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MASSIMO CIANCIMINO E’ STATO ARRESTATO DOPO LA CONDANNA IN VIA DEFINITIVA A 3 ANNI PER DETENZIONE DI ESPLOSIVO IN CASA

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CHE BRUTTA FINE PER “L’ICONA DELL’ANTIMAFIA” (BY INGROIA) - MASSIMO CIANCIMINO E’ STATO ARRESTATO DOPO LA CONDANNA IN VIA DEFINITIVA A 3 ANNI PER DETENZIONE DI ESPLOSIVO IN CASA - REVOCATO L'INDULTO CONCESSOGLI DOPO LA CONDANNA PER RICICLAGGIO: ORA DOVRA’ SCONTARE ENTRAMBE LE PENE



MASSIMO CIANCIMINOMASSIMO CIANCIMINO
La squadra mobile di Palermo, su ordine della procura, ha arrestato Massimo Ciancimino, figlio dell'ex sindaco mafioso e superteste al processo sulla trattativa Stato-mafia. A Ciancimino, condannato ieri in via definitiva a 3 anni per detenzione di esplosivo, è stato revocato l'indulto concessogli dopo una condanna a 2 anni e 8 mesi per riciclaggio: dovrà ora scontare entrambe le pene.

Don Vito e Massimo CianciminoDON VITO E MASSIMO CIANCIMINO
Ciancimino si trova nei locali della Mobile di Palermo, guidata da Rodolfo Ruperti, in attesa di essere portato in carcere. La nuova condanna, passata in giudicato ieri dopo la conferma della Cassazione, ha comportato il venir meno del beneficio dell'indulto che gli aveva evitato la cella nel 2011, quando era diventata definitiva la pena per l'accusa di riciclaggio.

Non è ancora chiaro quanto il teste della trattativa resterà in carcere: alle due condanne, infatti, si dovrà sottrarre il tempo trascorso in custodia cautelare. I guai giudiziari di Ciancimino potrebbero comunque aumentare dal momento che si trova sotto processo per calunnia a Caltannissetta e per calunnia e concorso in associazione mafiosa a Palermo nel dibattimento sulla cosiddetta trattativa. Entrambi i procedimenti pendono in primo grado.

Massimo Ciancimino con un carabiniere MAUMASSIMO CIANCIMINO CON UN CARABINIERE MAU
Ieri la prima sezione della Cassazione aveva confermato la condanna a tre anni per detenzione e porto di esplosivi inflitta a Ciancimino dai giudici di Palermo. Col figlio dell'ex sindaco mafioso del capoluogo siciliano è stato condannato pure il suo amico Giuseppe Avara, che dovrà scontare due anni. La detenzione di dinamite fu confessata dallo stesso Massimo Ciancimino dopo il suo arresto per calunnia, nel marzo 2011: teneva nel giardino di casa una trentina di candelotti di esplosivo ad altissimo potenziale.

MAssimo Ciancimino in AulaMASSIMO CIANCIMINO IN AULA
La vicenda nasce dopo l'arresto per calunnia del supertestimone che, manomettendo dei documenti del padre, finì in carcere per avere coinvolto l'ex capo della polizia Gianni De Gennaro nell'inchiesta sulla trattativa. Nel giardino della sua abitazione nel centro di Palermo, sottoterra, vennero trovati dei candelotti di tritolo.

Inizialmente Ciancimino sostenne che gli erano stati consegnati da uno sconosciuto come forma di pressione per indurlo a interrompere la sua collaborazione con i magistrati. Ma le videocamere piazzate a sua insaputa dagli inquirenti, non avendo ripreso alcuna consegna di esplosivo, lo smentirono. Venne fuori che il tritolo l'aveva portato lo stesso Ciancimino da Bologna in auto.

MAssimo Ciancimino in AulaMASSIMO CIANCIMINO IN AULAMassimo CianciminoMASSIMO CIANCIMINO
Il testimone si difese a quel punto dicendo che la consegna era avvenuta nel capoluogo emiliano. Dall'indagine è emerso che parte dell'esplosivo Ciancimino lo diede a un amico, Giuseppe Avara, perché se ne disfacesse. Questi ha raccontato di averne buttato una parte in un cassonetto della spazzatura. Il tritolo eliminato, però non è stato mai ritrovato, nonostante le ricerche fatte nelle discariche cittadine. Ciancimino è anche imputato a Caltanissetta per calunnia, anche in questo caso a carico di De Gennaro, e a Palermo sempre per calunnia e concorso in associazione mafiosa.

http://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/che-brutta-fine-icona-dell-antimafia-by-ingroia-massimo-140024.htm

UOMO SI ACCASCIA E MUORE SUL MARCIAPIEDE DAVANTI AI TURISTI, DRAMMA IN VIA CAVOUR -FOTO

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Dramma in via Cavour, nel pieno centro di Roma: un uomo nel tardo pomeriggio ha accusato un malore mentre stava camminando sul marciapiede tra la Stazione Termini e Santa Maria Maggiore.











Roma: uomo morto per malore in via Cavour (foto Davide Fracassi/Ag.Toiati)

L'uomo si è accasciato ed è morto davanti a decine di persone. Inutili i soccorsi.

http://www.leggo.it/news/roma/uomo_si_accascia_e_muore_sul_marciapiede_dramma_in_via_cavour_roma_foto-2218020.html

Article 24

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Udine, tragedia della disperazione, anziano uccide la moglie a fucilate, poi si spara: entrambi erano malati


Un uomo ha ucciso la moglie con un colpo di fucile da caccia e poi si è ucciso. È accaduto in una frazione di Socchieve (Udine). Secondo le prime informazioni entrambi erano anziani e malati. 

Il fatto è avvenuto intorno alle 7.45 di questa mattina a Feltrone, frazione di Socchieve (Udine). A scoprire i corpi dei due coniugi è stata la badante che viveva in casa con loro. Secondo una prima ricostruzione della vicenda, l'uomo avrebbe impugnato un fucile da caccia regolarmente detenuto e avrebbe sparato alla moglie, poi si è tolto la vita. All'origine del gesto potrebbero essere le malattie di cui gli anziani coniugi soffrivano da tempo. Sul posto ci sono i Carabinieri della Compagnia di Tolmezzo che conducono le indagini del caso.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/udine-anziano-uccide-moglie-poi-si-spara/notizie/1205058.shtml

Article 24

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Terra dei fuochi: la tragedia di una Regione non normale

di Francesco Grillo




Non è un luogo normale la Campania. Ed, anzi, a vedere certi dati che tornano alla ribalta ora che è scomparso uno dei boss che maggiormente ha contribuito a svelare i "misteri" della Terra dei Fuochi, la Campania appare sempre di più un luogo disperato.
O, perlomeno, lo è il territorio tra Marigliano, Nola e Acerra dove si registra un'incidenza di tumori al fegato quasi doppia rispetto alla media nazionale. O, perlomeno, appare in deriva rispetto al resto del mondo, la Provincia di Napoli e di Caserta dove si registrano i più alti tassi di criminalità d'Europa e la speranza di vita media si è, persino, ridotta negli ultimi anni (fornte ISTAT).

Non è un luogo normale per responsabilità - su questo ha perfettamente ragione Raffaele Cantone - estese di buona parte dei cittadini e di quelli che si sono trovati a ricoprire incarichi istituzionali in vent'anni durante i quali sono state aperte alcune migliaia di discariche abusive.

Com'è possibile non accorgersi di un fenomeno così esteso (parliamo di circa una discarica nuova ogni due giorni!)? Com'è possibile che chi continua a dire che i "figli sono un pezzo di cuore" ha ignorato i rischi ai quali i propri figli erano sottoposti? Com'è possibile che chi ha per dovere istituzionale quello di "presidiare il territorio" non sia stato chiamato a risponderne in un processo che, a quel punto, doveva essere collettivo?

Ci sono, è vero, molte eccezioni, associazioni coraggiose, sindaci che hanno denunciato: ma complessivamente il fatto che, addirittura, non conosciamo ancora l'entità della tragedia, pone la "terra dei fuochi" ad un livello, in un certo senso, più degradato di Chernobyl: quella, infatti, era una dittatura militare; qui siamo in una democrazia che non sappiamo più usare. 

http://www.ilmattino.it/blog/francesco_grillo/terra_dei_fuochi_la_tragedia_di_una_regione_non_normale/0-30-4666.shtml

Article 23

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Diego, suicida a 19 anni. L'addio alla mamma: «Ti proteggerò da lassù»



di Michelangelo Cecchetto

GALLIERA - In tasca un foglio con un breve messaggio diretto alla mamma di 44 anni, con la quale aveva un rapporto profondissimo: «Ti chiedo scusa per il dolore che ti do. Sei una persona meravigliosa, ti proteggerò da lassù». 

Poi le disposizioni per le esequie: che siano sobrie, e la richiesta di avere nel feretro i suoi braccialetti e i suoi percing. È stato il fratello gemello Roberto a trovare Diego Martini, 19 anni, alle 6.30 del mattino morto in poggiolo. Diego studiava all'istituto Rosselli di Castelfranco Veneto.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/suicidio-diego-martini-gaklliera-castelfranco/notizie/1205086.shtml

Article 22

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«Vieni a casa mia, ti faccio un piercing»: ragazzina 14enne stuprata da un albanese


TRIESTE - La vicenda risale a dicembre del 2010 quando un albanese all'epoca dei fatti 20enne, ha violentato una ragazzina che non ne aveva ancora compiuti 14 con la scusa di farle un piercing.

L'uomo l'aveva invitata a casa sua e quando la ragazzina si era presentata all'appuntamento le ha strappato i pantaloni per abusare di lei.
Tahir Abazi è accusato dal Pm Massimo De Bortoli di violenza sessuale a una minore ma anche di lesioni personali per averle provocato un'infezione al labbro per effettuare il piercing e di minacce.
Il processo partirà il 5 maggio prossimo.

