carcere, uno ai domiciliari e cinque obblighi di firma il bilancio di quanto avvenuto questa mattina a Torino: l'accusa, l'aver difeso una famiglia da uno sfratto il 14 ottobre scorso. Coinvolti compagne e compagni del csoa Askatasuna e della rete Prendo Casa.
Quel giorno una famiglia composta da una coppia e le loro tre figlie, è stata chiusa fuori casa: in barba a qualsiasi procedimento ordinario di sfratto, un gruppo di persone inviate dal palazzinaro torinese Giorgio Molino (proprietario degli appartamenti) è entrate nella casa, ha spaccato i sanitari e ha iniziato a sgomberare l'abitazione dagli averi della famiglia. Il motivo? Said e Kadiya non riuscivano più a pagare l'affitto perché hanno perso il lavoro. Non è importato che per anni lo avessero fatto, né che si trovassero in una situazione di reale indigenza, né che avessero tre figli piccoli: il proprietario dell'appartamento, nonostante possegga decine di abitazioni e palazzi, voleva i soldi di quell'affitto.
In pochissimo tempo un presidio di attivisti per la casa e contro gli sfratti è arrivato sotto l'abitazione e ha iniziato a bloccare i furgoni che stavano buttando via le cose di proprietà della famiglia, riprendendo i loro oggetti e riportandoli nell'appartamento. Ne sono seguiti poi scontri con le forze dell'ordine, accorse sul posto per tutelare le squadracce del padrone di casa. Questa mattina, a distanza di poco più di due mesi, gli arresti.

Alessandro Verga


Article 24

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1. FERMI TUTTI, ALLONTANATE I PUPI. RENZI HA DECISO DI ANNIENTARE MEDIASET E USERÀ LA RIFORMA DELLA RAI COME UNA CLAVA PER ABBATTERE L’IMPERO TELEVISIVO DEL BANANA - 2. AL PACCHETTO-PACCO LAVORANO 'LAMPADINA' LOTTI E MADONNA (BONA) BOSCHI, CON UNO STUOLO DI CONSULENTI


DAGOREPORT

GRILLO RITWITTA IMMAGINI SU BERLUSCONI E RENZIGRILLO RITWITTA IMMAGINI SU BERLUSCONI E RENZI
La prima mossa, apparentemente, l’ha fatta Mediaset. La decisione di lanciare un’offerta pubblica di acquisto e scambio su Rai Way significa che il Biscione non intende stare a guardare sul riassetto della tv pubblica e mira a soffocare in un grande abbraccio sulle infrastrutture ogni tentativo di smarcarsi dal duopolio. Ma ad Arcore si sono mossi perché hanno capito che questa volta Renzie fa sul serio.

Marina Veronica BarbaraMARINA VERONICA BARBARA
Dopo la rottura del Patto del Nazareno, il premier si sente le mani libere e ha deciso di varare una profonda riforma della Rai entro il 25 marzo. Un capitolo fondamentale sarà quello dell’informazione, al quale sta già lavorando il dg Luigi Gubitosi, che ha incassato la benedizione di Pier Carlo Padoan e del Tesoro, azionista della tv pubblica. Ma Renzie non si fida più di tanto di Gubitosi, scelto da Gianni Letta, e il piano Rai lo stanno facendo i fidatissimi Luca Lotti e Maria Elena Boschi, insieme a una serie di consulenti.
bruno vespa tra renzi e berlusconiBRUNO VESPA TRA RENZI E BERLUSCONI

Oltre a mettere le mani sui telegiornali, Renzi vuole una Rai capace di annientare Mediaset sui palinsesti, magari ingaggiando Antonio Campo Dell’Orto. Insomma, vuole che il cavallo di Viale Mazzini torni ad essere aggressivo, rompendo quel disarmo bilaterale che ha permesso fin qui a Mediaset di non spendere un euro in più sui programmi.

BARBARA BERLUSCONI AL MAREBARBARA BERLUSCONI AL MARE
Ad Arcore hanno perfettamente capito l’antifona e ora comincia la guerra sulla Rai, che ovviamente si combatterà anche in Parlamento e nei corridoi della politica. Una guerra alla quale la famiglia Berlusconi si presenta divisa.

I dissidi più aspri sono sempre quelli tra Marina e Barbara, che proprio non si possono vedere. Ma Marina fatica anche a convincere il padre, assai dubbioso, insieme a Fedele Confalonieri, sulla bontà dell’acquisizione di Rcs libri. L’accordo di massima prevede, da parte di Mondadori, un esborso si 120 milioni più altri 30 se ne prossimo triennio non vi saranno perdite.

renzi berlu f ef b f a d e b c kFQH U D x LaStampa itRENZI BERLU F EF B F A D E B C KFQH U D X LASTAMPA IT
Per Marina, l’acquisizione è anche un modo per avere più potere nell’impero di famiglia, ma come detto si tratta di una partita apertissima. E se parte davvero la guerra delle tv, le priorità di Arcore potrebbero essere altre. 
Famiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara LuigiFAMIGLIA BERLUSCONI ELEONORA PIERSILVIO MARINA SILVIO BARBARA LUIGI
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/fermi-tutti-allontanate-pupi-renzi-ha-deciso-annientare-mediaset-95231.htm

Article 23

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1. CI VUOLE LA FERILLONA PER DEMOLIRE L’IPOCRISIA LECCA-LECCA DI FAZIO STRAZIO: “CON ME LA BUTTI IN CACIARA, OFFENSIVO. ALLA BELLUCCI L’HAI RIEMPITA DI COMPLIMENTI: “BELLISSIMA”, “STRAORDINARIA”, “MI TREMANO I POLSI”, ‘’MI GIRA LA TESTA”... TUTTE CAZZATE” - 2. FABIOLO FAZIO CERCA DI RIBATTERE BALBETTANDO CHE COSÌ “SEMBRA CHE CE L’HAI CON LEI”, MA FERILLI, SORRIDENTE E CALMA, RISPONDE CHE “NO, CE L’HO CON TE, PADRONE DI CASA”


Da “www.rai.tv”

2. NORMALITÀ E IRONIA, LE ARMI DI SABRINA PER ZITTIRE FABIO
Elisabetta Ambrosi per “il Fatto Quotidiano”
   
FERILLI FAZIO 3FERILLI FAZIO 3
L’entrata, al solito, era stata concordata, io ti presento un po’ scarnamente, tu mi rinfacci che, invece, la Bellucci la scorsa settimana l’ho introdotta con tutti i superlativi possibili. Ma quando l’ospite è dotato di particolare ironia, e di una buona dose di indipendenza di spirito, può capitare che il resto del faccia a faccia sfugga di mano e che l’intervista, nel salotto più ovattato e avulso da sorprese della tv italiana, si traduca in uno spasso per chi guarda. È accaduto domenica sera a Che tempo che fa, dove era ospite per la prima volta Sabrina Ferilli.
   
FERILLI FAZIO 1FERILLI FAZIO 1
All’inizio l’attrice romana è stata al gioco concordato – “per lei hai usato tutti gli aggettivi immaginabili, con me l’hai buttata in caciara, offensivo” –; poi, però, ha continuato a schernire con leggerezza il presentatore oltre il copione: anzi, usando la battuta sulla Bellucci per dire la sua sul sistematico incensamento dell’ospite caratteristico della trasmissione di Raitre. “Straordinaria, bellissima, mi gira la testa, mi tremano i polsi… tutte cazzate”. Fazio cerca di ribattere che così “sembra che ce l’hai con lei”, ma Ferilli, sorridente e calma, risponde che “no, ce l’ho con te, padrone di casa”.
   
FERILLI FAZIOFERILLI FAZIO
Attaccato da un risolino isterico che non lo lascerà fino al termine dell’intervista, lui tira fuori la carta del programma della Ferilli su Agon Channel: “Pure tu avevi ospiti, avrai usato degli aggettivi”. Anche qui, però, la replica ha una logica semplice e stringente: “Quando entrava una persona cercavo di essere imparziale (lui evidentemente non capisce il termine, dice a voce alta, “Imparziale? Anche se entrano una alla volta?”), non è che chiedevo: datemi l’acqua che non ho più la saliva”.

