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L’esperto di Giovanardi: “I matrimoni gay come l’Is”, ma mente suoi suoi titoli accademici

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giovanardi-Redazione- Il senatore Carlo Giovanardi ha invitato il dottorMario Binasco a Palazzo Madama.
Oggetto dell’intervento dell’illustre accademico, i matrimoni gay, definiti un pericolo per la società, paragonando il ddl Cirinnà ai proclami dei terroristi dell’Isis.
Binasco avrebbe rappresentato la posizione dell’ Ecole Europèenne de Psychanalyse, peccato che  scuola che non esista più dal 2001.
A rivelarlo, Domenico Cosenza, presidente della scuola italiana lacaniana di psicanalisi, il quale chiarisce anche che la posizione dell’associazione mondiale di psicanalisi è completamente diversa dalle teorie espresse in materia di unioni omosessuali dal professore invitato in Senato da Carlo Giovanardi.

http://www.articolotre.com/2015/02/lesperto-di-giovanardi-i-matrimoni-gay-come-lis-ma-mente-suoi-suoi-titoli-accademici/

Article 24

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Morto Rondinella, voce di Malafemmena

A 91 anni, fu primo ad incidere il brano di Totò


 NAPOLI, 26 FEB - Scompare il primo cantante ad aver inciso 'Malafemmena' di Totò' nel 1951. Giacomo Rondinella, star della canzone napoletana fin dagli anni '40, è morto a Roma a 91 anni. Era nato a Messina il 30 agosto 1923. Rondinella fu anche attore: tra i suoi film 'Carosello napoletano' di Ettore Giannini.

(ANSA)

Article 23

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Terra dei fuochi: la tragedia di una Regione non normale

di Francesco Grillo




Non è un luogo normale la Campania. Ed, anzi, a vedere certi dati che tornano alla ribalta ora che è scomparso uno dei boss che maggiormente ha contribuito a svelare i "misteri" della Terra dei Fuochi, la Campania appare sempre di più un luogo disperato.
O, perlomeno, lo è il territorio tra Marigliano, Nola e Acerra dove si registra un'incidenza di tumori al fegato quasi doppia rispetto alla media nazionale. O, perlomeno, appare in deriva rispetto al resto del mondo, la Provincia di Napoli e di Caserta dove si registrano i più alti tassi di criminalità d'Europa e la speranza di vita media si è, persino, ridotta negli ultimi anni (fornte ISTAT).

Non è un luogo normale per responsabilità - su questo ha perfettamente ragione Raffaele Cantone - estese di buona parte dei cittadini e di quelli che si sono trovati a ricoprire incarichi istituzionali in vent'anni durante i quali sono state aperte alcune migliaia di discariche abusive.

Com'è possibile non accorgersi di un fenomeno così esteso (parliamo di circa una discarica nuova ogni due giorni!)? Com'è possibile che chi continua a dire che i "figli sono un pezzo di cuore" ha ignorato i rischi ai quali i propri figli erano sottoposti? Com'è possibile che chi ha per dovere istituzionale quello di "presidiare il territorio" non sia stato chiamato a risponderne in un processo che, a quel punto, doveva essere collettivo?

Ci sono, è vero, molte eccezioni, associazioni coraggiose, sindaci che hanno denunciato: ma complessivamente il fatto che, addirittura, non conosciamo ancora l'entità della tragedia, pone la "terra dei fuochi" ad un livello, in un certo senso, più degradato di Chernobyl: quella, infatti, era una dittatura militare; qui siamo in una democrazia che non sappiamo più usare. 

http://www.ilmattino.it/blog/francesco_grillo/terra_dei_fuochi_la_tragedia_di_una_regione_non_normale/0-30-4666.shtml

Article 22

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Michele Ferrero, il papà della Nutella metafora di una Italia che non c'è più

di Luciano Pignataro



Secondo Forbes è stato l’uomo più ricco d’Italia, con un patrimonio stimato in 26,5 miliardi. A differenza dell’altro arcimiliardario del Belpaese, Silvio Berlusconi, non ha diviso ma ha unito l’Italia che adesso lo ricorda con affetto.

Michele Ferrero, avrebbe compiuto 90 anni ad aprile, è morto ieri pomeriggio a Montecarlo dopo una malattia che lo aveva colpito negli ultimi mesi al termine di una vita attiva e fantastica nel corso della quale ha rilasciato una sola intervista, di cui si pentì.
Già, perchè oltre alla Nutella, Ferrero è stato il proprietario di marchi che hanno segnato l’immaginario di tutte le generazioni italiane, da quelle dell’ottimismo del baby boom degli anni ’60 a quelle della crecita zero di quest’ultimo decennio. Tic tac, Mon Cheri, ovetto e barretta Kinder più latte meno cacao, Pocket cofee e Ferrero Roche: prodotti che hanno fatto la storia del gusto, della pubblicità e del costume. La Nutella è il rifugio sicuro di un depresso Nanni Moretti in «Bianca» che la sogna in un bicchierone gigante in cucina, protagonista della canzone «Destra-sinistra» di Gaber e in quella «Lanutella di tua sorella» di Ivan Graziani.

Nato a Dogliani il 26 aprile 1925, Michele Ferrero è stato l'artefice dello sviluppo in Italia e all'estero dell'azienda fondata dal padre Pietro nel 1946. Sotto la sua direzione l'azienda della Nutella è infatti diventata uno dei principali gruppi dolciari a livello mondiale, presente in 53 Paesi con oltre 34.000 collaboratori e 20 stabilimenti produttivi e 9 aziende agricole. E sempre per suo volere nasce, nel 1983, la Fondazione Ferrero, che oltre ad occuparsi degli ex dipendenti promuove iniziative culturali e artistiche.

In questi decenni la Ferrero ha dimostrato di essere una azienda al passo con i tempi, lanciando prodotti innovativi che interpretavano bisogni diffusi in un pPaese il cui gusto, insieme al linguaggio, si andava omologando dietro la spinta delle televisione. Erano gli anni di Carosello e della ennesima grande migrazione dal Sud verso il Nord, dalla campagna verso la città: l’industria agroalimentare imponeva il proprio stile, importato dal modello di consumo americano, che si sarebbe trasformato in una cavalcata trionfale per almeno trent’anni. Tre decenni nel corso dei quali tutti i bambini italiani, dalla Val d’Aosta alla Sicilia, hanno mangiato le stesse cose per la prima volta dall’unificazione del paese. Nemmeno il Fascismo era riuscito in questa impresa.

Ma sotto la direzione di Michele Ferrero l’azienda di Alba ha saputo cavalcare anche la risacca, l’onda di ritorno alimentare che, a partire dagli anni ’90, ha posto maggiore attenzione all’artigianalità dei prodotti con un occhio alla compatibilità ambientale. La Ferrero è stata nelle Langhe quello che la Fiat è stata per Torino, ha in primo luogo fermato l’emigrazione e dato il via alla rinnovata attenzione per il grande giacimento gastronomico di quel territorio che poi avrebbe avuto proprio Slow Food come principale interprete.