La giovane non aveva denunciato subito la violenza, solo successivamente ha raccontato quello che le era successo ad una compagna di scuola che poi l'ha riferito all'insegnante. Un segreto terribile custodito nelle pagine del diario segreto dalle quali è emerso che la giovane voleva farla finita. E poi le minacce: "ti spacco in due" le avrebbe detto, secondo l'accusa, Tahir Abazi gettandola nel panico più totale.

http://www.ilmattino.it/PRIMOPIANO/CRONACA/trieste-minorenne-violentata-albanese/notizie/1205134.shtml

Bonucci, che schiaffo al Milan: il difensore della Juventus fa infuriare i rossoneri

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LaPresse/Spada

Il difensore della Juventus Bonucci fa infuriare i tifosi del Milan: “regalate due vittorie ai rossoneri. Ora la rivincita in Coppa Italia”

Juventus, parla Bonucci – L’arte del saper perdere. Che alla Juventus capita così tanto raramente che a volte davvero si rischia di perdere… la testa. E le parole rilasciate da Leonardo Bonucci, difensore bianconero, nei confronti del Milan prossimo avversario in Coppa Italia, hanno fatto infuriare i tifosi rossoneri. “Coppa Italia voglia di rivincita contro il Milan? Sicuramente, nelle due precedenti partite ci abbiamo messo anche del nostro per… regalare la vittoria al Milan. Siamo stati puniti nell’orgoglio e sono certo che la prossima settimana troveranno una Juventus diversa”. Regalare, termine visto dai tifosi del Milan come una vera e propria mancanza di rispetto da parte di Bonucci. Che forse in questo caso poteva riconoscere giusto un pizzico di merito in più al Milan.

di Nino Caracciolo



http://www.sportfair.it/2017/01/bonucci-che-schiaffo-al-milan-il-difensore-della-juventus-fa-infuriare-i-rossoneri/483877/


Terni, lutto cittadino per Alessandro Riccetti

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Verrà proclamato dal sindaco nel giorno dei funerali del ragazzo. Mercoledì sera veglia di preghiera nella chiesa di San Cristoforo

La prima reazione, alla terribile notizia del ritrovamento del corpo di Alessandro Riccetti è del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, che sul suo profilo Facebook ha scritto: «La notizia che tutta Terni si aspettava non è arrivata. Tante ore di angoscia e speranza terminano nel peggiore dei modi: il nostro Alessandro Riccetti è una delle vittime del disastro di Rigopiano. Un durissimo colpo per una famiglia già provata, un grande dolore per tutta la comunità ternana che perde un ragazzo perbene, un lavoratore, un giovane proiettato nel futuro. Una esistenza breve ma ricca di significato. Una vita, che nel suo valore e nei suoi valori, rimane tutta. L’amore per la famiglia, l’essere laborioso, l’attaccamento a Terni: grazie Alessandro per il testimone che hai lasciato alla nostra comunità». Possibile che il sindaco proclami il lutto cittadino nel giorno dei funerali, previsti per venerdì.
La ‘veglia di preghiera’ Alle 19.30 di mercoledì, nella chiesa di San Cristoforo si terrà una veglia di preghiera per Alessandro, che don Paolo Carloni, vicario diocesano per la carità, ricorda come «un ragazzino che veniva da noi agli scout nella parrocchia di Campomaggiore. Era un bravissimo ragazzo». E proprio il gruppo scout che Alessandro ha frequentato gli augura «buona strada fratello scout, che il Signore accompagni te in questa avventura e illumini la vita della tua famiglia». 
Lutto cittadino a Terni «Appena verrà fissato il giorno dei funerali – afferma il sindaco Leopoldo Di Girolamo – il Comune proclamerà il lutto cittadino. È doveroso ricordare nel migliore dei modi Alessandro Riccetti, un figlio di Terni, vittima di una tragedia nazionale, un ragazzo che si era fatto valere nel mondo del lavoro e che è deceduto sul posto di lavoro». Mercoledì mattina il sindaco ha fatto visita ai familiari del giovane nell’abitazione di Cardeto: «Mi è sembrato opportuno portare, in maniera sobria ma molto sentita, la vicinanza di tutta la comunità ternana, attraversata da grande commozione e dolore. La partecipazione e la condivisione comunque sono elementi importanti. Ho rappresentato le condoglianze mie e della comunità ternana e regionale, ad iniziare da quelle della presidente della regione Catiuscia Marini che questa mattina mi ha chiamato chiedendomi di farmi portavoce anche della vicinanza sua e delle istituzioni regionali alla famiglia Riccetti e alla città di Terni».
Alessandro Riccetti
La preghiera Don Franco Semenza, parroco di San Cristoforo, ha scritto su Facebook: «La salma di Alessandro è stata trovata. Preghiamo per tutta la sua famiglia e per noi. Lo sguardo della Madonna in questo momento di dolore».
Il ricordo di Don Paolo Carloni «Alessandro era un ragazzo veramente a modo», racconta don Paolo Carloni – parroco di San Giovanni Bosco – a umbriaOn. «Ricordo che da ragazzino ha frequentato gli scout della parrocchia, ho un ottimo ricordo di lui. Un ragazzo dai valori veri. Negli anni abbiamo perso i contatti, ma so che era diventato un uomo in gamba. Non ci sono parole da dire alla sua famiglia, purtroppo, solo che devono essere orgogliosi di aver avuto un figlio e un fratello come Alessandro. Non ha sprecato la sua vita, non ha mai perso la sua dignità e l’ha vissuta a pieno. Un onore averlo conosciuto».
I vicini Daniela, negoziante di via Filangieri, ricorda Alessandro  come «un ragazzo adorabile, sempre sorridente, dedito alla famiglia. Con lui, scherzando, parlavo spesso in francese per via delle mie origini e della sua ottima conoscenza della lingua. Conosco bene la madre e ora il mio e il nostro pensiero va a lei e a tutti i suoi cari. È una tragedia che ci colpisce nel profondo e non ci sono parole». Michele lo ricorda come «un bravissimo ragazzo, apprezzato da tutti. In questo momento non possiamo fare altro che stringerci attorno alla famiglia, alla madre, alla nonna e ai due fratelli».
Una delle ultime foto inviate da Alessandro alla fidanzata
La presidente della Regione Umbria «Tutta l’Umbria ha seguito con apprensione, vicinanza e speranza le difficilissime operazioni dei soccorritori all’hotel Rigopiano. Tutti noi ci siamo abbracciati idealmente alla mamma e ai fratelli di Alessandro Riccetti. La notizia del ritrovamento del suo corpo ci addolora profondamente». Queste le parole della presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, dopo la notizia del riconoscimento del giovane ternano, impiegato all’Hotel Rigopiano, tra le vittime. «In questo momento di immenso dolore voglio esprimere la vicinanza, la solidarietà e l’affetto alla sua famiglia, non solo da parte dell’istituzione regionale, ma di tutta la comunità umbra. Abbraccio personalmente la mamma, signora Antonella, i fratelli e tutta la famiglia di Alessandro, un bravo e dinamico ragazzo della nostra terra. Un giovane di Terni legato profondamente alla sua città ed alla sua famiglia. Un ragazzo con tanta voglia di fare, di viaggiare, con competenze e conoscenze delle lingue straniere». La presidente esprime, dunque, «il più profondo cordoglio della Regione Umbria, delle sue istituzioni alla famiglia Riccetti ed alla comunità di Terni, di cui Alessandro era parte».
La Provincia Così Giampiero Lattanzi, presidente della Provincia di Terni: «A nome personale e dell’amministrazione provinciale, esprimo le mie più sentite condoglianze alla famiglia e mi associo al cordoglio dell’intera città per la perdita di Alessandro, un figlio di Terni. La notizia ha suscitato ulteriore dolore negli animi di tutti, già scossi per quello che sta accadendo a così poca distanza da Terni. Alessandro era infatti un ragazzo ben voluto da tutti, che amava la vita e la sua professione e che nonostante lavorasse fuori era rimasto fortemente attaccato alla sua famiglia e alla propria terra».
Il Coni Mercoledì mattina al Clt di Terni, nel corso della presentazione del progetto scuola, nell’ambito della maratona di San Valentino, in programma per il 19 febbraio, Moreno Rosati vicepresidente Coni Umbria, ha ricordato Alessandro. «In questa giornata ricorre l’obbligo di rivolgere un pensiero ad Alessandro Riccetti. Una giornata veramente triste per la città di Terni e non posso che rivolgere a lui un pensiero e un auspicio che in occasione della maratona di San Valentino si possa ricordare questo ragazzo».
Il vescovo Giuseppe Piemontese, insieme all’intera comunità diocesana, esprime il proprio cordoglio e vicinanza alla famiglia di Alessandro Riccetti in questo momento di profondo dolore per la morte tragica del loro congiunto. «Nei giorni scorsi siamo stati trepidanti per la sua sorte e, non potendo fare altro, avevamo invitato la comunità a pregare per Alessandro e le altre vittime del dramma di Rigopiano», ricorda il vescovo. «Il Signore non ha ascoltato la nostra preghiera, ma ha voluto per sé Alessandro, riservandogli una sorte a noi ignota. Come Maria sul Calvario, abbiamo atteso, in questi giorni, di conoscere la volontà di Dio. Ora con la famiglia, con gli amici e la comunità ecclesiale ci lasciamo avvolgere dalla speranza della risurrezione, e rinnoviamo la preghiera per Alessandro ragazzo solare, dai forti valori, impegnato nel sociale e nell’associazionismo cattolico, educato cristianamente da una famiglia religiosa, che ha trovato certamente conforto e consolazione nella fede e nel Signore».

http://www.umbriaon.it/terni-lutto-cittadino-per-alessandro-riccetti/

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Grillo e Casaleggio al Colle: ‘La nostra lettera in 12 punti. Renzi prevaricatore’


Grillo e Casaleggio al Colle: ‘La nostra lettera in 12 punti. Renzi prevaricatore’

I due fondatori 5 Stelle ringraziano Mattarella per “la simpatia nell’incontro cordiale e costruttivo”. E postano sul blog il documento: “Incostituzionale la decretazione d’urgenza, via vitalizi ai condannati”