FAZIO DE BENEDETTIFAZIO DE BENEDETTIMonica BellucciMONICA BELLUCCI
Poche battute anche per mettere a nudo la pruderie perbenista verso il sesso o temi ancora giudicati scabrosi nel 2015. Così, quando Fazio spiega che ci sarebbero “troppe allusioni” da fare sul polpaccio toccato dalla Ferilli nella sua trasmissione a Tomba lei risponde “Non c’è nessuna allusione da fare”, ironizzando anche sull’esitazione a pronunciare una cosa detta da lei – “Vorrei essere un Totò con le tette” – scritta in scaletta (“Manco c’hai il coraggio di dirlo”). E poi quando Fazio definisce l’omosessualità un tema “molto forte”, lei lo guarda e, ferma, ribatte: “No, non è un tema forte, è un tema. Anche la normalità può essere divisiva”.
   
fabio fazio litizzetto bonsaiFABIO FAZIO LITIZZETTO BONSAI
Gli smascheramenti finali riguardano l’utilizzo della tipica domanda tautologica (“Cinepanettoni, calendari, cinema impegnato: non hai paura di piacere al pubblico, di essere popolare, vuol dire essere in pace con te stessa”. E lei: “Beh, hai dato anche la risposta”) ma anche l’effetto ridicolo del panegirico letto passivamente dalla scaletta (“La straordinaria, malinconica immagine di Ramona che ti rimane impressa,” “Vedo che t’è rimasto impressa, visto che leggi”).

Il tempo di ricordare, sempre a Fazio, che lei non ha mai recitato il ruolo di pianta di gerani e si arriva alla fine. La Ferilli ringrazia con cortesia tutti. Entra la Littizzetto che ironizza sugli zigomi (e sulle pubblicità dei divani). Ma alla fine chi è uscita a testa alta è lei.

Article 22

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1. CESTINATO IL PATTO DEL NAZARENO, RENZI E BERLUSCONI SALGONO SUL RING DELLA RAI - 2. CON LA RIFORMA DI VIALE MAZZINI, RENZI VUOLE SPACCARE LE OSSA A MEDIASET? E ALLORA BERLUSCONI PARTE ALL’ATTACCO DI RAY WAY E LANCIA UN'OPA SULLA SOCIETÀ CHE GESTISCE LE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE


cena fund raising di forza italia berlusconi e melania rizzoliCENA FUND RAISING DI FORZA ITALIA BERLUSCONI E MELANIA RIZZOLI
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

1. RAISET PER SEMPRE
Si parla di riforma della Rai e Mediaset gioca d’anticipo con una mossa a sorpresa. Secondo quanto anticipa il Corriere della Sera, la società del Biscione, attraverso la controllata Ei Towers, lancerà un’offerta pubblica di acquisto e scambio su Rai Way, la società che gestisce le torri Rai appena quotata in Borsa (p. 43). Si tratta di un’offerta complessiva da 1,2 miliardi, che spiega lo smobilizzo, due settimane fa, di un pacchetto di azioni Mediaset da parte di Fininvest per fare cassa e che darebbe vita a un grande monopolio delle infrastrutture di trasmissione delle tv.
cena fund raising di forza italia silvio berlusconi e francesca pascale 2CENA FUND RAISING DI FORZA ITALIA SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE 2

L’operazione è ovviamente legata al via libera dell’Antitrust (in molti Paesi c’è una rete soltanto, basta garantire parità di accesso) e all’accettazione della Rai, che ha il 65% di Rai Way. Chissà se il cda di Viale Mazzini si spaccherà anche su questo e chissà come la prenderà il governo.

Matteo Renzi e berlusconiMATTEO RENZI E BERLUSCONI
Certo non può sfuggire la scelta di tempo di Berlusconi. L’Opas su Rai Way arriva dopo la rottura del patto del Nazareno e proprio mentre appare chiaro che Renzie ha intenzione di mettere mano alla Rai. Il patto di non belligeranza tra la tv pubblica e quella del Biscione sta per saltare e allora Mediaset parte all’attacco della società che gestisce le infrastrutture strategiche per stringere la Rai in un abbraccio soffocante.

Quasi una dimostrazione plastica che il duopolio amichevole Raiset deve andare avanti per sempre. Se l’operazione andrà in porto, Mediaset controllerà un pezzo di Rai. Se verrà bloccata, Berlusconi potrà dire che Renzie fa rinunciare Viale Mazzini a una montagna di soldi e a una grande opportunità solo per fare un dispetto a lui. In ogni caso, per il premier spaccone, si tratta di una sfida senza precedenti. Vedremo come ne uscirà.
BERLUSCONI A CAROGNA IMG WABERLUSCONI A CAROGNA IMG WA


2. RIFORME-RAI CON DOLORE
E’ già scontro prima di cominciare sulla riforma della legge Gasparri. Corriere: “L’altolà di Boldrini sul decreto Rai. Ira del Pd: spetta al Colle decidere. La terza carica dello Stato: non c’è urgenza. Il premier: dipende dall’ostruzionismo” (p. 12). Repubblica: “Rai, Renzi punta sul ddl, testo pronto tra 10 giorni. Dubbi del Colle sul decreto. Il governo vuole il sì entro l’estate.

Il premier: ‘Contro l’ostruzionismo delle opposizioni il decreto legge è l’unico strumento’. Padoan promuove il piano Gubitosi sul nuovo assetto della informazione” (p. 4). Libero osserva: “La Boldrini boccia il decreto Rai. Sarà lei il capo degli anti-Renzi. Dopo l’intervento a gamba tesa contro il Jobs Act, il presidente della Camera continua ad attaccare il premier. E a marzo ci sono gli Stati generali della nuova Cosa Rossa” (p. 8).
Cusenza Vespa Berlusconi e PolitoCUSENZA VESPA BERLUSCONI E POLITO


3. GOOGLE TAX!
In attesa della Google tax, che non si farà mai, l’Italia “estorce” una bella sommetta al colosso di Mountain View: “Google fa pace con il Fisco, paga 320 milioni. Accordo con lo Stato italiano per il versamento delle tasse su un imponibile di 800 milioni in cinque anni. Il pungolo dell’inchiesta della Procura, la politica distensiva del gruppo e la regia legale di Paola Severino” (Corriere, p. 6). Praticamente, con la minaccia dei pm di Milano e l’aiuto di un avvocato ex ministro, l’Italia ha centrato un risultato a suo modo storico.


laura boldrini h partbLAURA BOLDRINI H PARTB
4. LA BAVA SEPARATA DALLE OPINIONI
Grande trasporto, è il caso di dirlo, per la gita in tram della Mummia sicula tra Firenze e Scandicci, un’idea del sindaco Nardella. Il quirinalista del Corriere, Marzio Breda, spiega soave: “Il presidente non voleva disturbare la città con cortei e sirene, preferendo muoversi come ha sempre fatto, da uomo comune tra la gente comune” (p. 3).

La Stampa titola trionfante in prima pagina: “Il presidente della Repubblica viaggia in tram” e si lancia in impegnativi paragoni con papa Francesco. Da incorniciare il titolo a pagina 9: “A Firenze addio alle auto blu. Mattarella prende il tram per non bloccare il traffico. Dal Papa al Presidente: i potenti scelgono la semplicità”. Oh, come sono bravi i potenti!
sergio mattarella e laura boldriniSERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINI

Si smarca Libero con Franco Bechis che scrive: “il sobrio tram blu di Mattarella ci costa più di una limousine. Piovono elogi per lo stile del presidente che va a Scandicci in tramvia, ma sul convoglio sale solo la scorta: i pendolari lasciati a piedi e furiosi” (p. 4). Ah, la famosa gente comune l’hanno fatta scendere? Interessante. E Papa Francesco che ne direbbe?


5. TRAGEDIA GRECA
crisi finanziaria grecia fallimento rischio defaultCRISI FINANZIARIA GRECIA FALLIMENTO RISCHIO DEFAULT
Accordo fatto con la Grecia, ma ci sono molte ombre. “Sì dell’Eurogruppo ad Atene ma sul piano di riforme molti dubbi da Fmi e Bce. Patrimoniale e Iva, spending review e pensioni posticipate. La Merkel: ‘Non è finita, ma almeno il governo torna alla realtà” (Repubblica, p. 12). Il Corriere spiega: “Sanità per tutti, ma niente riassunzioni. Cosa resta (e cosa no) delle promesse. Nella lista inviata a Bruxelles mancano le opere pubbliche. Difesi i disoccupati morosi. Atene potrà pagare stipendi, pensioni e interessi ai creditori per altri 4 mesi” (p. 9). Sulla Stampa le reazioni in Grecia: “I greci mugugnano ma poi l’80% dà fiducia a Tsipras” (p. 3).