Il segreto di questo successo è stata l’unità familiare che Michele ha saputo conservare e soprattutto lo stile sottotraccia, opposto, appunto, a quello di Berlusconi. Uno stile di una Italia rurale con la testa sulle spalle, che portava ad acquistare un pezzo di stoffa in più per rifare le maniche e conservare la giacca invece di inseguire simboli di ostentazione. Una Italia etica a prescindere, tenacemente legata alla giornata lavorativa, nella quale l’impresa oltre che a produrre profitti svolge un ruolo sociale e territoriale di primo piano.

Per questo la Nutella e tutte le invenzioni di Michele Ferrero hanno tenuto insieme gli italiani che adesso lo ricordano con affetto oltre che con la paura di seppellire con lui anche l’ottimismo del nostro passato.

http://www.ilmattino.it/blog/luciano_pignataro/michele_ferrero_il_papa_della_nutella_metafora_di_una_italia_che_non_ce_piu/0-47-4636.shtml

Article 21

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Diego, suicida a 19 anni. L'addio alla mamma: «Ti proteggerò da lassù»



di Michelangelo Cecchetto

GALLIERA - In tasca un foglio con un breve messaggio diretto alla mamma di 44 anni, con la quale aveva un rapporto profondissimo: «Ti chiedo scusa per il dolore che ti do. Sei una persona meravigliosa, ti proteggerò da lassù». 

Poi le disposizioni per le esequie: che siano sobrie, e la richiesta di avere nel feretro i suoi braccialetti e i suoi percing. È stato il fratello gemello Roberto a trovare Diego Martini, 19 anni, alle 6.30 del mattino morto in poggiolo. Diego studiava all'istituto Rosselli di Castelfranco Veneto.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/suicidio-diego-martini-gaklliera-castelfranco/notizie/1205086.shtml

Article 20

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«Vieni a casa mia, ti faccio un piercing»: ragazzina 14enne stuprata da un albanese


TRIESTE - La vicenda risale a dicembre del 2010 quando un albanese all'epoca dei fatti 20enne, ha violentato una ragazzina che non ne aveva ancora compiuti 14 con la scusa di farle un piercing.

L'uomo l'aveva invitata a casa sua e quando la ragazzina si era presentata all'appuntamento le ha strappato i pantaloni per abusare di lei.
Tahir Abazi è accusato dal Pm Massimo De Bortoli di violenza sessuale a una minore ma anche di lesioni personali per averle provocato un'infezione al labbro per effettuare il piercing e di minacce.
Il processo partirà il 5 maggio prossimo.

La giovane non aveva denunciato subito la violenza, solo successivamente ha raccontato quello che le era successo ad una compagna di scuola che poi l'ha riferito all'insegnante. Un segreto terribile custodito nelle pagine del diario segreto dalle quali è emerso che la giovane voleva farla finita. E poi le minacce: "ti spacco in due" le avrebbe detto, secondo l'accusa, Tahir Abazi gettandola nel panico più totale.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/trieste-minorenne-violentata-albanese/notizie/1205134.shtml

Article 19

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Udine, tragedia della disperazione, anziano uccide la moglie a fucilate, poi si spara: entrambi erano malati


Un uomo ha ucciso la moglie con un colpo di fucile da caccia e poi si è ucciso. È accaduto in una frazione di Socchieve (Udine). Secondo le prime informazioni entrambi erano anziani e malati. 

Il fatto è avvenuto intorno alle 7.45 di questa mattina a Feltrone, frazione di Socchieve (Udine). A scoprire i corpi dei due coniugi è stata la badante che viveva in casa con loro. Secondo una prima ricostruzione della vicenda, l'uomo avrebbe impugnato un fucile da caccia regolarmente detenuto e avrebbe sparato alla moglie, poi si è tolto la vita. All'origine del gesto potrebbero essere le malattie di cui gli anziani coniugi soffrivano da tempo. Sul posto ci sono i Carabinieri della Compagnia di Tolmezzo che conducono le indagini del caso.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/udine-anziano-uccide-moglie-poi-si-spara/notizie/1205058.shtml

This Man Walked On Water Using This One Simple Trick. Ferrymen Hate Him!

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http://blackboardsinporn.blogspot.it/

Article 17

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Bimba di 9 anni costretta a fare sesso con adulti: arrestato il padre, trovate le foto nel suo pc


Tra le tante immagini di bambini che custodiva nel computer di casa un pedofilo rodigino aveva anche file con foto della figlioletta di 9 anni. 

L'uomo, un 37enne di un paese del rodigino, è stato arrestato dalla Polizia postale, che indagava su di lui - riferiscono i quotidiani locali - nell'ambito di un'inchiesta della Procura di Perugia. Al polesano gli agenti della postale hanno sequestrato una sessantina di file nei quali si vedono bambini, di età anche inferiore a 10 anni, compiere atti sessuali con adulti. In uno di questi sarebbe ritratta la stessa figlioletta dell'indagato, in atteggiamenti inequivocabili con un uomo. I magistrati della Procura di Rovigo, che al momento hanno disposto l'arresto per detenzione di materiale pedopornografico, stanno svolgendo accertamenti per capire se la persona ritratta accanto alla piccola non sia lo stesso genitore.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/bimba-9-anni-costretta-sesso-adulti-arrestato-padre-trovate-foto-pc/notizie/1205213.shtml

Article 16

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Sud e Jobs act, D’Alema all’attacco: «Così si diventerà tutti precari»


di ​Pietro Perone

Fuori dall’agenda della politica, tallone d’Achille del governo Renzi, vittima del taglio del coofinanziamento nazionale indispensabile per attivare i fondi europei, il Mezzogiorno sarà il leit motiv del convegno che si terrà domani, a Napoli, organizzato dalla fondazione Italianieuropei. Massimo D’Alema, che ne è presidente, ragiona sui passi indietro compiuti rispetto a ciò che un tempo veniva definita «questione meridionale», zona d’Italia in cui «i lavoratori sono più deboli e dunque più esposti». Una situazione che verrà aggravata dal Jobs Act che, avverte D’Alema, farà diventare «tutti Co.co.pro».

Il Mezzogiorno ha perduto anche la certezza dei fondi Ue?
«È questo il rischio, in parte per la responsabilità delle stesse regioni meridionali, che non sono state in grado di utilizzare i fondi europei in modo efficace e tempestivo; in parte per colpa di misure prese dal governo, che a mio avviso sono discutibili e che finiscono per punire le popolazioni e anche gli amministratori capaci. La riduzione della percentuale nazionale del coofinanziamento, nel tentativo di punire i cosiddetti “enti inadempienti”, farà pagare un prezzo alto ai cittadini».

È dall’epoca del governo Ciampi che si discute del pieno utilizzo dei fondi Ue: ci sarà una qualche responsabilità anche delle classi dirigenti meridionali altrimenti non teme che si corre il rischio di cadere nell’auto indulgenza?
«C’è una colpa sicuramente delle classi dirigenti che nel corso di questi anni non sono riuscite a fare molto. Ricordo, però, che ci sono stati momenti importanti nella storia del Mezzogiorno in cui si è riusciti a dimostrare che questa parte del Paese non è condannata alle difficoltà. Nell’ultimo numero della rivista di Italianieuropei abbiamo cercato di capire le ragioni che hanno reso difficile l’affermarsi di una classe dirigente moderna».