“L’incontro è stato cordiale e costruttivo e, da parte del M5S, si spera che in futuro ve ne siano altri”. Firmato Beppe Grillo eGianroberto Casaleggio. E’ quanto si legge sul blog del fondatore del Movimento 5 stelle dopo l’ora di incontro avuta stamattina con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a cui la delegazione pentastellata ha consegnato un “breve documento riassuntivo delle nostre proposte”. Si tratta, nella fattispecie, di una lettera in 12 punti con cui il Movimento chiede al capo dello Stato di arginare e controllare la “prevaricazione” parlamentare del governo Renzi e di valutare le proposte dei grillini in tema di riforme (dalla Costituzione, alla legge elettorale, alla Rai) e di proposte di legge (dall’annullamento dei vitalizi ai condannati al reddito di cittadinanza).
Oltre al contenuto del documento (in un certo senso annunciato nello scambio epistolare di metà febbraio – quello che anticipava l’incontro di oggi), a colpire è la cordialità dei toni utilizzati da M5sin riferimento al rapporto con il capo dello Stato. Un cambio di rotta netto se paragonato a quanto accadeva con Giorgio Napolitano al Colle. La conferma proprio nel post apparso sul blog di Grillo, con l’ex comico a ringraziare il presidente “per l’incontro, per la simpatia e per il permesso di portare al Quirinaleuna persona iscritta al M5S non eletta ancora in alcuna istituzione in rappresentanza di tutti gli iscritti ed attivisti che ogni giorno operano sul territorio per rendere migliore l’Italia”. L’attivista in questione è Maria Teresa Lucia Furia, siciliana, classe 1996: è la più giovane iscritta al M5S. “In alto i cuori”, poi, è la conclusione del post, seguito dal documento consegnato al presidente della Repubblica.
L’ARRIVO AL COLLE E LO ‘SCHERZO’ AI GIORNALISTI IN ATTESA
Prima il teatrino fuori dall’albergo, poi l’arrivo al Quirinale a bordo di due van dai vetri oscurati. La giornata del primo faccia a faccia tra Beppe Grillo e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella è iniziata così, con uno scherzo del comico genovese ai cronisti che lo attendevano all’uscita dell’hotel romano dove aveva pernottato. Il fondatore del Movimento 5 Stelle, però, è uscito da una porta secondaria e a bordo di un furgoncino ha preso la via del Colle, dove alle 12 è iniziato l’incontro con il capo dello Stato. Mattarella, si ricorderà, sta incontrando tutte le minoranze parlamentari facendo seguito alla richiesta di Renato Brunetta(capogruppo di Forza Italia alla Camera) dopo la seduta fiume con tanto di rissa notturna del 12 febbraio.
La delegazione pentastellata, oltre che dall’ex comico genovese, è composta tra gli altri dal cofondatore del M5s Gianroberto Casaleggio (arrivato stamattina in treno alla stazione Tiburtina) e da una giovanissima attivista siciliana, la 18enne Maria Teresa Lucia Furia. Oggetto dell’incontro, come detto, la denuncia delle opposizioni sullo squilibrio tra potere legislativo e esecutivo, con il continuo ricorso, di quest’ultimo, a decreti legge e fiducie. Non solo: ieri Beppe Grillo ha confermato che l’incontro a Mattarella è stato chiesto per “esporre le necessità più urgenti per il paese e per chiedergli, per quanto nelle sue possibilità, diintervenire“. L’arrivo di Grillo al Quirinale, inoltre, fa seguito alloscambio epistolare avuto con il capo dello Stato il 17 febbraio scorso. In quell’occasione, Mattarella rispose alla richiesta di Grillo con un “sarò lieto di riceverla” che segnò un radicale cambiamento nei rapporti tra il M5s e la presidenza della Repubblica dopo le distanze incolmabili dell’era Napolitano.
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/26/beppe-grillo-quirinale-mattarella-casaleggio-giovane-attivista-m5s/1457469/


Article 23

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Giudice firma la sua assoluzione, Renzi la promozione a capo della Corte dei Conti

Giudice firma la sua assoluzione, Renzi la promozione a capo della Corte dei Conti

Martino Colella, classe 1945, magistrato napoletano di lungo corso a un passo dalla pensione (che scatterà il 31 dicembre) giura: "Nessun collegamento tra le due vicende"


Il giudice firma la sua assoluzione in appello, Renzi la sua nomina a capo della Corte dei Conti. Sei giorni dopo la pubblicazione dellasentenza che ha definitivamente assolto il Presidente del Consiglio per la vicenda dei portaborse assunti in Provincia il Governo, su proposta dello stesso Renzi e per decreto, ha ratificato la nomina del magistrato che presiedeva il collegio giudicante a Procuratore Generale della Corte dei Conti.
Si tratta di Martino Colella, classe 1945, magistrato napoletano di lungo corso a un passo dalla pensione. La sua promozione è arrivata neanche una settimana dopo il deposito della sentenza della I Sezione centrale d’appello di Roma, avvenuto il 4 febbraio, che sollevava il premier da ogni responsabilità sulla vicenda degli incarichi dirigenziali conferiti senza concorso né laurea al personale di staff della sua segreteria che era costata a Renzi due condanneper danno erariale. Non è un dettaglio. Proprio Colella ha firmato, insieme a quattro magistrati, l’assoluzione che il 7 febbraio ha provocato l’esultanza del diretto interessato (“La verità è ristabilita”) e non poche perplessità nel mondo del diritto, giacché le motivazioni sono ricondotte al fatto che era un “non addetto ai lavori” e quindi poteva non percepire l’illegittimità degli atti che autorizzava. Singolare non è solo la pronuncia che, come rilevato da più parti, rischia di spalancare le porte a un sistema diffuso di elusione della responsabilità erariale, mandando assolti i tanti politici “non addetti ai lavori”.
Il punto è che il giudice che presiedeva il collegio che a metà dicembre, in camera di consiglio, ha deciso il proscioglimento dell’imputato Renzi è lo stesso che un mese e mezzo dopo il presidente Renzi ha nominato PG della Corte, cioè capo di coloro che debbono indagare se sussistono ipotesi di danno erariale. La sentenza è stata depositata il 4 febbraio e la nomina è stata ratificata il 10, a margine del Cdm numero 49. “Su proposta del Presidente del Consiglio Matteo Renzi”, si legge nei documenti della riunione, vengono nominati un presidente aggiunto e il capo della Procura Generale della Corte dei Conti, con decorrenza a partire dal25 marzo 2015. Il primo è Arturo Martucci di Scarfizzi. Il secondo è, appunto, Martino Colella. L’indicazione era stata avanzata il 13 gennaio dal Consiglio di presidenza della Corte dei Conti che ha deliberato all’unanimità e trasmesso i nominativi a Palazzo Chigi.
L’interessato, contattato dal Fatto, si dice certo che le due vicende siano distinte. “La Presidenza del Consiglio riceve la delibera e la formalizza”, spiega Colella che rivendica un cv di prima grandezza sugli altri sei presidenti di sezione in corsa: “Sono stato il più giovane vincitore del concorso per l’Avvocatura di Stato, ho vinto quello d’ingresso alla Corte a soli 26 anni. Dopo il terremoto dell’Aquila ho ricostruito e riorganizzato la sezione, sono presidente d’appello da oltre due anni e nel 2014 ho redatto e sottoscritto 115 sentenze (una è quella che ha assolto Renzi, ndr). Renzi non l’homai visto né sentito”. Di più, Colella giura di non aver ricevuto affatto regali dall’attuale Governo, anzi: “L’incarico che mi danno, grazie a questo governo, non comporta alcun guadagno aggiuntivo perché il mio stipendio è già al tetto dei 240mila euro lordi l’anno. Dovrò anzi restituirne 20mila. Sempre grazie a questo governo, poi, andrò in pensione il 31 dicembre prossimorinunciando ai migliori anni della carriera”. Proprio così, l’altro aspetto curioso della vicenda è che il nuovo incarico dureràsoltanto nove mesi e mezzo. Non è ancora partito, e già si parla del successore.
Sia come sia, le domande restano tutte: tra 600 magistraticontabili, possibile che sia stato scelto proprio quello che ha presieduto il collegio che un mese e mezzo prima ha mandato assolto il premier? Potevano ignorarlo i consiglieri della Corte? Proviamo dall’altra parte: poteva non sapere Renzi che stava ratificando la nomina del suo giudice a Berlino? Proprio alla luce delle motivazioni della sentenza vergate dal collegio di Colella si direbbe che sì, tutto è possibile. Così come non si era accorto di aver firmato delle nomine illegittime di portaborse, perché in fondo non era un addetto ai lavori, è possibile che non si sia accorto di aver promosso il giudice che lo ha assolto. Renzi, presidente di Provincia e del Consiglio. Ma sempre a sua insaputa.
 Dal Fatto Quotidiano del 26 febbraio 2015
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/26/giudice-firma-sua-assoluzione-renzi-promozione-capo-corte-dei-conti/1456859/


Article 22

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Corruzione: il senatore Falanga e il mercato delle mazzette

Camera, informativa sul programma di governoForza Italia vota contro tutti gli emendamenti che prevedono aumenti di pena perché non riducono il fenomeno della corruzione. Qui ci divide una questione culturale, l’aumento di pene porta solo a un aumento di mazzette”. Dobbiamo tutti essere grati al senatore Ciro Falanga – il cui capocorrente detenuto Nicola Cosentino è stato appena rinviato a giudizio per estorsione con  l’aggravante di aver favorito la camorra casalese – perché ha reso chiara una volta per tutte la linea politica del partito di Silvio Berlusconi sui temi della legalità.
Che cosa ci ha voluto comunicare il senatore Falanga nel suo intervento in Commissione giustizia a proposito del ddl anticorruzione? Un concetto molto semplice: in Italia la corruzione è un settore economico come gli altri. E se aumenti le pene, gli operatori del mercato (i corrotti) scaricheranno il costo aggiuntivo (il rischio di fare più carcere) sui consumatori (i corruttori). E dato che i corruttori di solito scaricano a loro volta i costi sulla collettività (per esempio con ricarichi sull’opera o sulla fornitura pubblica), alla fine sapete su quali gracili spalle graverà ogni anno di carcere in più? Su quelle del contribuente. Cioè di tutti noi.
L’illuminante Falanga ci dice insomma che aumentare le pene per la corruzione è un po’ come alzare l’Iva o mettere la Tobin Tax: si rischia di disincentivare gli operatori, di distorcere il mercato, di stimolare lo scaricabarile dei costi addosso al consumatore finale.
E noi che credevamo che in in questi vent’anni e rotti Forza Italia si fosse opposta strenuamente a qualunque nuova legge anti-corrotti solo per fare un favore a Silvio Berlusconi e ai suoi intimi. Invece, ci chiarisce Falanga, è una “questione culturale”. Siamo di fronte a una difesa del libero mercato, dei principi di Adam Smith, che magari quando parlava della benefica “mano invisibile” alludeva un po’ – perché no? – anche a quella che allunga la mazzetta al riparo da occhi indiscreti.
In Commissione giustizia Falanga si è detto dunque irriducibilmente contrario a qualsiasi aumento di pena per i reati di corruzione. Però, gli va dato atto, ha proposto una ricetta alternativa per combattere il grave fenomeno. Il senatore che un anno fa ha aderito a Forza Campania, il movimento fondato da Cosentino fra il primo e il secondo arresto, ha spiegato infatti che occorre darsi da fare soprattutto sul fronte della “prevenzione”.