6. ALLARME ISIS (PUO’ ATTENDERE)
Ieri incontro bilaterale Italia-Francia a Parigi. Stampa: “Libia, Renzi convince la Francia. ‘Intervento impossibile adesso’. La crisi al centro del summit di Parigi: dialogo fra le fazioni” (p. 15). “Renzi-Hollande: l’intervento in Libia per ora non è in agenda. Parigi, intesa al vertice. Il presidente francese: rafforzare Triton” (Messaggero, p. 6).
Francois Hollande e Matteo RenziFRANCOIS HOLLANDE E MATTEO RENZI


7. ULTIME DALLA SEGA-NORD
Scontro furibondo nella Lega di Salvini. “Salvini, ultimatum a Tosi. ‘Chi va contro Zaia è fuori dal Carroccio’. Il sindaco ribelle: ‘Se calpestano il Veneto reagirò. Sabato a Roma ci sarò, non presto il fianco ai miserabili” (Repubblica, p. 6). “Il sindaco sonda Ncd e incontra Brunetta. Lunedì la resa dei conti. Al consiglio federale c’è chi potrebbe chiedere di azzerare il Veneto e cacciare il dissidente” (Corriere, p. 13).

“Berlusconi: Salvini accetti o salta la Lombardia. Forza Italia insiste per un accordo in Veneto: ‘Aspetto ancora il segretario leghista ma deve dire sì a un’intesa con l’Ncd’. Patto Alfano-Tosi. Il sindaco di Verona pronto a scendere in campo con una coalizione di moderati e a rompere con la Lega (Repubblica, p. 9).

Ecumenico il Giornale di Berlusconi: “Berlusconi stana il Carroccio. ‘Basta veti, solo uniti si vince’. Diplomazie al lavoro per arrivare a un’intesa sulle prossime Regionali. Ma Salvini resta ancora irremovibile: in Veneto mai con Ncd e Udc” (p. 4).

salvatore buzzi con il quarto stato alle spalleSALVATORE BUZZI CON IL QUARTO STATO ALLE SPALLE

8. LA TRASPARENZA DA ROTTAMARE
Il Cetriolo Quotidiano infilza Matteo Renzi sulle cene di finanziamento del suo Pd. “Indovina chi c’era a cena. Renzi nasconde chi lo finanzia. Dopo le kermesse di novembre a Milano e a Roma con Buzzi & C. (che fruttarono al Pd 1,5 milioni), il leader aveva promesso: ‘Tutto trasparente, avrete la lista di chi ci sostiene’. Ma a Montecitorio il tesoriere ha comunicato solo 15 donazioni, di cui 8 senza nome. Totale: circa 100 mila euro. E il resto?” (p. 1).


9. L’AIUTONE ALLE BANCHE
Anche se Unicredit e Intesa fanno da sole, il governo pensa a come aiutare le altre banche (Siena per prima) sulle sofferenze e allora vai con la “bad bank”. Repubblica però racconta: “Braccio di ferro Italia-Ue sul progetto bad bank. ‘Rischio aiuti di Stato’. Il Tesoro ritiene la possibilità di trasferire almeno 100 miliardi di sofferenze fuori dai bilanci bancari decisiva per agganciare la ripresa. Il governo vorrebbe preparare il progetto nel giro di quattro settimane. Una task force al lavoro. Le obiezioni di Bruxelles dovute alla presenza pubblica nel nuovo ‘veicolo’” (p. 14).  
bollore nagel mediobanca interna nuovaBOLLORE NAGEL MEDIOBANCA INTERNA NUOVA

Il capo di Mediobanca, intanto, attacca in Parlamento: “Bad bank pubblica? Irrealistica. Meglio puntare sul privato. Audizione di Alberto Nagel in Senato sui crediti deteriorati” (Stampa, p. 25).


10. MORETTI, SALDI PERFETTI
massimo d alema mauro morettiMASSIMO D ALEMA MAURO MORETTI
“Finmeccanica, l’addio ai treni taglia il debito di 600 milioni. Ansaldo Breda e Sts alla giapponese Hitachi. Moretti: nessun licenziamento. Per il gruppo nipponico operazione da due miliardi di euro. I sindacati chiedono chiarimenti” (Stampa, p. 25). Giornale: “Finmeccanica più leggera senza treni. Hitachi investirà 1,85 miliardi e dà garanzie occupazionali. Moretti riduce di 600 milioni il debito. Gli acquirenti puntano al mercato europeo assicurando sviluppo nel medio termine” (p. 22).


11. SCUOLA DI GIORNALISMO
festa per gino paoli 2FESTA PER GINO PAOLI 2
Altissima scuola di giornalismo sul Corriere della Sera. Mario Luzzatto Fegiz intervista Gino Paoli e lo inchioda con domande tipo “Negli ultimi giorni lei ha cancellato molti impegni pubblici…”, “Come sta reagendo chi le sta accanto?”, “Vuole fare un primo bilancio di questo suo anno e mezzo alla guida della Siae?”, Cosa prova in queste ore?”. Si dimentica solo di chiedergli se è vero che ha portato due milioni in Svizzera e perché (p. 25). 
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/cestinato-patto-nazareno-renzi-berlusconi-salgono-ring-95207.htm

Article 21

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1. CANTARE IN “NERO”: LELLO LIGUORI, IMPRESARIO DI LUNGO CORSO, VUOTA IL SACCO - 2. “BEPPE GRILLO LO DETESTO PERCHÉ VA IN GIRO A FARE IL POLITICO, A SPUTTANARE TUTTI QUANTI, MA QUANDO VENIVA DA ME, CARTE ALLA MANO, SI FACEVA DARE 70 MILIONI: DIECI IN ASSEGNO E 60 IN NERO''


Giacomo Amadori per “Libero Quotidiano”

Lello Liguori, ottantenne impresario di lungo corso, è stato definito il Grande Gatsby della Riviera ligure. Ha gestito locali da Sanremo a Santa Margherita ed è stato anche il re delle notti milanesi.
BEPPE GRILLO GINO PAOLIBEPPE GRILLO GINO PAOLI

Ha conosciuto la malavita meneghina molto da vicino e uno dei boss dell’epoca, Angelo Epaminonda, detto il Tebano, lo ha accusato di tutto: «Omicidio, associazione a delinquere, spaccio internazionale di droga», ha ricordato Liguori. Hanno persino tentato di ucciderlo, ma l’ha sempre sfangata. «Ho pagato cara l’amicizia con Bettino Craxi. Sono stato interrogato da undici magistrati, coinvolto in 11 processi e assolto 11 volte» ha dichiarato qualche anno fa al Secolo XIX.

beppe grillo a piazza del popolo 9BEPPE GRILLO A PIAZZA DEL POPOLO 9
E per difendere Craxi ha litigato anche con Beppe Grillo: «Lo detesto perché va in giro a fare il politico, a sputtanare tutti quanti, ma quando veniva da me, carte alla mano, si faceva dare 70 milioni: dieci in assegno e 60 in nero», ha detto nella stessa intervista al quotidiano genovese. Dichiarazioni che sono state riprese con enfasi dai media solo nel 2014 e Grillo, fuori tempo massimo, ha minacciato querele.

Signor Liguori, ma il leader del Movimento5stelle, alla fine, l’ha denunciata per davvero?
«No, mai, anche perché ho documenti e testimoni. Nei giorni scorsi sono stato contattato dai difensori di Luca Barbareschi. Grillo lo ha querelato perché in televisione ha fatto una dichiarazione sui pagamenti in nero. Sono dovuto andare dal comandante dei carabinieri a confermare che Grillo con me ha evaso più di 300 milioni di lire. È venuto almeno 20 volte nei miei locali. Inizialmente prendeva 70 milioni di cachet: 10 in assegno e 60 in nero.
festa per gino paoli il taglio della tortaFESTA PER GINO PAOLI IL TAGLIO DELLA TORTA

Questo lo ha fatto quattro volte al Covo e una volta allo Studio 54 di Milano, che era mio. Poi ha lavorato altre volte a 20-30 milioni. Comunque sempre con la stessa prassi. Quando è venuto a Milano io avevo con me una persona testimone del pagamento: è andato lui alla cassa a prendere i soldi». E i documenti? «Ci sono le mie dichiarazioni alla Siae in cui dicevo quante persone c’erano nel locale. Quello è un documento».

jennifer lopez 4JENNIFER LOPEZ 4
Ha mai ingaggiato Gino Paoli? «Una decina di volte». E con lui come veniva retribuito? In modo regolare? «(Breve pausa) Non ricordo. Paoli è un amico e non ricordo. Riguardo a Grillo mi è stato chiesto da più parti, da destra e da sinistra, di asfaltarlo. Naturalmente sotto elezioni tutti speravano in una débâcle di Grillo. E io ho detto: si può fare. Mi sono messo lì tre giorni e ho parlato con tutti i giornali».