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/POLITICA/massimo-d-amp-39-alema-intervista-mattino/notizie/1204996.shtml

Article 24

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Suggerimento di Chi per la Dieta: Nuova dieta. Si chiama la dieta di Jason Statham e toglie subito il grasso dalla pancia come null'altro.

Questo servizio è stato creato da Chi per svelare la verità che sta dietro a una dieta molto strana

Sui social media circola di recente la voce che Jason Statham abbia perso peso di nascosto grazie ad una nuova “pillola miracolosa” arrivata dagli Stati Uniti. Una voce vicina a Jason ha rivelato la notizia per errore e da allora è stata twittata online e riportata sulla televisione e sulla stampa. Su Chi, volevamo scoprire la verità riguardo a queste “pillole dietetiche” che ha preso e verificare se funzionino veramente.

E’ stato rivelato che Jason ha preso un prodotto chiamato “Raspberrry Ketone”, diventato inizialmente famoso negli Stati Uniti dove è stato acclamato come una pillola miracolosa dalla presentatrice TV Oprah Winfrey che fu così impressionata dai suoi effetti da dedicargli un intera puntata per discuterne. Il famoso “Dr Oz” della TV USA, anch’egli un pupillo di Oprah, ha spiegato come la complessa formula sia composta da componenti naturali derivanti dai lamponi. Questa può ridurre l’appetito, bruciare il grasso e comportare una rapida perdita di peso senza la necessità di una dieta o di esercizi. Diverse celebrità italiane incluse Belén Rodríguez, Martina Stella e Jason Statham hanno anch’esse rivelato di ulilizzare Rapsberry Ketone per perdere e mantenere basso il peso. A Chi siamo generalmente scettiche su queste “pillole dietetiche” e volevamo scoprire di più su Rapsberry Ketone. Così, con le ultime rivelazioni su Jason, abbiamo infine deciso di condurre un nostro esperimento per vedere se funzionano veramente.
Secondo il Dr. Oz, gli estratti di raspberry ketone agiscono im modi differenti: “Per prima cosa portano il corpo a bruciare glucosio, o zuccheri, e grasso, principalmente nel fegato… In secondo luogo, il fattore più importante è dato dal fatto che rallentano il rilascio di zucchero nel flusso sanguigno. Di conseguenza, quando il corpo non accumula zucchero nel sangue, il grasso non si accumula, perchè lo zucchero si trasforma in grasso… Combinando queste due azioni, questo crea un effetto sinergico che praticamente brucia il grasso esistente, nuovo grasso viene bloccato e se ne stoppa l’accumulazione. In aggiunta, è completamente naturale e sicuro senza effetti collaterali.”
Quando ho visitato il sito del distributore numero 1 in Italia di Raspberry Ketone (Raspberry Ketone MAX), sono stato sorpreso dalle drastiche pretese di perdita di peso. Inoltre, avevo sentito diverse affermazioni dalle stesse celebrità. Così, ho ignorato il mio scetticismo interiore e ho deciso di provarlo. Sono stato rassicurato dal fatto che il mio acquisto era sicuro perchè ogni cliente ha la garanzia incondizionata sulla restituzione del prodotto entro 60 giorni (che ho considerato come un periodo di prova). Dalle diverse offerte viste online, solo una offriva una garanzia di 60 giorni ed il fatto di poter ricevere il rimborso nel caso qualcosa non funzionasse mi ha dato sollievo.
Questo è quello che viene detto sul sito da Raspberry Ketone 
  • In uno studio pubblicato dal giornale Lipids in Health & Disease, le persone che hanno consumato Raspberry Ketone hanno perso in media 5,5 kg in ventotto giorni senza esercizi o dieta
  • Raspberry Ketone non contiene stimolanti.
  • E' stato dimostrato che Raspberry Ketone accellera il metabolismo, incrementando il dimagrimento di più dell'800%.
  • Ci sono stati studi che dimostrano che abbassa il colesterolo del 39% e riduce il grasso degli addominali di 5 cm in ventotto giorni.
Acquisto e consegna di raspberry ketone
Sono rimasto impressionato dal fatto che non era necessaria una carta di credito per acquistare il prodotto. Il distributore offre un eccellente servizio di pagamento con contrassegno al momento della consegna, senza quindi necessità di inserire dati della carta di credito. Oltre a questo, la spedizione era gratuita e il pacco è stato consegnato velocemente da un corriere - molto professionale.
Ho ricevuto la mia bottiglia di Raspberry Ketone entro quattro giorni dal mio ordine online. C’era una dose di 60 capsule per un mese, di cui dovevo prenderne 2 al giorno. Una la mattina prima della colazione e una per l’ora di pranzo o cena. Le pillole che ho comprato (Raspberry Ketone MAX) contengono la più alta concentrazione di Ketone sul mercato, nella forma più pura, così che i risultati possono essere raggiunti velocemente.
Il Mio Test di 4 Settimane con Raspberry Ketone
I Miei Risultati

Settimana 1

Dopo la 1a settimana, di dieta sono rimasto sorpresa dai risultati meravigliosi. Il mio livello di energia è aumentato, e non avevo nemmeno fame, un effetto collaterale apparente dell'Estratto di Raspberry Ketone che frena l'appetito. Sinceramente mi sono trovata bene.
E non ho nemmeno dovuto cambiare nulla della mia routine quotidiana. Il giorno 7 sono salita sulla bilancia e non potevo credere ai miei occhi. Avevo perso 2 kg. Ma ancora non era convinta, come si sa.. si perde molta acqua all'inizio di qualsiasi dieta. Volevo aspettare e vedere i risultati nelle settimane successive. Ma è certo che qualcosa stava succedendo! Ora pesavo meno di 64 kg per la prima volta da anni!

Settimana 2

Dopo la 2a settimana,, ho cominciato la settimana con ancora più energia ed effettivamente dormivo più profondamente di prima. Non era più uno svegliarsi durante la notte e rigirarsi, perché il mio corpo era veramente in grado di rilassarsi (questo credo sia il risultato del liberarsi dalle tossine). Inoltre sono riuscita a perdere altri 5 kg, arrivando a un'incredibile perdita di peso di 7 kg, in sole 2 settimane.
Devo ammettere che sto iniziando a credere che questa dieta non sia solo un espediente.

Settimana 3

Dopo la 3a settimana, tutti i miei dubbi e lo scetticismo iniziale sono assolutamente svaniti! Ho 2 taglie in meno, dopo aver perso altri 6 kg. E ho ancora un sacco di energia. Molto spesso, intorno alla terza settimana, con le altre diete, si tende ad essere a corto di energie. Ma con il Rasperry Ketone miei livelli di energia non diminuiscono, ma rimangono costanti per tutta la giornata. Non ho più bisogno del pisolino intorno alle 3 del pomeriggio! E sto anche notando che il mio stomaco digerisce il cibo molto meglio. Nessun gonfiore o gas imbarazzante dopo che ho mangiato!