Giornalista

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/26/corruzione-senatore-falanga-mercato-delle-mazzette/1457417/

Article 21

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Assunzioni irregolari a Firenze, Renzi assolto perché “non addetto ai lavori”


Assunzioni irregolari a Firenze, Renzi assolto perché “non addetto ai lavori”

"Dopo due condanne mi hanno assolto. Ristabilita la verità". Così Matteo Renzi esultava via Twitter dopo la sentenza della Corte dei Conti che lo ha sollevato dall'accusa di danno erariale per i contratti di assunzione nella sua segreteria tra il 2004 e il 2009. Resta l'imbarazzo delle motivazioni: secondo la Corte, infatti, l'allora presidente della Provincia di Firenze non era in grado di percepire le illegittimità del proprio operato


Quando è stato assolto ha esultato su Twitter: “La Corte mi aveva condannato a pagare 14mila euro per un atto amministrativo della Provincia di Firenze. Oggi condivido una piccola soddisfazione: l’appello ha annullato la condanna e la verità viene finalmente ristabilita”. Per Matteo Renzi sembrava chiusa così la vicenda dei portaborse senza laurea che aveva assunto nella sua segreteria personale con contratti e retribuzione da dirigenti negli anni dal2004 al 2009. Per quella storia aveva subito due condanne da parte della Corte dei Conti della Toscana e tre anni dopo è arrivata l’assoluzione in appello nel Lazio. L’unico ad essere sollevato però, a quanto pare, è il diretto interessato.
Le motivazioni della sentenza emessa dai giudici della I Sezione centrale di appello di Roma il 4 febbraio 2015 tolgono al premier l’imbarazzo della condanna ma non altri. A pagina 11 del dispositivo si legge infatti: “Pur non ricorrendo gli estremi della cosiddetta “esimente politica”, questo Collegio ritiene di poter rilevare l’assenza dell’elemento psicologico sufficiente a incardinare la responsabilità amministrativa, in un procedimento amministrativo assistito da garanzie i cui eventuali vizi appaiono di difficile percezione da parte di un ‘non addetto ai lavori’”. In poche parole, Renzi viene assolto perché non in grado di percepire le illegittimità del proprio operato. E forse, già che oggi è Presidente del Consiglio, non è proprio motivo di festa. Piaccia o non piaccia, è questa la motivazione che ha seppellito le due sentenze della sezione giurisdizionale della Toscana che il 4 agosto 2011 (n. 282) e il 9 maggio 2012 (n. 227) avevano condannato Renzi e altre venti persone, tra colleghi di giunta e funzionari, per danno erariale con colpa grave.
E che cosa aveva mai combinato, l’allora presidente della Provincia e oggi premier d’Italia? Secondo il procuratore contabile aveva inquadrato nel suo staff quattro persone esterne all’amministrazione come funzionari, qualifica che richiede la laurea, pur non possedendola. L’indagine era nata da una denuncia anonima sull’assunzione di Marco Carrai, “uomo-ombra” del renzismo, all’epoca ventinovenne, sistemato nella segreteria del presidente nonostante fosse privo del diploma di laurea. Così per cinque anni, i quattro avrebbero beneficiato di uno stipendio maggiorato e non dovuto. Una violazione delle disposizioni sulla contrattazione collettiva del comparto previste dall’art. 90del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL, d.lgs 267/2000) che avrebbe prodotto un danno per l’amministrazione stimato in 2.1 milioni di euro, ridotto dai giudici di primo grado a un risarcimento di 50mila. Di questa somma, circa 14mila euro sono stati posti a carico del rottamatore. La cifra è modesta, il significato politico del giudizio di prima grandezza.
Alla fine resta una sentenza di assoluzione dalle motivazioni sorprendenti, per certi versi preoccupanti. Il direttore di Lex Italia, rivista di diritto pubblico, Giovanni Virga la spiega così: “Il collegio ha ritenuto che l’attuale Presidente del Consiglio, pur essendo in possesso di una laurea in giurisprudenza, è un “non addetto ai lavori” che si fida ciecamente degli apparati burocratici (che quindi sono stati giustamente condannati in primo grado) e che non è in grado nemmeno di rilevare che al personale privo di laurea da lui assunto in via fiduciaria non può essere corrisposto il trattamento economico previsto per i laureati”. Il principio rischia di spalancare le porte a un sistema diffuso di elusione della responsabilità erariale. “Serve anche a mandare assolti nei giudizi di responsabilità i politici di vertice i quali, essendo “non addetti ai lavori” non possono essere ritenuti responsabili degli atti da loro adottati”.
I giudici, a onor del vero,  avevano anche un’altra strada per assolvere Renzi. Era ben nascosta nei meandri della riforma della Pa del suo ministro Madia presentata il 13 giugno e convertita l’11 agosto 2014 come legge n. 114. Lì è spuntato un comma 3-bis che modifica il Testo Unico degli Enti Locali proprio nella parte che riguarda l’inquadramento del personale di staff esterno alla PA. Dispone che “resta fermo il divieto di effettuazione di attività gestionale anche nel caso in cui nel contratto individuale di lavoro il trattamento economico, prescindendo dal possesso del titolo di studio, è parametrato a quello dirigenziale”. Con un lessico un po’ oscuro e bizantino, il comma sembra acclarare la possibilità di parametrare il trattamento economico dei “portaborse”  sprovvisti di laurea a quello dei dirigenti; proprio l’inciampo oggetto dell’appello di Renzi nel Lazio. Da qui, il sospetto che non fosse entrato nella riforma per caso ma ad “usum delfini”, perché venisse applicato retroattivamente dalla Corte dei conti in base al principio di retroattività della legge favorevole al reo. Non è stato necessario usufruire della legge ad personam. E’ bastato che la persona ignorasse la legge. Così, l’ignoranza mai ammessa per legge viene sdoganata per sentenza.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/25/assoluzione-renzi-legge-ad-personam-era-persona-ignora-legge/1451685/

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Sicilia, lo strappo dei 500 contro il Pd “dei potenti e dei faccendieri”

Sicilia, lo strappo dei 500 contro il Pd “dei potenti e dei faccendieri”

Centinaia di iscritti pronti a firmare subito un documento che accusa il partito e restituire la tessera. E' la reazione all'arrivo sul carro del "renzismo" di 5 tra ex cuffariani e ex lombardiani

Lo descrivono come un “siluro’’ diretto all’operato del sottosegretario Davide Faraone che appena tre giorni fa, a braccetto con il leader regionale Fausto Raciti, ha accolto nel Pd siciliano i deputati di Articolo 4: un quintetto di ex cuffariani edex lombardiani che non vedevano l’ora di saltare sul carro vincente del “renzismo”. E’ il documento “carbonaro” che circola in gran segreto tra i civatiani e i cuperliani di Sicilia e che in queste ore passa di mano in mano tra gli iscritti di Trapani e Ragusa, diEnna e Catania, fucine del malcontento isolano. Due pagine di critica radicale a quel Pd “consegnatosi direttamente al centrodestra’’, che almeno 500 iscritti sarebbero pronti a firmare subito, con l’intenzione di restituire la tessera di quello che descrivono come il partito “dei pochi, dei potenti e deifaccendieri” e ormai diventato “la negazione totale della storia e dei nostri valori’’.
L’obiettivo? Tutto è ancora top secret, ma da un capo all’altro della Sicilia vengono segnalate grandi manovre per lo “strappo’’ che porterebbe alla costruzione di un nuovo “cartello’’ della sinistra che aggreghi i fuorusciti del Pd ai superstiti di Sel, agliex del M5s e a pezzi della Fiom. Con la benedizione di Leoluca Orlando, alla guida di Anci Sicilia, indicato come uno dei tessitori silenziosi della trama, che avrebbe l’intenzione – neanche tanto segreta – di succedere a Rosario Crocetta sulla poltrona di governatore di Sicilia.
Sarà l’effetto Tsipras, sarà l’onda lunga di Podemos, ma le prove tecniche per il nuovo partito della sinistra, che da mesi lo stesso Pippo Civati vaticina, soffiando sui venti della scissione, sono in piena fase operativa in Sicilia, eterno laboratorio politico nazionale. Non è un caso che l’ideazione del documento dei 500 coincida con le dichiarazioni del leader della Fiom Maurizio Landini che, tra smentite e precisazioni, ha apertamente auspicato la nascita di un nuovo polo a sinistra del Pd.
Ma chi sono gli scissionisti pronti a lasciare il Pd siciliano accusato di essere un partito-macedonia? C’è Danilo Festa, consigliere comunale di Motta Sant’Anastasia (Catania), candidato a sindaco dal Pd del suo comune, ma stoppato dai quadri provinciali. C’èNicola Manoli, consigliere comunale di Regalbuto (Enna), e ci sono Sabrina RoccaDanilo Orlando e Lillo Fede, tutti di Trapani. Sono decine di amministratori locali, quadri di partito, e centinaia di semplici tesserati, stanchi di un Pd che ora, dicono, “ha bisogno di tornare all’anno zero’’.
Alla guida della “fronda’’, la ragusana Valentina Spata, referente di Civati in Sicilia, che aveva spaccato il partito già alle amministrative iblee, quando aveva pubblicamente annunciato l’appoggio al pentastellato Federico Piccitto. “Il Pd non è più il partito che ho contribuito a costituire’’, dice ora Spata, “è ormai una sigla unica dove si riparano gli stessi personaggi che hanno amministrato il potere con Cuffaro e Lombardo: non è più una questione morale, ma è una questione di dignità’’.
A far da pontieri per il nuovo cantiere siciliano della sinistra, i vendoliani di Sel che già in passato con il deputato Erasmo Palazzotto avevano messo in campo diverse iniziative in comune con il M5s: “L’ultima campagna acquisti – dice Palazzotto – dimostra che il gattopardismo è la cifra dell’evoluzione del partito di Renzi”. A mettere d’accordo i fuggiaschi del Pd con Sel e con i “grillini’’, sono essenzialmente tre temi: la lotta al Jobs Act, che per Landini il premier avrebbe scritto “sotto dettatura di Confindustria’’; la vicenda del Muos, la centrale radar statunitense di Niscemi; e infine la questione dell’acqua pubblica. A quattro anni dal referendum che ha sancito il passaggio delle reti idriche ai comuni, la volontà popolare non si è mai tradotta in legge. Proprio di recente, Orlando ha twittato: “Se la Regione non si muoverà entro marzo, Anci Sicilia scenderà in piazza’’. Non è una chiamata alle armi, ma poco ci manca.
di Giuseppe Pipitone e Sandra Rizza
Da Il Fatto Quotidiano del 25 febbraio 2015