Politica a parte, glielo richiedo: lo stesso sistema di pagamento veniva utilizzato con Gino Paoli?
«Guardi, con tutti. Io ho portato in Italia 300 artisti americani, ho lavorato con spagnoli, francesi, greci e i compensi sono sempre stati versati in quel modo. Se lei li vuole è così, altrimenti non vengono».
jennifer lopez 5JENNIFER LOPEZ 5

Dunque non l’ha stupita che Paoli sia accusato di evasione fiscale?
«Io ho una figlia a Lugano e vedo quelli che stanno riportando indietro i soldi».

Ma il cantautore genovese veniva pagato in nero sì o no?
«Io l’ho ospitato tante volte con Ornella Vanoni, ma anche insieme con Grillo. Perciò lo chieda a Grillo (ride)».

Per loro stessa modalità di remunerazione: me lo può confermare?
jennifer lopez balla agli amaJENNIFER LOPEZ BALLA AGLI AMA
«Era la stessa per tutti. Io adesso sto trattando per l’Expo. Hanno preso Andrea Bocelli non da me, da un inglese. Volevano un’altra star. Abbiamo tentato di affiancargli Angelina Jolie, ma Bocelli non ha voluto perché oscurava un po’ il suo nome. Allora abbiamo deciso di puntare su Jennifer Lopez. Ma con gli intermediari è la solita storia: costa 1,8 milioni, però bisogna dargliene "normali" (ufficiali ndr) 1,2. Tanto per dire. Non lo riporti, però, perché non abbiamo ancora firmato i contratti e faremmo brutta figura con la Lopez».

Ritorniamo alla coppia Grillo-Paoli. Mi può ribadire che facevano “nero” insieme? «Ma sì. Guardi che se lo chiede a Grillo, lo ammette. Tanto dice che è tutto finito in prescrizione. In effetti sono cose di tanti anni fa».

E secondo lei anche Gino Paoli confermerebbe?
«(Liguori cambia all’improvviso registro) Gino Paoli non ricordo neanche... mi sembra di averlo pagato regolarmente. Anche perché il mio direttore, che è mio cognato, ha suonato per vent’anni con Paoli. Era capo orchestra. È stato lui a fare i contratti, non io».

Dunque con l’autore del “Cielo in una stanza” avete fatto tutto a regola d’arte? «Mah. Io penso. Non sono in grado di dire né sì, né no».
TEOCOLI-CACCAMOTEOCOLI-CACCAMO

Però quando è venuto con Grillo, l’accordo l’hanno fatto con lei?
«Naturalmente, li ho messi insieme io».

E in quell’occasione stesso pagamento per entrambi?
«Non so, perché Grillo è andato via prima. Paoli si è fermato sino a tardi con mio cognato che aveva accesso alla cassa».

Mi sembra di capire che lei sia troppo amico di Gino Paoli...
«È così».

Ci sono altri personaggi con cui ha avuto brutte esperienze?
Teocoli GallianiTEOCOLI GALLIANI
«Io ho una causa con Teo Teocoli. Nel 1999 doveva fare una serata per la Confindustria, ma rinunciò per motivi di salute. Ho dovuto sostituirlo a mezzanotte con Giorgio Faletti che ho trovato all’ultimo momento vicino a Portofino; eppure Teocoli ha incassato diversi milioni dalla Confindustria. L’ho scoperto recentemente. Grazie a una vecchia fattura ho visto che in quell’occasione c’erano 1.100 persone per un conto totale di 94-95 milioni. A me ne hanno dati solo 72, perché avevano scalato il cachet di Teocoli. Ieri (il 22 febbraio ndr) il suo avvocato mi ha mandato una lettera in cui diceva che se io avessi divulgato questa notizia mi avrebbero querelato. Io naturalmente sono andato subito a sporgere denuncia per appropriazione indebita e furto».

Altri personaggi con cui ha trattato?
«Io ho lavorato con Ornella Vanoni, Patty Pravo, Vasco Rossi, Claudio Baglioni e sono stati tutti pagati regolarmente. Senza nero».

In ogni caso, con tutto quello che guadagnano gli artisti, non le sembra un po’ scorretto che alcuni cerchino di evadere le tasse?
«E gli sportivi allora? Guardi Valentino Rossi. Mi sembra che abbiano trovato conti all’estero un po’ a tutti. Non dovete andare a toccare il nostro mondo. Compresi noi dei locali notturni. Sono stato al Covo 37 anni e avevo 40 locali contemporaneamente, tra Italia ed estero. Ovviamente, proprio per colmare i disavanzi causati dai pagamenti in “nero” delle “attrazioni”, quando si poteva, cercavamo di fare qualche biglietto in meno per la Siae».

gino paoli e stefania sandrelliGINO PAOLI E STEFANIA SANDRELLI
Beh, sta dicendo che eravate costretti a costituire fondi neri per i compensi fuori busta degli artisti. Adesso sembra che abbiano trovato il tesoretto svizzero di Gino Paoli...
«Che è della sinistra estrema...».

Si definisce ancora "comunista".
«Appunto».

Eppure sembra abbia accantonato due milioni Oltralpe... Il suo guaio è che non è riuscito a riportarli indietro.
«Gli do un consiglio: si deve mettere d’accordo con l’Agenzia delle entrate, pagare il 5 per cento e farli rientrare. Così sta più tranquillo».
Gino PaoliGINO PAOLI

Forse adesso è troppo tardi. La procura l’ha già indagato per evasione fiscale.

In un’intercettazione avrebbe detto di aver ricevuto pagamenti in nero da parte degli organizzatori delle feste dell’Unità. Lo stesso trattamento di riguardo che gli ha riservato lei.

«Io non ho detto di averlo pagato in nero. Anche perché a volte, con i miei locali, guadagnavo un miliardo a sera e non potevo certo controllare tutti i conti. Ma adesso lasciamo perdere l’argomento perché io nel mondo dello spettacolo ci lavoro ancora».

ADDIO A BUTCH TRUCKS

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ADDIO A BUTCH TRUCKS - IL BATTERISTA DEI LEGGENDARI ALLMAN BROTHERS, 69 ANNI, SI E' SPARATO UN COLPO DI PISTOLA ALLE TEMPIE DAVANTI A SUA MOGLIE NELLA CASA IN FLORIDA - FORSE AVEVA PROBLEMI FINANZIARI, DI SICURO DI ALCOL, E ORA DELLA BAND ORIGINALE RIMANE SOLO GREGG ALLMAN 


da “Radar

butch trucksBUTCH TRUCKS
Butch Trucks, 69 anni, leggendario batterista degli Allman Brothers, si è sparato davanti a sua moglie, insieme a lui da 25 anni, nella casa di West Palm Beach, Florida. Sarebbe accaduto martedì sera, e verso le 18, la donna ha chiamato il 911 dicendo che suo marito si era ucciso con una pistola. Era così isterica, che l’operatore faceva fatica a comprendere la conversazione

butch trucks con la moglie melindaBUTCH TRUCKS CON LA MOGLIE MELINDA
Melinda, pittrice, ha preso il figlio e ha atteso l’arrivo della polizia all’ingresso del complesso Villa Del Lago. Trucks ancora respirava, è deceduto pochi istanti dopo. Pare che avesse qualche problema finanziario, infatti aveva svenduto una sua proprietà, e doveva ancora mezzo milione di dollari di tasse allo stato. In passato aveva avuto problemi di alcol e droga. Era riuscito a smetterla con la cocaina, ma gli era rimasta la dipendenza dal vino.

butch trucks alla batteriaBUTCH TRUCKS ALLA BATTERIA
Gregg Allman è l’unico sopravvissuto della band. Duane Allman morì in un incidente di moto nel 1971.Tra i loro successi ‘Rambin’ Man’, ‘Sweet Melissa’ e ‘Whipping Post’.
butch trucks da giovaneBUTCH TRUCKS DA GIOVANEbeacon theatre 2011BEACON THEATRE 2011il complesso del suicidio butch trucksIL COMPLESSO DEL SUICIDIO BUTCH TRUCKSallman brothersALLMAN BROTHERS
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/addio-butch-trucks-batterista-leggendari-allman-brothers-69-140221.htm

UN PADRINO TRA I CETRIOLI

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UN PADRINO TRA I CETRIOLI - QUANDO E’ STATO SCARCERATO, A OTTOBRE 2015, IL BOSS ANTONIO PIROMALLI HA FATTO LA SUA PASSEGGIATA TRIONFALE AL MERCATRO ORTOFRUTTICOLO DI MILANO CONTROLLATO DAL SUO CLAN - LO RACCONTA LUI STESSO IN UNA INTERCETTAZIONE: “ERA LA SODDISFAZIONE DI ESSERE UNO CHE CONTA” - SI TRATTA DEL CAPO DELLA FAMIGLIA PIU’ POTENTE DELLA PIANA DI GIOIA TAURO


Cesare Giuzzi per il “Corriere della Sera”
Antonio PiromalliANTONIO PIROMALLI

Il boss Antonio Piromalli ha passeggiato tra i banchi del mercato ortofrutticolo di Milano per celebrare «il suo ritorno» dopo la scarcerazione. Era l'ottobre del 2015 e il figlio 44enne di Giuseppe Piromalli, alias Facciazza , era insieme all'imprenditore Alessandro Pronestì, che più che altro era il prestanome della cosca all' interno dei Mercati generali. È lui, intercettato dai carabinieri del Ros, a raccontare quella giornata, e «la soddisfazione di ritornare là dentro e di essere uno che conta».