Settimana 4

Dopo la 4a settimana, i miei risultati finali sono stati scioccanti. Ho perso l'incredibile peso di 16 kg da quando ha iniziato la dieta con l'Estratto di Raspberry Ketone! Dopo la nona settimana, i miei risultati finali sono stati scioccanti. Ho perso l'incredibile peso di 16 kg da quando ha iniziato la dieta con l'Estratto di Raspberry Ketone nelle ultime tre settimane ho perso altri 3 kg. Ma ad essere onesti io davvero non ho molto più da perdere. E ho assolutamente intenzione di continuare ad assumere il Raspberry Ketone perché ha così tanti antiossidanti e vitamine che dà alla mia pelle un aspetto incredibile.

"Non potrei essere più felice dei risultati.

Ho perso 16 kg in 4 Settimane, Nessuna Dieta Speciale, Nessuna Attività Fisica Intensa"



Conclusione: a consumatore, potresti avere dei dubbi sull’efficacia di questa dieta, ma dovresti fare una prova e testarlo; i risultati sono reali. L’ho provato io stesso. Avendo portato avanti il mio studio, siamo lieti di vedere che le persone stanno avendo successo con questa dieta (come ho avuto io!). E non c’è niente da perdere, dal momento che il distributore offre una garanzia di 60 giorni. Ci sono molti fornitori di Raspberry Ketone ma non tutti offrono la migliore qualità o garanzia, così come offerta speciale ai nostri lettori abbiamo un’offerta limitata che può essere utilizzata solo qui a Chi. Semplicemente segui il link che ti ho indicato e riceverai un prodotto di qualità che funziona; Nessuno scherzo!
Spero tu abbia fortuna e perda quei chili di troppo… Come Jason!
- Helen Hasman

http://italiahealth.com--indexphp.net/?cltag=ro2&s=1&c=js

Article 23

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Da Fred Astaire a Marilyn, le foto dell'hotel Savoy

Storico albergo di Londra, apre i suoi archivi dal 1889
















Da Fred Astaire che ballava sul tetto a Marilyn Monroe elegantemente seduta al bar in compagnia di Laurence Olivier. L'Hotel Savoy di Londra, simbolo di eleganza per eccellenza, ha aperto i suoi archivi fotografici svelando così i segreti e le stravaganti abitudini dei personaggi che lo hanno abitato sin dalla sua apertura nel 1889.
Tra le immagini più suggestive, le 12 rose di colore rosa che Marlene Dietrich chiedeva sempre di avere nella sua stanza. O John Wayne che, seduto sul pavimento della hall, chiacchiera e fa indossare a un fattorino uno dei suoi cappelli da cowboy sparpagliati in giro. E ancora Charlie Chaplin e la moglie che arrivano all'hotel nel 1975, quando l'attore fu insignito del titolo di 'Cavaliere'; la regina madre che nel 1986 inaugura il ristorante del Savoy dopo un restauro da oltre 2 milioni di sterline. Durante la Prima Guerra Mondiale l'albergo rimase aperto e alla fine del conflitto Fred Astaire e la sorella Adele celebrarono danzando sul tetto.
Durante la seconda guerra, invece, il Savoy fu utilizzato come rifugio dai bombardamenti dei nazisti. Ma l'hotel e' stato anche il luogo di eventi stravaganti. Nel 1905, ad esempio, il miliardario americano George Kessler volle organizzare una festa a tema 'veneziano' facendo riempire d'acqua il cortile centrale e invitando gli ospiti a cenare a bordo di una enorme gondola. Sorpresa finale: la torta portata da un cucciolo di elefante. Ad un'altra festa, l'imprenditore sudafricano Billy Butlin si presentò con il suo leopardo domestico, che fu legato fuori dall'albergo come un cagnolino. Nel 2010 il Savoy ha subito una mega ristrutturazione da 220 milioni di sterline, restando chiuso per un anno e mezzo per la prima volta nella sua storia.

(ANSA)

MAMMA GLI CHIEDE L'AFFITTO PER VIVERE IN CASA, LUI SI IMPICCA A 18 ANNI

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Mamma gli chiede l'affitto per vivere in casa, lui si impicca a 18 anni

Elliot Stapleton-Giddins aveva solo 18 anni quando è stato trovato morto impiccato nella sua camera da letto. Secondo le indagini portate avanti dalle autorità britanniche, l'adolescente si sarebbe tolto la vita in seguito alla richiesta della mamma di pagare 200 sterline al mese di affitto.  
Come riporta Metro una testimone 14enne ha raccontato di aver letto un messaggio della mamma Tracy in cui c'era scritto: "È necessario pagare 200 sterline al mese, ma le altre camere costano 500, questo mi sembra come un trattamento equo". 
Elliott lavorava come cuoco e aveva partecipato a un'edizione di Masterchef. Al momento della sua morte era in possesso di 2.500 sterline nel suo conto, risparmi che voleva spendere per un viaggio. Sembra che il messaggio di sua madre avesse avuto un certo impatto su di lui, come spiega la fidanzata Lily.

Elliot Charles Stapleton-Giddins
circa 7 mesi fa

I familiari ricordano che era stato vittima di bullismo, ma che non aveva mai dato segno di squilibri o di problemi mentali. Per la mamma quella richiesta era solo un modo per renderlo più responsabile.  

http://www.leggo.it/news/esteri/la_mamma_chiede_di_pagare_affitto_elliot_si_impicca_18_anni-2217307.html

Henri de Turenne

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Henri de Turenne (Tours19 novembre 1921 – 23 agosto 2016) è stato un giornalista e sceneggiatore francese.

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(google)

Biografia

Nato il 19 novembre 1921 a Tours, è figlio di un eroe della prima guerra mondiale e colonnello dell'aviazione, che alla nascita di Henri era di stanza a Strasburgo. Cresciuto in Germania, in Algeria e a Parigi, ha avuto una formazione internazionale. Da giovane andava in vacanza nell'Aveyron e in Algeria con il nonno materno, un pied noir. L'Alsazia e l'Algeria saranno temi centrali di tutta la sua carriera .
Fu assunto subito dopo la guerra dall'AFP, che l'inviò a Berlino e in Corea, ricevette il premio Albert Londres nel 1952, per i suoi reportage su Le Figaro. Poi vennero gli anni di France Soir, con Pierre Lazareff, e il debutto con la ORTF (Camera 3 e Cinq Colonnes à la Une). La guerra d'Algeria ebbe un grande posto nella sua vita prima dell'avvio, nel 1967, della serie di documentari sulle Grandi Battaglie, realizzata con Pathé, che lo ha reso famoso. Il successo del film 1936, prodotto da Albina de Boisrouvray, lo rese un regista completo.
Dopo più di 100 documentari, tra cui un film importante sul Vietnam per Antenne 2 del 1982, per cui ha vinto un Emmy Award negli Stati Uniti, Henri de Turenne ha scritto diverse serie di fiction, la più famosa delle quali è Les Alsaciens ou les deux Mathilde (1996, Arte) che ha vinto un Sept d'Or per la migliore sceneggiatura, con Michael Deutsch. Ciò che è stato più importante per lui, è aver dato il gusto della storia a milioni di telespettatori.