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/25/sicilia-strappo-dei-500-contro-pd-dei-potenti-dei-faccendieri/1454298/

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Sicilia laboratorio per la “nuova sinistra”: dai pezzi di Pd agli ex M5s

Sicilia laboratorio per la “nuova sinistra”: dai pezzi di Pd agli ex M5s

Sel fa da ponte tra i 500 che contestano la gestione del Partito democratico e gli ex grillini. Un asse che potrebbe ripetersi anche in Liguria e in Campania


La goccia che ha fatto traboccare il vaso del Pd siciliano ha un nome e cognome. Anzi cinque nomi e cinque cognomi: sono i deputati di Articolo 4, il gruppo regionale nato a cavallo tra l’Udcdi Totò Cuffaro e il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo, tutti e cinque accolti recentemente nel partito diMatteo Renzi. Ma prima ancora che dal Nazareno arrivassero cinque nuove tessere per gli ex golden boys di Cuffaro e Lombardo, in Sicilia già più di 500 tra iscritti e i militanti hanno deciso di prendere la porta ed uscire dal Pd, non prima di aver autografato una pesantissima lettera di denuncia. Un documento che è passato di mano in mano tra gli iscritti di Catania, di Trapani, diRagusa, pubblicato da Pippo Civati sul suo blog, che sta gettando le basi per un nuovo polo a sinistra dei democratici. “Il Pd – scrivono i protagonisti della diaspora civatiana – è diventato la casa per tutto e il contrario di tutto, anche per chi era considerato il peggior avversario di centro destra, anche per uomini e donne passate da Cuffaro a Lombardo fino ai lidi democratici”. Primo obbiettivo successivo alla fuga? Creare un ponte di collegamentocon i fuoriusciti del Movimento Cinque Stelle. “La Sicilia si candida ad essere laboratorio politico anche in positivo” dice oggi ailfattoquotidiano.it il deputato di Sel Erasmo Palazzotto.
Non è un mistero infatti che la regia dell’operazione siciliana per porre le fondamenta ad un nuovo “cartello” della sinistra sia stata guidata dagli esponenti del partito di Nichi Vendola. E non è neanche una novità quella che vede alcuni espulsi dal Movimento diBeppe Grillo come prossimi aderenti all’operazione. “Per noi è molto importante che si crei qualcosa a sinistra del Pd, se dovesse nascere qualcosa che prenda dalla base la propria spinta propulsiva, il nostro contributo ci sarà” dice Francesco Campanella, senatore eletto coi Cinque Stelle, creatore (dopo la rottura con il M5S) del movimento Italia Lavori in Corso, che dalle parti diBagheria continua ad avere il suo seguito. Con lui, sarebbe pronto ad entrare nel nuovo cartello elettorale anche Fabrizio Bocchino, un altro senatore ex M5S.
L’idea, quindi, è quella di creare un unico gruppo a sinistra del Pd, che metta insieme la fronda democraticaSel e i fuoriuscitidel M5s. Un’operazione politica che prova a muoversi in simbiosi a ciò che verrà messo in campo in Liguria, con la candidatura a presidente della Regione di Sergio Cofferati, e in Campania, con la frangia radicale del Pd che storce il naso all’ipotesi di vedereVincenzo De Luca pretendente alla poltrona di governatore.
Ma la roccaforte del dissenso, per adesso, è nella Regione più a sud d’Italia, l’isola da dove sta partendo la denuncia più diretta contro il partito di Renzi. “Il governo della rivoluzione e del fare, che si è rivelato solo il governo degli annunci e dei rinvii, solo in un campo è stato davvero operoso: nel raccattare esponenti di centrodestra, provenienti da tutte le formazioni siciliane. Personaggi ambigui, spesso con un passato di primo piano in giunte e amministrazioni che hanno contribuito a devastare la nostra terra”, è un altro dei passaggi contenuto nel documento dei transfughi. Che non hanno sottovalutato un dato fondamentale: è in Sicilia che è nata la fortuna elettorale del Movimento Cinque Stelle alle elezioni regionali del 2012.
Ed è sempre sull’Isola che il Movimento di Grillo ha accettato l’appoggio tacito dei partiti di sinistra. Un esempio su tutti è rappresentato da Ragusa, dove alle amministrative del 2013 il sindaco Federico Piccitto ha silenziosamente accettato l’appoggio (e il voto) di Valentina Spata, portavoce dei civatiani di Sicilia, leader e regista della diaspora democratica. “Io credo solo che questo non possa più essere il mio partito – dice Spata – per il resto ho sempre parlato con i Cinque Stelle: alcuni li stimo, e penso che dovrebbero muoversi solo per il bene della nostra terra”. Per il momento i frontman pentastellati non commentano: ma è un fatto che il deputato regionale Giancarlo Cancelleri e l’europarlamentare Ignazio Corrao in passato abbiano interloquito, in un modo o nell’altro, con Rosario Crocetta. Era il cosiddetto Modello Sicilia, eletto a prototipo di governo nazionale persino da Pierluigi Bersani, che però alla fine aveva dovuto suo malgrado rinunciarci. Oggi i giochi sono diversi e alla fine il partito pigliatutto di Renzi rappresenta un nemico comune sia per i pentastellati che per i transfughi del Pd. Come dire che i ponti del dialogo sono tutt’altro che difficili da praticare. E ancora una volta l’anticamera degli esperimenti rimane la Sicilia, eternolaboratorio politico nazionale. Nel bene o nel male.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/25/sicilia-laboratorio-per-nuova-sinistra-dai-pezzi-pd-agli-ex-m5s/1454184/

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In rete il manuale del perfetto terrorista

Consigli per colpire gli interessi dell’Occidente

1801N-_WEB Colpire quando è possibile e quando lo si ritiene opportuno, preferibilmente in autonomia e senza ordini dall'alto. È il contenuto di una sorta di manuale per "lupi solitari" che i seguaci dell'Isis fanno circolare in Rete ormai da alcuni giorni. Le versioni del breve vademecum sono varie, ma il messaggio è lo stesso: essere un mujaheddin in Occidente. In alcune delle pubblicazioni presenti sul sito Khefalamedia.com, tra cui una intitolata proprio «In nome di Allah misericordioso», sono riportate frasi che incitano i lupi solitari a portare avanti la jihad. Gli obiettivi sono "a scelta", in linea con la visione e la missione. Inoltre è specificato che si possono commettere anche «omicidi casuali», ma è preferibile colpire tutto ciò che ruota intorno alla finanza dei Paesi occidentali, dalle economie già deboli, compreso il personale che lavora nelle strutture.
In uno dei manifesti pubblicati su un altro forum jihadista, inoltre, si ricorda come il califfo del terrore, Abu Bakr al-Baghdadi, in un suo messaggio ha previsto una serie di «attacchi globali» per sottolineare la portata del suo potere. E quindi, per essere un bravo combattente fedele ad Allah, bisogna fare il possibile per mettere in pratica ciò che al-Baghdadi invita a fare. Secondo un'analisi dei rischi imminenti per le principali città europee, già effettuato a novembre 2014 dalle intelligence mediorientali, l'Europa occidentale è risultato l'obiettivo primario dell'Isis che aveva intenzione di portare il terrore nelle capitali del vecchio continente nei successivi 90 giorni. Di recente, invece, sarebbero stati intercettati dei messaggi cifrati tra i membri dell'Isis in cui venivano segnalati alcuni dettagli per il coordinamento di un attacco terroristico di alto profilo, con obiettivo sempre le principali città dell'Europa. Nel manuale pubblicato in Rete, dunque, gli jihadisti danno conto proprio di questo e confermano quanto emerso dall'analisi.
In primo luogo, si legge in alcune delle pagine del manifesto, "è importante agire da soli" senza attendere "ordini dall'alto". Contrariamente al messaggio veicolato in passato da Al Qaeda, «non è obbligatorio morire nell'azione» e quindi diventare un martire. L'importante è invece agire quando lo si ritiene opportuno e scegliere gli obiettivi con cura. Poi ecco altri consigli pratici su come condurre l’azione e che prevedono un'organizzazione più complessa dell'attentato. Per cominciare il manuale, rivolgendosi ai combattenti che vivono in Occidente, consiglia di evitare «i posti dove abitavate prima» ma anche l'uso di "documenti personali". L'ulteriore precauzione è poi quella di non "usare il telefono prima o dopo l'attacco" oltre al fatto di coprire il volto per non essere riconoscibili e "scappare in un altro Paese dopo l'operazione per aumentare la rabbia del nemico". Tutti elementi, questi, che ricordano alcuni dei passaggi che hanno tratteggiato la vicenda degli ultimi due attentati: quello di Copenaghen e quello di Parigi.
La strategia dell'Isis, dunque, è sempre più chiara e preoccupante e punta ad avere il massimo risultato con il minimo sforzo. Nel manuale, infatti, si consiglia di agire in gruppi molto ristretti in modo tale, si legge, da ridurre il rischio di ritiro durante le operazioni. È preferibile, quindi, l'azione del singolo. In caso di attacco kamikaze, poi, l'ulteriore inquietante consiglio è quello di «assicurare bene al corpo la cintura carica di esplosivo». Così facendo, spiega il manuale, diventa «impossibile disinnescarla se non facendo esplodere anche i nemici». Insomma, un vero e proprio manifesto del terrore che viaggia in Rete liberamente e rimbalza da un sito jihadista all'altro. Nel caso di khelafamedia.com, il portale sarebbe stato registrato a nome di Abu Yusef Almasry, forse un terrorista di nazionalità egiziana. Il nome, infatti, sarebbe molto simile a quello di Abu Yusuf al Masri, comandante egiziano appartenente al Fronte Al Nusra, che di recente sarebbe transitato nelle fila dello Stato islamico.
Fra. Mus.