L'imprenditore spiega anche di un operatore dell' Ortomercato rimasto «impietrito» quando s'è accorto che quell' uomo alto e calvo era davvero il boss della più potente famiglia di 'ndrangheta della Piana di Gioia Tauro (Reggio Calabria). Anche perché quel volto lo conoscevano bene nei padiglioni di via Lombroso.

FEDERICO CAFIERO DE RAHOFEDERICO CAFIERO DE RAHO
Già nel 2008 - quando Antonio Piromalli è stato arrestato nell' inchiesta «Cent'anni di storia» - la famiglia investiva negli affari del mercato ortofrutticolo lombardo. Come ricordano i pentiti interrogati dai magistrati calabresi Gaetano Paci e Federico Cafiero de Raho, che hanno coordinato l'inchiesta «Provvidenza» che ha portato al fermo di 33 affiliati alla cosca: «Hanno sempre avuto interessi sull'Ortomercato di Milano. Da sempre».

Nelle 2.185 pagine del decreto di fermo, i pm parlano esplicitamente della presenza di Antonio Piromalli tra i padiglioni dei mercati «dei quali assumeva il controllo attraverso la creazione di una complessa rete di imprese e l'ausilio di una serie di affiliati e fiancheggiatori, coordinati con la finalità di dominare il mercato ortofrutticolo di Milano, facendo leva sul metus mafioso esercitato dalla sua persona».

MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI MILANOMERCATO ORTOFRUTTICOLO DI MILANO
I carabinieri del Ros, guidati dal generale Giuseppe Governale, hanno intercettato anche una serie di affari con l'estero: Romania, Danimarca ma anche Stati Uniti, attraverso il faccendiere Rosario Vizzari che vantava agganci anche con l' Fbi. Piromalli era stato scarcerato da Tolmezzo il 21 dicembre 2014 e subito sottoposto alla sorveglianza speciale. Anziché tornare in Calabria aveva deciso di fermarsi a Milano, nella casa-fortezza di viale Brianza 33, vicino alla stazione Centrale, perquisita ieri dai carabinieri del Ros di Milano guidati dal tenente colonnello Paolo Storoni.

Una decisione strategica, come scrivono i magistrati: «Non soltanto in considerazione dei trascorsi imprenditoriali e del pregresso circuito relazionale, ma anche e soprattutto per mantenere un basso profilo, sfruttando una minor visibilità per arginare intromissioni da parte delle forze di polizia e gestire con maggiore serenità il clan».

MERCATO ORTOFRUTTICOLO DI MILANOMERCATO ORTOFRUTTICOLO DI MILANO
Con lui è stata fermata anche la moglie Loredana Sciacca, 44 anni, insegnante all' Istituto comprensivo Quintino di Vona - Tito Speri di Milano. Ed è proprio a lei, a proposito del suo tenore di vita mentre il marito era in carcere, che Piromalli ricorda come i soldi non siano arrivati grazie alla «provvidenza del provveditorato» ma agli affari delle società. Piromalli è considerato il braccio economico e militare della cosca. Così lo descrive il pentito Antonio Russo: «Antonio vi ammazza col sorriso, vi fa capire che vi ha perdonato, e magari vi ha già ucciso».





http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/padrino-cetrioli-quando-stato-scarcerato-ottobre-2015-140220.htm

RIGOPIANO, IDENTIFICATE LE 29 VITTIME. LE MACERIE DELL'HOTEL -FOTO

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C'erano 40 persone nell'hotel Rigopiano quando la valanga, nel pomeriggio di mercoledì 18 gennaio, ha investito la struttura: 28 ospiti, di cui 4 bambini, e 12 dipendenti, compresi il titolare Roberto Del Rosso e il rifugiato senegalese Faye Dane. Tutte le 29 vittime sono state recuperate e identificate.
 

 11 I SUPERSTITI - Due persone si sono salvate perché al momento della slavina si trovavano all'esterno dell'albergo: - Giampiero Parete, l'ospite che si trovava all'esterno e che ha dato l'allarme; - il tuttofare dell'hotel, Fabio Salzetta, anche lui fuori dall'albergo. Dalle macerie i vigili del fuoco hanno poi estratto vive, tra la giornata di venerdì 20 e l'alba di sabato 21 gennaio, 9 persone: - la moglie di Parete, Adriana Vranceanu e i due figli, il piccolo Gianfilippo e Ludovica; - i due bambini Edoardo Di Carlo e Samuel Di Michelangelo; - Giampaolo Matrone; - Vincenzo Forti; - Francesca Bronzi; - Giorgia Galassi.  29 LE VITTIME - 15 uomini e 14 donne. GLI OSPITI DELL'HOTEL - Claudio Baldini (40 anni) e la moglie Sara Angelozzi (40 anni) di Atri (Teramo); - Luciano Caporale (54 anni) e la moglie Silvana Angelucci (46 anni) entrambi parrucchieri di Castel Frentano (Chieti); - Valentina Cicioni (32 anni), di Monterotondo (Roma), infermiera al Gemelli, era con il marito Giampaolo Matrone, rimasto ferito ma estratto vivo dalle macerie; - Sebastiano di Carlo (49 anni) ristoratore di Loreto Aprutino e la moglie Nadia Acconciamessa (47 anni) pescarese. Il loro figlio, Edoardo, si è salvato; - Domenico di Michelangelo (41 anni), poliziotto di Osimo e la moglie Marina Serraiocco (36 anni), anche lei di Osimo. Il loro figlio, Samuel, si è salvato; - Piero Di Pietro (53 anni) allenatore di calcio, e la moglie Rosa Barbara Nobilio (51 anni); venivano da Loreto Aprutino; - Stefano Feniello (28 anni) di Valva (Campania) ma residente a Silvi Marina. La sua fidanzata, Francesca Bronzi, si è salvata; - Marco Tanda (25 anni), pilota di aereo di Macerata e la fidanzata Jessica Tinari (24 anni) di Vasto; - Foresta Tobia (60 anni) dipendente dell'agenzia delle Entrate e la moglie cinquantenne Bianca Iudicone di Montesilvano. - Marco Vagnarelli (44 anni) e la compagna Paola Tommasini (46 anni), di Castignano (Ascoli) IL PROPRIETARIO DEL RIGOPIANO E I DIPENDENTI - il proprietario dell'hotel Roberto Del Rosso (53 anni); - il maitre dell'hotel Alessandro Giancaterino (42 anni) di Farindola; - il receptionist Alessandro Riccetti (33 anni) di Terni; - il receptionist Emanuele Bonifazi (32 anni), di Pioraco (Macerata); - il cameriere Gabriele D'Angelo (31 anni), di Penne (Pescara); - la cuoca Ilaria De Biase (22 anni) di Chieti; - Marinella Colangeli (32 anni), di Farindola (Pescara) gestiva la Spa dell'hotel; - Cecilia Martella (24 anni), di Atri, lavorava nel centro benessere; - Linda Salzetta (31 anni), di Farindola, lavorava nel centro benessere. Suo fratello Fabio si è salvato perché si trovava fuori dall'hotel al momento della valanga; - Luana Biferi (30 anni), giovane calciatrice, lavorava nello staff, di Bisenti (Teramo); - il tuttofare Dame Faye (30 anni), rifugiato senegalese.

http://www.leggo.it/news/italia/rigopiano_identificate_tutte_le_29_vittime_ecco_tutti_nomi-2221519.html

A 4 ANNI FA CADERE A TERRA UN UOVO, LA MAMMA LO UCCIDE CON IL MANICO DELLA SCOPA -FOTO

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A 4 anni fa cadere a terra un uovo, la mamma lo uccide con il manico della scopa -Foto

di Federica Macagnone
In molti le avevano affidato i loro bambini. Non avrebbero potuto mai immaginare che dietro quel sorriso gentile e quei modi gioviali si nascondesse un'assassina in grado di uccidere il figlio. Adesso Zarah Coombs, 26enne di Brooklyn, è stata arrestata per aver picchiato a morte con un manico di scopa il piccolo Zamair, 4 anni, che aveva l'unica colpa di aver rotto un uovo facendolo cadere a terra.