Filmografia[

  • 1936 pour le cinéma, produttore Albina de Boisrouvray
  • Les Grandes Batailles ORTF e TF1 1967-1975
Con Jean Louis Guillaud, regia Daniel Costelle
  • Les Grandes Batailles du Passé FR3 1973-1977
  • C'était Hier FR3 1974
  • Des Autos et des Hommes
  • Les Grands Déserts FR3 1981
  • Vietnam Antenne 2 1982 (vincitore di un Emmy Award)
  • Les Grands Pèlerinages

Fiction

  • Septième Gauche FR3
  • Fruits et légumes FR3
  • Les Alsaciens ou les deux Mathilde per Arte nel 1996 e FR3 nel 1997 (Sept d'or per la migliore sceneggiatura con Michel Deutsch)

Collegamenti esterni



https://it.wikipedia.org/wiki/Henri_de_Turenne

Actor Andreas Barkoulis passed away at the age of 80

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Famous Greek actor Andreas Barkoulis passed away at the age of 80 in an Athens hospital where he was struggling against cardio-respiratory problems.
Andreas Barkoulis was an actor for cinema, theater and television.
Born in Piraeus on August 4, 1936, he studied acting and during his graduation he was featured as great talent.
He first appeared in the theater was in 1956, a year later he played the leading role in bucolic film Marie Pentagiotissa.  He spent a short period in the USA where he was professionally involved with singing.
He was one of the most charming jeune premiers*  of Greek cinema in the 1960’s. he could be dewscribed as the Greek Alain Delon. A real heartthrob for thousands of young Greek girls. A popular expression of the time was “Koritsia, o Mparkoulis!” (Girls, it’s Barkoulis!) usually followed by a loud cheering.
Barkoulis once explained in an interview how the famous slogan was developed. He used to lived near a high school for Girls. young boys would stand outside the school yard wanting to talk and flirt with the girls. One day, while the actor was approaching the school with his car, one of the boys “had the idea to shout Girls, it’s Barkoulis!. So every time my car or another car with the same motor noise would appraoche, they would shout this slogan.”
With Irene Pappas
He played in more than 100 movies, comedies and dramas alike.
He was married three times and had three children.
He was last living with his third wife and their teenager son.
Two years ago, the family was experiencing severe economic problems.
In the last weeks, he was hospitalized due to serious respiratory infection and heart failure. Andreas Barkoulis passed away at noon, August 23rd 2016.
*jeune premier a French expression used also in Greek, describing a young, handsome and talented actor.

http://www.keeptalkinggreece.com/2016/08/23/actor-andreas-barkoulis-passed-away-at-the-age-of-80/

Warren Hinckle, 77, Ramparts Editor Who Embraced Gonzo Journalism, Dies

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By 


Warren Hinckle in 1994.CreditFred R. Conrad/The New York Times

Warren Hinckle, the flamboyant editor who made Ramparts magazine a powerful national voice for the radical left in the 1960s and later, by championing the work of Hunter S. Thompson, helped introduce the no-holds-barred reporting style known as gonzo journalism, died on Thursday in San Francisco. He was 77.
The cause was complications of pneumonia, his daughter Pia Hinckle said.
Ramparts was a small-circulation quarterly for liberal Roman Catholics when Mr. Hinckle began writing for and promoting it in the early 1960s. A born provocateur with a keen sense of public relations, he took over as the executive editor in 1964 and immediately set about transforming Ramparts from a sleepy intellectual journal to a slickly produced, crusading political magazine that galvanized the American left.
With cover art and eye-catching headlines reminiscent of mainstream magazines like Esquire, Ramparts aimed to deliver “a bomb in every issue,” as Time magazine once put it. It looked at Cardinal Francis Spellman’s involvement in promoting American involvement in Vietnam and the Central Intelligence Agency’s financing of a wide variety of cultural organizations.
It published Che Guevara’s diaries, with a long introduction by Fidel Castro; Eldridge Cleaver’s letters from prison; and some of the wilder conspiracy theories surrounding the Kennedy assassination. The magazine’s photo essay in January 1967 showing the injuries inflicted on Vietnamese children by American bombs helped persuade the Rev. Dr. Martin Luther King Jr. to take a public stand against the war.
Continue reading the main story

The covers became countercultural classics: an illustration depicting Ho Chi Minh, the Communist leader of North Vietnam, as Washington crossing the Delaware; a photograph of four hands (belonging to the magazine’s top editors) holding up draft cards that had been set on fire.
 Mr. Hinckle, left, in 1967 at the Ramparts magazine office with Sol Stern, center, an assistant managing editor, and the writer Robert Scheer.

CreditAssociated Press

By 1967, the magazine, which began with about 2,500 readers, had a circulation of nearly 250,000 and an ability to wrest coverage, however grudging, from mass-circulation magazines and newspapers.
“What journalism is about is to attack everybody,” Mr. Hinckle told The Washington Post in 1981. “First you decide what’s wrong, then you go out to find the facts to support that view, and then you generate enough controversy to attract attention.”
Warren James Hinckle III was born on Oct. 12, 1938, in San Francisco, where his father, Warren Hinckle Jr., was a shipyard worker and his mother, the former Angela DeVere, worked in the accounts department of the Southern Pacific Railroad. At 10, he lost an eye in a car accident, and for the rest of his life he wore a large eye patch, which became a prominent feature of his buccaneering image.
He attended Roman Catholic schools and enrolled in the University of San Francisco, a Jesuit institution, where he earned a bachelor’s degree in philosophy in 1961.
As editor of the college newspaper, The San Francisco Foghorn, he showed early signs of the flair that would insert Ramparts into the national conversation. On a slow day, he and a friend generated news by burning down a wooden guard house at the entrance to the campus, an incident he described in his 1974 memoir, “If You Have a Lemon, Make Lemonade.”
After graduating from college, he started a public relations company and ran, unsuccessfully, for the county board of supervisors before joining The San Francisco Chronicle as a city reporter.
In 1962, he married Denise Libarle. The marriage ended in divorce. In addition to his daughter Pia, he is survived by his wife, the writer Susan Cheever, from whom he was separated; his companion, Linda Corso; another daughter, Hilary Hinckle; a son, Warren Hinckle IV; five grandchildren; a brother, Robert; and a sister, Marianne Hinckle.
 The December 1967 cover of Ramparts, showing the hands of four of the magazine’s editors with burning draft cards. 
CreditRamparts