http://www.iltempo.it/esteri/2015/02/25/in-rete-il-manuale-del-perfetto-terrorista-1.1382575

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Calcio italiano, settori giovanili da vergogna: fa meglio anche la Bielorussia

Calcio italiano, settori giovanili da vergogna: fa meglio anche la Bielorussia

Secondo lo studio del Cies, che ha analizzato i 100 migliori vivai d'Europa, il primo italiano è quello dell'Inter (77° posizione): avanti ai nostri settori giovanili persino gli under di Ucraina e Israele


Olanda, Spagna, Inghilterra e Francia, ma anche Bielorussia, Ucraina e perfino Israele. Queste sono solo alcune delle 24 nazioni europee, sulle 31 prese in esame, che hanno almeno una squadra del loro massimo campionato con un settore giovanile migliore di quelli italiani. A stilare questa classifica sui 100 migliori vivai europei che evidenzia la crisi dei nostri settori giovanili è il Cies, l’osservatorio sul calcio con sede in Svizzera. Nella lista dove troneggiano Ajax, Partizan Belgrado e Barcellona, le tre migliori canteras d’Europa; si deve scendere fino alla 77esima posizione per trovare un’italiana, l’Inter, e poi fino all’89esima per leggere il nome della seconda e ultima squadra del nostro campionato, l’Atalanta.
Il metodo usato dagli analisti del Cei ripercorre la carriera di tutti i calciatori tesserati nelle squadre delle massime serie di 31 nazioni europee, andando a vedere dove hanno militato durante gli anni delle giovanili. Se un calciatore ha giocato per almeno tre anni, tra i 15 e i 21, in uno dei club presi in esame, questo varrà un punto per quella società. Ad esempio: Paul Pogba oggi gioca nellaJuventus, ma dai 16 ai 19 anni ha militato nelle giovanili delManchester United. Quindi, per i Reds il centrocampista francese vale uno dei 39 punti totalizzati nella classifica. Sotto all’Ajax, che conferma la sua grande fama di fabbrica di talenti (ha visto dare i primi calci al pallone a giocatori, tra gli altri, comeJohan CruijffDennis Bergkamp e Frank Rijkaard), il Partizan, che negli ultimi anni ha svezzato calciatori come Stevan Jovetic, Adem Ljajic o Lazar Markovic, e il Barcellona, che ha ben 11 componenti della rosa provenienti dalla cantera, si trovano squadre provenienti da tutta Europa, ma nessuna italiana. Prima di arrivare all’Inter, che totalizza 23 punti, si leggono i nomi di 76 club provenienti da 24 nazioni diverse.
Questi dati confermano la mancanza di investimenti, ma anche di fiducia che i club italiani ripongono nei propri vivai. È così che le nostre squadre vedono molti aspiranti professionisti fare le valigie, ancora minorenni, per campionati dove, invece, i vivai rappresentano la prima fonte dalla quale le società attingono performare nuovi campioni. Via da Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze con un volo sola andata per l’Inghilterra, l’Olanda o laGermania, “dove i giovani, se valgono, li fanno giocare”. Nell’immediato, pensare a investimenti nel settore giovanile (il Barcellona spende circa 20 milioni di euro all’anno per la propria cantera, contro i circa 50 complessivi di tutte le squadre di Serie A, ndr) crea il panico tra chi amministra le casse dei club italiani. Più semplice tentare la fortuna acquistando a prezzi stracciati giovani provenienti da “campionati minori” che, spesso, si rivelano poco adatti al nostro calcio. Investimenti mirati e programmati in unsettore giovanile di qualità richiedono sforzi economici importanti, almeno inizialmente, ma questi vengono poi ripagati quando nascono i Messi, i Cristiano Ronaldo o i Rooney. La classifica che vede il calcio italiano come uno dei peggiori d’Europa trova conferme in altri dati, diffusi sempre dal Cies: il nostro campionato è il più vecchio d’Europa, con un’età media di 27,3 anni. Le squadre in vetta a questa classifica? Atalanta,Juventus e Torino.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/02/25/calcio-italiano-settori-giovanili-vergogna-fa-bielorussia/1454973/


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Suggerimento di Chi per la Dieta: Nuova dieta. Si chiama la dieta di Jason Statham e toglie subito il grasso dalla pancia come null'altro.

Questo servizio è stato creato da Chi per svelare la verità che sta dietro a una dieta molto strana

Sui social media circola di recente la voce che Jason Statham abbia perso peso di nascosto grazie ad una nuova “pillola miracolosa” arrivata dagli Stati Uniti. Una voce vicina a Jason ha rivelato la notizia per errore e da allora è stata twittata online e riportata sulla televisione e sulla stampa. Su Chi, volevamo scoprire la verità riguardo a queste “pillole dietetiche” che ha preso e verificare se funzionino veramente.

E’ stato rivelato che Jason ha preso un prodotto chiamato “Raspberrry Ketone”, diventato inizialmente famoso negli Stati Uniti dove è stato acclamato come una pillola miracolosa dalla presentatrice TV Oprah Winfrey che fu così impressionata dai suoi effetti da dedicargli un intera puntata per discuterne. Il famoso “Dr Oz” della TV USA, anch’egli un pupillo di Oprah, ha spiegato come la complessa formula sia composta da componenti naturali derivanti dai lamponi. Questa può ridurre l’appetito, bruciare il grasso e comportare una rapida perdita di peso senza la necessità di una dieta o di esercizi. Diverse celebrità italiane incluse Belén Rodríguez, Martina Stella e Jason Statham hanno anch’esse rivelato di ulilizzare Rapsberry Ketone per perdere e mantenere basso il peso. A Chi siamo generalmente scettiche su queste “pillole dietetiche” e volevamo scoprire di più su Rapsberry Ketone. Così, con le ultime rivelazioni su Jason, abbiamo infine deciso di condurre un nostro esperimento per vedere se funzionano veramente.
Secondo il Dr. Oz, gli estratti di raspberry ketone agiscono im modi differenti: “Per prima cosa portano il corpo a bruciare glucosio, o zuccheri, e grasso, principalmente nel fegato… In secondo luogo, il fattore più importante è dato dal fatto che rallentano il rilascio di zucchero nel flusso sanguigno. Di conseguenza, quando il corpo non accumula zucchero nel sangue, il grasso non si accumula, perchè lo zucchero si trasforma in grasso… Combinando queste due azioni, questo crea un effetto sinergico che praticamente brucia il grasso esistente, nuovo grasso viene bloccato e se ne stoppa l’accumulazione. In aggiunta, è completamente naturale e sicuro senza effetti collaterali.”
Quando ho visitato il sito del distributore numero 1 in Italia di Raspberry Ketone (Raspberry Ketone MAX), sono stato sorpreso dalle drastiche pretese di perdita di peso. Inoltre, avevo sentito diverse affermazioni dalle stesse celebrità. Così, ho ignorato il mio scetticismo interiore e ho deciso di provarlo. Sono stato rassicurato dal fatto che il mio acquisto era sicuro perchè ogni cliente ha la garanzia incondizionata sulla restituzione del prodotto entro 60 giorni (che ho considerato come un periodo di prova). Dalle diverse offerte viste online, solo una offriva una garanzia di 60 giorni ed il fatto di poter ricevere il rimborso nel caso qualcosa non funzionasse mi ha dato sollievo.
Questo è quello che viene detto sul sito da Raspberry Ketone 
  • In uno studio pubblicato dal giornale Lipids in Health & Disease, le persone che hanno consumato Raspberry Ketone hanno perso in media 5,5 kg in ventotto giorni senza esercizi o dieta
  • Raspberry Ketone non contiene stimolanti.
  • E' stato dimostrato che Raspberry Ketone accellera il metabolismo, incrementando il dimagrimento di più dell'800%.
  • Ci sono stati studi che dimostrano che abbassa il colesterolo del 39% e riduce il grasso degli addominali di 5 cm in ventotto giorni.
Acquisto e consegna di raspberry ketone
Sono rimasto impressionato dal fatto che non era necessaria una carta di credito per acquistare il prodotto. Il distributore offre un eccellente servizio di pagamento con contrassegno al momento della consegna, senza quindi necessità di inserire dati della carta di credito. Oltre a questo, la spedizione era gratuita e il pacco è stato consegnato velocemente da un corriere - molto professionale.
Ho ricevuto la mia bottiglia di Raspberry Ketone entro quattro giorni dal mio ordine online. C’era una dose di 60 capsule per un mese, di cui dovevo prenderne 2 al giorno. Una la mattina prima della colazione e una per l’ora di pranzo o cena. Le pillole che ho comprato (Raspberry Ketone MAX) contengono la più alta concentrazione di Ketone sul mercato, nella forma più pura, così che i risultati possono essere raggiunti velocemente.
Il Mio Test di 4 Settimane con Raspberry Ketone
I Miei Risultati

Settimana 1

Dopo la 1a settimana, di dieta sono rimasto sorpresa dai risultati meravigliosi. Il mio livello di energia è aumentato, e non avevo nemmeno fame, un effetto collaterale apparente dell'Estratto di Raspberry Ketone che frena l'appetito. Sinceramente mi sono trovata bene.
E non ho nemmeno dovuto cambiare nulla della mia routine quotidiana. Il giorno 7 sono salita sulla bilancia e non potevo credere ai miei occhi. Avevo perso 2 kg. Ma ancora non era convinta, come si sa.. si perde molta acqua all'inizio di qualsiasi dieta. Volevo aspettare e vedere i risultati nelle settimane successive. Ma è certo che qualcosa stava succedendo! Ora pesavo meno di 64 kg per la prima volta da anni!