Usa, bimbo di 4 anni rompe un uovo a terra: la mamma lo picchia con un manico di scopa fino a ucciderlo

Mercoledì pomeriggio la donna era a casa con tre dei suoi quattro figli quando Zamair, giocando con un uovo, se lo è lasciato sfuggire dalle mani, frantumandolo in terra. Cosa sia scattato nella mente di Zarah è un mistero: infuriata e fuori di sé ha iniziato a picchiarlo con un manico di scopa fino a quando il piccolo ha smesso di respirare. Poi, in preda al panico, ha messo il corpo in un bidone e lo ha abbandonato in bagno fino all'arrivo del fidanzato, Jamari Richardson, che, secondo degli investigatori, era andato a procurarsi una dose di marijuana. L'uomo, una volta a casa, ha tentato di rianimare il piccolo con un massaggio cardiaco fino all'arrivo dell'ambulanza. Quando i medici sono giunti sul posto, le condizioni di Zamair erano disperate: non respirava e aveva la bava alla bocca. Il bimbo è stato trasportato d'urgenza al Brookdale University Hospital dove è stato dichiarato morto cinque ore dopo il ricovero. Secondo il medico legale aveva tagli, contusioni e abrasioni su tutto il corpo: da una prima valutazione, è morto per lesioni multiple. «Ho assistito alla scena dei soccorsi e e sono rimasto sconvolto - ha raccontato Ray Moore, 18 anni, un vicino di casa - Zarah era come disinteressata, non mostrava alcun rimorso». Come riporta Il New York Daily News, in un primo momento la donna aveva raccontato che il figlio era morto dentro il bidone dove lo aveva abbandonato per prendersi cura del bimbo più piccolo. Solo nella tarda serata di mercoledì ha confessato ed è stata arrestata: adesso è accusata di omicidio e possesso illegale di armi. Intanto sul caso è stata avviata un'indagine per capire se l'Administration for Children’s Services possa aver sottovalutato qualche campanello d'allarme.  

http://www.leggo.it/news/esteri/bimbo_4_anni_uovo_mamma_uccide_manico_scopa_foto_zarah_coombs-2221912.html

GIORNO DELLA MEMORIA

RENZI HA DECISO DI ANNIENTARE MEDIASET E USERÀ LA RIFORMA DELLA RAI COME UNA CLAVA PER ABBATTERE L’IMPERO TELEVISIVO DEL BANANA

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1. FERMI TUTTI, ALLONTANATE I PUPI. RENZI HA DECISO DI ANNIENTARE MEDIASET E USERÀ LA RIFORMA DELLA RAI COME UNA CLAVA PER ABBATTERE L’IMPERO TELEVISIVO DEL BANANA
2. AL PACCHETTO-PACCO LAVORANO 'LAMPADINA' LOTTI E MADONNA (BONA) BOSCHI, CON UNO STUOLO DI CONSULENTI. PITTIBIMBO VUOLE RIVOLUZIONARE L’INFORMAZIONE, MA SOPRATTUTTO VUOLE CHE LA RAI SCATENI LA GUERRA SUI PALINSESTI, COSTRINGENDO FINALMENTE IL BISCIONE A SPENDERE QUEI SOLDI CHE CON IL DISARMO ATTUALE HA RISPARMIATO
3. I BERLUSCONES ARRIVANO ALLA GUERRA DIVISI, CON MARINA E BARBARA SEMPRE PIÙ SU FRONTI OPPOSTI. DOPO L’OFFERTA SU RAI WAY, I DUBBI SULL’OPERAZIONE MONDADORI-RCS 


DAGOREPORT

GRILLO RITWITTA IMMAGINI SU BERLUSCONI E RENZIGRILLO RITWITTA IMMAGINI SU BERLUSCONI E RENZI
La prima mossa, apparentemente, l’ha fatta Mediaset. La decisione di lanciare un’offerta pubblica di acquisto e scambio su Rai Way significa che il Biscione non intende stare a guardare sul riassetto della tv pubblica e mira a soffocare in un grande abbraccio sulle infrastrutture ogni tentativo di smarcarsi dal duopolio. Ma ad Arcore si sono mossi perché hanno capito che questa volta Renzie fa sul serio.

Marina Veronica BarbaraMARINA VERONICA BARBARA
Dopo la rottura del Patto del Nazareno, il premier si sente le mani libere e ha deciso di varare una profonda riforma della Rai entro il 25 marzo. Un capitolo fondamentale sarà quello dell’informazione, al quale sta già lavorando il dg Luigi Gubitosi, che ha incassato la benedizione di Pier Carlo Padoan e del Tesoro, azionista della tv pubblica. Ma Renzie non si fida più di tanto di Gubitosi, scelto da Gianni Letta, e il piano Rai lo stanno facendo i fidatissimi Luca Lotti e Maria Elena Boschi, insieme a una serie di consulenti.
bruno vespa tra renzi e berlusconiBRUNO VESPA TRA RENZI E BERLUSCONI

Oltre a mettere le mani sui telegiornali, Renzi vuole una Rai capace di annientare Mediaset sui palinsesti, magari ingaggiando Antonio Campo Dell’Orto. Insomma, vuole che il cavallo di Viale Mazzini torni ad essere aggressivo, rompendo quel disarmo bilaterale che ha permesso fin qui a Mediaset di non spendere un euro in più sui programmi.

BARBARA BERLUSCONI AL MAREBARBARA BERLUSCONI AL MARE
Ad Arcore hanno perfettamente capito l’antifona e ora comincia la guerra sulla Rai, che ovviamente si combatterà anche in Parlamento e nei corridoi della politica. Una guerra alla quale la famiglia Berlusconi si presenta divisa.

I dissidi più aspri sono sempre quelli tra Marina e Barbara, che proprio non si possono vedere. Ma Marina fatica anche a convincere il padre, assai dubbioso, insieme a Fedele Confalonieri, sulla bontà dell’acquisizione di Rcs libri. L’accordo di massima prevede, da parte di Mondadori, un esborso si 120 milioni più altri 30 se ne prossimo triennio non vi saranno perdite.

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Per Marina, l’acquisizione è anche un modo per avere più potere nell’impero di famiglia, ma come detto si tratta di una partita apertissima. E se parte davvero la guerra delle tv, le priorità di Arcore potrebbero essere altre. 
Famiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara LuigiFAMIGLIA BERLUSCONI ELEONORA PIERSILVIO MARINA SILVIO BARBARA LUIGI
http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/fermi-tutti-allontanate-pupi-renzi-ha-deciso-annientare-mediaset-95231.htm

CESTINATO IL PATTO DEL NAZARENO, RENZI E BERLUSCONI SALGONO SUL RING DELLA RAI

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1. CESTINATO IL PATTO DEL NAZARENO, RENZI E BERLUSCONI SALGONO SUL RING DELLA RAI
2. CON LA RIFORMA DI VIALE MAZZINI, RENZI VUOLE SPACCARE LE OSSA A MEDIASET? E ALLORA BERLUSCONI PARTE ALL’ATTACCO DI RAY WAY E LANCIA UN'OPA SULLA SOCIETÀ CHE GESTISCE LE INFRASTRUTTURE STRATEGICHE PER STRINGERE LA RAI IN UN ABBRACCIO SOFFOCANTE
3. SE L’OPERAZIONE ANDRÀ IN PORTO, MEDIASET CONTROLLERÀ UN PEZZO DI RAI. SE VERRÀ BLOCCATA, BERLUSCONI POTRÀ DIRE CHE RENZI FA RINUNCIARE VIALE MAZZINI A UNA MONTAGNA DI SOLDI SOLO PER FARE UN DISPETTO A LUI. IN OGNI CASO, PER LO SPACCONE DI PALAZZO CHIGI, SI TRATTA DI UNA SFIDA SENZA PRECEDENTI. VEDREMO COME NE USCIRÀ


cena fund raising di forza italia berlusconi e melania rizzoliCENA FUND RAISING DI FORZA ITALIA BERLUSCONI E MELANIA RIZZOLI
Colin Ward (Special Guest: Pippo il Patriota) per Dagospia

1. RAISET PER SEMPRE
Si parla di riforma della Rai e Mediaset gioca d’anticipo con una mossa a sorpresa. Secondo quanto anticipa il Corriere della Sera, la società del Biscione, attraverso la controllata Ei Towers, lancerà un’offerta pubblica di acquisto e scambio su Rai Way, la società che gestisce le torri Rai appena quotata in Borsa (p. 43). Si tratta di un’offerta complessiva da 1,2 miliardi, che spiega lo smobilizzo, due settimane fa, di un pacchetto di azioni Mediaset da parte di Fininvest per fare cassa e che darebbe vita a un grande monopolio delle infrastrutture di trasmissione delle tv.
cena fund raising di forza italia silvio berlusconi e francesca pascale 2CENA FUND RAISING DI FORZA ITALIA SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE 2

L’operazione è ovviamente legata al via libera dell’Antitrust (in molti Paesi c’è una rete soltanto, basta garantire parità di accesso) e all’accettazione della Rai, che ha il 65% di Rai Way. Chissà se il cda di Viale Mazzini si spaccherà anche su questo e chissà come la prenderà il governo.