His relationship with Ramparts began inauspiciously, when Edward M. Keating, who founded the magazine in 1962, hired him to develop a promotional plan. Mr. Hinckle proposed a splashy party at a Manhattan hotel for leading Catholic laymen and journalists, with models and film stars thrown in for glamour. Mr. Keating, appalled, fired him.
Undeterred, he contributed an article on J. D. Salinger to the magazine’s first issue and, after whipping up press attention for an article on the killing of three civil rights workers in Mississippi in June 1964, was named executive editor.
It was a turning point. Before the year was out, he had transformed the publication from a quarterly to a monthly and hired Robert Scheer, a seasoned foreign correspondent, who wrote some of the magazine’s most hard-hitting antiwar articles and secured the rights to publish the Guevara diaries.
In short order, Ramparts scored some stunning coups. A cover story exposed Michigan State University’s Vietnam Project in the 1950s as a C.I.A. front to train Saigon police and stockpile ammunition. It persuaded Donald W. Duncan, a former special forces sergeant in Vietnam, to describe how he was trained to torture prisoners. (Mr. Duncan died in 2009, but his death became widely known only in May.)
Mr. Hinckle extracted maximum publicity at every turn. When the C.I.A. learned that Ramparts was about to reveal the agency’s secret funding of a long list of organizations, including the National Student Association, the A.F.L.-C.I.O., and Encounter and Partisan Review magazines, it tried to minimize the impact by holding a news conference to admit the facts.
Mr. Hinckle counterpunched. “I was damned if I was going to let the C.I.A. scoop me,” he wrote in his memoir. “I bought full-page advertisements in The New York Times and The Washington Post to scoop myself, which seemed the preferable alternative.” The magazine received a George Polk Award that year for its coverage.
Ramparts was always in the news, always in chaos, always in debt. The hard-drinking Mr. Hinckle often worked from Cookie Picetti’s, a bar in San Francisco’s North Beach that was frequented by the police. When Mr. Cleaver told him that colleagues at Ramparts objected, he challenged him to name a decent left-wing bar. He spent lavishly, traveling first-class and staying in top hotels. He particularly enjoyed treating investors to sumptuous meals at their expense.
 Bobby Seale, a founder of the Black Panther Party, on the cover of the January 1970 issue of Ramparts. 
CreditRamparts

In Feed/Back magazine in 1975, Adam Hochschild, a staff writer and later a founder of Mother Jones, wrote: “All action at the magazine swirled around him: a pet monkey named Henry Luce would sit on his shoulder while he paced his office, drink in hand, shouting instructions into a speakerphone across the room to someone in New York about a vast promotional mailing; on his couch would be sitting, slightly dazed, a French television crew or Malcolm X’s widow (who arrived one day surrounded by a dozen bodyguards with loaded shotguns), or the private detective to whom Hinckle had given the title Criminology Editor.”
With the magazine teetering on bankruptcy, Mr. Hinckle resigned as editor in 1969. Ramparts carried on until 1975, but the end of the Vietnam War and the splintering of the American left left it stranded.
With Sidney Zion, a former legal affairs reporter for The New York Times, Mr. Hinckle founded Scanlan’s Monthly, named for a pig farmer and reprobate whom the two men had heard being toasted, sardonically, in a pub in Ireland.
The magazine lasted only eight issues, but Mr. Hinckle used his platform to his advantage. He ran a scathing profile of the French skier Jean-Claude Killy that Hunter Thompson had written for Playboy, which rejected it. He then dispatched Mr. Thompson to cover the Kentucky Derby, in company with the English illustrator Ralph Steadman. The resulting article, “The Kentucky Derby Is Decadent and Depraved,” put Mr. Thompson on the road to gonzo glory.
Mr. Hinckle briefly edited City of San Francisco, a magazine owned by Francis Ford Coppola. “Insiders joke that Hinckle is the only man who can spend money faster than Coppola can make it,” Newsweek wrote. After that magazine ceased publication in 1976, Mr. Hinckle founded another magazine, Frisco, which quickly died.
In the 1980s and 1990s, as a columnist for The Chronicle, The San Francisco Examiner and The San Francisco Independent, he validated his reputation as a free-swinging street brawler. He led a campaign to remove “I Left My Heart in San Francisco” as the city’s official song, calling Tony Bennett “an over-the-hill Italian croaker,” and attacked Dianne Feinstein, when she was mayor, with such gusto that she once tried to empty a drink over his head.
“He’s a man who invents things, who often gets his facts wrong, who gets carried away by the emotion,” Maitland Zane, a reporter for The Chronicle, told SF Weekly in 1996. “He lets his prejudices dictate his writing. He’s not even a good speller.”
In 1993, Mr. Hinckle revived The Argonaut, a 19th-century magazine once edited by Ambrose Bierce, as a thick journal devoted, he told The Times in 1994, to “muckraking, left politics and the willingness to promote new writing and celebrate popular culture.”
In 1969, Mr. Hinckle described Ramparts under his editorship as “totally and absolutely and joyfully biased.” He added: “We went in to hang the Saigon government, to kill the war in Vietnam. That’s what political journalism is about.”
Correction: August 27, 2016 
An obituary on Friday about Warren Hinckle, the editor who made Ramparts magazine a voice for the radical left, referred incorrectly to Mr. Hinckle’s marriage to the writer Susan Cheever. Although separated, they were still married; they were not divorced.
Correction: August 30, 2016 
An obituary on Friday about Warren Hinckle, the editor who made Ramparts magazine a voice for the radical left, omitted two survivors, based on information from his family. A brother, Robert, and a sister, Marianne Hinckle, also survive him.


https://www.nytimes.com/2016/08/26/business/media/warren-hinckle-dead.html?_r=0

Fallece Luis Peñaherrera, reconocido caricaturista y excolaborador de El Telégrafo

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El caricaturista Luis Peñaherrera, acompañado del médico cirujano Roberto Gilbert Febres Cordero, director de la clínica Guayaquil, en donde estuvo hospedado en 2013 por una operación a la rodilla.
El caricaturista Luis Peñaherrera, acompañado del médico cirujano Roberto Gilbert Febres Cordero, director de la clínica Guayaquil, en donde estuvo hospedado en 2013 por una operación a la rodilla. FOTO: José Morán/ archivo de PP Digital

Redacción Web Este sábado falleció el artista Luis Peñaherrera, reconocido por crear personajes icónicos en historietas publicadas en periódicos de Guayaquil. Fue un afamado caricaturista, quien inició su trayectoria en el Diario El Telégrafo bajo el seudónimo de 'Sombras' y después ofreció sus servicios a El Universo donde se lo conoció como 'Robin'. Es autor de los retratos al óleo de los directivos del Guayaquil Tenis Club, Solca, Club de la Unión, Universidad Católica, entre otros. En la columna de Kaleidoscopio, que publicaba diario El Telégrafo en 1918, salió a la luz el personaje de Juan Pueblo, creado por Virgilio Jaime Salinas. Pero Peñaherrera es quien lo hereda luego de la muerte de Salinas, gracias a un concurso nacional. En 1962 hace una nueva versión de Juan Pueblo, de acuerdo a la cultura y a sus trazos, y lo plasma en su culumna denominada Trazos, publicada en diario El Universo. También pintó los murales del Salón de la Ciudad del palacio Municipal y de la historia de Guayaquil; de su autoría es el mural ubicado en Carondelet, además del retrato que le hizo a Gustavo Noboa Bejarano, ubicado en el salón donde están las gráficas de todos los expresidentes. En marzo de 2013, sufrió una caída que incidió en un desgaste óseo que ya tenía en la rodilla, por lo que fue operado en la clínica Guayaquil. En dicha ocasión el dibujante le otorgó una entrevista a diario PP, donde aseguró que no dejaría la actividad artística sino hasta su muerte. “Pintar es mi vida. Yo no dejaré de hacerlo hasta que me muera”, dijo sonriente. Recordó también que su paso por El Telégrafo fue una etapa maravillosa e inolvidable. Así rememoró una anécdota sobre las admiradoras que conseguía por su labor. “Era San Valentín y una chica me envió una nota. Yo pensé que era un chiste de algún amigo, pero era una lectora del cantón Jipijapa. Era fiel seguidora de mis dibujos”. Las caricaturas que él elaboraba, sea en El Telégrafo como El Universo, siempre estuvieron relacionadas con la situación actual del país y -pese a que le gustaba graficarlas- eran un constante tormento, porque todos los días tenía que pensar cómo enfocaba esa noticia actual. De ahí que también dibujó a políticos y personajes importantes en el ámbito nacional e internacional. Muchos no apreciaban sus creaciones un tanto humorísticas y amenazaron a Peñaherrera, pero también recibió felicitaciones y hasta sus obras fueron reproducidas en diarios extranjeros. Hasta el momento no se conoce de algún pronunciamiento por parte de sus familiares, sin embargo figuras reconocidas de su gremio han posteado mensajes de pésame en Facebook.  (I)