Settimana 2

Dopo la 2a settimana,, ho cominciato la settimana con ancora più energia ed effettivamente dormivo più profondamente di prima. Non era più uno svegliarsi durante la notte e rigirarsi, perché il mio corpo era veramente in grado di rilassarsi (questo credo sia il risultato del liberarsi dalle tossine). Inoltre sono riuscita a perdere altri 5 kg, arrivando a un'incredibile perdita di peso di 7 kg, in sole 2 settimane.
Devo ammettere che sto iniziando a credere che questa dieta non sia solo un espediente.

Settimana 3

Dopo la 3a settimana, tutti i miei dubbi e lo scetticismo iniziale sono assolutamente svaniti! Ho 2 taglie in meno, dopo aver perso altri 6 kg. E ho ancora un sacco di energia. Molto spesso, intorno alla terza settimana, con le altre diete, si tende ad essere a corto di energie. Ma con il Rasperry Ketone miei livelli di energia non diminuiscono, ma rimangono costanti per tutta la giornata. Non ho più bisogno del pisolino intorno alle 3 del pomeriggio! E sto anche notando che il mio stomaco digerisce il cibo molto meglio. Nessun gonfiore o gas imbarazzante dopo che ho mangiato!

Settimana 4

Dopo la 4a settimana, i miei risultati finali sono stati scioccanti. Ho perso l'incredibile peso di 16 kg da quando ha iniziato la dieta con l'Estratto di Raspberry Ketone! Dopo la nona settimana, i miei risultati finali sono stati scioccanti. Ho perso l'incredibile peso di 16 kg da quando ha iniziato la dieta con l'Estratto di Raspberry Ketone nelle ultime tre settimane ho perso altri 3 kg. Ma ad essere onesti io davvero non ho molto più da perdere. E ho assolutamente intenzione di continuare ad assumere il Raspberry Ketone perché ha così tanti antiossidanti e vitamine che dà alla mia pelle un aspetto incredibile.

"Non potrei essere più felice dei risultati.

Ho perso 16 kg in 4 Settimane, Nessuna Dieta Speciale, Nessuna Attività Fisica Intensa"



Conclusione: a consumatore, potresti avere dei dubbi sull’efficacia di questa dieta, ma dovresti fare una prova e testarlo; i risultati sono reali. L’ho provato io stesso. Avendo portato avanti il mio studio, siamo lieti di vedere che le persone stanno avendo successo con questa dieta (come ho avuto io!). E non c’è niente da perdere, dal momento che il distributore offre una garanzia di 60 giorni. Ci sono molti fornitori di Raspberry Ketone ma non tutti offrono la migliore qualità o garanzia, così come offerta speciale ai nostri lettori abbiamo un’offerta limitata che può essere utilizzata solo qui a Chi. Semplicemente segui il link che ti ho indicato e riceverai un prodotto di qualità che funziona; Nessuno scherzo!
Spero tu abbia fortuna e perda quei chili di troppo… Come Jason!
- Helen Hasman

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Article 15

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Da Fred Astaire a Marilyn, le foto dell'hotel Savoy

Storico albergo di Londra, apre i suoi archivi dal 1889
















Da Fred Astaire che ballava sul tetto a Marilyn Monroe elegantemente seduta al bar in compagnia di Laurence Olivier. L'Hotel Savoy di Londra, simbolo di eleganza per eccellenza, ha aperto i suoi archivi fotografici svelando così i segreti e le stravaganti abitudini dei personaggi che lo hanno abitato sin dalla sua apertura nel 1889.
Tra le immagini più suggestive, le 12 rose di colore rosa che Marlene Dietrich chiedeva sempre di avere nella sua stanza. O John Wayne che, seduto sul pavimento della hall, chiacchiera e fa indossare a un fattorino uno dei suoi cappelli da cowboy sparpagliati in giro. E ancora Charlie Chaplin e la moglie che arrivano all'hotel nel 1975, quando l'attore fu insignito del titolo di 'Cavaliere'; la regina madre che nel 1986 inaugura il ristorante del Savoy dopo un restauro da oltre 2 milioni di sterline. Durante la Prima Guerra Mondiale l'albergo rimase aperto e alla fine del conflitto Fred Astaire e la sorella Adele celebrarono danzando sul tetto.
Durante la seconda guerra, invece, il Savoy fu utilizzato come rifugio dai bombardamenti dei nazisti. Ma l'hotel e' stato anche il luogo di eventi stravaganti. Nel 1905, ad esempio, il miliardario americano George Kessler volle organizzare una festa a tema 'veneziano' facendo riempire d'acqua il cortile centrale e invitando gli ospiti a cenare a bordo di una enorme gondola. Sorpresa finale: la torta portata da un cucciolo di elefante. Ad un'altra festa, l'imprenditore sudafricano Billy Butlin si presentò con il suo leopardo domestico, che fu legato fuori dall'albergo come un cagnolino. Nel 2010 il Savoy ha subito una mega ristrutturazione da 220 milioni di sterline, restando chiuso per un anno e mezzo per la prima volta nella sua storia.

(ANSA)

VOLANO CALCI TRA MAROTTA E ANDREA AGNELLI

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VOLANO CALCI TRA MAROTTA E ANDREA AGNELLI - LA TENSIONE ALTISSIMA (RIVELATA IERI DA DAGOSPIA) TRA IL PRESIDENTE E L’AD DELLA JUVE SI CONCENTRA ORA SUL BRUTTO CASO DEI BAGARINI E DELLE INFILTRAZIONI DELLA ‘NDRANGHETA NELLA VENDITA DEI BIGLIETTI ALLO STADIO - MAROTTA AVREBBE DETTO A JOHN ELKANN: SCEGLI, O ANDREA O ME - E PRESTO I NODI VERRANNO AL PETTINE



andrea agnelli marottaANDREA AGNELLI MAROTTA
Dopo Calciopoli un’altra vicenda giudiziaria può alterare gli equilibri interni alla Juventus e propiziare improvvisi movimenti ai vertici. Ne scrive oggi Il Fatto Quotidiano.

Il pretesto è la corposa inchiesta della Procura di Torino sul rapporto fra la società della famiglia Agnelli/Elkann e i gruppi dei tifosi, sulla gestione dei biglietti e persino degli abbonamenti, sul patto tacito con gli ultras per evitare intralci ai bianconeri – le temute contestazioni – e sugli affari del bagarinaggio che ingolosivano la ’ndrangheta.
andrea agnelli marottaANDREA AGNELLI MAROTTA

Ed ora emergono i contrasti sempre più accesi fra il presidente Andrea Agnelli e l’amministratore delegato Beppe Marotta, che col tempo ha imparato a intrattenere frequenti conversazioni con il potente cugino di Andrea, John Elkann.

andrea agnelli marottaANDREA AGNELLI MAROTTA
E nel frattempo è partita un’altra indagine, sempre sui biglietti, aperta dalla Procura federale in novembre, quando i magistrati torinesi hanno trasmesso gli atti.

Il capo Giuseppe Pecoraro, ex prefetto, ha esaminato i documenti, ha disposto degli interrogatori e poi il 20 dicembre ha concluso l’istruttoria che ruota attorno all’articolo 12 del codice di giustizia sportiva sulla “prevenzione di fatti violenti”.
ALLEGRI MAROTTAALLEGRI MAROTTA

Pare che la Procura federale abbia riscontrato in maniera agevole una responsabilità della Juventus e che possa proporre almeno una sanzione pecuniaria (modica, al massimo 50.000 euro), anche se per gli episodi più gravi è prevista la squalifica del campo di gioco, l’inibizione per i dirigenti e addirittura dei punti di penalizzazione da scontare nella stagione in corso in caso di recidiva.
andrea agnelli deniz akalin john elkann lavinia borromeoANDREA AGNELLI DENIZ AKALIN JOHN ELKANN LAVINIA BORROMEO

Pecoraro ha concesso tre settimane alla società bianconera per presentare le controdeduzioni, che puntuali sono arrivate il 13 gennaio. Con una sorprendente richiesta: in sostanza, la Juventus suggeriva a Pecoraro di rivolgersi a Marotta perché Agnelli non si occupa dei biglietti.

A quel punto, la Procura federale ha prorogato i termini di altri venti giorni per consentire all’amministratore delegato bianconero di rispondere e di contribuire al fascicolo. La doppia inchiesta sui biglietti imbarazza parecchio la Juventus, soprattutto per le connessioni con la malavita e per i risvolti drammatici come il suicidio di Raffaello detto “Ciccio” Bucci, considerato l’intermediario fra la dirigenza e la tifoseria.
lapo elkann su instagram col fratello john e andrea agnelliLAPO ELKANN SU INSTAGRAM COL FRATELLO JOHN E ANDREA AGNELLI

Nel frattempo intorno alla società si susseguono le voci di dissapori tra il presidente Andrea Agnelli e il cugino John Elkann, oppure Beppe Marotta che anzichè allinearsi al suo presidente ha instaurato un rapporto più stretto con il nipote dell’avvocato Gianni Agnelli (di cui ieri, 24 gennaio, ricorreva l’anniversario della morte avvenuta nel 2003).