Matteo Renzi e berlusconiMATTEO RENZI E BERLUSCONI
Certo non può sfuggire la scelta di tempo di Berlusconi. L’Opas su Rai Way arriva dopo la rottura del patto del Nazareno e proprio mentre appare chiaro che Renzie ha intenzione di mettere mano alla Rai. Il patto di non belligeranza tra la tv pubblica e quella del Biscione sta per saltare e allora Mediaset parte all’attacco della società che gestisce le infrastrutture strategiche per stringere la Rai in un abbraccio soffocante.

Quasi una dimostrazione plastica che il duopolio amichevole Raiset deve andare avanti per sempre. Se l’operazione andrà in porto, Mediaset controllerà un pezzo di Rai. Se verrà bloccata, Berlusconi potrà dire che Renzie fa rinunciare Viale Mazzini a una montagna di soldi e a una grande opportunità solo per fare un dispetto a lui. In ogni caso, per il premier spaccone, si tratta di una sfida senza precedenti. Vedremo come ne uscirà.
BERLUSCONI A CAROGNA IMG WABERLUSCONI A CAROGNA IMG WA


2. RIFORME-RAI CON DOLORE
E’ già scontro prima di cominciare sulla riforma della legge Gasparri. Corriere: “L’altolà di Boldrini sul decreto Rai. Ira del Pd: spetta al Colle decidere. La terza carica dello Stato: non c’è urgenza. Il premier: dipende dall’ostruzionismo” (p. 12). Repubblica: “Rai, Renzi punta sul ddl, testo pronto tra 10 giorni. Dubbi del Colle sul decreto. Il governo vuole il sì entro l’estate.

Il premier: ‘Contro l’ostruzionismo delle opposizioni il decreto legge è l’unico strumento’. Padoan promuove il piano Gubitosi sul nuovo assetto della informazione” (p. 4). Libero osserva: “La Boldrini boccia il decreto Rai. Sarà lei il capo degli anti-Renzi. Dopo l’intervento a gamba tesa contro il Jobs Act, il presidente della Camera continua ad attaccare il premier. E a marzo ci sono gli Stati generali della nuova Cosa Rossa” (p. 8).
Cusenza Vespa Berlusconi e PolitoCUSENZA VESPA BERLUSCONI E POLITO


3. GOOGLE TAX!
In attesa della Google tax, che non si farà mai, l’Italia “estorce” una bella sommetta al colosso di Mountain View: “Google fa pace con il Fisco, paga 320 milioni. Accordo con lo Stato italiano per il versamento delle tasse su un imponibile di 800 milioni in cinque anni. Il pungolo dell’inchiesta della Procura, la politica distensiva del gruppo e la regia legale di Paola Severino” (Corriere, p. 6). Praticamente, con la minaccia dei pm di Milano e l’aiuto di un avvocato ex ministro, l’Italia ha centrato un risultato a suo modo storico.


laura boldrini h partbLAURA BOLDRINI H PARTB
4. LA BAVA SEPARATA DALLE OPINIONI
Grande trasporto, è il caso di dirlo, per la gita in tram della Mummia sicula tra Firenze e Scandicci, un’idea del sindaco Nardella. Il quirinalista del Corriere, Marzio Breda, spiega soave: “Il presidente non voleva disturbare la città con cortei e sirene, preferendo muoversi come ha sempre fatto, da uomo comune tra la gente comune” (p. 3).

La Stampa titola trionfante in prima pagina: “Il presidente della Repubblica viaggia in tram” e si lancia in impegnativi paragoni con papa Francesco. Da incorniciare il titolo a pagina 9: “A Firenze addio alle auto blu. Mattarella prende il tram per non bloccare il traffico. Dal Papa al Presidente: i potenti scelgono la semplicità”. Oh, come sono bravi i potenti!
sergio mattarella e laura boldriniSERGIO MATTARELLA E LAURA BOLDRINI

Si smarca Libero con Franco Bechis che scrive: “il sobrio tram blu di Mattarella ci costa più di una limousine. Piovono elogi per lo stile del presidente che va a Scandicci in tramvia, ma sul convoglio sale solo la scorta: i pendolari lasciati a piedi e furiosi” (p. 4). Ah, la famosa gente comune l’hanno fatta scendere? Interessante. E Papa Francesco che ne direbbe?


5. TRAGEDIA GRECA
crisi finanziaria grecia fallimento rischio defaultCRISI FINANZIARIA GRECIA FALLIMENTO RISCHIO DEFAULT
Accordo fatto con la Grecia, ma ci sono molte ombre. “Sì dell’Eurogruppo ad Atene ma sul piano di riforme molti dubbi da Fmi e Bce. Patrimoniale e Iva, spending review e pensioni posticipate. La Merkel: ‘Non è finita, ma almeno il governo torna alla realtà” (Repubblica, p. 12). Il Corriere spiega: “Sanità per tutti, ma niente riassunzioni. Cosa resta (e cosa no) delle promesse. Nella lista inviata a Bruxelles mancano le opere pubbliche. Difesi i disoccupati morosi. Atene potrà pagare stipendi, pensioni e interessi ai creditori per altri 4 mesi” (p. 9). Sulla Stampa le reazioni in Grecia: “I greci mugugnano ma poi l’80% dà fiducia a Tsipras” (p. 3).


6. ALLARME ISIS (PUO’ ATTENDERE)
Ieri incontro bilaterale Italia-Francia a Parigi. Stampa: “Libia, Renzi convince la Francia. ‘Intervento impossibile adesso’. La crisi al centro del summit di Parigi: dialogo fra le fazioni” (p. 15). “Renzi-Hollande: l’intervento in Libia per ora non è in agenda. Parigi, intesa al vertice. Il presidente francese: rafforzare Triton” (Messaggero, p. 6).
Francois Hollande e Matteo RenziFRANCOIS HOLLANDE E MATTEO RENZI


7. ULTIME DALLA SEGA-NORD
Scontro furibondo nella Lega di Salvini. “Salvini, ultimatum a Tosi. ‘Chi va contro Zaia è fuori dal Carroccio’. Il sindaco ribelle: ‘Se calpestano il Veneto reagirò. Sabato a Roma ci sarò, non presto il fianco ai miserabili” (Repubblica, p. 6). “Il sindaco sonda Ncd e incontra Brunetta. Lunedì la resa dei conti. Al consiglio federale c’è chi potrebbe chiedere di azzerare il Veneto e cacciare il dissidente” (Corriere, p. 13).

“Berlusconi: Salvini accetti o salta la Lombardia. Forza Italia insiste per un accordo in Veneto: ‘Aspetto ancora il segretario leghista ma deve dire sì a un’intesa con l’Ncd’. Patto Alfano-Tosi. Il sindaco di Verona pronto a scendere in campo con una coalizione di moderati e a rompere con la Lega (Repubblica, p. 9).