José Luque Medina
circa 5 mesi fa
Se me erizó el alma al saber, este momento, que el gran artista, uno de los mas completos que conocí, Lucho Peñaherrera Bermeo, se nos haya adelantado en encontrar el final de este camino que andamos. Los lápices, los pinceles y las estecas están de luto pero deja un gran legado artístico en el Guayaquil de sus amores. Descansa en paz, querido amigo, te recordaremos siempre...

L'immagine può contenere: sMS
Hasta siempre 'Don Lucho'
(1936-2016)
Imagen tomada de la primera edición de su libro "En broma y en serio" publicado en 1995.

http://www.eltelegrafo.com.ec/noticias/cultura/7/fallece-luis-penaherrera-excaricaturista-de-el-telegrafo

Renowned Iranian actor, producer passes away at 83

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Renowned Iranian cinema and theater actor and producer Davoud Rashidi has passed away at the age of 83.
Rashidi’s daughter, Leili, who is an actress, said on Friday that the award-winning actor had succumbed to a cardiac arrest earlier in the day.
Rashidi had long been housebound suffering from the Alzheimer’s for several years before his demise in Tehran.
Born in 1933 in Tehran, the notable veteran artist had played starring roles in theater, cinema and television productions.
He graduated with a degree in political science from the University of Geneva in 1960 and also attended the school of theater in Geneva.
The iconic figure of the Iranian cinema had been awarded the first class Order of Culture and Art.
Rashidi starred in numerous cinema movies and television series, including KamalolmolkHezardastanVelayat-e Eshq and Atr-e Gol-e Yas.
He also featured in plays such as Waiting for GodotRichard IIIVictory in ChicagoMinus Two and Who is Mr. Schmit?
Rouhani’s message on Rashidi’s death
Iranian President Hassan Rouhani expressed his condolences over Rashidi’s death. 

In a message on Friday, he said that Rashidi played "a valuable role in promoting culture and art" in Iran and his grand and magnificent works had helped him become "an eternal figure in the artistic history of the country."  
The Iranian president expressed hope that the “perseverance and artistry of Davoud Rashidi in creating lasting works would set an example for the young artists of our country.”

http://www.presstv.ir/Detail/2016/08/26/481775/Iran-Davoud-Rashidi-Actor-cinema-theater-Hassan-Rouhani

‘Uncle Bob’ Santos, legendary civil-rights activist, dies at 82

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Celebrated Seattle-area “Gang of Four” activists, from left, Bob Santos, Larry Gossett and Roberto Maestas pose with an artwork also including the late Bernie Whitebear. (Ken Lambert/The Seattle Times)

Celebrated Seattle-area “Gang of Four” activists, from left, Bob Santos, Larry Gossett and Roberto Maestas pose with an artwork also including the late Bernie Whitebear. (Ken Lambert/The Seattle Times)

Bob Santos served as director of the International District Improvement Association. (The Seattle Times, file)
Bob Santos served as director of the International District Improvement Association. (The Seattle Times, file)

2006: The “Four Amigos” — King County Councilmember Larry Gossett, Inter*Im Executive Director Bob Santos,  El Centro de  EL Centro de la Raza Executive Director Roberto Maestas and United Indians of All Tribes Foundation CEO Phil Lane Jr. (Greg Gilbert/The Seattle Times)
2006: The “Four Amigos” — King County Councilmember Larry Gossett, Inter*Im Executive Director Bob Santos, El Centro de EL Centro de la Raza Executive Director Roberto Maestas and United Indians of All Tribes... (Greg Gilbert/The Seattle Times) More 

2002: Bob Santos stands in the community garden at Kobe Terrace. Activism saved the park from development. (Dean Rutz/The Seattle Times)
2002: Bob Santos stands in the community garden at Kobe Terrace. Activism saved the park from development. (Dean Rutz/The Seattle Times)

2002: Bob Santos reflects on his years as a mover and shaker in the International District in a new book entitled,
2002: Bob Santos reflects on his years as a mover and shaker in the International District in a new book entitled, “Humbows, Not Hot Dogs.” (Dean Rutz/The Seattle Times)

1989: Bob Santos talks with Kay Chinn, 20, a friend, reminding Chinn about the importance of continuing his education. (Craig Fujii/The Seattle Times)
1989: Bob Santos talks with Kay Chinn, 20, a friend, reminding Chinn about the importance of continuing his education. Santos has been named the new executive director of the Seattle Chinatown-International... (Craig Fujii/The Seattle Times) More 

Bob Santos, seen in 1970, was serving as director of The St.
Bob Santos, seen in 1970, was serving as director of The St. Peter Myer Center.

Robert ‘Bob’ Santos, a vocal and effective activist for civil rights and part of Seattle’s renowned “Gang of Four” that championed social justice in the 1960s and 1970s, died Saturday.