In attesa dei riscontri dei magistrati torinesi, lo scenario per la Procura federale è definito.

Perché il regolamento è perentorio. Articolo 12, comma 1: “Alle società è fatto divieto di contribuire, con interventi finanziari o con altre utilità, alla costituzione e al mantenimento di gruppi organizzati”.
john elkann andrea agnelliJOHN ELKANN ANDREA AGNELLI

Comma 2: “Le società sono tenute all’osservanza delle norme e delle disposizioni in materia di distribuzione al pubblico di biglietti”.

Comma 8: “Ai tesserati è fatto divieto di avere interlocuzioni con i sostenitori durante le gare e/o di sottostare a manifestazioni e comportamenti degli stessi che (…) costituiscono forme di intimidazione”.

I dirigenti bianconeri hanno parlato di “compromesso” con la tifoseria per garantire la sicurezza. E lo stesso Agnelli ha ammesso nel memoriale consegnato in procura a Torino: “La richiesta di acquisto di tagliandi da parte degli ultras, pur normalmente espressa, è spesso caratterizzata da una silente pressione”.


http://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/volano-calci-marotta-andrea-agnelli-tensione-altissima-rivelata-140113.htm

‘IL PRESIDENTE ANDREA AGNELLI INCONTRAVA TIFOSI APPARTENENTI ALLA ‘NDRANGHETA PER MANTENERE L’ORDINE ALLO STADIO’. LA DURISSIMA ACCUSA DEL PROCURATORE DELLA FIGC

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1. ‘IL PRESIDENTE ANDREA AGNELLI INCONTRAVA TIFOSI APPARTENENTI ALLA ‘NDRANGHETA PER MANTENERE L’ORDINE ALLO STADIO’. LA DURISSIMA ACCUSA DEL PROCURATORE DELLA FIGC
2. SECONDO IL PREFETTO PECORARO, AGNELLI COLLABORAVA CON GLI ULTRÀ, FORNENDO BIGLIETTI E ABBONAMENTI, ANCHE A CREDITO E SENZA DOCUMENTI, PER TENERLI BUONI
3. FABIO GERMANI, LEGATO ALLA COSCA CALABRESE PESCE-BELLOCCO, IL 15 GENNAIO 2014 DICEVA: "IO VADO A TROVARE IL PRESIDENTE AGNELLI IN UFFICIO OGNI TRE PER DUE"
4. MAROTTA, NEMICO DI ANDREA DENTRO LA JUVE, POTREBBE ESSERE SENTITO DALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA, CHE INDAGA SULLA FACCENDA INSIEME ALLA PROCURA DI TORINO
5. L’ALGIDO COMUNICATO JUVENTINO: ‘NESSUN DIRIGENTE È INDAGATO, COLLABORIAMO DA MESI NELL’INCHIESTA SULLE INFILTRAZIONI MAFIOSE’. OK, MA PERCHE' NON SMENTISCE GLI INCONTRI?


1. L'INCHIESTA CHE FA TREMARE LA JUVE, RAPPORTI TRA AGNELLI E MAFIOSI

andrea agnelli marottaANDREA AGNELLI MAROTTA
AGI - Il presidente della Juventus Andrea Agnelli accusato dal procuratore della Federcalcio, l'ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, di aver incontrato esponenti della criminalità organizzata scendendo a patti con loro per mantenere la quiete allo stadio. Come scrive  in esclusiva 'Il Fatto Quotidiano', la procura federale della Figc accusa la Juve e il suo presidente di illeciti con bagarini e ambienti criminali.

La conclusione indagini della giustizia sportiva attribuisce però al numero uno bianconero anche rapporti personali con esponenti della malavita organizzata. Il Fatto Quotidiano in edicola pubblica l'inchiesta dei magistrati di Torino e della Figc che fa tremare la Juventus. Secondo Pecoraro, per garantire la pace e la quiete allo stadio, il club garantiva agli stessi ultras bagarinaggio esclusivo e sugli affari della malavita organizzata.
andrea agnelli lapo john elkannANDREA AGNELLI LAPO JOHN ELKANN

Ecco quello che scrive il prefetto Pecoraro: "Con il dichiarato intento di mantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi ‘ultras’, (Agnelli) non impediva ai tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti ‘gruppi ultras’, anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura agli stessi di dotazione di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizione di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio”.
ANDREA AGNELLI E LA COMPAGNA DENIZANDREA AGNELLI E LA COMPAGNA DENIZ

L'accusa più grave per Agnelli, però, è quella di aver "partecipato personalmente in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ‘ultras’". La procura, come riferisce il quotidiano, cita poi un'intercettazione di Fabio Germani, un ex ultrà legato a un esponente della cosca mafiosa calabrese Pesce-Bellocco, che il 15 ennaio 2014 diceva:"Io vado a trovare il presidente Andrea Agnelli in ufficio ogni tre per due".


Marotta potrebbe essere sentito dall'Antimafia

L'amministratore delegato della Juventus, Giuseppe Marotta - riferisce Tuttojuve.com citando il QS - potrebbe essere sentito dalla Commissione Antimafia, allarmata da alcuni mesi per il suicidio di un capo ultrà juventino. La procura di Torino sta facendo luce (al pari della Federcalcio che da tempo ha avviato una indagine interna parallela) sul legame tra la curva e la ’ndrangheta. Non si esclude che possa essere invitato lo stesso amministratore delegato bianconero, sottolineano fonti parlamentari della Commissione, per fornire un aiuto ad inquadrare meglio l’accaduto. Ma si tenterà di capire, spiega un altro membro della commissione, anche qual è il legame tra alcuni capo tifosi del Napoli e la camorra.
ANDREA AGNELLIANDREA AGNELLI


2. JUVENTUS, L'OMBRA DELLA MALAVITA SUI RAPPORTI AGNELLI-ULTRAS

Ci sarebbe l'ombra della malavita dietro i rapporti tra Andrea Agnelli e il tifo organizzato della Juventus. Questo, almeno, è quanto sostiene Il Fatto Quotidiano nel pubblicare gli stralci dell'accusa che la procura federale avrebbe rivolto all'indirizzo del club bianconero per la gestione dei biglietti.
john elkann andrea agnelliJOHN ELKANN ANDREA AGNELLI

«ILLECITI CON BAGARINI E AMBIENTI CRIMINALI». Nel dettaglio, il presidente della Juventus sarebbe accusato dal procuratore della Federcalcio, l'ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, di avere incontrato esponenti della criminalità organizzata, scendendo a patti con loro per mantenere la quiete allo stadio. Secondo quanto riportato dal quiotidiano, «la procura federale della Figc accusa la Juve e il suo presidente di illeciti con bagarini e ambienti criminali».

«INCONTRI CON ESPONENTI DELLA MALAVITA». Nell'articolo si parla «di presunto accordo tra la Juventus e i gruppi ultras per assicurare la quiete allo stadio». L'accusa più grave per Andrea Agnelli, scrive Il Fatto è nel passaggio del documento di chiusura indagini in cui il procuratore federale accusa il presidente di aver «partecipato personalmente, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria ultras». L'ex prefetto, ricorda sempre Il Fatto, «ha ricevuto a novembre gli atti da Torino e, dopo ulteriori accertamenti, ha deciso di non archiviare».
ALLEGRI MAROTTAALLEGRI MAROTTA

NESSUN INDAGATO TRA I BIANCONERI. «I rilievi di Pecoraro e colleghi sono ispirati dalle carte di Torino e dalle deposizioni di Rocco Dominello, identificato come esponente della cosca Pesce-Bellocco della 'ndrangheta. Nel corso dell'indagine Alto Piemonte non erano emerse frequentazioni e incontri diretti con la Juventus, ma un'intercettazione ha instillato qualche dubbio» Viene precisato, poi, che «nessun dirigente è indagato», ma che «la Juve non è neanche ritenuta parte offesa». E, infine, che «il caso interessa anche la commissione parlamentare Antimafia, che nei prossimi giorni ascolterà i magistrati torinesi che conducono l'inchiesta».

«NORME DI PUBBLICA SICUREZZA VIOLATE». Ecco quello che scrive il prefetto Pecoraro: «Con il dichiarato intento dimantenere l’ordine pubblico nei settori dello stadio occupatidai tifosi ‘ultras’, (Agnelli) non impediva ai tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti ‘gruppi ultras’, anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura agli stessi di dotazione di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizione di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio».
giuseppe pecoraroGIUSEPPE PECORARO


3. L’EVASIVO COMUNICATO DELLA JUVE (CHE NON SPIEGA NIENTE)
In merito all'articolo pubblicato sul quotidiano Il Fatto Quotidiano la Juventus ha diramato un comunicato ufficiale per rispondere ai fatti mostrati nel suddetto articolo.

Ecco il testo del comunicato:

Juventus Football Club e il Presidente Andrea Agnelli, alla luce di alcuni articoli pubblicati in questi giorni, comunicano di aver affidato ai legali la tutela della propria onorabilità e rispettabilità.

giuseppe pecoraroGIUSEPPE PECORARO
Si precisa che la Procura della Repubblica di Torino ha avviato, e recentemente concluso, un'indagine su alcune famiglie ritenute appartenenti alla ‘ndrangheta alle quali si contestano oltre a reati contro persone e patrimonio, anche il tentativo di infiltrazione in alcune attività di Juventus Football Club. Si ricorda inoltre che nessun dipendente o tesserato è stato indagato in sede penale.

Si precisa altresì che, nel pieno rispetto delle indagini e degli inquirenti, la società ha sempre collaborato mantenendo uno stretto riserbo a tutela del segreto istruttorio. Per quanto attiene alla giustizia sportiva, la società ha già dimostrato fattivamente la propria disponibilità a collaborare.








http://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/presidente-andrea-agnelli-incontrava-tifosi-appartenenti-140160.htm
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