Ecumenico il Giornale di Berlusconi: “Berlusconi stana il Carroccio. ‘Basta veti, solo uniti si vince’. Diplomazie al lavoro per arrivare a un’intesa sulle prossime Regionali. Ma Salvini resta ancora irremovibile: in Veneto mai con Ncd e Udc” (p. 4).

salvatore buzzi con il quarto stato alle spalleSALVATORE BUZZI CON IL QUARTO STATO ALLE SPALLE

8. LA TRASPARENZA DA ROTTAMARE
Il Cetriolo Quotidiano infilza Matteo Renzi sulle cene di finanziamento del suo Pd. “Indovina chi c’era a cena. Renzi nasconde chi lo finanzia. Dopo le kermesse di novembre a Milano e a Roma con Buzzi & C. (che fruttarono al Pd 1,5 milioni), il leader aveva promesso: ‘Tutto trasparente, avrete la lista di chi ci sostiene’. Ma a Montecitorio il tesoriere ha comunicato solo 15 donazioni, di cui 8 senza nome. Totale: circa 100 mila euro. E il resto?” (p. 1).


9. L’AIUTONE ALLE BANCHE
Anche se Unicredit e Intesa fanno da sole, il governo pensa a come aiutare le altre banche (Siena per prima) sulle sofferenze e allora vai con la “bad bank”. Repubblica però racconta: “Braccio di ferro Italia-Ue sul progetto bad bank. ‘Rischio aiuti di Stato’. Il Tesoro ritiene la possibilità di trasferire almeno 100 miliardi di sofferenze fuori dai bilanci bancari decisiva per agganciare la ripresa. Il governo vorrebbe preparare il progetto nel giro di quattro settimane. Una task force al lavoro. Le obiezioni di Bruxelles dovute alla presenza pubblica nel nuovo ‘veicolo’” (p. 14).  
bollore nagel mediobanca interna nuovaBOLLORE NAGEL MEDIOBANCA INTERNA NUOVA

Il capo di Mediobanca, intanto, attacca in Parlamento: “Bad bank pubblica? Irrealistica. Meglio puntare sul privato. Audizione di Alberto Nagel in Senato sui crediti deteriorati” (Stampa, p. 25).


10. MORETTI, SALDI PERFETTI
massimo d alema mauro morettiMASSIMO D ALEMA MAURO MORETTI
“Finmeccanica, l’addio ai treni taglia il debito di 600 milioni. Ansaldo Breda e Sts alla giapponese Hitachi. Moretti: nessun licenziamento. Per il gruppo nipponico operazione da due miliardi di euro. I sindacati chiedono chiarimenti” (Stampa, p. 25). Giornale: “Finmeccanica più leggera senza treni. Hitachi investirà 1,85 miliardi e dà garanzie occupazionali. Moretti riduce di 600 milioni il debito. Gli acquirenti puntano al mercato europeo assicurando sviluppo nel medio termine” (p. 22).


11. SCUOLA DI GIORNALISMO
festa per gino paoli 2FESTA PER GINO PAOLI 2
Altissima scuola di giornalismo sul Corriere della Sera. Mario Luzzatto Fegiz intervista Gino Paoli e lo inchioda con domande tipo “Negli ultimi giorni lei ha cancellato molti impegni pubblici…”, “Come sta reagendo chi le sta accanto?”, “Vuole fare un primo bilancio di questo suo anno e mezzo alla guida della Siae?”, Cosa prova in queste ore?”. Si dimentica solo di chiedergli se è vero che ha portato due milioni in Svizzera e perché (p. 25). 
http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/cestinato-patto-nazareno-renzi-berlusconi-salgono-ring-95207.htm

CI VUOLE LA FERILLONA PER DEMOLIRE L’IPOCRISIA LECCA-LECCA DI FAZIO STRAZIO

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1. CI VUOLE LA FERILLONA PER DEMOLIRE L’IPOCRISIA LECCA-LECCA DI FAZIO STRAZIO: “CON ME LA BUTTI IN CACIARA, OFFENSIVO. ALLA BELLUCCI L’HAI RIEMPITA DI COMPLIMENTI: “BELLISSIMA”, “STRAORDINARIA”, “MI TREMANO I POLSI”, ‘’MI GIRA LA TESTA”... TUTTE CAZZATE”
2. FABIOLO FAZIO CERCA DI RIBATTERE BALBETTANDO CHE COSÌ “SEMBRA CHE CE L’HAI CON LEI”, MA FERILLI, SORRIDENTE E CALMA, RISPONDE CHE “NO, CE L’HO CON TE, PADRONE DI CASA”
3. LA FERILLI IRONIZZA SULL’ESITAZIONE DI FAZIO A PRONUNCIARE UNA COSA DETTA DA LEI . “VORREI ESSERE UN TOTÒ CON LE TETTE” (“MANCO C’HAI IL CORAGGIO DI DIRLO”). E POI QUANDO FAZIO DEFINISCE L’OMOSESSUALITÀ UN TEMA “MOLTO FORTE”, LEI RIBATTE: “NO, È UN TEMA. ANCHE LA NORMALITÀ PUÒ ESSERE DIVISIVA”


Da “www.rai.tv”

2. NORMALITÀ E IRONIA, LE ARMI DI SABRINA PER ZITTIRE FABIO
Elisabetta Ambrosi per “il Fatto Quotidiano”
   
FERILLI FAZIO 3FERILLI FAZIO 3
L’entrata, al solito, era stata concordata, io ti presento un po’ scarnamente, tu mi rinfacci che, invece, la Bellucci la scorsa settimana l’ho introdotta con tutti i superlativi possibili. Ma quando l’ospite è dotato di particolare ironia, e di una buona dose di indipendenza di spirito, può capitare che il resto del faccia a faccia sfugga di mano e che l’intervista, nel salotto più ovattato e avulso da sorprese della tv italiana, si traduca in uno spasso per chi guarda. È accaduto domenica sera a Che tempo che fa, dove era ospite per la prima volta Sabrina Ferilli.
   
FERILLI FAZIO 1FERILLI FAZIO 1
All’inizio l’attrice romana è stata al gioco concordato – “per lei hai usato tutti gli aggettivi immaginabili, con me l’hai buttata in caciara, offensivo” –; poi, però, ha continuato a schernire con leggerezza il presentatore oltre il copione: anzi, usando la battuta sulla Bellucci per dire la sua sul sistematico incensamento dell’ospite caratteristico della trasmissione di Raitre. “Straordinaria, bellissima, mi gira la testa, mi tremano i polsi… tutte cazzate”. Fazio cerca di ribattere che così “sembra che ce l’hai con lei”, ma Ferilli, sorridente e calma, risponde che “no, ce l’ho con te, padrone di casa”.
   
FERILLI FAZIOFERILLI FAZIO
Attaccato da un risolino isterico che non lo lascerà fino al termine dell’intervista, lui tira fuori la carta del programma della Ferilli su Agon Channel: “Pure tu avevi ospiti, avrai usato degli aggettivi”. Anche qui, però, la replica ha una logica semplice e stringente: “Quando entrava una persona cercavo di essere imparziale (lui evidentemente non capisce il termine, dice a voce alta, “Imparziale? Anche se entrano una alla volta?”), non è che chiedevo: datemi l’acqua che non ho più la saliva”.

FAZIO DE BENEDETTIFAZIO DE BENEDETTIMonica BellucciMONICA BELLUCCI
Poche battute anche per mettere a nudo la pruderie perbenista verso il sesso o temi ancora giudicati scabrosi nel 2015. Così, quando Fazio spiega che ci sarebbero “troppe allusioni” da fare sul polpaccio toccato dalla Ferilli nella sua trasmissione a Tomba lei risponde “Non c’è nessuna allusione da fare”, ironizzando anche sull’esitazione a pronunciare una cosa detta da lei – “Vorrei essere un Totò con le tette” – scritta in scaletta (“Manco c’hai il coraggio di dirlo”). E poi quando Fazio definisce l’omosessualità un tema “molto forte”, lei lo guarda e, ferma, ribatte: “No, non è un tema forte, è un tema. Anche la normalità può essere divisiva”.
   
fabio fazio litizzetto bonsaiFABIO FAZIO LITIZZETTO BONSAI
Gli smascheramenti finali riguardano l’utilizzo della tipica domanda tautologica (“Cinepanettoni, calendari, cinema impegnato: non hai paura di piacere al pubblico, di essere popolare, vuol dire essere in pace con te stessa”. E lei: “Beh, hai dato anche la risposta”) ma anche l’effetto ridicolo del panegirico letto passivamente dalla scaletta (“La straordinaria, malinconica immagine di Ramona che ti rimane impressa,” “Vedo che t’è rimasto impressa, visto che leggi”).

Il tempo di ricordare, sempre a Fazio, che lei non ha mai recitato il ruolo di pianta di gerani e si arriva alla fine. La Ferilli ringrazia con cortesia tutti. Entra la Littizzetto che ironizza sugli zigomi (e sulle pubblicità dei divani). Ma alla fine chi è uscita a testa alta è lei.

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