Bob Santos, a beloved minority-rights activist who worked to preserve Seattle’s Chinatown International District as part of the city’s trailblazing, multicultural “Gang of Four,” died Saturday, friends said. He was 82.
Mr. Santos, known widely as “Uncle Bob,” had been hospitalized in recent weeks, said Metropolitan King County Councilmember Larry Gossett, the last surviving member of the diverse group of community leaders who galvanized civil rights in the region in the late 1960s and 1970s, and battled government and developers over issues from land use to poverty.
“It’s a great loss,” said Gossett, 71, an African American who organized dozens of Black Student Union groups. “When we celebrate his life, it’s going to be a life worth celebrating.”
2002: Bob Santos reflects on his years as a mover and shaker in the International District in a new book entitled, "Humbows, Not Hot Dogs."
Other members of the group, sometimes known as the “Four Amigos,” were Roberto Maestas, a Latino activist and founder of El Centro de la Raza who died in 2010 at age 72; and Bernie Whitebear, who devoted his life to pressing for tribal-fishing and land rights in Washington (including at the old Fort Lawton Army installation) and co-founded the Seattle Indian Health Board. Whitebear died in 2000 at age 62.
“Bob Santos touched countless lives across every race, ethnicity, gender, gender identity and age in Seattle,” Mayor Ed Murray said in a statement late Saturday. “He was everyone’s ‘uncle’ because of his universal and unwavering friendship, and he was a hero to many marginalized Seattleites who he tirelessly advocated for … and our city is much greater because of his life.”
Born and raised in Seattle’s Chinatown in the 1930s, Mr. Santos was the son of a Filipino immigrant father and a Native American-Filipino mother. He was drawn to social justice issues early in life by the teachings of the Catholic Church, according to a University of Washington oral-history account.
He spent most of his life working to bring diverse cultures and communities together, serving as a liaison between other community activists, business leaders and government agencies, friends said. Sometimes, he used a bullhorn. Other times, he relied on the quiet knowledge of an insider.
“He had many facets,” said Tomio Moriguchi, owner of Uwajimaya, an Asian food company, who knew Mr. Santos for more than 50 years. “He was a friendly guy and respected. He had the political charm. It’s going to be very difficult to replace somebody like that.”
Mr. Santos’ greatest asset was his sense of humor, Gossett said. “His humor — and his ability to get things done,” he added.
By the mid-1960s, the International District had become what Santos called a ghetto. Interstate 5 had carved up the area and forced several businesses to be razed. Shootings and assaults were frequent.
A group of business owners came together to forge change, and Mr. Santos served as the executive director of the International District Improvement Association in the mid-1970s to late 1980s.
He lost his campaign to serve on the King County Council, worked for U.S. Rep. Mike Lowry and supervised the Seattle Chinatown/International District Preservation Authority, which worked to ensure that the neighborhood remained affordable and desirable. He was a regional director of the U.S. Department of Housing and Urban Development from 1994 to 2001.
“We had to be alert to the kind of development that would have destroyed the community,” Mr. Santos told The Seattle Times in a 2005 interview. “You don’t see a prison, a work-release center, an energy-treatment plan. We were able to build housing for seniors and working families.”
Said King County Executive Dow Constantine in a statement Saturday, “Seattle would look much different if not for Bob.”
Born in 1934, Mr. Santos served in the Marines after high school in the early 1950s. After his discharge in 1955, he got a job at Boeing’s Renton plant.
He married his first wife, Anita Agbalog, in 1956 and had six children, historical accounts say. He was married briefly to Nina Sullivan. In 1992, he married Sharon Tomiko. State Rep. Sharon Tomiko Santos, a Democrat, was first elected as a lawmaker in 1998.
Memorial plans are pending.

SOLO I PIU' RICCHI SOPRAVVIVERANNO: I MILIARDARI DELLA SILICON VALLEY SI PREPARANO ALL’APOCALISSE

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SOLO I PIU' RICCHI SOPRAVVIVERANNO: I MILIARDARI DELLA SILICON VALLEY SI PREPARANO ALL’APOCALISSE - SEMBRA UNA BUFALA MA NON LO È: I REUCCI DELLA TECNOLOGIA COSTRUISCONO BUNKER E RIFUGI PER QUANDO IL ‘POPOLO’ GLI SI RIVOLTERÀ CONTRO PER AVER DISTRUTTO TROPPI POSTI DI LAVORO - REID HOFFMAN (LINKEDIN) SI È FATTO L’OPERAZIONE LASER AGLI OCCHI PERCHÉ TEME CHE IN QUESTO FUTURO TROVARE LENTI E OCCHIALI SARÀ DIFFICILE, E LA VISIONE PERFETTA SARÀ NECESSARIA PER SALVARSI…


April Glaser per “Recode

survival condo projectSURVIVAL CONDO PROJECT
Uno dei passatempi più strani dell’élite della Silicon Valley ha a che fare con l’ossessione
a prepararsi per la fine del mondo. Chi aderisce viene chiamato generalmente ‘prepper’, ed è proprio questo gruppo al centro di un lungo articolo del ‘New Yorker’ intitolato ‘Survival of the Richest’, dove Evan Osnos spiega perché i miliardari del tech sono particolarmente attratti da questa idea.

Secondo Reid Hoffman, co-fondatore di ‘LinkedIn’ e ospite fisso al ‘Burning Man’, il movimento è alimentato dalla paura che l’intelligenza artificiale un giorno sostituisca così tanti lavori da portare gli uomini a ribellarsi contro la tecnologia. Lui ci crede, si è fatto un’operazione laser agli occhi perché, nel futuro che teme, trovare lenti e occhiali sarà complicato. La visione perfetta sarà necessaria.

poligono di tiro survival condo projectPOLIGONO DI TIRO SURVIVAL CONDO PROJECT
Steve Huffman (CEO di Reddit), Sam Altman (Y Combinator), Peter Thiel e molti altri sono tutti ‘prepper’. Oltre il 50% dei miliardari della tecnologia hanno un rifugio verso cui scappare. L’istinto di fuggire, nascondersi e sopravvivere, è solo un modo per affrontare il futuro di caos totale, generato dall’estrema disuguaglianza. E la Silicon Valley è il luogo di maggior concentrazione di ricchezza in America, dopo il Connecticut.

larry hall’s survival condo projectLARRY HALL’S SURVIVAL CONDO PROJECT
Dice Max Levchin, fondatore di ‘PayPal’: «Una delle cose che disprezzo della Silicon Valley è questo ritenersi giganti superiori che muovono i fili e, anche se falliscono meritano di salvarsi». Questi guru hanno gruppi Facebook privati dove si scambiano consigli su bunker, maschere antigas e luoghi sicuri dagli effetti dei cambiamenti climatici.

Marvin Liao, ex di Yahoo ora a capo di 500 startup, ha scorte di acqua e cibo e, invece delle armi da fuoco, ha scelto arco e frecce, così nessuno può rubarle e usarle contro la sua famiglia. L’apocalisse non contraddice la tecnologia, che anzi implica la capacità di immaginare futuri diversi, utopia e distopia, oscillando fra ottimismo e terrore.
reid hoffmanREID HOFFMAN

Anche se gli eventi sono remoti, la gente del tech prevede matematicamente i rischi e intanto si organizza. Metà di loro hanno fatto una assicurazione in caso di Apocalisse. Molti manager della finanza stanno comprando fattorie e terreni in posti che considerano sicuri, tipo la Nuova Zelanda.

Nei pressi di Wichita, Kansas, c’è poi il ‘Survival Condo Project’, ex deposito di missili convertito in complesso di appartamenti lussuosi per gente in attesa dello scontro finale. E’ pattugliato da guardie armate, ideato e gestito da Larry Hall, anche lui mago del computer. Delle 12 unità, ognuna del costo di tre milioni di dollari, non ne è rimasta neppure una invenduta. Gli appartamenti sono superaccessoriati, il condominio ha anche la piscina e una zona ospedaliera, con sala odontoiatrica e chirurgica. E’ tutto pronto per la vita sottoterra.
reid hoffman fondatore di linkedinREID HOFFMAN FONDATORE DI LINKEDINBUNKER PER SILICON VALLEYBUNKER PER SILICON VALLEY

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